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Visualizzazione dei post da settembre, 2018

Buonanotte del 30 settembre 2018

C’è un’Ape che se posa su un bottone de rosa: lo succhia e se ne va… Tutto sommato, la felicità è una piccola cosa. — Trilussa

Zinaida Serebriakova

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Autumn Landscape

Lo specchio

Non ci terrei ad essere ricordata per una bellezza da capogiro, nemmeno se ce l'avessi davvero. Forse è una bugia che mi racconto, lo so. Forse c'è stato un momento in cui l’ ho desiderata tanto e l'ho sfiorata solo per pochissimi anni. Forse lo sono stata, bellissima, e qualcuno non me lo ha detto. Di sicuro non inquieto sogni segreti o turbo gli equilibri di qualcuno, per il mio aspetto esteriore. Ma io preferisco una semplice reazione di gradevolezza, negli occhi di chi mi guarda, così, per caso, per sbaglio o per scelta. Uno sguardo pulito, addosso, la curiosità per un mio gesto, il contagio della mia risata che sa muovere altri sorrisi e fa magia improvvisa. Ho gli occhi e la bocca al loro posto. E il mio naso sente persino profumi che neanche esistono. I cinque sensi funzionano bene anche se il sesto mi avvisa sempre troppo in ritardo e sta perdendo colpi.Uso pochissimo trucco, solo per sentirmi meglio e soprattutto quando mi concedo una tregua dal farmi guerra p

Buonanotte del 29 settembre 2018

Il male assoluto del nostro tempo è di non credere nei valori. Non ha importanza che siano religiosi oppure laici. I giovani devono credere in qualcosa di positivo e la vita merita di essere vissuta solo se crediamo nei valori, perché questi rimangono anche dopo la nostra morte. — Rita Levi Montalcini

Helen Frankenthaler

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Lunar Table 1968 - Helen Frankenthaler (1928-2011)

Andrej Tarkovskij

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L’uomo non può mai tornare allo stesso punto da cui è partito perché nel frattempo lui stesso è cambiato. C’è un solo viaggio possibile: quello che facciamo nel nostro mondo interiore. Non credo che si possa conoscere di più viaggiando sul nostro pianeta. Così come non credo che si viaggi per tornare. L’uomo non può mai tornare allo stesso punto da cui è partito perché nel frattempo lui stesso è cambiato. Da se stessi non si può fuggire. Tutto quello che siamo lo portiamo nel viaggio. Portiamo con noi la casa della nostra anima come fa la tartaruga con la corazza. In verità, il viaggio per i paesi del mondo è per l’uomo un viaggio simbolico. Dovunque vada è la propria anima che sta cercando. Per questo l’uomo deve (poter) viaggiare.

Buonanotte del 28 settembre 2018

Non si vede due volte lo stesso ciliegio, nè la stessa luna contro cui si staglia un pino. Ogni momento è ultimo, perchè è unico. — Marguerite Yourcenar

Charles Green Shaw

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L'universo

Alla gente che mi chiede se fu Dio a creare l’universo, rispondo che la domanda in sé non ha senso. Il tempo non esisteva prima del big bang, quindi non c’era un tempo in cui Dio potesse creare l’universo, è come chiedere indicazioni stradali per il confine della Terra: la Terra è una sfera, non ha i bordi di una tavola, dunque cercarli sarebbe assolutamente inutile. Ciascuno di noi è libero di credere ciò che vuole. Dal mio punto di vista la spiegazione più semplice è che non ci sia alcun Dio, nessuno ha creato l’universo e nessuno decide il nostro destino. Questo mi porta a una rivelazione profonda: probabilmente non esiste il paradiso né una vita ultraterrena, abbiamo solo questa vita per apprezzare il grande disegno dell’universo, e io di questa vita sono estremamente grato. — Stephen Hawking

Buonanotte del 27 settembre 2018

E’ impossibile vivere senza fallire in qualcosa, a meno di vivere così prudentemente che tanto varrebbe non vivere affatto…nel qual caso si fallirebbe in partenza. — “Buona vita a tutti” di J. K. Rowling

Joan Miró

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Woman in the Night, 1974

Ecco la mia eredità

di Enzo Belia Simon Conobbi Simon quando lui aveva undici anni e io nove. Veniva dalla Francia, dove era nato da genitori italiani che vi erano emigrati all’inizio degli anni Venti in cerca di fortuna. Sembrava che le cose fossero andate piuttosto bene per loro, perché una volta ritornati in patria, e per sempre, rilevarono un esercizio di sali e tabacchi che serviva, a quei tempi, da piccolo bazar; e si comperarono anche una bella casetta che lo incorporava. Dal suo arrivo in Italia Simon destò una certa curiosità presso la banda di mocciosi alla quale appartenevo anch’io. La sua difficoltà ad assimilare il nostro dialetto, la caratteristica della ‘erre moscia” e una sorta di timidezza ci dettero a prima vista la sensazione di poterlo dominare a piacere. Pur essendo di modesta statura, e così restò anche da grande, era di costituzione robusta e ben presto restammo ammirati dalla sua capacità, quasi funambolesca, di fare il salto mortale, di camminare avanti e indietro con le man

Buonanotte del 26 settembre 2018

Nessun fiocco di neve si sente mai responsabile in una valanga. — Stanisław Lec

Gunta Stolzl

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Design for a carpet Bauhaus Weimar, 1922

La storia che non si affanna

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La storia che non si affanna alle trombe mi accompagna. Gerico viene chiamata la città da me abitata. Mi frana di dosso pezzo a pezzo la cinta muraria. Sto in piedi tutta nuda sotto la divisa d’aria. Suonate, trombe, e come si confà, suonate insieme a più non posso. Ormai solo la pelle cadrà e mi discolperanno le ossa. Wisława Szymborska

Buonanotte del 25 settembre 2018

Come può chi conosce l’essere umano, la sua storia, la sua cultura, la sua natura, il suo mondo interiore, escludere l’assurdo? — Jón Kalman Stefánsson, I pesci non hanno gambe.

Henri Matisse

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The Snail, 1953

La guardiana di Ulisse

Una malata di Alzheimer un angelo e una domanda di Alessandro Borio Un angelo all’inferno Dal buio che lo circondava emergevano improvvisamente, come fatue falene impazzite, gemiti profondi e monotonali, più scuri della notte che li avvolgeva, i quali concorrevano, unendosi e alternandosi in un’angosciosa staffetta, a formare un panorama sonoro particolarmente disperato. Non si potevano chiamare grida; le grida sono espressioni di dolore che comunque hanno una connotazione di denuncia del torto subito o di richiesta di aiuto. Si grida per farsi sentire, per ricevere un ausilio, perché comunque si ha nell’animo ancora una scintilla di speranza; quelle che raggiungevano le orecchie dell’angelo, invece, erano voci di una disperazione rassegnata, rivolte a nessuno e forse emesse senza alcun fine logico, se non quello di riempire in qualche modo l’assurda solitudine che regnava sovrana in quel luogo. In quell’oceano di buio, l’unica cosa che appariva chiara a Ulisse Man

Buonanotte del 24 settembre 2018

Siamo sepolti sotto il peso delle informazioni, che vengono confuse con la conoscenza. La quantità è scambiata con l’abbondanza e la ricchezza con la felicità. È la pazzia che germoglia nei nostri cervelli. Siamo scimmie armate e piene di soldi. Tom Waits

Merikokeb Berhanu

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‘Untitled XIV’, - 2013

Mai nel mio nome

di Michele Di Schino Mi sveglio con uno strano rumore negli occhi. La porta della stanza viene picchiata con forza dall'esterno. All'improvviso si apre ed entra una vecchia. È mia nonna. Mi guarda col suo occhio folle e i capelli che brulicano di serpi e di vermi, mi grida suonando il violino che dobbiamo far presto, che nessuno ci aspetterà più, che dobbiamo correre, arrivare in tempo per il giudizio finale che è oggi, per non rischiare di non essere dannati e passare il resto dell'eternità su questa porca terra che non verrà mai distrutta, se non per cause naturali. La seguo vestito di un manto scarlatto che mi avvolge le gambe, la vista si annebbia, di fuori, il sole accecante la blocca in una cappa di bianco dolore. Corriamo per tutto il giorno e anche la notte. Mia nonna davanti a me vestita di stracci saltella felice e suona il suo maledetto violino arancione, mentre io arranco dietro di lei, e ansimo, le dico di andare avanti che non ce la faccio più. Neanch

Buonanotte del 23 settembre 2018

Non ci sono altri giorni che questi nostri giorni. […] Che mi sia dato di non sprecarli, di non sprecare nulla di ciò che sono e di ciò che potrei essere. — Il Cavaliere Inesistente; Italo Calvino

Filippo De Pisis

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Aspettando il futuro

di Quintino Rozzi Maria Scese la sera come ogni giorno, silenziosa ed implacabile. Il vecchio noce si guardava intorno assaporando l'imbrunire, ma si sentiva in pena per quel casale che stava cadendo a pezzi. Della passata prosperità, e ce n'era stata tanta, restavano solo muri sgretolati e pavimenti sconnessi, ed un'immensa campagna tutt'intorno sempre più affidata alla volontà di Dio. Chi l'aveva piantato, il vecchio noce, se ne era già andato da molto tempo, rispettando l'antica leggenda che racconta che chiunque pianta un noce, sia destinato a salire tra gli Antichi Padri non appena il tronco raggiunge la grandezza del suo collo. Così era stato. Quando si sentì vecchio, chi l'aveva piantato, volle sfiorare con le proprie mani la leggenda. Con un pezzo di corda sdrucita misurò la circonferenza del tronco, poi del suo collo. Con impressionante precisione le misure corrispondevano. Spirò la sera stessa. Qualcuno ricorda ancor

Buonanotte del 22 settembre 2018

Non puoi attraversare il mare semplicemente stando fermo e fissando le onde. — Rabindranath Tagore

Lyonel Feininger

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Massimo Bisotti

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Conosco tanta gente ma ho pochi amici. Conosco tante donne ma ho avuto pochi amori. Conosco compagnie che fanno solitudine e solitudini che fanno compagnia, strade asfaltate che conducono all’inferno e scomodi sentieri di sassi che nascondono paesaggi interiori inaspettati. Ho conosciuto silenzi davvero vuoti e il vuoto non è mai leggero, e parole davvero pesanti perché svuotate di sentimento. Attese inesorabili e gioie inattese, dolore muto che non fa dormire e felicità che fa così tanto rumore da tenere svegli. Ho capito che tra tenere e trattenere c’è la distanza della vera importanza.

Buonanotte del 21 settembre 2018

Sedetevi, e lasciate ch’io vi torca il cuore; perché questo io farò, se esso è fatto di materia penetrabile, se il dannato costume non l’ha indurito così che sia corazzato e fortificato contro ogni sentimento. — William Shakespeare

Keith Haring

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International Volunteer Day, 1988

Stanze vuote

Ricordi di una bambina che cresce nell'Umbria contadina di ieri di Rina Gatti Capitolo III Un focolare per venti persone Eppure allora tu mi sembravi davvero la casa più bella del mondo. Questa cucina vuota, con i calcinacci lungo le pareti, allora mi sembrava enorme, e infatti era l'ambiente più grande della casa. Aveva un odore inconfondibile, di pane e di madia, che noi chiamavamo "mattra"; un lungo tavolo la percorreva da cima a fondo, costeggiato da due panche e qualche seggiola di paglia. Tutto fatto in casa. Da veri tuttofare, i nostri adulti non si spaventavano per nulla, ed erano in grado di fare i falegnami, i fabbri, i muratori, i calzolai e anche i veterinari; tutto tramandato di generazione in generazione. Ma il punto più importante della cucina, e forse di tutta la casa, era il focolare. Più o meno funzionava tutto l'anno, per cucinare e per riscaldare, o per cucinare solamente. E cucinare d'agosto davanti al focolare, vi garant

Buonanotte del 20 settembre 2018

Siamo talmente disperati da fingere che le cose siano come devono essere, e sembra una mossa falsa confessare a noi stessi che non lo sono. Qualunque cosa sia, dilla a te stesso. La verità ti renderà libero. Sopravvivere a qualunque vita tu stia vivendo significa mentire, e l’inganno corrode l’anima: quindi, almeno per un minuto, molla le bugie. — Nick Hornby, “Non buttiamoci giù”

Lyonel Feininger

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Stiller Tag am Meer III, 1929

Una minestra di quinoa

Diario di un viaggio in Bolivia di Mimmo Scipioni Arrivo a La Paz Tutto è iniziato nel 1979... O forse tanti anni prima. Quell’anno un aereo mi portò in Nepal, per un trekking al campo base dell’Everest. Ma i viaggi per il mondo non cominciano mai il giorno in cui prendi un qualunque mezzo per spostarti, iniziano, come quelli interiori molto tempo prima, quando si comincia a cercare dentro di sé il perché di tanta piacevole inquietudine che spinge a muoversi prima intorno ai luoghi familiari e poi via via, in un vortice che sembra senza fine, sempre più lontano. Adesso, tanti anni dopo, sono qui in Bolivia nel mese di gennaio. È la stagione delle piogge e non è un bel mese per andare in giro in Bolivia, ma un po’ perché avevo voglia di partire, un po’ perché era saltata una piccola spedizione in Perù, ho ripiegato sulla Bolivia. Non ci ho pensato molto, in fondo il bagaglio è lo stesso, ho solo dovuto comprare qualche altra carta geografica e cambiare il biglietto aereo. Cos

Buonanotte del 19 settembre 2018

Fa freddo qui e vorrei che tu entrassi per sederti sul mio letto a parlare e potremmo dirci tutte le precauzioni che non abbiamo preso e accennare ai misteri nascosti della vita che solo noi abbiamo risolto. — Zelda Sayre in una lettera a Francis Scott Fitzgerald, marzo 1932 (da Caro Scott, carissima Zelda – La Tartaruga edizioni, traduzione di Marina Premoli)

Aleksander Rodchenko

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Untitled (ca. 1920)

Figli dell'epoca

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Siamo figli dell'epoca, l'epoca è politica. Tutte le tue, nostre, vostre faccende diurne, notturne sono faccende politiche. Che ti piaccia o no, i tuoi geni hanno un passato politico, la tua pelle una sfumatura politica, i tuoi occhi un aspetto politico. Ciò di cui parli ha una risonanza, ciò di cui taci ha una valenza in un modo o nell'altro politica. Perfino per campi, per boschi fai passi politici su uno sfondo politico. Anche le poesie apolitiche sono politiche, e in alto brilla la luna, cosa non più lunare. Essere o non essere, questo è il problema. Quale problema, rispondi sul tema. Problema politico. Non devi neppure essere una creatura umana per acquistare un significato politico. Basta che tu sia petrolio, mangime arricchito o materiale riciclabile. O anche il tavolo delle trattative, sulla cui forma si è disputato per mesi: se negoziare sulla vita e la morte intorno a uno rotondo o quadrato. Intanto la gente moriva, gli an

Italo Calvino

Il 19 settembre del 1985, muore a Siena Italo Calvino A casa di Marcovaldo quella sera erano finiti gli ultimi stecchi, e la famiglia, tutta incappottata, guardava nella stufa impallidire le braci, e dalle loro bocche le nuvolette salire a ogni respiro. (Racconti, Premo Bagutta 19659)

Buonanotte del 18 settembre 2018

Non è meraviglioso pensare a tutte le cose che ci sono da scoprire? Mi fa sentire felice di essere viva, il mondo è così interessante. Non lo sarebbe altrettanto se conoscessimo tutto, non ci sarebbe più spazio per la fantasia. — Lucy Maud Montgomery, Anna dai capelli rossi

Sonia Delaunay

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Geometric Abstraction, 1973, Alpha

Selva dei Pini

Il Cimone (1961) di Marcello Marcellini In quella mattina di fine giugno un leggero vento muoveva appena le chiome dei pini e un buon odore di resina si diffondeva nell'aria, quando Marco, assieme agli altri studenti, uscì dal sanatorio durante l'ora di permesso. Una volta fuori si fermò per un attimo sul piazzale per salutare Bruna che si era affacciata alla veranda, e poi si diresse come al solito alla locanda di Checco. Era quasi arrivato al vialetto alberato che sbucava sulla statale dell'Abetone Brennero, quando sentì qualcuno che lo chiamava ad alta voce. "Ehi, Marco, aspettami, ti devo parlare." Era Daniele, lo stava rincorrendo con quei pantaloni così larghi che sventolavano come se si dovessero staccare dalle gambe magre. Aveva un'espressione seria; era diventato serio dopo che si era innamorato di Renata, una studentessa di Lettere arrivata da un paio di mesi a Selva dei Pini. Lei era bella e lo sapeva. Aveva sempre intorno un nugolo di ragazzi

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