Questa strada, infatti, non esiste!

Nutrito di cose innocenti, con poco, sempre pronto e impaziente di volare, di volar via, questa è la mia specie: come potrebbe non esservi qualcosa degli uccelli! Tanto più che io sono nemico dello spirito di gravità , come lo sono gli uccelli: e ne sono nemico mortale, arcinemico, nemico da sempre! […] Colui che un giorno insegnerà il volo agli uomini, avrà spostato tutte le pietre di confine; esse tutte voleranno in aria per lui, ed egli darà un nuovo nome alla terra, battezzandola la leggera. Lo struzzo corre più veloce del più veloce dei cavalli, ma anche lui ficca ancora pesantemente la testa nella terra pesante: così pure l’uomo, che ancora non sa volare. Pesante è per lui la terra e la vita; e così vuole che sia lo spirito di gravità! Ma chi vuol divenire leggero e un uccello, non può non amare se stesso: questo é il mio insegnamento. […] Anche io ho imparato a fondo l’arte di attendere, ma soltanto di attendere me stesso. E sopra ogni altra cosa ho imparato a stare e andare e camminare e saltare e arrampicarmi e danzare. Ma questa è la mia dottrina: chi vuole imparare un giorno a volare, deve prima di tutto imparare a stare e andare e camminare e arrampicarsi e danzare: il volo non si impara in volo! Io ho imparato ad arrampicarmi con scale di corda fino a più di una finestra, a gamba lesta mi sono inerpicato su per alti alberi di nave: star seduto sugli alti alberi della nave della conoscenza, mi parve non piccola beatitudine, palpitare come le fiammelle su alti alberi di nave: una piccola luce, è vero, purtuttavia un grande conforto per naviganti e naufraghi sperduti! Per vie di molte specie e in molti modi sono giunto alla mia verità; non fu una sola scala, quella su cui salii per giungere alla vetta , dove il mio occhio dilaga nelle mie remote lontananze . E solo malvolentieri ho sempre chiesto le strade, ciò è sempre stato contrario al mio gusto! Preferivo interrogare e tentare le strade da solo. Il mio cammino è sempre stato, in tutto e per tutto, un tentativo e un interrogativo; in verità bisogna anche imparare a rispondere a questo interrogare! Ma questo è il mio gusto: non un buon gusto, né cattivo, bensì il mio gusto, di cui non mi vergogno più e che più non celo . “Questa insomma è la mia strada , dov’è la vostra?” così rispondo a quelli che da me vogliono sapere la strada. Questa strada, infatti, non esiste!

Nietzsche, Così parlò Zarathustra

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