Preambulando

In quell'angolo il tempo era inchiodato in una posizione di ombre inalterabili, continuava a risuonare il vento che lui una volta disse di aver registrato per dimostrare che faceva lo stesso rumore dell'oceano. In quell'angolo la notte sembrava un plastico, con il cartello col nome delle vie eretto a sfidare qualunque cosa la notte avesse deciso di portare.
E infatti dai margini del quartiere salivano dei personaggi variopinti: un africano cantando del soul rauco in inglese che non si accorse di loro, appoggiati sul muretto; due donne molto truccate e ancora più impaurite e un uomo in completo che sembrava essere appena uscito dall'ufficio, giusto poco dopo la mezzanotte della vigilia. "Dovrebbe lavorare di meno" è stato il pensiero corale.
-Sai perché non è come l'oceano? chiese lei a voce bassa nonostante il frastuono dei petardi, perché sembrasse meno aggressivo sfidare apertamente la teoria dell'equipollenza sonora di un musicista.
-Perché?
-Perché sull'oceano non ci sono le foglie che grattano cerchi contro l'asfalto.
Su quelle strade alte del quartiere, quello che ora arrivava della bora che fino a poco tempo fa li aveva spettinati, era appena un soffio stordito che faceva volteggiare due o tre foglie e lasciava intuire gli ultimi scoppi, e basta.
-Hai ragione, rispose lui con finto tono di sconfitta.
-Tranne forse che a Bahia Blanca.
Quanto può durare la prefazione di un bacio? Capirono che gli era sfuggito dalle bocche, più che dalle mani, che si era allontanato dall'obiettivo distratto dalle parole che grattavano per terra invece di stamparsi come si può stampare un bacio su una bocca.
- I tuoi occhi sono due mattine sincrone, disse aspirando le due "s" nel modo più sudamericano che riuscì e, bevendo, visto che c'era, ogni pensiero di lei d'un solo fiato, senza chiudere gli occhi, gustandoli, senza fare troppo rumore per appoggiare il bicchiere.
Lei ricordò quelli che invece fanno chiasso coi bicchieri, quelli rozzi, quelli che e ne andavano senza pagare il conto, senza riconoscere la qualità del vino e la voce del titolare che urlava "meglio, e non tornare" mentre una signora sulla barra insisteva nel fingere giovinezza a furia di scollature e lo guardava con desiderio perché che ti serve un whisky è sempre interessante, ma lo è ancora di più dopo il secondo whisky.
Non rispose proprio ma si chiese in silenzio, dove l'avrebbe portata lui, con quella camminata elastica e il tragitto ruminante; lui che registrava i suoni del vento.
-Al primo angolo buio, rispose come se le avesse letto il pensiero e finalmente la baciò.
Ed era vero.

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