Bagaglio del ritorno

Ichna

Un settore di piccole tombe al cimitero.
Noi, i longevi, lo oltrepassiamo furtivi,
come i ricchi oltrepassano i quartieri dei poveri.

Qui giacciono Zosia, Jacek e Dominik,
prematuramente sottratti al sole, alla luna,
al mutare delle stagioni, alle nubi.

Non molto hanno messo nel bagaglio del ritorno.
Frammenti di viste
in numero non troppo plurale.
Una manciata d’aria con una farfalla in volo.
Un sorso di amaro sapere sul gusto della medicina.

Piccole disobbedienze,
una delle quali mortale.
L’allegro inseguimento di una palla per strada.
Pattinare felici sul ghiaccio sottile.

Quella laggiù e quella accanto, e quelli di lato:
prima che riuscissero a crescere fino alla maniglia,
a guastare un orologio,
a fracassare il loro primo vetro.

Malgosia, di anni quattro,
due dei quali distesa a guardare il soffitto.

Rafalek: gli mancava un mese ai cinque anni,
e a Basia le feste di Natale
con la nebbiolina del fiato nel gelo.

Che dire poi di un giorno di vita,
di un minuto, di un secondo:
buio, s’accende una lampadina, di nuovo buio?

KOSMOS MAKROS
CRONOS PARADOKSOS
Solo il greco sulla pietra ha parole per questo.

Wisława Szymborska

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