Labbra sottili

La ragazza rise di nuovo. Nella sua voce c’era la gioia di un uccellino in gabbia. Gli occhi colsero la melodia e la riversarono splendendo; si chiusero per un attimo, come per nascondere il segreto. Quando si riaprirono, su di loro era passata l’ombra di un sogno. La saggezza dalle labbra sottili le parlava dalla poltrona consunta, le consigliava prudenza prendendola a prestito da quel libro delle vigliaccherie il cui autore scimmiotta il nome del buon senso. Sibyl non l’ascoltava, era libera nella prigione della passione. Il suo principe, il principe azzurro, era con lei. Aveva chiesto alla memoria di riprodurglielo, aveva mandato la sua anima a cercarlo e questa glielo aveva riportato. Il suo bacio le ardeva sulle labbra, le sue palpebre erano calde del suo respiro. 

Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray

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