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Visualizzazione dei post da novembre, 2017

Buonanotte del 30 novembre 2017

Non si può scommettere sul caos. E non perché non si possa vincere, ma perché non sei tu che vinci, è il caos che accondiscende. Juan José Saer, Cicatrici (Cicatrices), 1969 - Marzo, aprile, maggio

Aristarkh Lentulov

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The gate with a tower. New Jerusalem 

La strada

Poi non è che la vita vada come tu te la immagini. Fa la sua strada. E tu la tua. E non sono la stessa strada. Così, io non è che volevo essere felice, questo no. Volevo salvarmi, ecco: salvarmi. Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l'onestà, essere buoni, essere giusti. No. Sono i desideri che salvano. Sono l'unica cosa vera. Tu stai con loro, e ti salverai. Però troppo tardi l'ho capito. Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile: e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male. È lì che salta tutto, non c'è verso di scappare, più ti agiti più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci. Non se ne esce. Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare. Con tutta la forza che avevo. Mi sono fatto tanto di quel male che tu non te lo puoi nemmeno immaginare. Alessandro Baricco

Nádler István

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Notte

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E Dio gli disse: "Orsù, prendi tuo figlio, l'unico che hai e che tanto ami, Isacco, e va nel territorio di Morria, e lì offrilo in olocausto sopra un monte che io ti mostrerò. Ma Isacco, padre catechista, cosa mai ha combinato? Ha rotto giocando un vetro del vicino? Ha strappato i pantaloni nuovi passando attraverso lo steccato? Ha rubato le matite? Ha spaventato le galline? Ha suggerito? Gli adulti continuano stolti a dormire, io stanotte fino al mattino devo vegliare. Questa notte tace, ma tace contro di me e ha il colore della pece, come lo zelo di Abramo. Dove mi andrò a riparare quando l'occhio del Dio biblico si poserà su di me come si posò su Isacco? Dio, volendo, può resuscitare l'antico evento. Quindi mi tiro la coperta sulla testa, tra brividi di spavento. Qualcosa fra poco imbiancherà davanti alle finestre, la stanza si riempirà del fruscìo d'un uccello, del vento. Ma non ci sono uccelli con ali grandi quanto quelle,

Buonanotte del 28 novembre 2017

Più lontano scappi dai tuoi peccati, più sarai esausto quando ti raggiungeranno. E ti raggiungono. Sempre. Inside Man

Charles Maussion

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Back of a Nude - 1985 - French, b.1923

Attesa

Ci sono diversi tipi di attesa. C’è l’attesa passiva di qualcosa che non puoi controllare, una mail, un evento, un qualcosa che vorresti quasi con un senso disperato. C’è l’attesa attiva, spesso fiduciosa, o impegnata, o distratta, un qualcosa che affronti con tranquilla incoscienza. C’è l’attesa un po’ triste di una parola buona, di un segno di una persona cara con cui hai litigato, di un abbraccio in un momento di freddo. C’è l’attesa disperata di quando hai perso le forze, e il mondo ti sembra una prigione fredda. C'è l'attesa felice, che ha il bocca e nel naso già il sapore di quello che verrà. C'è l’attesa sospesa, quella che non guardi, che osservi con la coda dell’occhio, che consciamente ignori o credi di ignorare. C’è l’attesa dell’ispirazione, che vuoi scrivere due parole o suonare due note, e puoi star tranquillo, implorare, gridare, fare altro, andare fuori, ma tanto lei arriverà solo quando le farai spazio sulle tue gambe. innertracklist

Buonanotte del 27 novembre 2017

Diciamolo, nella vita non sono i segni che mancano, quello che manca è il codice! (D. Pennac)

Ana Kapor

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Notturno, diptych, 2011 

Il sogno di un uomo disgustoso

Mi sono svegliato di colpo e di colpo ho capito: la menzogna nasce con la società. Un uomo può essere perfettamente coerente, onesto e sincero, ma sarà solo. Per vivere assieme occorre invece mentire; e la menzogna, nata per nascondersi dalla sofferenza, non fa che nutrirsi delle lacrime degli uomini, creando di continuo nuova sofferenza. Ma allora perché questo? Perché ognuno ha vergogna della propria realtà. Tali e tanti sono i pregiudizi e le insensatezze in cui viviamo, che è in effetti impossibile che qualcuno sia esente da colpe e privo di macchie agli occhi degli altri. E in realtà chi lo è sarà il più invidiato, il più calunniato, sovente il più sofferente. Abolire la vergogna, cancellare ogni convenzione, è la maniera in cui si renderà possibile il cambiamento vero dell’umanità. gattusometro

Buonanotte del 26 novembre 2017

Di quante complesse incomprensioni è fatta la comprensione che gli altri hanno di noi. Fernando Pessoa

Giorgio Celiberti

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Finestra in Dalmazia

Libera nos a Malo

Mezzogiorno col sole, quando l’estate è ancora illimitata, ai tavoli del caffè in Piazzetta con un bicchiere di vino bianco, io e mio padre scambiando poche parole, attendendo gli amici, osservando la gente che conosciamo. Gioia somma e perfetta, astratta dal tempo, in mezzo al paese, come fuori della portata della morte. Rabbrividivo al sole. - - -  S’incomincia con un temporale. Siamo arrivati ieri sera, e ci hanno messo a dormire come sempre nella camera grande, che è poi quella dove sono nato. Coi tuoni e i primi scrosci della pioggia, mi sono sentito di nuovo a casa. Erano rotolii, onde che finivano in uno sbuffo: rumori noti, cose del paese. Tutto quello che abbiamo qui è movimentato, vivido, forse perché le distanze sono piccole e fisse come in un teatro. Gli scrosci erano sui cortili qua attorno, i tuoni quassù sopra i tetti; riconoscevo a orecchio, un po’ più in su, la posizione del solito Dio che faceva i temporali quando noi eravamo bambini, un personaggio del pae

Michele Hoben

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Trabalho

Gunnar Ekelòf

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Il momento supremo dell’amore Il momento supremo dell’amore L’ora della verità È quanto più lontano Da tutti gli orpelli dell’amore Lontano dal primo incontro Lontano dal sesso Lontano dalle carezze rassicuranti Al capezzale del malato La mano che accarezza un’altra mano lentamente O accarezza una guancia Il momento supremo, l’ora della verità Il momento supremo È quando l’occhio deflagra e si fonde Con l’occhio che guarda E l’occhio che guarda riceve il suo sguardo.

Louise Mann

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Desire, 2008

Come si scrive un diario

Il diario può essere uno strumento per conservare il ricordo di esperienze e di emozioni, uno strumento per rafforzare la percezione delle esperienze e delle emozioni e, ancora, uno strumento per integrare le proprie esperienze ed emozioni. Anche il diario quindi, come l’autobiografia, non è un semplice contenitore di memorie, ma uno strumento per conoscere più approfonditamente la propria esistenza. Può essere utilizzato per tutta la vita o solo in certi periodi della vita, ad esempio quando sentiamo di dover “fare il punto della situazione”. Un diario può essere scritto utilizzando tecniche di scrittura creativa, ma anche utilizzando la scrittura spontanea. Se volete iniziare a scrivere un diario è opportuno seguire questi consigli: 1. Quando prendete un appunto, segnate sempre la data; non è male se segnate anche l’ora. 2. Siate brevi. Quando prendete nota di avvenimenti, immaginazioni o pensieri, scrivete l’essenziale. 3. Non mescolate appunti e commenti.

Jackie Laird

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‘Caught in the rain, Easter Monday’ pastels 

Sognatore delle Montagne

Non mi interessa sapere qual è il tuo mestiere. Voglio sapere per cosa si strugge il tuo cuore, e se hai il coraggio di sognare l’incontro con ciò che esso desidera. Non mi interessa sapere quanti anni tu abbia. Mi interessa sapere se correrai il rischio di fare la figura del pazzo per amore, per il tuo sogno, per l’avventura di essere vivo. Non mi interessa sapere quali pianeti quadrano con la tua luna, voglio sapere se hai toccato il centro del tuo dolore, se le difficoltà della vita ti hanno portato ad aprirti oppure… a chiuderti in te stesso nel timore di soffrire ancora! Voglio sapere se sei capace di stare nel tuo dolore, tuo e mio, senza nulla fare per nasconderlo, o allontanarlo o cristallizzarlo. Voglio sapere se sei capace di stare nella gioia, tua e mia, se puoi scatenarti nella danza e lasciare che l’estasi ti invada fino alla punta delle dita dei piedi o delle mani, senza esortarci ad essere prudenti, realisti, o consapevoli dei limit

František Kupka

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Del non leggere

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In libreria con l'opera di Proust non ti danno un telecomando, non puoi cambiare sulla partita di calcio o sul telequiz con in premio una volvo. Viviamo più a lungo, ma con minor esattezza e con frasi più brevi. Viaggiamo più veloci, più spesso, più lontano e torniamo con foto invece di ricordi. Qui sono io con uno. Là, credo, è il mio ex. Qui sono tutti nudi, quindi di certo in spiaggia. Sette volumi – pietà. Non si potrebbe riassumerli, abbreviarli o meglio ancora mostrarli in immagini? Una volta hanno trasmesso un serial, "La bambola", ma per mia cognata è di un altro che inizia con la P. E poi, tra parentesi, chi mai era costui. Scriveva, dicono, a letto, per interi anni. Un foglio dopo l'altro, a velocità ridotta. Noi invece andiamo in quinta e – toccando ferro – stiamo bene. Wisława Szymborska

Buonanotte del 21 novembre 2017

La terra non appartiene all’uomo, è l’uomo che appartiene alla terra. — Proverbio dei Nativi americani

Francis Bacon

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 Untitled (Landscape) - ca.1945

L’Ombra del Vento

L’invidia è la religione dei mediocri. Li consola, risponde alle inquietudini che li divorano e, in ultima istanza, imputridisce le loro anime e consente di giustificare la loro grettezza e la loro avidità fino a credere che siano virtù e che le porte del cielo si spalancheranno solo per gli infelici come loro, che attraversano la vita senza lasciare altra traccia se non i loro sleali tentativi di sminuire gli altri e di escludere, e se possibile distruggere, chi, per il semplice fatto di esistere e di essere ciò che è, mette in risalto la loro povertà di spirito, di mente e di fegato. Fortunato colui al quale latrano i cretini, perché la sua anima non apparterrà mai a loro. Carlos Ruiz Zafón

Buonanotte del 20 novembre 2017

Le cose muoiono: questa è la prima cosa che non puoi cancellare, una volta che l'hai davvero scoperta. Le cose guariscono, le cose ricominciano, le cose tornano. Questa è una cosa bella da tenere in testa ma non la puoi avere sempre, la speranza fa il gioco del sole nel bosco, sparisce, riappare un attimo, poi di nuovo è ombra e scuro. — Stefano Benni, Saltatempo

Vladimir Nikolaevich Fedorovich

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Calm Waters, 1910, Vladimir Nikolaevich Fedorovich

Elogio della solitudine

Anime Salve, che trae il suo significato dall’origine, dall’etimologia delle due parole “Anime salve”, vuol dire Spiriti Solitari è una specie di elogio della solitudine, si sa non tutti se la possono permettere, non se la possono permettere i vecchi, non se la possono permettere i malati, non se la può permettere il politico. Un politico solitario è un politico fottuto di solito. Però, sostanzialmente quando si può rimanere soli con se stessi io credo che si riesca ad avere più facilmente contatto con il circostante. Il circostante non è fatto soltanto dei nostri simili, direi che è fatto di tutto l’universo, dalla foglia che spunta di notte in un campo fino alle stelle e ci si riesce ad accordare meglio con questo circostante, si riesce a pensare meglio ai propri problemi, credo addirittura che si riesca a trovare anche delle migliori soluzioni e siccome siamo simili ai nostri simili, credo si possano trovare soluzioni anche per gli altri. Con questo non voglio fare nessun “pa

Buonanotte del 19 novembre 2017

Fermati ogni tanto. Fermati e lasciati prendere dal sentimento di meraviglia davanti al mondo. — Tiziano Terzani - “La fine è il mio inizio”

Chiyomi Taneike Longo

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Primordian # 17 - Chiyomi Taneike Longo

L' addio

Se per un istante Dio si dimenticherà che sono una marionetta di stoffa e mi regalerà un pezzo di vita, probabilmente non direi tutto quello che penso, ma in definitiva penserei tutto quello che dico. Darei valore alle cose, non per quello che valgono, ma per quello che significano. Dormirei poco, sognerei di più, andrei quando gli altri si fermano, starei sveglio quando gli altri dormono, ascolterei quando gli altri parlano e come gusterei un buon gelato al cioccolato! Se Dio mi regalasse un pezzo di vita, vestirei semplicemente, mi sdraierei al sole lasciando scoperto non solamente il mio corpo ma anche la mia anima. Dio mio, se io avessi un cuore, scriverei il mio odio sul ghiaccio e aspetterei che si sciogliesse al sole. Dipingerei con un sogno di Van Gogh sopra le stelle un poema di Benedetti e una canzone di Serrat sarebbe la serenata che offrirei alla luna. Irrigherei con le mie lacrime le rose, per sentire il dolore delle loro spine e il carnoso bacio dei loro petali. Dio mi

Buonanotte del 18 novembre 2017

Sul grande orologio del tempo c’è scritta una parola sola: ora. — Miguel de Cervantes

Paolo Righi

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Papavero, 2016 

Adam Zagajewski

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Zone di silenzio L’esuberanza del mondo ci lascia spesso impotenti, non siamo in grado di distinguere che pochi frammenti, piccoli brandelli. Lo stesso capita quando ci soffermiamo davanti a una tela, a un quadro esposto in un museo: dobbiamo allontanarci qualche passo per abbracciarlo tutto. La solitudine sono proprio questi pochi passi di distanza. Ci sono due ricchezze, due forze molto simili, per quanto completamente distinte. Una è immanente al mondo e all’uomo che agisce, combatte e ama. Il suo creatore è Dio. L’altra si esprime attraverso dipinti, libri, musica o film, ed è un’eco della prima. Il suo creatore è l’uomo. La solitudine è la zona di silenzio che c’è tra questi due frastuoni. (da Solidarność i samotność, 1986)

Edoardo Ferravilla

Il 18 ottobre del 1846 nasce a Milano Edoardo Ferravilla Ma la pussee bella meraviglia del Domm, l'è nostra Madonnina dorata che l'è fina on peccaa che la sia minga a portada de man. Donc vosemm insemma! Evviva Milan! (da Tecoppa & C., un atto di Edoardo Ferravilla e Carlo Rota)

Buonanotte del 17 novembre 2017

Tutto passa. Le sofferenze, i tormenti, il sangue, la fame e la pestilenza. La spada sparirà, e le stelle invece rimarranno, quando anche le ombre dei nostri corpi e delle nostre azioni più non saranno sulla terra. Le stelle saranno allo stesso modo immutabili, allo stesso modo scintillanti e meravigliose. Non esiste uomo sulla terra che non lo sappia. Perché allora non vogliamo la pace, non vogliamo rivolgere loro il nostro sguardo? Perché? — La guardia bianca, Michail Bulgakov

Emil Carlsen

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 Copper Kettle

Mi sa...

Mi sa che è questo il mio limite: mi mancano le conclusioni, nel senso che ho l’impressione che niente finisca mai veramente. Io vorrei, vorrei davvero che i dispiaceri scaduti, le persone sbagliate, le risposte che non ho dato, i debiti contratti senza bisogno, le piccole meschinità che mi hanno avvelenato il fegato, tutte le cose a cui ancora penso, le storie d’amore soprattutto, sparissero dalla mia testa e non si facessero più vedere, ma sono pieno di strascichi, di fantasmi disoccupati che vengono spesso a trovarmi. Colpa della memoria, che congela e scongela in automatico rallentando la digestione della vita e ti fa sentire solissimo nei momenti più impensati. clairefisher

Buonanotte del 16 novembre 2017

Nella mia vita non mi sono mai contraddetto per la semplice ragione che su qualsiasi cosa ho sempre avuto due opinioni: la mia e il suo contrario. — Mario Soldati

Jackie Laird

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Sheep in field, Arbroath Road, Carnoustie - Jackie Laird

Sipario

Ogni giorno mi cade di dosso una illusione, una alla volta o tante insieme, come le foglie dai platani sotto casa, e al loro posto non rimane una cicatrice, come avrei pensato qualche tempo fa, ma una pelle nuova, una sensibilità più acuta che spalanca la visione che il senso è qui, ora, davanti, dietro, dentro, sopra, sotto, in profondità, in superficie alle cose e alle persone, dipende dal vento, dipende dalla siccità, dipende dalla luce, dipende ...da me. Vorrei solo non rimpiangere di aver tralasciato qualcosa di essenziale, che ancora non ho districato dall'inutile, come un fiore soffocato dalle erbacce, quando verrà il momento di chiudere il sipario. Pelle nuov a

Buonanotte del 15 novembre 2017

[...] il vivere mi inorridisce e affascina, siamo minimi microbi in bilico distratto tra disperazione e presunzione. — Danilo Dolci

Malene Landgreen

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Un parere in merito alla pornografia

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Non c’è dissolutezza peggiore del pensare. Questa licenza si moltiplica come gramigna su un’aiuola per le margheritine. Nulla è sacro per quelli che pensano. Chiamare audacemente le cose per nome, analisi spinte, sintesi impudiche, caccia selvaggia e sregolata al fatto nudo, palpeggiamento lascivo ditemi scabrosi, fregola di opinioni – ecco quel che gli piace. In pieno giorno o a notte fonda si uniscono in coppie, triangoli e cerchi. Poco importa il sesso e l’età dei partner. I loro occhi brillano, gli ardono le guance. L’amico travia l’amico. Figlie snaturate corrompono il padre. Il fratello fa il ruffiano per la sorella minore. Preferiscono i frutti dell’albero vietato della conoscenza alle natiche rosee dei rotocalchi, a tutta questa pornografia in definitiva ingenua. I libri che li divertono non sono illustrati. Il loro unico svago – particolari frasi segnate con l’unghia o a matita. È spaventoso in quali posizioni, con quale sfrenata semplicità l’i

Buonanotte del 14 novembre 2017

Non era nei piani? Non importa. I piani non servono a niente, i piani sono illusioni perché la vita sembri meno ripida. — Enrica Tesio

Mario Radice

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Gradini

Come ogni fior languisce e giovinezza cede a vecchiaia, anche la vita in tutti i gradi suoi fiorisce, insieme ad ogni senno e virtù, e può durare eterna. Quando la vita chiama, il cuore sia pronto a partire ed a ricominciare, per offrirsi sereno e valoroso ad altri, nuovi vincoli e legami. Ogni inizio contiene una magia che ci protegge e a vivere ci aiuta. Dobbiamo attraversare spazi e spazi, senza fermare in alcun d’essi il piede, lo spirto universal non vuol legarci, ma su di grado in grado sollevarci. Appena ci avvezziamo ad una sede rischiamo d’infiacchire nell’ignavia: sol chi e’ disposto a muoversi e partire vince la consuetudine inceppante. Forse il momento stesso della morte ci farà andare incontro a nuovi spazi: della vita il richiamo non ha fine…. Su, cuore mio, congedati e guarisci… Herman Hesse

Buonanotte del 13 novembre 2017

Continuerò ad azzardare, a cambiare, ad aprire la mente e gli occhi, rifiutando di lasciarmi incasellare e stereotipare. Ciò che conta è liberare il proprio io: lasciare che trovi le sue dimensioni, che non abbia vincoli. — Virginia Woolf

Bruno Munari

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Preambulando

In quell'angolo il tempo era inchiodato in una posizione di ombre inalterabili, continuava a risuonare il vento che lui una volta disse di aver registrato per dimostrare che faceva lo stesso rumore dell'oceano. In quell'angolo la notte sembrava un plastico, con il cartello col nome delle vie eretto a sfidare qualunque cosa la notte avesse deciso di portare. E infatti dai margini del quartiere salivano dei personaggi variopinti: un africano cantando del soul rauco in inglese che non si accorse di loro, appoggiati sul muretto; due donne molto truccate e ancora più impaurite e un uomo in completo che sembrava essere appena uscito dall'ufficio, giusto poco dopo la mezzanotte della vigilia. "Dovrebbe lavorare di meno" è stato il pensiero corale. -Sai perché non è come l'oceano? chiese lei a voce bassa nonostante il frastuono dei petardi, perché sembrasse meno aggressivo sfidare apertamente la teoria dell'equipollenza sonora di un musicista. -Perché?

Buonanotte del 12 novembre 2017

A volte non hai il tempo di accorgertene, le cose capitano in pochi secondi. Tutto cambia. Sei vivo. Sei morto. E il mondo va avanti. Siamo sottili come carta. — Charles Bukowski

Siro Penagini

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Siro Penagini (Italian, 1885-1952), Tavola con zucche, 1916

L’altra verità

Si parla spesso di solitudine, fuori, perchè si conosce un solo tipo di solitudine. Ma nulla è così feroce come la solitudine del manicomio. In quella spietata repulsione da parte di tutto si introducono i serpenti della tua fantasia, i morsi del dolore fisico, l’acquiscienza di un pagliericcio su cui sbava l’altra malata vicina che sta più su. Una solitudine da dimenticati, da colpevoli. E la tua vestaglia ti diventa insostituibile, e così gli stracci che hai addosso perchè loro solo conoscono la tua vera esistenza, il tuo modo di vivere. In manicomio ero sola; per lungo tempo non parlai, convinta della mia innocenza. Ma poi scoprii che i pazzi avevano un nome, un cuore, un senso dell’amore e imparai, sì, proprio lì dentro, imparai ad amare i miei simili. E tutti dividevamo il nostro pane l’una con l’altra, con affettuosa condiscendenza, e il nostro divenne un desco famigliare. E qualcuna, la sera, arrivava a rimboccarmi le coperte e mi baciava sui corti capelli. E poi, fuori, questo

Buonanotte del 11 novembre 2017

…perché il mondo non ha nessuna importanza se non si ha la forza di continuare a scegliere qualcosa che valga la pena e se si è in ordine come un cassetto. — Julio Cortázar, Rayuela, Il gioco del mondo, 1963 - Dall'altra parte - cap. 32

Joan Miró

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Portrait II via Joan Miro

Eduardo Lizalde

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Amore La regola è questa: dare solo l’essenziale, ottenere il massimo, non abbassare la guardia, mettere i colpi a tempo, non arrendersi, e non combattere corpo a corpo, non scoprirsi in alcuna circostanza né scambiare colpi con il sopracciglio ferito; non dire mai “ti amo”, sul serio, all’avversario. È la migliore strategia per essere eternamente infelice e vincitore senza rischi apparenti.

Buonanotte del 10 novembre 2017

L’istinto è una cosa meravigliosa. Non può essere spiegato, né dev’essere ignorato. — Agatha Christie

Shane Drinkwater

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Vita e destino

Le assemblee umane hanno un unico scopo: conquistare il diritto a essere diversi, speciali, il diritto di sentire, pensare e vivere ognuno a suo modo, ognuno a suo piacimento. È per conquistarsi questo diritto, per difenderlo o estenderlo, che le persone si riuniscono. Di qui, tuttavia, ha origine anche il pregiudizio tremendo ma fortissimo che l’unione in nome di una razza, di un Dio, di un partito o di una nazione non sia un mezzo, bensì il senso della vita. No e poi no! L’unica ragione vera ed eterna della lotta per la vita è l’uomo, la sua pudica unicità, il suo diritto a essere unico. Vasilij Grossman

Buonanotte del 9 novembre 2017

Impara a non distruggere con le parole quello che hai creato con il silenzio. — Charles Bukowski

Giogio Morandi

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Porci con le ali

E’ stato dopo che ho incominciato ad amarti, perchè la mia vita è diventata più bella con te. Ho cominciato ad amarti quando ho scoperto che mi dava meno fastidio svegliarmi al mattino, perchè magari a scuola ti sbirciavo un momento, che mi annoiavo meno alle riunioni perchè tu mi tenevi d’occhio(…)e poi si andava via insieme per mano e la gente ci invidiava per strada perchè la gente è sola e noi eravamo in due. Amavo anche il tuo modo di fare l’amore(…)quando mi carezzavi come se fossi di vetro. Ti amavo tanto dopo l’amore, soprattutto quando mi guardavi tutto riconoscente come se ti avessi fatto un piacere grandissimo. E poi amavo moltissimo quella sensazione di esserti essenziale, una sensazione che mi raddoppiava, che mi faceva sembrare un gesto importante anche piangere o uscire da una stanza o stare male.[…]mi piaceva chiederti se stavi bene o male, dirti “hai la faccia stanca”, sgridarti “fumi troppo” per quelle 4 sigarette che fumavi. Mi piaceva accarezzarti davanti a tutti,

Buonanotte del 8 novembre 2017

Questo è il tempo in cui scopriremo la differenza che corre tra l’“avere” un tesoro ed “esserlo”. È il tempo in cui dovremo imparare ad “essere” un tesoro. Un tesoro che sarà casa e carta. Fatto di pensiero e parole. È il tempo in cui dovremo uscire e cercarci. In cui dovremo offrire ciò che siamo. Non c’è più nulla da difendere, né da resistere, c’è da essere tesori. Di pensiero e parole. In un mondo che ha perso tempo e modo. Ilaria Bonaccorso 

Gualtiero Nativi

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Moralità boschiva

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S'addentra nel bosco, o meglio si perde. Lo conosce da ogni lato e a volo alato, spiegato migrando, frenato tornando. Si sente libero all'amo del ramo, tra le sue ombre e penombre, le verdi volte ritorte, nel silenzio che scende avvolgente e si frange a ogni istante. Qui tutto è in rima come l'indovinello per un bambino. Tra il fusto e l'arbusto è quasi un terzo vicino. Conosce, riconosce somiglianze, abbondanze, legami, dettami correlati, celati, inizi intricati, indizi ingarbugliati e nei recessi gli eccessi. Sa, qui, cos'è fitto e folto, chi fa per tre e chi da sè, cosa s'invola verso la nuvola, o rimane in oscure fessure. Che folla c'è nella forra, fogliame, fiorame, e chi, d'un fiato, è saltato, balzato di lato, qual è il frassino e il faggio, l'elce e la felce, qui la morte è la sola usa a parlare in prosa. Sa cosa qui, di premura, sfiorando del sentiero l'impuntura, sbuca, sguscia e scompare, benché c

Buonanotte del 7 novembre 2017

Dovremmo riuscire tutti a farci scivolare le cose addosso. A decidere la nostra personale politica di felicità e a non lasciare che nulla la turbi. Sono solo eventi, dopotutto. Un marito che muore. Una persona che credevi amica e poi scopri che potrebbe averti fatto una cosa orribile. Un fidanzato che pensavi ti amasse e viene fuori che ti stava usando e basta. Che sarà mai. Tutta roba che ti succede attorno, mica dentro. Almeno, così dovrebbe essere, in un mondo ideale. — Liberamente estratto da ”Scrivere è un mestiere pericoloso” - Alice Basso

August Macke

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House in the garden via August Macke

Ogni parola è una scelta

Di lui mi stupiva la propensione ad avere un animo irrequieto nel coltivare i sentimenti, e a essere perennemente inappagato da quanto di buono la vita, a volte a profusione, gli stava offrendo, o già gli aveva offerto. Un animo fortemente incline a credere che il meglio dovesse ancora venire, e che questo meglio fosse proprio lì, appena girato l'angolo, appena lui, con un balzo, avesse voluto raggiungerlo. Mi sconcertava vederlo gettarsi a cogliere quel che credeva un fiore unico per poi ricredersi, in breve tempo, e in seguito vederlo passare a coglierne altri, tenendosi aggrappato, sempre, a quella sua ostinata convinzione. Per il suo ripetersi, quest'immagine di lui non poteva non evocarmi a paragone l'immagine della farfalla cui - suo malgrado, però - mai potrà bastare solo la luce del sole, condannandosi, così, a doverne cercare un'altra, una nuova, quando il sole è tramontato, quando poi il cielo si annotta, risvegliando con il buio i fantasmi di ogni profondo t

Buonanotte del 6 novembre 2017

In base alla visione che abbiamo di ciò che osserviamo, creiamo quella realtà. La questione, qui, è come guardo le cose. Einstein diceva che la domanda più importante da farsi è la seguente: vivo in un universo amichevole o ostile? Il modo in cui consideri l’universo influenza tutte le esperienze di vita che farai: quando cambi il modo di vedere le cose, le cose cambiano letteralmente. — Wayne W. Dyer

Norman Adams

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Rainbow Painting 4, Easter Series - Norman Adams (1927–2005)

Felicità

1. Non credere che la felicità possa dipendere dal benessere materiale. Poggia su fragili basi chi è contento dei beni che vengono dall'esterno: ogni gioia che viene dal di fuori se ne andrà. Quella che invece nasce dal proprio animo è salda e sicura cresce e ci accompagna fino alla morte: tutti gli altri beni ammirati dal volgo durano solo un giorno. “E allora? Non possono essere utili e piacevoli”. Chi dice di no? Ma solo se essi dipendono da noi e non noi da essi. 2. Tutte quelle cose che dipendono dalla fortuna possono procurare gioia utilità solo chi le possiede è padrone anche di se stesso e non schiavo di quello che possiede. Si sbaglia infatti, Lucilio, chi crede che la fortuna ci dia qualche bene o qualche male: ci dà la materia del bene e del male e i principi di quelle cose che noi trasformeremo in male o bene. L'animo infatti è più forte di ogni fortuna e guida la sua condotta verso una delle due parti ed è la causa della sua felicità o della sua infelicità.

Buonanotte del 5 novembre 2017

Secondo me le donne quando ci scelgono non amano proprio noi, forse una proiezione, un sogno, un’immagine che hanno dentro. Ma quando ci lasciano siamo proprio noi quelli che non amano più. — Giorgio Gaber

John Ferren

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Energia a impatto zero

Così come i miei dubbi, così anche le mie certezze nascono con una doppia anima. Sono reversibili, come quell'inflazionato bicchiere: prima è mezzo pieno, poi è mezzo vuoto, pur non avendo subito alcun cambiamento nel tempo intercorso tra l'essere percepito nel primo o nel secondo modo. Ogni realtà può variare, può perfino acquisire ai miei occhi una valenza diametralmente opposta alla precedente, ma ciò può avvenire anche in conseguenza al mio modo di guardarla e di vederla, come cioè mi appare ora, nel presente. Una realtà può modificarsi oggettivamente, può sostanziarsi e strutturarsi in modo diverso dal precedente, mentre la sua valenza nel concetto che ne ho può rimanere del tutto inalterata; oppure può conservarsi immutata: ma, per forze estranee a essa, il cambiamento nel valutarla stavolta è avvenuto nella mia mente, per l'aver sviluppato un superiore livello nella sua capacità di percepirla. Giulia Cingerte

Buonanotte del 4 novembre 2017

Il paradiso è sempre presente. Ciò che ce ne separa è il fatto di essere ricolmi di coscienza personale. — Willigis Jäger

Monika Kralicek

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Josè Angel Buesa

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Arte poetica Ama il tuo verso, e ama saggiamente la tua vita, la strofa che più vive è sempre la più vivida. Un brutto verso supera la più perfetta prosa, sebbene in prosa e in verso tu dica la stessa cosa. Così come l’eccesso di virtù diventa vizio, l’eccesso d’arte si trasforma in artificio. Scrivi in modo tale che ti comprenda la gente, che sia ignorante oppure indifferente. Osserva la legge suprema di sdegnare tutto, sul corpo nudo non invecchiano le mode. E soprattutto, nell’arte e nella vita, sii diverso, perché solo così la tua mente rivivrà nel tuo verso.

Buonanotte del 3 novembre 2017

In ogni amore ci sono almeno due esseri, ciascuno dei quali è la grande incognita nelle equazioni dell'altro. — Z. Bauman - Amore liquido

John Walker

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A chi esita

Dici: per noi va male. Il buio cresce. Le forze scemano. Dopo che si è lavorato tanti anni noi siamo ora in una condizione più difficile di quando si era appena cominciato. E il nemico ci sta innanzi più potente che mai. Sembra gli siano cresciute le forze. Ha preso una apparenza invincibile. E noi abbiamo commesso degli errori, non si può negarlo. Siamo sempre di meno. Le nostre parole d’ordine sono confuse. Una parte delle nostre parole le ha stravolte il nemico fino a renderle irriconoscibili. Che cosa è errato ora, falso, di quel che abbiamo detto? Qualcosa o tutto? Su chi contiamo ancora? Siamo dei sopravvissuti, respinti via dalla corrente? Resteremo indietro, senza comprendere più nessuno e da nessuno compresi? O contare sulla buona sorte? Questo tu chiedi. Non aspettarti nessuna risposta oltre la tua.” — Bertolt Brecht, “A chi esita” - Traduzione di Franco Fortini

Buonanotte del 2 novembre 2017

Si chiama nostalgia, e serve a ricordarci che per fortuna, siamo anche fragili. — C. Pavese

Lucienne Day

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Tenerezza

E ricordate anche quella parola poco usata che è ormai quasi sparita dall’uso, sia in pubblico che in privato: tenerezza. Non potrà farvi male. E quell’altra parola: anima – o chiamatela spirito, se preferite, se vi rende più facile rivendicare quel territorio. Non scordatevi neanche quella. Fate attenzione allo spirito delle vostre parole, delle vostre azioni. È una preparazione sufficiente. Non c’è bisogno di altre parole. Raymond Carver, Il mestiere di scrivere

Buonanotte del 1 novembre 2017

Sì perché la felicità, la felicità… non c'è mica solo la felicità nella vita, c'è la vita! A nascere son buoni tutti! Persino io sono nato! Ma poi bisogna divenire! divenire! crescere, aumentare, svilupparsi, ingrossare (senza gonfiare), accettare i mutamenti (ma non le mutazioni), maturare (senza avvizzire), evolvere (e valutare), progredire (senza rimbambire), durare (senza vegetare), invecchiare (senza troppo ringiovanire), e morire senza protestare, per finire… — Signor Malaussène, Daniel Pennac

Hodaka Yoshida

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Ritorno

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E’ primavera, e riecco gli uccelli troppo presto. Rallegrati, o ragione, anche l’istinto sbaglia. Si imbambola, non vede – e cadono nella neve, e periscono miseramente, in modo inadeguato alla struttura dalla loro laringe, delle splendide unghiette, e oneste cartilagini e coscienziose membrane, e bacino del cuore e labirinto dei visceri, navata delle costole e vertebre in splendida infilata, penne degne d’un museo dei mestieri, e becco di certosina pazienza. Questo non è un lamento, è solo indignazione che un angelo di reale proteina, un volatore con ghiandole da Cantico dei Cantici, singolo nell’aria, incalcolabile nella mano, tessuto dopo tessuto annodato in unità di luogo e tempo come un dramma classico tra gli applausi delle ali – cada e giaccia accanto a una pietra che nel suo modo arcaico e rozzo vede la vita come tentativi falliti. Wisława Szymborska

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