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Visualizzazione dei post da agosto, 2011

Quella volta che capii

Se io sono onesto, e ti dico che per me ti puzzano i piedi, è una cosa che a te non va giù quindi per te la mia onestà diventa antipatia. Per te sono antipatico? Ma fottiti. Se non ci fossero gli altri non avremmo difetti, perché non ci sarebbero termini di paragone per misurarli. Non saresti tirchio ma prudente. Non saresti scontroso ma difensivo. Non saresti brutale ma deciso. Ogni difetto ha una controparte buona, perché i difetti non esistono. Roberto Dragone

Quando non capivo niente

Quando ero piccolo e non capivo niente, me lo ricordo. Quando mio nonno morì picchiai le gambe di mio zio, dandogli la colpa, perché quando il nonno era vivo gli urlava sempre che doveva fare qualcosa per la sua vita. Pensai che il nonno fosse morto di stanchezza, perché mio zio non faceva nulla per la vita. Mi picchiarono, dicendo di smettere di piangere. E non capivo niente. Quando mia zia si comprò uno stereo enorme e ascoltava a tutto volume canzoni orrende degli anni suoi, i settanta, e si metteva a ballare come se non fossero mai passati. A me piacevano le voci dei cantanti, e decisi che da grande avrei voluto cantare. Un giorno poi ruppi lo stereo di mia zia per liberare e conoscere il suo cantante preferito, pensando che fosse nascosto lì dentro. Un bambino-per-sempre che aveva deciso di fare il cantante come avevo deciso io, e ora era rinchiuso in quello stereo gigante. Be’, mia zia mi picchiò perché lo stereo nuovo non funzionava più. E non capivo niente. Non mi spiegarono ch

Dance, dance, dance

E’ impossibile conoscere il proprio destino senza averlo percorso fino in fondo. E il mio quale sarà? Mi sembrava di non aver mai toccato l’apice. Se mi voltavo indietro, mi sembrava di non avere avuto nemmeno una vita. Un po’ di vicissitudini. Progressi e regressi. Ma niente di più. Non avevo fatto niente, prodotto niente. Avevo amato qualcuno, ed ero stato amato. Ma non mi restava niente. Il paesaggio era stranamente piatto. Mi sembrava di muovermi all’interno di un video-game come pac-man, avanzavo mangiando i puntini che componevano il labirinto. Senza scopo ma con la certezza, prima o poi, di morire. Murakami Haruk

Miserabili

Se non fai niente la paura aumenta. La speranza la devi costruire, la speranza è una capacità. Se riesci ad immaginare di poter fare qualcosa, sei libero di costruirtela. Se non lo fai, se ti rassegni al realismo, sei miseria. Marco Paolini

Tempo d’estate

Be’, ripensi ai libri che ha scritto. Qual è il tema ricorrente da uno all’altro? E’ che la donna non si innamora dell’uomo. L’uomo può amare o meno la donna; ma la donna non ama mai l’uomo. Cosa pensa che rifletta questo tema? La mia ipotesi, la mia ipotesi fortemente fondata, è che rifletta la sua esperienza. Le donne non s’innamoravano di lui - non quelle sane di mente. Lo ispezionavano, lo annusavano, magari lo provavano pure. Ma poi andavano avanti. J. M. Coetzee

Riflessioni poco rivoluzionarie

Che poi, in questa strana estate e in questo paese isterico, finisci coll’infastidirti parecchio anche con quelli che sparano a caso contro “la casta”, e ad irritarti con chi, pur anticlericale come te, si indigna per esenzioni ICI che poi, ad informarsi meglio, la Chiesa non ha. E mentre ricevi, tra facebook ed email, centinaia di inviti da amici a cortei e manifestazioni più o meno indignate e “rivoluzionarie”, organizzate da personaggi che non ti danno alcun affidamento e scaturite da notizie spesso farlocche come monete da tre euro, ti chiedi se il tuo fastidio sia dovuto al fatto che ormai sei troppo vecchia e cinica e per le “rivoluzioni” non ci sei mai stata tagliata, o sei rimasta una delle poche che ancora usa il buon senso, tende a valutare per conto suo, vuole controllare i fatti e non crede a tutto quello che le raccontano o alla vulgata di moda. E quindi, in caso di vera rivoluzione, saresti una delle prime a ritrovarsi nei guai. Il nuovo mondo di Galatea

Ogni persona

Ogni persona che passa nella nostra vita è unica. Sempre lascia un pò di sè e si porta un pò di noi. Ci sarà chi si è portato via molto, ma non ci sarà mai chi non avrà lasciato nulla. Questa è la più grande responsabilità della nostra vita e la prova evidente che due anime non si incontrano per caso. J. Luis Borges

La solitudine del satiro

Il bambino che gioca tutto il giorno col pallone sotto la mia finestra e che spesso sono tentato di uccidere, mi incontra e mi saluta. Poiché è la prima volta che lo vedo senza pallone ma con un pacco di libri scolastici, mi informo dei suoi studi. Fa la quinta elementare e oggi ha avuto un tema in classe. Il tema era: “Se io fossi mago”. Ecco il concetto informatore del suo svolgimento: se io fossi mago, comanderei il mondo. Quasi tutti i suoi compagni hanno palesato la stessa inclinazione al dominio mondiale, oggi possibile appunto con quelle opere di magia che i ragazzi conoscono nei libri di fantascienza e gli scienziati si affannano a realizzare. Ci stiamo preparando, penso, una bella vecchiaia. Ennio Flaiano

La grammatica della fantasia

Se una società basata sul mito della produttività (e sulla realtà del profitto) ha bisogno di uomini a metà - fedeli esecutori, diligenti riproduttori, docili strumenti senza volontà - vuol dire che è fatta male e che bisogna cambiarla. Per cambiarla, occorrono uomini creativi, che sappiano usare la loro immaginazione. Gianni Rodari

La libertà

“Ebbene, caro amico, qual è il carattere della tirannide? è pressoché evidente che si tratta di un trapasso dalla democrazia”. “Sì, è evidente”. “Quindi la tirannide nasce dalla democrazia allo stesso modo in cui questa nasce dall’oligarchia?” “In che modo?” “Il bene che i cittadini si proponevano”, spiegai, “e per il quale avevano istituito l’oligarchia era la ricchezza eccessiva: non è vero?” “Sì “. “Ma l’insaziabile brama di ricchezza e la noncuranza d’ogni altro valore a causa dell’affarismo l’hanno portata alla rovina”. “è vero” disse. “E anche la disgregazione della democrazia non è provocata dall’insaziabile brama di ciò che si prefigge come bene?” “E che cosa, secondo te, si prefigge?” “La libertà”, risposi. “In una città democratica sentirai dire che questo è il bene supremo e quindi chi è libero per natura dovrebbe abitare soltanto là. […] non sono dunque la brama insaziabile e la noncuranza d’ogni altro valore a trasformare questa forma di governo e a prepararla ad avere bi

La fragilità dell’amore

La fragilità della mente umana mi spaventa. I pensieri che vengono costruiti in anni ma distrutti in pochi attimi, a volte senza neanche il beneficio del dubbio o una possibilità di replica, sono a volte un’ingiustizia con cui è difficile convivere – sapere che l’ingiusto è dietro l’angolo spaventa; entrare nella consapevolezza che non ci siano moderatori superiori che fanno sì che la nostra sia una vita tranquilla. Secondo me, la fine di qualcosa è quasi sempre un capriccio dettato dalla testardaggine umana. Si ha tutta la fiducia di una persona, e a un certo punto non basta più. Quando capita, a te tutto sembra superfluo, perché tu diventi superfluo. L’uomo che sogna l’amore per non essere solo, ma in realtà non sembra saper fare altro tanto bene. Qui c’è la conferma dell’incoerenza umana – caratteristica tanto snobbata ma che invece io penso sia più umana e naturale di quanto pensiamo; sì, perché la prima cosa a cui pensiamo per migliorare la nostra vita è fare nuove conoscenze, cer

Comprensione

La verità è che esistono idioti molto intelligenti. Per questo dico che per valutare le capacità intellettuali di una persona, bisogna considerare oltre all’intelligenza anche la comprensione, dove “comprendere” non è sinonimo di “capire”, checché ne dica la lingua italiana. Ma che cos’è la comprensione? Non è per caso solo un espediente per dimostrare che, anche se non so fare le addizioni, sono comunque straordinariamente sveglio? In coma è meglio

Contro i poeti

Perché non mi piace la poesia pura? Per le stesse ragioni per le quali non mi piace lo “zucchero” puro. Lo zucchero è fenomenale quando lo sciogliamo nel caffè ma nessuno si mangerebbe un piatto di zucchero: sarebbe troppo. È l’eccesso ciò che stanca nella poesia: eccesso di poesia, eccesso di parole poetiche, eccesso di metafore, eccesso di nobiltà, eccesso di depurazione e di condensazione che fanno somigliare la poesia a un composto chimico. Witold Gombrowicz (Tea, 1999)

Il mondo è cambiato, il governo no, purtroppo

Sono anni che si ripete allo sfinimento che l’Italia ha bisogno di riforme strutturali per evitare il baratro verso il quale stiamo correndo, la stessa Europa ci ha richiamati più volte. Anni. E il nostro governicchio abusivo si sveglia solo ad Agosto 2011, durante una crisi mondiale di proporzioni immani, anche a causa della speculazione, cercando in fretta e furia soluzioni schizofreniche e disperate, che avrebbero bisogno di mesi e mesi di discernimento e trattativa con le parti sociali. A un passo dal baratro, l’unica cosa che il genio dell’economia, e gli irriducibili berluscones sanno dire, è piagnucolare “Il mondo è cambiato in un mese, gnè gnè, non è colpa nostra”. Sono anni che il mondo sta cambiando, e se aveste tirato fuori la testa dalla vostra gabbia dorata ogni tanto, insieme ai vostri amichetti ricchi che non volete toccare neanche in una situazione disperata, lo avreste visto anche voi. Ma si sa, i governi come questo non hanno mai colpe, sono molto bravi in una cos

Cardinal Bagnasco

Lo confesso: nel leggere le parole del cardinal Bagnasco sull’Unità d’Italia che «è un tesoro per tutti e non va bistrattata» mi sono commosso. Ho pensato al mio unico idolo politico, Cavour, morto gridando in faccia al suo confessore: «Frate, libera Chiesa in libero Stato!». Alle invettive di quel mangiapreti inguaribile di Garibaldi. Alle scomuniche di Pio IX contro Vittorio Emanuele «re di briganti». Al destino zoppo di un Paese nato dall’azione di un pugno di liberali e di massoni, nel disinteresse delle masse analfabete e con l’aperta ostilità della Chiesa, che fin dal Seicento impedì la nascita di uno Stato nazionale, evocando di volta in volta un protettore straniero per impedirla. C’è voluto del tempo, ma ora i nostri padri risorgimentali possono stropicciarsi gli occhi nell’aldilà, scorrendo le interviste patriottiche del cattolicissimo Andreotti e la ferma scelta di campo del capo dei vescovi. Quante lotte, sofferenze e inimicizie per arrivare a pensarla tutti alla stessa man

Ma a de Gaulle no

Al Maresciallo Stalin Ieri sera ho visto per la seconda volta il film «Kutuzov», del quale Lei mi ha fatto dono. Quando lo vidi la prima volta mi suscitò una grande ammirazione, ma essendo in russo non ero riuscito a comprendere il senso di tutte le situazioni. Ieri sera ho rivisto il film con i sottotitoli inglesi, che hanno reso perfettamente comprensibile tutto, e devo dirLe che, a mio parere, si tratta di uno dei film più geniali che io abbia mai visto. Mai conflitto tra due personalità è stato mostrato con maggiore chiarezza. Mai delle immagini cinematografiche hanno espresso tanto efficacemente l’importanza della fedeltà nei comandanti e nei semplici soldati. Mai i soldati russi e il popolo russo sono stati presentati al popolo britannico così gloriosamente attraverso quest’arte. Non ho mai visto una maggiore maestria nell’uso della macchina da presa. Se ritenesse appropriato comunicare privatamente la mia ammirazione e gratitudine a coloro che hanno lavorato a quest’opera d’art

Riccardo III

Ora l’inverno del nostro scontento è reso estate gloriosa da questo sole di york, e tutte le nuvole che incombevano minacciose sulla nostra casa sono sepolte nel petto profondo dell’oceano, ora le nostre fonti sono cinte di ghirlande di vittoria, le nostre armi malconce appese come trofei, le nostre aspre sortite mutati in lieti incontri, le nostre marce tremende in misure deliziose di danza. Shakespeare

Memorie dal sottosuolo

Ma guardate un pò più attentamente! Noi non sappiamo nemmeno dove stia ora ciò che è vivo, e cosa sia, come si chiami. Lasciateci soli, senza libri, e ci confonderemo subito, ci smarriremo: non sapremo dove far capo, a cosa attenerci; che cosa amare e che cosa odiare, che cosa rispettare e che cosa disprezzare. Fedor Dostoevskij

I quattro principi

Quattro sono i principi dell’anima ragionevole: cervello, cuore, ombelico, sesso. La testa della mente, il cuore dell’anima e della sensazione, l’ombelico del radicamento ed accrescimento primitivo, il sesso poi della gettata del seme e così della generazione. E il cervello significa il principio dell’uomo, il cuore quello dell’animale, l’ombelico quello della pianta e il sesso quello dell’insieme di tutte le cose: perché tutte a partire dal seme e germogliano e spuntano. Filolao - (Magna Grecia, 470 a.C. – 390 a.C.)

Simili e contrari

E forse è ai contrari che la natura tende e da essi compie l’accordo, non dai simili; come, per esempio, ha messo insieme il maschio con la femmina e non ciascuno dei sessi col congenere, e la prima concordia ha essa composto attraverso i contrari, non i simili; e, a quanto sembra, anche l’arte in imitazione della natura è questo che fa: la pittura infatti nella mistione delle nature dei colori bianchi e neri, gialli e rossi, ritratti ha compiuto in accordo con gli originali; la musica, nella miscela di suoni acuti e gravi, lunghi e brevi, in voci differenti ha compiuto un ‘unica armonia; la grammatica poi, con la mescolanza fatta di vocali e consonanti, ha da esse costituito l’intera arte. Proprio questo era anche quel che si diceva in Eraclito, l’oscuro: collegamenti: interezze che non sono intere, un convergente divergente, consonante dissonante, e da tutte le cose uno e da uno tutte. Eraclito - (Efeso, 535 a.C. – 475 a.C.)

Il pazzo del sistema

Salgo sul bus con l’ombrello che versa acqua per terra. Anche io sono zuppo. Provo ad agitare il trench per far gocciolare un po’ d’acqua e non bagnarmi i vestiti, ma è tardi: è invernale, fatto di lana o chissà che tipo di stoffa, e ha assorbito tutta l’acqua. Sono una spugna gigante. Una signora seduta ai primi posti sorride mentre mi fissa. Ha una cappotto marrone, enorme e pieno di pellicce qui e lì. Mi chiede “Fuori piove?”. Signora, che cazzo, non lo vede? Siamo in un bus, non in un bunker senza finestre. “Eggià”. No, ti prego, non voglio parlare del tempo. Piove, marzo è pazzo, non vedo l’ora che arrivi l’estate eccetera. Il primo che si lamenterà per il caldo lo picchierò a sangue con una lastra di ghiaccio, ricordandogli quando si lamentava del freddo. Fa freddo, l’argomento è chiuso, finito. Esaurito. La signora sorride, “Ti sei bagnato”. Nooo, è che sono influenzato e ho fatto uno starnuto prima di salire sul bus. La signora è snob. Ha dalla sua parte il diavolo, tant’è che

Lettera VII

Né c’è legge che possa assicurare la pace ad uno Stato i cui cittadini si credono in dovere di dilapidare ogni sostanza in spese pazze, e stimando quasi un obbligo l’ozio, interrotto solamente da banchetti, libagioni e piaceri d’amore. È evidente che tali città siano coinvolte in una continua sequela di tirannidi, oligarchie, democrazie, i cui capi non vorranno neppure sentir parlare di una costituzione giusta ed equilibrata. Platone

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