Il prete bello

Tuttavia quando attraversò il Corso molta gente si fece attorno al gruppetto e alcuni lo seguirono per un tratto disapprovando. Ci fu perfino quello che gridò: “Bisognerebbe metterli al muro, bisognerebbe!” senza sapere naturalmente di che si trattava e cosa aveva fatto. Ma succede sempre così. Tutti vogliono fucilare qualcuno, perfino uno che striscia il muro con la chiave, camminando e zufolando, per strada, così, per fantasia. Vogliono mettere al muro tutti, perfino le mogli che tradiscono i mariti o quelli che bestemmiano. Son fatti così. Ma non tanto di mettere in pratica le minacce ambiscono, non tanto di mettere al muro queste infedeli e questi bestemmiatori, quanto di dirlo; sentono l'impulso, il dovere, di gridarlo, di fare i giustizieri. E’ un difetto come un altro. Ognuno, al mondo, ha il diritto di sentirsi barbiere, boia, capo dello Stato a suo talento. E così la frase italiana, italiana come Vesuvio, come gondola è questa: “se io fossi il Re farei…”

— G. Parise, Il prete bello, Milano 1954, p. 114

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