Vita autentica

Noi siamo tanto bravi nel "fare"; ma quest'efficienza e questa corsa ci stanno portando a una nevrosi collettiva. Dobbiamo allora accettare di fare meno cose per vivere più vita: "più" in senso qualitativo, nel senso della "qualità della vita" di cui tanto si parla. Io accetto questo "meno" che è un "più" e non voglio rimpiangere il non fatto, ma accontentarmi del vissuto che è già tanto denso, profondo e spesso. Perché è vero che abbiamo tanto da fare ma è vero che dobbiamo, prima di tutto vivere. Dare la precedenza alla vita. Non importa quello che faccio: importa come vivo: importa attraverso il lavoro che mi trovo al momento tra le mani, vivere la vita, in tutta la sua densità. Allora si toccano quei momenti di pienezza, in cui pensare al "dopo", al lavoro non fatto, a quello che resta da fare, non ha senso. Si avverte di aver fatto tutto perché si tocca una dimensione di assoluto. E' il senso felice dell'arrivo che non si oppone al senso del cammino perché ogni arrivo è una tappa di un ulteriore progressione, ma anche ogni tappa è un arrivo nel già raggiunto infinito. Allora il protendersi non è più insofferenza - fuga da - ma speranza: corsa verso. E l'indugiare non è un perditempo, una pigrizia, una pantofola calda: è il riposare nel nido di Dio...
Si dice che è più importante essere che avere... ma preferisco, più dinamicamente, dire "è più importante vivere che fare". E questa preminenza del vivere sul fare - che è poi la preminenza del vivere sulle modalità concrete della vita, le sue espressioni episodiche, operative e in fondo accidentali - pacifica le sempre incombenti frustrazioni che si appiattano all'angolo delle possibilità perdute. E la vita è una collana di possibilità perdute; e tanto più si fa densa, ricca di curiosità, di interessi, di spazi, tanto più le possibilità, le occasioni, le esistenze perdute aumentano. Ma esse non sono che modi del tutto secondari rispetto a qualche cosa che ci cresce e ci matura dentro; e che è appunto la vita.

Adriana Zarri, Un eremo non è un guscio di lumaca (Einaudi), Torino 2011

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