L'uomo

Non conosco l’uomo che si ferma sulla riva del fiume, che respira a fondo e sorride riconoscendo i profumi che aleggiano nell’aria. Non lo conosco, ma so che quell’uomo è mio fratello. Quell’uomo conscio che il polline viaggia appeso all’arbitraria volontà del vento, ma sogna fiducioso la fertile terra che lo aspetta, quell’uomo è mio fratello. Sa molte cose mio fratello. Sa per esempio che un grammo di polline è come un grammo di sé, dolcemente predestinato al fango germinale, al mistero da cui s’innalzerà vivo di rami, di frutti e di figli con la meravigliosa certezza delle trasformazioni, dell’inizio inevitabile e della necessaria fine, perché ciò che è immutabile racchiude il pericolo dell’eterno e solo gli dèi hanno tempo per l’eternità.

L. Sepùlveda

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