La Città sepolta

Roberta Argenti - I segni ribelli

La Città sepolta

Da più di duemila anni ormai Ayl si aggirava per i cunicoli scuri di quella silenziosa città. Come nuvoletta sospinta da un vento vivace, scivolava via leggerissima e impalpabile, lasciando dietro di sé solo un timido bagliore fantasma. I suoi capelli, come un'onda li seta color castano, battevano lungo la schiena luminosa e perfetta e sembravano accompagnare danzando ogni suo movimento.
Ayl non era affatto una creatura scontrosa; si rallegrava davvero quando, in quei vicoli neri, incrociava per caso gli occhi scintillanti degli altri spiritelli e non poteva trattenersi dal sorridere se, passando, le capitava di sfiorare la loro sostanza trasparente e leggera: a ogni contatto l'aria intorno frizzava, come scossa da leggeri sbuffi di vento.
Era nella solitudine più completa, però, che Ayl riusciva a essere veramente felice, quando, dimenticando tutta l'oscurità che da quel tempo infinito la avvolgeva, le sembrava di rivedere la chiara luce del Isole e di sentirne ancora la carezza tiepida sulla pelle...
A volte bastava una cosa da nulla come un sassolino lo qualche goccia d'acqua penetrata in profondità, un 'soffio d'aria leggero che, chissà come, riusciva a scivolare laggiù per impigliarsi tra i capelli, e, all'improvviso, ecco sbocciare i ricordi... Così, con gli occhi chiusi, Ayl rivedeva le nuvole, come vele bianche nell'azzurro del ciclo, e il giallo, il rosso, il viola, il blu dei fiori nei campi. Rivedeva il bosco vicino a casa sua e il villaggio... non c'era nulla che, in quel silenzio infinito, potesse consolarla di più.
Ayl non conosceva altro modo per rischiarare il buio profondo di quella che credeva la sua eternità. Quella che credeva la sua eternità. Sì perché, in oltre due millenni, non era mai accaduto nulla, mai un solo avvenimento, anche insignificaante, in quel mondo apparentemente immobile, a far sospettare che forse un giorno le cose sarebbero cambiate.
Eppure, lo crediate o no, mancavano solo pochi istanti, e niente sarebbe più stato uguale a prima...
Di certo, in quel momento, non poteva immaginar­lo Ayl, mentre veleggiava distratta sui suoi soliti passi. Quello spiritello grazioso, come al solito, stava ispezionando il buio intorno a sé, quando uno strano scintillio attirò la sua attenzione. Si fermò per indagare. Sfruttando la delicata luminescenza del suo corpo fantasma, avvicinò le dita sottili per fare un po' di luce e... fu allora che li vide ! "Che meraviglia!", pensò.
In fretta raccolse l'inaspettato tesoro, lo nascose nel pugno e scappò via. In quella corsa affannata e felice, il volo dei lunghissimi capelli e i lembi svolazzanti dell'abito candido si confondevano in un identico battito d'ali.
Quale magnifico effetto avrebbero creato sulla sua testolina!
Non seppe aspettare nemmeno un istante, e, trovato l'angolo più appartato che poté, iniziò a intrecciare con abilità i suoi capelli, lasciando scivolare tra le ciocche di seta quelle minuscole serpentine d'oro: fermatrecce meravigliosi, come mai le era capitato di vedere !
Così, a occhi chiusi, Ayl si pettinava e, piano, si abbandonò a nuovi ricordi. Come attraversando in un lampo un tempo infinito, si trovò invasa dallo splendo-jre di una giornata di sole di mille e mille anni fa, quando lo sguardo affettuoso di sua madre accompa­gnava il dono grazioso di oggettini tanto simili a quelli che adesso le scivolavano tra le dita... erano il regalo perii suo compleanno...
Appena riconoscibile, come qualcosa di lontano portato dal vento, le sembrava adesso di sentire un [canto... una melodia antica... ma sì! Era il canto, quasi (dimenticato, dei giorni di festa! Che gioia in quel ricordo!
Questa canzone...", pensava Ayl, "la stessa del giorno in cui attraversai il bosco; la stessa di quando Etal mi prese la mano; di quando caddi nell'acqua vicino alla sorgente e di quando, attraverso le foglie, vidi...vidi...".
Ma fu proprio allora che la terra cominciò a tremare.
Il vortice colorato dei ricordi si disperse dolorosa­mente, lasciando Ayl sola, senza fiato, completamente smarrita in quel momento inaspettato e crudele.
All'inizio furono vibrazioni sottili che seguivano colpi lontani ma poi il pericolo si fece sempre più vicino, fino a che qualcosa di simile a un terremoto percorse le profondità della terra.
Migliala di colpi si abbattevano ora sopra le teste degli spiritelli, sin quando le prime zolle di terra furono rivoltate lasciando penetrare, in quel mondo sommerso, il soffio di un millennio sconosciuto.
Immobili, nell'ombra, guardavano ora tutti verso l'alto mentre, da fuori, arrivava il chiasso di rumori e voci straniere.
Ayl capì che non c'era più tempo per avere paura. Il suo mondo sarebbe evaporato alla luce del sole: già vedeva quei tentacoli lucenti cancellare la loro sostan­za delicata. Con tutta l'ostinazione di cui era capace, ricordò l'antica lingua dei suoi avi e, rompendo un silenzio durato millenni, gridò!
Gridò così forte da aggiungere allo stupore altro stupore; la cascata violenta di parole, in quella lingua lontanissima e familiare al tempo stesso, giungeva sugli spiritelli inaspettata quanto i raggi del sole nelle tenebre.
Dovevano trovare il modo di salvarsi, implorava Ayl, perché non sarebbero sopravvissuti alla luce del giorno. Il sole li avrebbe cancellati, disselli; occorreva un rifugio, qualcosa cui aggrapparsi per non evapora­re, per non smarrirsi.
Ayl immaginava un'unica possibilità: immergere la loro sostanza leggera come l'aria in qualcosa di pesante e accogliente, capace di proteggerli.
E... Ecco l'idea! Cosa poteva esserci di meglio degli oggetti terreni che avevano accompagnato l'esistenza nell'ombra di ciascuno di loro?
Il tempo per le spiegazioni era terminato ormai, e, senza aggiungere altro, Ayl scomparve. A uno a uno, tutti gli altri la imitarono. La maggior parte si immer­sero nei vasi, alcuni lo fecero in modo così goffo da causarvi lunghe crepe, altri ancora li spezzarono perfino! Le più giovani e magroline si tuffarono senza pensare nei lunghi bracciali a serpentina o, le più vanitose, nei piccoli anelli di bronzo... altri sparirono
i grosse spille. Tutto si svolse nell'assoluta confusione di un istante, poi fu di nuovo silenzio. Migliaia di occhietti spaventati si aprirono nella creta dei vasi o lei metallo dei gioielli, rimanendo in attesa...
Era il luglio del 1885, quando gli operai impegnati nei lavori per la costruzione delle Acciaierie di Terni videro, con grande meraviglia, emergere dai loro scavi piccole costruzioni circolari e, in esse, antichi oggetti...
Quando si comprese l'eccezionale valore della coperta, quegli oggettini misteriosi vennero raccolti, studiati e conservati con grande cura.
Oggi sono custoditi al Museo Archeologico e, che ci crediate o no, se guardate con attenzione, gli spiritel­li del tempo passato si lasceranno vedere, facendovi l'occhiolino.
Ma dove sarà finita Ayl? Qualcuno dice di averla riconosciuta in una serpentina tutta d'oro...

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