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Visualizzazione dei post da agosto, 2020

Buonanotte del 31 agosto 2020

Se l’uomo non svanisse mai come il fumo su Toribeyama, ma durasse per sempre in questo mondo, quante cose perderebbero il loro potere di commuoverci. La cosa più preziosa nella vita è la sua incertezza. Kenkō Yoshida

Il Brasile del governo Bolsonaro sospende le azioni per la protezione della Amazzonia

Il Ministero dell'Ambiente del Governo del Brasile ha annunciato di sospendere tutte le operazioni per combattere sia la deforestazione illegale in Amazzonia che gli incendi dell'area del Pantanal per mancanza di fondi. "A partire dal 31 agosto, tutte le operazioni per combattere la deforestazione illegale in Amazzonia, così come tutte le operazioni per combattere gli incendi nel Pantanal e in altre regioni del paese, saranno interrotte", ha riferito il ministero con un comunicato. Il ministero ha altresì precisato che il blocco, di circa 60 milioni di reais (oltre 11 milioni di dollari), è dovuto ad una decisione della segreteria del governo. In origine, queste risorse erano state assegnate all'Istituto brasiliano per l'ambiente e le risorse naturali rinnovabili (Ibama) e all'Istituto Chico Mendes per la conservazione della biodiversità (ICMBio), un ente ambientale del governo. Alle accuse, il vice presidente del Brasile, Hamilton Mourao,

Serotonina

Ci sono determinate zone della psiche umana che restano pressoché ignote, perché sono state poco esplorate, perché fortunatamente poche persone si sono trovate nella situazione di doverlo fare, e di solito a chiunque l’abbia fatto è rimasta troppo poca ragione per poterne dare una descrizione accettabile. Tali zone possono essere avvicinate solo tramite l’uso di formule paradossali e perfino assurde, tra le quali l’espressione sperare contro ogni speranza è l’unica che riesca davvero a farmi venire in mente. Non è come la notte, è molto peggio; e ho la sensazione, pur senza aver vissuto personalmente quest’esperienza, che anche quando si sprofonda nella vera notte, nella notte polare, quella che dura sei mesi di seguito, persista il concetto o il ricordo del sole. Io ero entrato in una notte senza fine, eppure persisteva, nella parte più profonda di me persisteva qualcosa, molto meno di una speranza, diciamo un’incertezza. — Michel Houellebecq - Serotonina -Traduzione di Vincenz

Buonanotte del 30 agosto 2020

Come un lupo è il vento che cala dai monti al piano, corica nei campi il grano ovunque passa è sgomento. Fischia nei mattini chiari illuminando case e orizzonti, sconvolge l’acqua nelle fonti caccia gli uomini ai ripari. Poi, stanco s’addormenta e uno stupore prende le cose, come dopo l’amore. Attilio Bertolucci

Gli Dèi

Eppure di questa paura ci tocca sorridere, quando pensassimo all’angoscia della gente di un tempo cui tutto quello che toccava era mortale. Gente per cui l’aria era piena di spaventi notturni, di arcane minacce, di ricordi paurosi. Pensa soltanto alle intemperie o ai terremoti. E se questo disagio fu vero, com’è indiscutibile, fu anche vero il coraggio, la speranza, la scoperta felice di poteri di promesse d’ incontri. Io, per me, non mi stanco di sentirli parlare dei loro terrori notturni, e delle cose in cui sperarono. E credi ai mostri? Credi ai corpi imbestiati, ai sassi vivi, ai sorrisi divini, alle parole che annientavano? -Credo in ciò che ogni uomo ha sperato e patito. Se un tempo salirono su queste alture di sassi o cercarono paludi mortali sotto il cielo, fu perché ci trovavano qualcosa che noi non sappiamo. Non era il pane,né il piacere né la cara salute. Queste cose si sa dove stanno. Non qui. E noi che viviamo lontano lungo il mare o nei campi, l’altra cosa l’abbi

Buonanotte del 29 agosto 2020

Trenta raggi si uniscono in un solo mozzo e nel suo non-essere si ha l'utilità del carro, s'impasta l'argilla per fare un vaso e nel suo non-essere si ha l'utilità del vaso, s'aprono porte e finestre per fare una casa e nel suo non-essere si ha l'utilità della casa. Perciò l'essere costituisce l'oggetto e il non-essere costituisce l'utilità. Lao Tzu, Tao Te Ching

Hans Magnus Enzensberger

L'altro (Der Andere, 1964) Uno ride, si interessa ha il mio viso con pelle e capelli sotto il cielo lascia rotolare parole dalla mia bocca uno che ha denaro e paura e un passaporto uno che litiga e ama, uno si diverte uno si dimena, ma non io io sono l'altro, che non ride che non ha viso sotto il cielo e alcuna parola nella sua bocca ed è sconosciuto a sè e a me non io; l'altro; sempre l'altro che non vince e non è vinto che non si interessa che non si muove l'altro che è indifferente a sè stesso del quale io non so niente del quale nessuno sa chi è che non mi muove questo io sono.

Buonanotte del 28 agosto 2020

Che ciò che ha avuto un inizio è fatalmente destinato a finire. In sostanza, che le catastrofi cessano e che bisogna cercare di non cessare prima di loro, ecco tutto. Irène Némirovsky, Suite francese

Immaginate uno stupro

Ora immaginate che lo stupratore possa riparare al suo crimine sposando la sua vittima. Immagina la vittima. Immaginatela che si senta dire: “Abbiamo parlato con il tuo stupratore. Ha acconsentito a sposarti”. E immaginate che lei debba dire sì, magari con entusiasmo! Esultare perché potrà essere stuprata ogni giorno, in casa, dal suo stupratore. Per il resto della sua vita. Immaginatela costretta a dire di sì, perché è una fortuna, perché è una cosa giusta, perché un “no” getterebbe vergogna su di lei e la sua famiglia. Sembra inconcepibile, barbarico. Ah no, sembra l’Isis. E invece è stata legge e consuetudine. Non nell’Afghanistan dei talebani. Ma in Italia. Fino a 38 anni fa. Fino al 5 agosto del 1981, quando venne finalmente abrogato, il “delitto d'onore” e il “matrimonio riparatore”. Il primo consentiva all'uomo di avere sconti di pena nel caso in cui uccideva la moglie, la sorella, o la figlia in caso di tradimento ‘carnale’ della stessa.

La dismissione

Nella mia vita ne ho conosciuti pochi di momenti brutti come quello. Quando anche l’ultima goccia di metallo si era trasferita in basso, l’uomo addetto alla lingottiera aveva strozzato il tubo scaricatore mentre il tecnico di esercizio dava il segnale di fine colata. Non so chi scrisse che tra i presenti c’era stato qualcuno che si era coperto il volto con le mani. Giuro che non fui io a compiere quel gesto: non c’era emozione nel mio cuore; soltanto un grande gelo. Rammento di essermi affacciato invece alla balaustra della piattaforma e di essere rimasto a fissare imbambolato la parte inferiore dell’impianto. Accanto a me il coperchio della lingottiera continuava ad ansimare, ma sempre più piano, a intervalli più lunghi proprio come accade a chi sta per rendere l’anima a Dio. — Ermanno Rea

Buonanotte del 27 agosto 2020

In questo mondo di vincitori volgari e disonesti, di prevaricatori falsi e opportunisti, della gente che conta, che occupa il potere, che scippa il presente, figuriamoci il futuro, a tutti i nevrotici del successo, dell’apparire, del diventare. A questa antropologia del vincente preferisco di gran lunga chi perde. E’ un esercizio che mi riesce bene. E mi riconcilia con il mio sacro poco. Pier Paolo Pasolini

Un ripassino non fa male: non date da mangiare agli animali selvatici

Questo per vari motivi, tra i quali vi ricordo: 1) gli animali abituati a ricevere cibo fanno spesso una brutta fine (fucilati, avvelenati, etc.) 2) gli animali selvatici vengono spesso alimentati nei pressi delle strade (chi lo fa neanche ha voglia di camminare), e molti di loro finiscono investiti 3) il cibo che viene dato spesso non fa bene a questi animali (biscotti al cioccolato, salame piccante, si è visto di tutto) 4) lasciare cibo agli animali favorisce concentrazioni inusuali di individui e in alcuni casi agevola la trasmissione di malattie da uno all'altro 5) animali confidenti possono diventare mordaci o in certe specie addirittura pericolosi per le persone; in alcuni casi, le autorità devono quindi trovarsi davanti alla difficile scelta di catturare un individuo privandolo della sua libertà, per colpa di chi lo ha abituato 6) animali confidenti si muovono maggiormente attorno alle abitazioni, facendo anche danni ed esasperando il conflitto tra attività um

il mestiere della vita

A un lavoratore si chiede di saper fare il proprio mestiere. E di farlo bene. Tanto più se si guadagna da vivere occupandosi della salute e della vita degli altri. Ma saperi e buona volontà dei singoli non bastano e quando si scontrano con stati di forza maggiore, si rischia il cortocircuito. In queste ore e in questo Paese medici, infermieri e operatori sanitari di ogni tipo stanno certamente dimostrando di conoscere il loro mestiere e di saper farlo bene, persino con abnegazione. Salvo misurarsi con limiti che vanno al di là della cattiveria di un virus venuto da Oriente, più frutto della stupidità maturata in Occidente. Con il risultato di veder snaturato il senso del proprio mestiere. Si chiama “medicina delle catastrofi”, è un protocollo che indica agli operatori sanitari come comportarsi in caso di guerre, disastri naturali, epidemie incontenibili e tragedie di simile natura. Quando l’umanità incontra i propri limiti, o – meglio – quelli dell’architettura sociale che ha costru

Buonanotte del 26 agosto 2020

La verità, manifestata dalla bellezza, è enigmatica; essa non può essere né decifrata né spiegata con le parole, ma quando un essere umano, una persona si trova accanto a questa bellezza, si imbatte in questa bellezza, sta di fronte a questa bellezza, essa fa sentire la sua presenza, almeno con quei brividi che corrono lungo la schiena. La bellezza è come un miracolo, del quale l'uomo diventa involontariamente testimone. Andrej Tarkovskij

Cyntoia

Cyntoia è una neonata del Tennessee, Stati Uniti. È stata concepita durante uno stupro. È cresciuta nel ventre di una donna alcolizzata. Ha due anni. Viene tolta alla mamma, che ha 16 anni, e data in affidamento. Cyntoia cresce, va a scuola. Ma non si trova bene. Scappa di casa. Si vota a una esistenza randagia. Ha 14 anni. Conosce un uomo in un parcheggio. Va a vivere con lui in un motel a Nashville. Lui ha 24 anni. Non ha un nome. Ha un soprannome. Lo chiamano tagliagola. È un pappone. Il signor tagliagola la stupra e la costringe a prostituirsi. Cyntoia viene data in pasto a uomini di tutte le età. Il singor tagliagola la droga e la vende come carne da macello. Poi si stufa. Ha tra le mani merce più fresca. Decide di sbarazzarsi di Cyntoia. La vende a un acquirente con tutte le carte in regola. Lui ha 43 anni. È un predatore sessuale di bambini. Prende Cyntoia al lazo e la porta a casa sua. La usa quando e come ne ha voglia. Siamo nel 2004. Cyntoia ha 16 anni. È un pomeriggio. Lui

Giorgio Bassani - Finzi-Contini

Da molti anni desideravo scrivere dei Finzi-Contini ‐ di Micòl e di Alberto, del professor Ermanno e della signora Olga ‐ e di quanti altri abitavano o come me frequentavano la casa di corso Ercole I d'Este, a Ferrara, poco prima che scoppiasse l'ultima guerra. Ma l'impulso, la spinta a farlo veramente, li ebbi soltanto un anno fa, una domenica d'aprile del 1957. Cit. da Il giardino dei Finzi-Contini ‐ Incipit

Buonanotte del 25 agosto 2020

Nella tua vita avrai molti motivi per essere felice, uno di questi si chiama acqua, un altro si chiama vento, un altro ancora si chiama sole e arriva sempre come una ricompensa dopo la pioggia. Senti la pioggia. Apri le ali. Luis Sepúlveda

Le donne stiano zitte quando sono in chiesa

Breve storia dei cantanti castrati Si chiamano generalmente castrati i cantanti maschi che avevano subìto la castrazione prima della pubertà, allo scopo di mantenere la voce acuta in età adulta. Il termine è sinonimo di evirato ed eunuco, sebbene la castrazione in passato potesse essere praticata senza fini canori, ma solo per provocare l'impotenza sessuale. La parola “castrato”, per il significato spregevole che poteva assumere, fu spesso sostituita da altre locuzioni, come “cantori evirati”, “musici” o “soprani naturali”. I cantori evirati divennero in alcuni casi veri e propri fenomeni e furono impiegati da molti operistie compositori soprattutto nel XVII e XVIII secolo, sino al XIX secolo. La castrazione in seguito cadde in disuso e la Chiesa bandì definitivamente questi artisti, che sino al Novecento avevano prestato servizio come cantori nelle cappelle musicali. La castrazione umana ha una lunga storia, di molto precedente all'operazione per fini musicali. In

Canta, canta

La vita è veramente una stupida puttana. Se campi senza sapere niente, senza leggere nemmeno i segnali stradali, e pensi che non può succedere niente perché i bar e i ristoranti sono pieni, e ti devono accompagnare a casa con la forza perché in pieno coprifuoco vai girando per il paese alla ricerca di un barbiere aperto per definirti la basetta, e dopo che hai fatto tutto questo esci sul balcone, e disturbando il sonno di uno che invece ha lavorato tutto il giorno per frenare gli imbecilli come te ti metti a cantare “iamme iamme andrà tutto bene”, ecco allora sei una persona “normale”. Tu sei normale. Rischi addirittura di apparire al telegiornale e passare da eroe, simbolo dell'Itaglia che resiste al virus. Nessuno ti verrà a chiedere cosa facevi ieri: facevi parte della maggioranza ieri e ne farai parte anche domani: per istinto animale hai scelto la parte “giusta”, sempre: da quando te ne sei fottuto di imparare quel che nella vita effettivamente non ti sarebbe mai servito, da

Spillover

Abbiamo aumentato il nostro numero fino a sette miliardi e più, arriveremo a nove miliardi prima che si intraveda un appiattimento della curva di crescita. Viviamo in città superaffollate. Abbiamo violato, e continuiamo a farlo, le ultime grandi foreste e altri ecosistemi intatti del pianeta, distruggendo l’ambiente e le comunità che vi abitavano. A colpi di sega e ascia, ci siamo fatti strada in Congo, in Amazzonia, nel Borneo, in Madagascar, in Nuova Guinea e nell’Australia nordorientale. Facciamo terra bruciata, in modo letterale e metaforico. Uccidiamo e mangiamo gli animali di questi ambienti. Ci installiamo al posto loro, fondiamo villaggi, campi di lavoro, città, industrie estrattive, metropoli. Esportiamo i nostri animali domestici, che rimpiazzano gli erbivori nativi. Facciamo moltiplicare il bestiame allo stesso ritmo con cui ci siamo moltiplicati noi, allevandolo in modo intensivo in luoghi dove confiniamo migliaia di bovini, suini, polli, anatre, pecore e capre - e anche c

Buonanotte del 24 agosto 2020

L'attimo della dolce angoscia fuggiva, oh, che altro può fare un attimo? Ma il succedente gli succedeva: l'integrale dei fuggenti attimi è l'ora, l'ora impareggiabile, dove un pensiero esatto si deroga a speranza e ad angoscia. (C. E. Gadda)

Povero, oscuro, taciturno. Realizzò grandi imprese e morì, giovane, in circostanze particolari

Ottavio Bottecchia nacque a San Martino di Colle Umberto, provincia di Treviso, il primo agosto del 1894. Morì in circostanze misteriose il 15 giugno del 1927, a soli 33 anni. Ripercorriamo la sua vicenda umana e sportiva. Nacque ultimo d’otto figli. Da giovane conobbe la fame e la miseria, quella vera, quella che non permette di arrivare a sera. Miracolosamente giunto all’età da lavoro intraprese diverse professioni: carrettiere, tagliaboschi, muratore e bersagliere nell’esercito italiano. Finita la grande guerra si trasferì in Francia, nel periodo in cui gli emigranti eravamo noi. Iniziò l’attività, che possiamo identificare come professionistica, all’età di 25 anni. Non gareggiava per grandi squadre, ma da isolato: all’epoca gareggiare senza ingaggio ufficiale in una squadra era pericoloso, perché se pensavano che il corridore aiutava una squadra in lotta per il primato poteva capitare qualcosa di brutto. L’idea della miseria non lo aveva abbandonato: la leggenda ricord

Buonanotte del 23 agosto 2020

La regola è questa, che ognuno di noi uomini, ma anche gli animali, e... si, anche le piante, tutto ciò che è vivo, lotta per vivere e non sa perché. (P. Levi)

Sant’Anna di Stazzema

Li chiusero tutti in una stalla, donne, bambini, anziani. Poi, dato che era piena di fieno, i tedeschi iniziarono a sparare da un lato con il lanciafiamme, mentre dall’altro, dall’ingresso, altri si paravano davanti alla porta per impedire la fuga. Mario Marsili aveva sei anni, era lì solo con sua madre Genny e i nonni. Tra le grida e la disperazione di gente che stava morendo bruciata, Genny pensava solo ad una cosa: salvare suo figlio. Fece quindi nascondere Mario dietro ad una porta, più lontano dal fuoco: “Stai qui e non ti muovere” gli disse, e lui obbedì. Ma ad un certo punto un soldato tedesco si fece avanti. Con qualche passo in più avrebbe notato Mario, avrebbe capito che lì nascosto si sarebbe salvato dalle fiamme e gli avrebbe sparato. Allora Genny, che aveva già capito che da lì non sarebbe uscita viva, ebbe un’unica preoccupazione: proteggere suo figlio e farlo ad ogni costo. Lo fece allora nell’unico modo che aveva a disposizione: cercando di distrarre il soldato

La speculazione edilizia

“Era una folta Italia in tailleur, in doppiopetto, l'Italia ben vestita e ben carrozzata, la meglio vestita popolazione d'Europa, quale contrasto per le vie di *** con le comitive goffe e antiestetiche dei tedeschi inglesi svizzeri olandesi o belgi in vacanza collettiva, donne e uomini di variegata bruttezza, con certe brache al ginocchio, coi calzini nei sandali o con le scarpe sui piedi nudi, certe vesti stampate a fiori, certa biancheria che sporge, certa carne bianca e rossa, sorda al buon gusto e all'armonia anche nel cambiar colore. Queste falangi straniere che, avide di bagni fuori stagione, prenotavano alberghi interi succedendosi in turni serrati da aprile a ottobre (ma meno in luglio e agosto, quando gli albergatori non concedono sconti alle comitive) erano viste dagli indigeni con una sfumatura di compatimento, al contrario di come una volta si guardava il forestiere, messaggero di mondi più ricchi e civilmente provveduti. Eppure, a incrinare la facile alterigia

Buonanotte del 22 agosto 2020

Se dal di dentro la stupidità non assomigliasse tanto al talento, al punto da poter essere scambiata con esso, se dall'esterno non potesse apparire come progresso, genio, speranza o miglioramento, nessuno vorrebbe essere stupido e la stupidità non esisterebbe. Robert Musil

Italiani brava gente

Il figlio raccomandato dal cugino dell’usciere; la fila saltata, ché mica siamo fessi; la macchina in tripla fila, tanto sono cinque minuti; il posto per disabili occupato, ché tanto che succede; il cartellino timbrato e poi veloci a fare la spesa, che tanto c’è il collega coglione che ti copre; il lavoro a nero, così non pago i contributi e se non ti va bene ne trovo un altro; i dipendenti in cassa integrazione, ma venite a calci a lavorare se non volete esser licenziati; la mascherina me ne fotto, se la mettessero gli altri; in quarantena preventiva non ci vado, che proprio io devo esser positivo?; la differenziata chi se ne fotte, tanto mica lo posso salvare io il mondo; la sicurezza sul lavoro? ma per piacere! Che qui son tutti rumeni e chissenefotte; i rifiuti speciali sotterrati, che mica posso pagare tutto io!; lavoratori come carne da macello, che ho da pareggiare il fatturato; il cesto per natale al vigile e al finanziere, che magari mi levano quella

Boris Pasternak

Sogno Ho sognato l'autunno nella penombra dei vetri, gli amici e te nella loro burlesca schiera, e come falco dal cielo, che sangue s'è procacciato, picchiava il cuore sulla tua mano. Ma il tempo trascorreva, e invecchiava e assordiva, e di damasco inargentando gli infissi l'aurora del giardino inzaccherava i vetri delle sanguigne lacrime di settembre. Ma il tempo trascorreva e invecchiava. E friabile come ghiaccio si fendeva e fondeva la seta delle poltrone. Di colpo tu, sonora, troncasti e ammutolisti, e il sogno cessò, quale eco di campana. Mi risvegliai. Come autunno era buio l'albeggiare, e il vento, allontanandosi, portava come dietro a un carro pioggia fuggente di pagliuzze, una schiera di betulle fuggenti per il cielo.

Buonanotte del 21 agosto 2020

Mi sembra ridicolo, in fondo, che un uomo della sua intelligenza soffra per una persona di quel genere e che non è nemmneo interessante, poiché dicono sia idiota. - soggiunse con la saggezza di chi non è innamorato, che pensa che un uomo d’ingegno non dovrebbe essere infelice se non per una persona che ne mettesse conto; all’incirca è come stupire che ci si degni di soffrire del colera per opera d’un essere così piccolo come il bacillo virgola. Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto, La strada di Swann

Suicidarsi a 14 anni perché si hanno troppe atrocità sulle spalle

Suicidarsi a 14 anni, quando hai tutta una vita ancora davanti, quando non hai avuto ancora la possibilità di vedere i tuoi sogni realizzati è una delle tragedie più terribili nella nostra società. Suicidarsi a 14 anni perché ti senti respinto da ogni Paese in cui metti piede e cominci a pensare che il problema sei tu perché sei nato con un passaporto sbagliato è davvero un dramma dei nostri tempi, a cui non facciamo nemmeno caso per la nostra continua fretta, la nostra frenesia che non ci dà nemmeno il tempo per fermarci e riflettere. E’ il caso di Ali Ghezawi, un adolescente siriano che sognava di diventare un cardiologo. Un sogno che era scaturito dalla lettura del libro Anatomy, tra le cui pagine resterà un segnalibro giallo a pagina 623. Ali parlava bene l’inglese e altre 5 lingue, ed era scappato insieme alla sua famiglia dalla Siria: dopo gli anni trascorsi in un campo in Libano, finalmente erano riusciti ad ottenere un permesso di soggiorno in Spagna, dove ad attenderli no

Alexandros Panagulis

21 APRILE 1967: I COLONNELLI PRENDONO IL POTERE IN GRECIA. RICORDIAMO LA FIGURA DI ALEKOS PANAGULIS: RIVOLUZIONARIO, RIBELLE, POETA. SCOPRÌ A COSTO DELLA VITA VITA CHE, ABBATTUTA LA DITTATURA, ERANO RIMASTI I PROTAGONISTI DELLA REPRESSIONE DEI COLONNELLI A muovere le azioni di Alexandros Panagulis vi era solo una parola: libertà. E dunque odio verso i tiranni: dopo quel 21 aprile del 1967, quando i colonnelli presero il potere in Grecia, era certo da che parte stare. E nell’agosto successivo organizzò un attentato ai danni del leader del regime, Papadopoulos. Fallì e venne catturato. Arrivarono le botte, le sevizie, la prigione. Arrivò il processo, nel quale si difese da solo in un’orazione di due ore che divenne leggenda: l’accusa di servilismo verso il potere da parte di tutti coloro che lo stavano condannando, giudici in primis, il dispiacere per non essere riuscito a far saltar in aria il dittatore. Poi arrivò la condanna a morte. E l’attesa. “Con lo stesso peso le catene

Buonanotte del 20 agosto 2020

In fondo scrivo perché sono un rivoluzionario, inteso nel senso profondo della parola. Per cambiare, per migliorare, per vivere pensando sempre che l’altro sono io e agendo di conseguenza, occorre essere continuamente in lotta, continuamente in rivolta contro le abitudini che generano la passività, la stupidità, l’egoismo. La rivoluzione è una perpetua sfida alle incrostazioni dell’abitudine, all’insolenza dell’autorità incontestata, alla compiacente idolizzazione di sé e dei miti imposti dai mezzi di informazione. Per questo la rivoluzione deve essere un evento normale, un continuo rinnovamento, un continuo riflettere e fare, discutere e fare. Gli altri sono io. La scuola di Alberto Manzi

Beba

Beba, è una donna di Milano. È domenica mattina. Sono da poco passate le 11. Beba esce di casa con i due cani al guinzaglio. Si dirige verso il parco Forlanini, dalle parti dell’aeroporto di Linate. Il sole batte forte. Lei costeggia il fiume Lambro. C’è un uomo. È a terra. La faccia spiaccicata sul terreno. Non si muove. Beba corre. Gli è accanto. Ci sono altre persone. Passano. Camminano. Quasi lo sfiorano. Se ne fottono. Beba si abbassa. Lo tocca. Prova a girarlo. Non si muove. Pensa che sia morto. Il sangue le si gela nelle vene. Alza lo sguardo. Poco distante ci sono dei ragazzi, giocano a calcio. Gli anziani del quartiere passeggiano alla ricerca di un po’ di frescura. Una voce. Il tono è violento. Minaccioso. È rivolta a lei. Brutta stronza, lascialo lì. Beba ignora. I due cani stanno leccando il volto dell’uomo a terra. Lui dimostra 30 anni. È un uomo. Inizia a muoversi. Lento. È ubriaco. Ha bisogno d’aiuto. Beba cerca di spostarlo, intanto prende il telefono per chiamare i so

La triste storia di Justin Fashanu

LA TRISTE STORIA DI JUSTIN FASHANU, IL PRIMO CALCIATORE AD AVERE IL CORAGGIO DI DICHIARASI OMOSESSUALE Madre guyanese, padre nigeriano, Justin Fashanu nasce a Londra il 19 febbraio 1961. Quando i suoi si separano finisce col fratello John prima in un orfanotrofio e poi dai coniugi Jackson, a Norfolk. I due bambini, di sei e cinque anni e vanno pazzi per il calcio; Justin è un talento di quelli veri. A diciassette anni firma il primo contratto da professionista, l'anno dopo si conquista il posto da titolare nel Norwich City. Segnerà 39 gol in 103 presenze con i Canaries. Dopo tre anni il Nottingham Forest lo porta via sborsando la cifra record - per un giocatore di colore - di un milione di sterline. Fashanu ha appena vent'anni e sembra che la sua scalata verso la gloria non possa più terminare. E invece è l'inizio della fine. Si perché Justin ha un segreto. Un segreto che nel mondo del calcio ti costa un marchio indelebile e un trattamento da appestato: Justin è om

Buonanotte del 19 agosto 2020

L'amore è bensì una nebbia sollevata con il fumo dei sospiri e se questa si dissipi è un fuoco che sfavilla negli occhi degli amanti e se sia contrariato non è che un mare nutrito dalle lacrime di quegli stessi amanti. E che cos'altro può mai esser l'amore se non una follia molto segreta, un'amarezza soffocante e una salutare dolcezza. William Shakespeare, Romeo e Giulietta

Ripulire il mare dove nessuno osa arrivare: negli abissi

Negli abissi discariche abusive e cimiteri di automobili: il progetto italiano per ripulire il fondo del mare dai rifiuti  Il progetto Abiss Cleanup, appena nato, ha una grande ambizione: scovare i rifiuti nei luoghi sommersi più difficili e, con l’autorizzazione delle Istituzioni e l’ausilio di nuove tecnologie, tentare delle possibili bonifiche. “Sentiamo spesso parlare di raccolte di rifiuti sulle spiagge, ma non sentiamo mai, per difficoltà oggettive, di recuperi in profondità, oltre i 500 metri – spiega Igor D’India, documentarista, ideatore di Abyss Cleanup – eppure gli abissi non sono affatto immuni dall’inquinamento dell’uomo, anzi, studi recenti hanno dimostrato che proprio a migliaia di metri dalla superficie del mare, come nei canyon sottomarini, i rifiuti abbondino”. Secondo quanto rilevato dall’Igag-Cnr (Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del Consiglio Nazionale delle Ricerche) e dall’Università La Sapienza di Roma, nel canyon dello stretto di Mes

Heinrich Böll - Opinioni di un clown

Era già buio quando arrivai a Bonn. Feci uno sforzo per non dare al mio arrivo quel ritmo di automaticità che si è venuto a creare in cinque anni di continuo viaggiare: scendere le scale della stazione, risalire altre scale, deporre la borsa da viaggio, levare il biglietto dalla tasca del soprabito, consegnare il biglietto, dirigersi verso l'edicola dei giornali, comprare le edizioni della sera, uscire, far cenno a un tassì. Per cinque anni quasi ogni giorno sono partito da qualche luogo, la mattina ho disceso e salito scale di stazioni, il pomeriggio ho disceso e risalito scale di stazioni, ho chiamato un tassì, ho cercato la moneta nella tasca della giacca per pagare la corsa, ho comperato giornali della sera alle edicole e, in un angolo riposto del mio io, ho gustato la scioltezza perfettamente studiata di questo automatismo. Da quando Maria mi ha lasciato per sposare Züpfner, quel cattolico, il ritmo è diventato ancor più meccanico, senza perdere in scioltezza. Cit. da Opinio

Buonanotte del 18 agosto 2020

La gentilezza nelle parole crea confidenza; la gentilezza nel pensiero crea profondità; la gentilezza nel dare crea amore. Lao Tzu, Tao Te Ching

Perché anche Nagasaki?

Il 9 agosto del 1945, tre giorni dopo il bombardamento atomico su Hiroshima, una seconda bomba atomica venne sganciata sulla città giapponese di Nagasaki uccidendo più di 60 mila persone. La bomba, soprannominata “Fat Man”, era destinata a colpire Kokura, uno dei principali arsenali navali del Giappone, ma le cattive condizioni meteorologiche fecero cambiare il bersaglio all’ultimo minuto. È un mistero storico il perché gli americani non diedero tempo ai giapponesi di comprendere la scala della distruzione che aveva colpito Hiroshima e quindi arrendersi e dichiararsi sconfitti nella Seconda guerra mondiale: dal primo al secondo bombardamento atomico passarono appena 72 ore. Una risposta che è stata data a questa domanda è che in un certo senso non fu nessuno a decidere di distruggere Nagasaki. L’utilizzo delle armi nucleari venne autorizzato il 25 luglio 1945, due settimane prima della distruzione di Nagasaki. In Europa la guerra era terminata da due mesi, ma dall’altra parte del mon

Il massacro di Ludlow e i Costa

IL MASSACRO DI LUDLOW E I COSTA. IL 20 APRILE DEL 1914 UN'INTERA FAMIGLIA DI ORIGINE SICILIANA VENNE BRUCIATA VIVA DAI PROPRIETARI DELLE MINIERE DEL COLORADO MENTRE PROTESTAVA PER MIGLIORARE LE PROPRIE CONDIZIONI DI LAVORO. Nel 1914 gli USA sono una potenza in ascesa. Pochi anni dopo mostreranno la propria capacità militare - ma anche e soprattutto industriale - con l'ingresso nella Grande Guerra. È tuttavia innegabile che, dietro certe prestazioni economiche, si celino le durissime condizioni di vita dei lavoratori. E i minatori, in particolare, si ritrovano a lavorare in ambienti ostili, senza sicurezza e con paghe da fame. In questo contesto si inserisce la storia della famiglia Costa, immigrati siciliani che lavorano nell'industria dell'estrazione del carbone nel Colorado. Tra il 1913 e il 1914 i sindacati dei minatori in Colorado iniziano a insistere su alcuni punti fondamentali. Non chiedono nuove leggi o chissà quali privilegi: vogliono solo si applichino

Buonanotte del 17 agosto 2020

Qualcuno ha scritto che bisognerebbe essere capaci di morire giovani. Non nel senso di morire davvero. Nel senso di smettere di fare quello che fai quando ti accorgi di avere esaurito la voglia di farlo, o le forze; o quando ti accorgi di avere raggiunto i confini del tuo talento, se ne possiedi uno. Tutto ciò che viene dopo quel confine è ripetizione. Uno dovrebbe essere capace di morire giovane per rimanere vivo, ma non accade quasi mai. Gianrico Carofiglio - La misura del tempo - Einaudi

Democrazia avvilita e avvilente

L'Italia è senz’altro uno dei paesi più bizzarri al mondo.  (…) A proposito di costi rilevanti, nel 2019 la Camera, il Senato e il Governo, sono costati ben 2miliardi 286 milioni di cui quasi 534 milioni per l'esecutivo e circa 1 miliardo e oltre 600milioni di euro tra Camera e Senato. Svetta su tutti la camera con il suo Miliardo e oltre 100milioni, circa 500 milioni invece il Senato. Non finisce qui. Secondo un'analisi della Uil sono circa 1,3 milioni le persone che vivono direttamente, o indirettamente, di politica. Ogni anno i costi diretti e indiretti, di questo buco nero ammontano a circa 18,3 miliardi di euro, a cui occorre aggiungere i costi derivanti da un “sovrabbondante” sistema istituzionale quantificabili in circa 6,4 miliardi. Totale 24,7 miliardi. Un cifra FOLLE se la consideriamo in relazione a quanto viene investito per la galassia indigenti costituita da 2milioni 797mila percettori di reddito di cittadinanza su cui lo Stato Italiano ha investito

La storia di una sequenza fotografica che sconvolse il mondo

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“ANCHE SE È DIVENTATA UNA DELLE IMMAGINI MEMORABILI DEL XX SECOLO, IL PRESIDENTE NIXON DUBITO' DELL'AUTENTICITÀ DELLA FOTOGRAFIA. LA FOTOGRAFIA PER ME, E PER MOLTI ALTRI, NON AVREBBE POTUTO ESSERE PIÙ REALE". Phan Thi Kim Phuc e la sua famiglia erano residenti in un villaggio del Vietnam del Sud. L’8 giugno del 1972 gli aerei sudvietnamiti sganciarono diverse bombe al napalm su quel piccolo villaggio che, nelle settimane precedenti, era stato attaccato ed occupato dalle truppe del Vietnam del Nord. La bimba, nata nove anni prima, si unì ad un gruppo di civili che fuggivano dal villaggio. I piloti dell’aeronautica della Repubblica del Vietnam scambiarono il gruppo in fuga per soldati nemici e, prontamente, decisero di attaccare quella composita umanità in fuga. L’attacco uccise due cugini di Kim Phuc ed altri abitanti del villaggio. Kim Phuc rimase gravemente ustionata dallo scoppio delle bombe. Il fotografo Nick Ut scattò diverse fotografie a Kim Phuc mentr

Buonanotte del 16 agosto 2020

Vi prego di non spaventarvi, qualsiasi cosa vediate o sentiate intorno a voi. È inevitabile che per un po’ risentiate le conseguenze dell’essere stati salvati da morte certa […]: ripristineremo la normalità appena saremo sicuri di cosa sia in ogni caso il normale. Grazie (Douglas Adams, Guida galattica per gli autostoppisti; 1979)

La resistenza del ghetto di Varsavia

"AVEVAMO VISTO SCORRERE IL SANGUE DEI NAZISTI, LÌ DOVE FINO AD ALLORA AVEVAMO VISTO SOLO IL SANGUE DEGLI EBREI". IL 19 APRILE DEL 1943 INIZIAVA LA RESISTENZA DEL GHETTO DI VARSAVIA Il 27 aprile 1943 un ultimo accorato appello al governo britannico partì dal ghetto di Varsavia. A pronunciarlo i rappresentanti della ZOB, uno dei principali movimenti di resistenza ebraica che stavano animando la rivolta antitedesca. Una disperata richiesta di armi e di aiuto, che purtroppo cadde nel vuoto. Si combatteva già da una settimana a Varsavia, dove i pochi ebrei rimasti nel ghetto, circa sessantamila persone, avevano deciso di non accettare passivamente la deportazione. Già in trecentomila erano stati “trasferiti ad est”, ovvero condotti a Treblinka, dove avrebbero trovato una fine orribile. E molti altri erano morti di fame e stenti. Per questo diversi gruppi della resistenza nel ghetto decisero che era giunto il momento di dare un segnale a tutti gli ebrei d’Europa: ribellate

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