L’uomo senza qualità

Il corno da caccia di Münchausen era più bello di una voce conservata in scatola, lo stivale delle sette leghe era più bello dell’automobile, il regno di re Laurin era più bello d’una galleria ferroviaria, la magica radice della mandragora era più bella d’un fotogramma, mangiare il cuore della propria madre e capire il linguaggio dei passeri era più bello di uno studio zoopsicologico sulle modulazioni espressive e affettive nella voce degli uccelli. Noi abbiamo conquistato la realtà e perduto il sogno. Non stiamo più sdraiati sotto un albero a contemplare il cielo attraverso le dita dei piedi, ma lavoriamo e fatichiamo; d’altronde non si può starsene trasognati a stomaco vuoto, se si vuole essere gente di polso: bisogna muoversi e mangiare bistecche. È precisamente come se la vecchia inetta umanità si fosse addormentata su un formicaio; e la nuova svegliandosi s’è trovate le formiche nel sangue, sicché da allora è costretta a compiere i moti più violenti senza potersi liberare da quella sordida smania di animalesca laboriosità.

Robert Musil

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