Briciole o sassolini

 Dunque non mi rassegno. Ed in questo non c’è nessun impeto eroico. C’è invece una specie di dolcissima disperazione, la stessa che tiene attaccate le foglie ai rami degli alberi. Cadranno, è inevitabile. Ed il vento le raccoglierà senza grazia, portandole altrove. In fondo accade lo stesso con le parole. Per quanto si voglia immaginare una sorta di rito pagano e propiziatorio da officiare con salmodiante premura ogni qual volta ci si accinge ad affidare pensieri alla carta, non si fa molto altro se non restare in ascolto del rumore sommesso di qualcosa che muore. Hanno occhi grandi, le parole, e mani lunghe. E non ha molto senso portarsi dietro briciole o sassolini. Il bosco è un luogo insicuro, fatto apposta per perdersi. Ed il lupo attende nell’ombra, sornione. Conosce fin troppo bene la propria preda. Conosce fin troppo bene il suono dei passi nella radura. Conosce fin troppo bene le favole per pensare di consegnarsi con leggerezza ad un lieto fine che non ha ragione di essere. Dunque scrivo, sì, perfettamente consapevole di quanto dilaniante sia questo esercizio. E di come sia tutto sommato piacevole consegnarsi quotidianamente al morso del lupo.  

Andrea Maugeri

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