Comunicare

Trovo che sia una cosa splendida avere la capacità di comunicare agli altri quello che di bello ci fanno provare. Dire quanto si voglia bene a qualcuno, ringraziarlo per quello che ci ha dato o ci continua a dare, essere grati dei momenti piacevoli e intensi che ci ha fatto trascorrere o degli spunti di riflessione che ci ha regalato, dire in faccia senza timore o imbarazzo quel che si sente di bello. Ma sono veramente poche le persone pronte a ricevere ringraziamenti, gratificazioni o complimenti perché di questi se ne ha paura. Si tende a pensare che possano tendere all’ottenimento di qualcosa, che vengano fatti per esser ricambiati, che mirino a legare a sé l'altro, che celino, insomma, secondi fini, soprattutto quando han luogo tra sessi opposti. La spontaneità, la solarità, la gratitudine, la manifestazione di sentimenti e l’esternazione di emozioni sono guardate male ai giorni nostri se non bandite. Ecco perché la gente comunica sempre meno ed evita di esternare. Io ho sempre cercato di farlo e lo faccio ogni volta che lo sento anche se spesso non son stata compresa, oppure fraintesa o ho avuto indietro silenzi. Me ne frego sinceramente. Il problema è di chi non è in grado di apprezzare questa dote, non certo mio, e oggi ho avuto la conferma che esistono ancora persone come me. Persone che hanno il coraggio di dirti delle cose stupende senza che vi sia necessariamente un legame di qualche natura e che riescono a esprimere quello che provano senza il timore di essere giudicati.
Persone vere insomma. Quelle che ti fan venire voglia di avere intorno solo gente cui poter dire in faccia ogni volta che ti passa per la testa “ti voglio bene” con la certezza di non doverle veder mai trasalire o allontanarsi.

Cinzia Mammoliti

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