La libreria del buon romanzo

Noi non sappiamo che farcene dei libri insignificanti, dei libri vuoti, dei libri fatti per piacere. “Noi non vogliamo libri raffazzonati, scritti in fretta e furia, si sbrighi, me lo finisca per luglio, a settembre facciamo un lancio come si deve e ne vendiamo centomila copie di sicuro. “Vogliamo libri scritti per noi che dubitiamo di tutto, che piangiamo per un niente, che sobbalziamo per ogni minimo rumore alle spalle. “Vogliamo libri che al loro autore siano costati molto, libri in cui si siano depositati i suoi anni di lavoro, il suo mal di schiena, i suoi punti morti, qualche volta il suo panico all’idea di perdersi, il suo scoraggiamento, il suo coraggio, la sua angoscia, la sua tenacia, il rischio che si è assunto di sbagliare. “Vogliamo libri splendidi che ci tuffino nello splendore del reale e lì ci tengano avvinti; libri che ci provino come l’amore sia all’opera nel mondo accanto al male e totalmente contro di lui, anche se talvolta non si capisce, e che lo sia sempre, tanto quanto il dolore lacererà sempre i nostri cuori. Vogliamo buoni romanzi. “Vogliamo libri che non ignorino niente della tragedia umana, niente delle meraviglie quotidiane, libri che facciano tornare l’aria nei polmoni. “E se anche ne uscisse uno ogni dieci anni, se anche dovessero passare dieci anni perché venga pubblicato un altro (…), a noi basterebbe. Non vogliamo altro".

Laurence Cossé

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