Boccalone

La mia macchina dei desideri non è sincronizzata con la macchina del lavoro, non è sincronizzata con la macchina dei biglietti dell'autobus, non è sincronizzata con la macchina sociale del giusto e dell'illegale, produce diecimila comportamenti ogni giorno, diecimila domande; sono la sola macchina di cui abbia rispetto, la sola a cui io chieda di vivere meglio, la mia sincronizzazione è incontrollabile, la mia complementarietà, il mio innamorarmi, tutto ciò che faccio e vivo è oltre la regola, ti aspetto anche quando so che non verrai, e questo è estremamente irragionevole, guardo a lungo il tramonto ed il cielo, e questo mi fa venire in mente che la mia vita e la mia città mi appartengono, che non sono ospite del vostro sistema, ma che sono derubato del mio, e che questo vostro modo di morire ogni giorno, scientificamente, davanti e dietro la macchina della tristezza e della repressione, non ha possessori, ma solo posseduti, che non venderò la mia vita per un pezzo di pane, che romperò le vostre macchine, attraverserò fuori dalle strisce pedonali, inventerò la birra e l'erba, e mi lascerò inventare da loro; inventerò me stesso, inventerò anche te maria pia, come riuscirò a farlo, nel linguaggio che ancora ci appartiene, che non è quello dello scambio, il desiderio non conosce scambio, conosce solo il furto e il dono; dieci crimini al giorno, amore mio, e saremo nostri.

— Enrico Pelandri (1979)

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