Noi viviamo liberi

"...Nelle nostre scuole i bambini imparano una piccola canzone che dice: 'Noi viviamo liberi, noi viviamo allegri, nella nostra patria'. Tre menzogne in appena tre righe! E allo stesso tempo diciamo loro: 'non dovete dire bugie'. Quando all'uscita di scuola il bambino ritorna nel mondo, egli si accorge che l'operaio, ben lungi dall'essere un uomo libero, è uno schiavo che, se non vuol morire di fame, è obbligato a vendere la sua forza in cambio di un salario del quale possiamo dire che è appena sufficiente per non farlo crepare, insufficiente per vivere. Ecco glorificata la libertà di molti, curvi sotto il giogo della schiavitù! E l'allegria? Di tutta la bellezza e ricchezza della Terra, quale parte hanno questi schiavi? Niente, nessuna, tutt'al più qualche briciola che cade dalla tavola dei grandi. E questa cara patria dove l'operaio è nato, dove egli deve soffrire, che cosa gli dà? Il suolo non gli appartiene, se non quando verrà inumato. Perché amare una patria che ci dà solo miseria, schiavitù e tormento? E' così che la scuola diventa per i bambini una scuola di menzogne!" 

(F. Domela Nieuwenhuis, conferenza sull'educazione libertaria, Parigi 1900)

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