Movimento e spiritualismo: il risveglio delle coscienze

Da fonti di diversa provenienza apprendiamo che l’Umanità sarebbe entrata, da non molto tempo, in una fase di sviluppo della coscienza. Non sappiamo se e quanto ciò sia vero, ma di certo i segnali di allarme e di disagio sono tanti e tali da farci presupporre o presagire una svolta epocale in tutti i settori nei quali si consuma la vicenda umana. Vorrei proporre alcune considerazioni sul carattere spirituale “implicito” nel Movimentismo spontaneo, anche se – probabilmente – non tutti i singoli componenti dei gruppi lo sanno, o non ne sono totalmente consapevoli. Nei tempi moderni le scienze umane, in particolare la sociologia, le discipline umanistiche e la psicologia sociale, osservano il Movimentismo rilevandolo come “fenomeno sociale” la cui crescita appare maggiore o più frequente nei contesti socio-economici e politici in crisi e in evidente stato di degrado. E’ innegabile che il nostro tempo è giunto ad un punto in cui, in presenza di traumatici processi di modificazione della società, anche ad opera dei poteri forti, trasformisti e trasversali, il bisogno di un radicale cambiamento urla, grida dal basso. E’ già un segno di un salto vibrazionale nelle coscienze. Mentre si muove il buio delle forze del male, organizzate e strutturate in veri e propri sistemi che succhiano la linfa vitale psichica, energetica, economica delle masse per manipolare e dirigere le sorti dell’intero Pianeta, si muove anche la luce. E’ la luce delle coscienze che si stanno risvegliando. E’ la luce dell’alba di una nuova èra che, avanzando tra gli opposti, rivela e accelera i cambiamenti, quelli in atto e quelli che verranno, ed anche l’evoluzione degli schemi comportamentali, positivi e negativi, collettivi e individuali. L’obiettivo di raggiungere un alto livello di vita invece di una vita elevata ha causato sin qui non pochi problemi alla società. Ha inventato la competitività, ha stimolato la ricerca del lusso e del superfluo (divenuta sempre più sfrenata), ha aumentato i consumi materiali di beni e servizi, e ora – ahinoi - i debiti in misura esponenziale. Ed anche il progresso della scienza è stato messo al servizio di questo modello “no-limit” destinato a decrescere, a fallire e a far fallire.

L’eccezionale affermazione della tecnologia delle comunicazioni a livello planetario ha reso il mondo un luogo più piccolo, ha incrementato enormemente la rapidità dei rapporti informativi e comunicativi tra le persone, ma non ha prodotto un accrescimento d’amore e d’interesse non egoistico verso il “simile” e il “diverso”; anzi, si sono intensificati gli attriti tra paesi, culture e credenze differenti. L’intelligenza umana è stata impiegata per inquinare acqua, aria e terra, la nostra Madre Terra!

L’uomo ha usato leggi, metodi educativi, reti commerciali, sistemi politici, sviluppandoli in modo tale da finire imprigionato tra conflitti e pregiudizi, tra violenze e ingiustizie. Non c’è pace, non c’è produzione adeguata, non c’è consumo equilibrato delle risorse, non c’è equa distribuzione delle ricchezze. Di conseguenza non c’è dignità, né valorizzazione del potenziale umano, né felicità.

Sapere che esistono gruppi di uomini che hanno cominciato ad occuparsi di animali, di piante, di minerali, con un approccio nuovo, ambientalista e cosciente, ci risolleva un poco l’animo turbato da tanti malesseri concomitanti. Assistere all’emergere di movimenti impegnati nel tessuto sociale (per un bene comune, per preservare i diritti umani e civili conquistati, per la difesa del territorio e dell’ambiente, per affermare il valore della pace e della nonviolenza, e per altre nobili cause) è come vedere spuntare verdi germogli da una piattaforma schiacciata e calpestata. E’ vedere all’opera la coscienza, quella forza creativa che, unendo mente e cuore, fa nascere situazioni nuove, belle e buone, quelle che rispecchiano il bene che l’uomo “interiore” e spirituale brama per sé e per gli altri, perché sa che esiste un filo che tiene in connessione tutti gli Esseri. Che cos’è la spiritualità? E che cosa c’entra con la politica?

La spiritualità non è una religione e non sta neppure dentro una religione, ma piuttosto si svela nella volontà, nei pensieri, nelle parole e nelle azioni degli uomini che sviluppano serietà e profondità umana, che non fuggono dal mondo né dai problemi, ma li affrontano assumendone le sofferenze e cooperando per trasformarle in speranze. La spiritualità è quel sentire fiducioso che in ogni Essere esiste uno stesso principio che accomuna, e che permette di comunicare e condividere, oltre ogni differenza. E’ quella caratteristica che ha allontanato il cinismo e ha intrapreso la via della ricerca sul sentiero della ragione e dell’empatia, per risolvere i problemi dell’esistenza e della convivenza umane nel rispetto della verità e della natura, per sviluppare relazioni ed esperienze solidali e significative, non contaminate dall’odio.

Qualsiasi azione che si promuove e si manifesta in ambito sociale è frutto di una scelta politica. Se nella politica manca la spiritualità, diventa violenta e arrogante e non può generare che violenza e arroganza. Se la spiritualità non si addentra nelle stanze della politica si sottrae ad un compito di fondamentale importanza per l’evoluzione umana. La trasformazione dell’uomo è divenuta un’esigenza improrogabile: non si può cambiare il mondo se non cambia l’uomo. Non si possono cambiare i governi e le società se non cambiano gli individui che li costituiscono. Prima viene l’uomo, poi la società, poi la Nazione. Dunque le azioni e gli stili di vita dei singoli incideranno sulle attività dei gruppi e queste si ripercuoteranno nelle dinamiche sociali e negli assetti governativi. Un albero è già contenuto tutto intero nel seme e si riconoscerà dai frutti che darà. Le indicazioni per un futuro migliore, libero, giusto e pacifico, sono nel DNA dell’agire consapevole e coerente, dentro la storia, non separando la teoria dalla pratica e la spiritualità dalla politica, ma esercitando la facoltà del discernimento.

L’efficacia di un’azione non sta sempre e soltanto nella sua capacità di realizzare una concretizzazione immediata, ma nella sua fecondità. La vita di Gandhi e dei grandi uomini che hanno cambiato le sorti della Storia ne sono una prova. Gandhi ha liberato l’India dalla dominazione coloniale britannica e l’ha resa indipendente attraverso una lunga lotta non violenta, coinvolgendo masse di popolazioni. Ma il suo esempio ha anche aperto la via ad ogni altro popolo che voglia conquistare la liberazione da sfruttamenti, violazioni, ingiustizie, usurpazioni. Anche per questo è amato e persino venerato come un’eroe nazionale e come un Mahatma, una Grande Anima. La sua vita è stata il suo messaggio; il suo grande insegnamento-pensiero, ben condiviso da Aldo Capitini, ha toccato il cuore della gente e si riassume in queste parole: «Se dobbiamo progredire, non bisogna ripetere la storia, ma fare una nuova storia» ; e in quelle divenute un motto conosciuto in tutto il mondo: «Dobbiamo essere il cambiamento che vorremmo vedere realizzato nel mondo».

Maria Rita Nucci
(intervento alla IV Assemblea Nazionale del Movimento RadicalSocialista – Pesaro, 14 novembre 2010)

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