Che odore ha il dolore? Come il freddo, la solitudine, la paura o la morte, anche il dolore ha un odore. Tante volte ho provato a decifrarlo ma si nasconde, si diluisce, si camuffa. Offre piste fasulle. Ha qualcosa di canfora, di chiuso, di rancido, qualcosa di narcotico, potrebbe essere alcool, adrenalina o mercurio, come potrebbe essere ammoniaca, vertigine o nausea. Porta stimmate di chiarezza ulcerata, poggia senza essere visto sulle sedie e oscilla osceno sulle grucce della tristezza. Poiché esiste, odora; sì, il dolore odora nelle occhiaie violacee, nei calici dell’insonnia e nelle cicatrici paonazze dell’attesa o dell’angoscia. Odorano i corpi nel dolore, odorano la febbre e l’ombra come odorano la stanchezza, la miseria o la fame. Odora il dolore e ci opprime la bocca uno spago, una spugna nella gola, quando riconosciamo nitido, pungente, riconoscibile e insieme indecifrabile, il suo aroma.