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Visualizzazione dei post da maggio, 2011

Perché festeggio la vittoria di Pisapia

Vedo, da più parti, critiche ai festeggiamenti per il cambiamento che sta sconquassando l’Italia come un terremoto. Arancione. E’ comprensibile che la gente, in Italia, pensi che l’unico motivo valido per festeggiare in piazza sia la vittoria di una squadra di calcio, o di un motociclista, ma proverò a elencare i primi punti che mi vengono in mente, in ordine sparso e senza nessuna volontà di completezza, per spiegare perché ieri sono andato in Duomo a cantare e urlare di gioia per la vittoria di Pisapia. 1) Si è tornato a parlare di scuola pubblica come un valore, come un servizio per la comunità da mantenere aperto e accessibile, e non come un peso da cui distogliere risorse in favore di scuole confessionali (quindi solo per pochi) o per ricchi (quindi solo per pochi). 2) Si è tornato a parlare di integrazione in termini di opportunità positiva, e non come paura atavica e irrazionale. Senza voler trasformare l’Italia in un campo profughi, naturalmente, ma accogliendo e “sfruttando

40 consigli di scrittura di Umberto Eco #8

29. Roosewelt, Niezsche, e simili. 30. Nomina direttamente autori e personaggi di cui parli, senza perifrasi. Così faceva anche il maggior scrittore lombardo del XIX secolo, l’autore del 5 maggio. 31. All’inizio del discorso usa la captatio benevolentiae per ingraziarti il lettore (ma forse siete così stupidi da non capire neppure quello che vi sto dicendo). 32. Cura puntiliosamente l’ortograffia.

Il gabbiano Jonathan Livingston

La maggior parte dei gabbiani non si danno la pena di apprendere, del volo, altro che le nozioni elementari: gli basta arrivare alla costa, a dov’è il cibo e poi tornare a casa. Per la maggior parte dei gabbiani volare non conta, conta mangiare. A quel gabbiano lì, invece, non importava tanto procurarsi il cibo, quanto volare. Più di ogni altra cosa al mondo, a Jonathan Livingston piaceva librarsi nel cielo. Richard Bach

Annarella su referendum, situazione politica italiana ecc.

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Come Controllare le Masse, Prima Parte #3

B) IL PUNTO CENTRALE: IL CONTROLLO DELLE TELEVISIONI Negate a una persona l’informazione necessaria per dare un giudizio obiettivo e sarà incapace di farlo. Il cervello umano è in grado di scegliere solo fra ciò che conosce, quindi il controllo su larga scala all’accesso delle informazioni critiche di cui si ha bisogno per valutare una situazione significa il controllo dei processi mentali delle masse. Per ottenere il consenso della massa si deve avere un controllo diretto o indiretto su una parte dei canali di comunicazione, soprattutto televisivi. La televisione, se fatta ad arte, provoca piacere e interesse, cattura l’attenzione e ci distrae dalla routine della nostra vita, specialmente quando le nostre vite reali sono monotone, vuote, prive di significato, alienanti o stressanti. Ci propone sempre degli argomenti pieni di attrattiva, dal pettegolezzo alla rissa in tv alla partita di calcio, alla tragedia in diretta con sofferenze e pianti in prime-time. Facilmente questo piacere

40 consigli di scrittura di Umberto Eco #7

25. Non si apostrofa un’articolo indeterminativo prima del sostantivo maschile. 26. Non essere enfatico! Sii parco con gli esclamativi! 27. Neppure i peggiori fans dei barbarismi pluralizzano i termini stranieri. 28. Scrivi in modo esatto i nomi stranieri, come Beaudelaire.

Meredith Grey

I legami che ci vincolano a volte sono impossibili da spiegare. Ci uniscono anche quando sembra che i legami si debbano spezzare. Certi legami sfidano le distanze e il tempo e la logica. Perché ci sono legami che sono semplicemente… destinati ad essere.

Come Controllare le Masse, Prima Parte #2

A) PROPORRE MODELLI DI PENSIERO IMPULSIVI E SUPERFICIALI Per favorire quindi le dinamiche primitive delle masse e poterle controllare, è indispensabile proporre e stimolare il più possibile, modelli di pensiero elementari e impulsivi, come quelli che vediamo nelle risse in TV, discussioni superficiali con ospiti illustri e coinvolti, spesso con grida e crisi isteriche, schiaffeggiamenti minacce e pianti, dove tutti sono contro tutti nell’esprimere la parte più bassa dell’emotività umana, come la rabbia, l’aggressività, l’invidia, con i metodi del branco, della piazza o del linciaggio in diretta. Si cerca do proporre i più svariati programmi adattandoli secondo questi modelli dove è ben visibile la reazione emotiva immediata. Con il passare degli anni questi modelli vengono appresi come bagaglio di esperienza collettiva e diventano delle vere e proprie forme mentali accettate come “normali”. LIMITARE INTELLIGENZA E ISTRUZIONE Al contrario, la ragione e la riflessione, non deve essere

40 consigli di scrittura di Umberto Eco #6

21. Non usare metafore incongruenti anche se ti paiono “cantare”: sono come un cigno che deraglia. 22. C’è davvero bisogno di domande retoriche? 23. Sii conciso, cerca di condensare i tuoi pensieri nel minor numero di parole possibile, evitando frasi lunghe – o spezzate da incisi che inevitabilmente confondono il lettore poco attento – affinché il tuo discorso non contribuisca a quell’inquinamento dell’informazione che certamente (specie quando inutilmente farcito di precisazioni inutili, o almeno non indispensabili) una delle tragedie di questo nostro tempo dominato dal potere dei media. 24. Gli accenti non debbono essere nè scorretti nè inutili, perchè chi lo fà sbaglia.

Il Favoloso Mondo di Pisapie

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Barbara Garlaschelli

Si vive di sottrazioni. Si vive sommando le occasioni perdute, gli incontri mancati, gli amori finiti, le ore e i giorni e le notti consumate nell’attesa. Alla fine ciò che resta è una montagna di cose che non ci sono state. da "Alice nell'ombra"

Frase dell'anno

" No mundo atual está se investindo cinco vezes mais em remédios para virilidade masculina e silicone para mulheres do que na cura do Mal de Alzheimer. Daqui a alguns anos, teremos velhas de seios grandes e velhos de pinto duro, mas eles não se lembrarão para que servem ". "Nel mondo attuale si sta investendo cinque volte in più per la cura della virilità mascolina e la ricerca per migliorare la ricerca della cura estetica delle donne come sillicone botolino ecc… che per la malattia del morbo di Alzhaimer, tra alcuni anni avremo vecchine con il seno grande e non cadente e vecchi con il pisello sempre duro, ma LORO non si ricorderanno a cosa serve…" di Drauzio Varella

Ci sono...

Ci sono perdite di sangue e poi ci sono perdite di tempo, ci sono perdite di gioco che si piange e qualche volta brutte perdite di senso. E poi ci siamo noi che ci perdiamo irrimediabilmente; e irrimediabilmente ci perdiamo in niente. Carlo Fava

Come Controllare le Masse, Prima Parte #1

Come si possono controllare le masse nei sistemi moderni chiamati “democratici”, dove i cittadini possono esprimersi liberamente con il voto? Molti sanno che la televisione influenza le persone, ma quanti sanno in che modo lo fa? Spesso sento dire “La televisione in Italia è spazzatura”, oppure “gli italiani sono dei superficiali”, ma cosa c’è dietro? Conosciamo il reale significato di ciò che ci viene proposto? Ho notato la scarsissima conoscenza da parte della gente comune sulle specifiche tecniche di persuasione delle masse, voglio quindi lasciare il mio contributo con questo articolo, frutto di uno studio costante di più di dieci anni. Le fonti sono prevalentemente testi universitari più o meno comuni di Sociologia, Psicologia, Marketing e Statistica. Descriverò, in più post divisi per argomento, un sistema di tecniche volte a ottenere il controllo sulle masse e alla determinazione di un regime democratico. Laddove ci sia un regime più o meno totalitario in un sistema democrati

40 consigli di scrittura di Umberto Eco #5

17. Guardati dalle metafore troppo ardite: sono piume sulle scaglie di un serpente. 18. Metti, le virgole, al posto giusto. 19. Distingui tra la funzione del punto e virgola e quella dei due punti: anche se non è facile. 20. Se non trovi l’espressione italiana adatta non ricorrere mai all’espressione dialettale: peso el tacòn del buso.

Toccalo tu, il pungitopo

Sì, pensavo, sì. Lo faccio, lo scrivo. Prima lo penso poi lo scrivo. C’è tempo. C’è tempo. Il tempo vola. Ma il tempo se vuoi lo accorci o lo allunghi. Penso le cose da scrivere prima e poi lo scrivo, quel post. Scrivo un racconto. Vorrei prima pensarlo e poi scrivendolo, riuscire a far sì che la giusta sfumatura emotiva emerga dalle righe. Mentre lo si legge quel post sotto l’albero, vorrei raccontasse dei colori delle bacche del pungitopo, della loro perfezione e delle spine sulle foglie. Voglio che pensi: bello il pungitopo ma toccalo dalla parte sbagliata il pungitopo, e poi mi dici. Prima di scrivere devo rimuginare un racconto che si racconti così: urticante ma con gentilezza. Ti posso dire che ho visto una foglia arancio su un prato verde e ti racconto un pomeriggio. Per narrarti del mio stato d’animo potrei mostrarti quella statua senza un braccio o quella siepe con tutte le foglie secche infilate dentro al verde rigoglioso ma forse sarebbe una metafora leziosa. Solo,

Immaginarla in treno

Quando lei è in treno e viene da me e io la aspetto la immagino, la immagino seduta nel vagone vestita di bianco o d’azzurro perché sono i suoi colori preferiti, però non è una regola: se un giorno arrivasse vestita di verde o d’arancio va bene lo stesso. È bello immaginare quando sai che dopo un’ora o due o tre vai alla stazione a prenderla e lei scende e sarà sicuramente un poco diversa da come immagini, perché le persone - e specialmente le persone amate - hanno sempre qualcosa di nuovo e sorprendente. di Carlo Molinaro

40 consigli di scrittura di Umberto Eco #4

13. Solo gli stronzi usano parole volgari. 14. Sii sempre più o meno specifico. 15. La litote è la più straordinaria delle tecniche espressive. 16. Non fare frasi di una sola parola. Eliminale.

Non disprezzare

Non disprezzare il poco, il meno, il non abbastanza L’umile, il non visto, il fioco, il silenzioso Perché quando saranno passati amori e battaglie Nell’ultimo camminare, nella spoglia stanza Non resteranno il fuoco e il sublime, il trionfo e la fanfara Ma braci, un sorso d’acqua, una parola sussurrata, una nota Il poco, il meno il non abbastanza Stefano Benni

Caro Grillo, non sono tutti eguali

Del resto, se davvero fosse indifferente chi vincerà domani a Napoli e Milano e dopodomani alle elezioni politiche sempre più vicine, non avrebbe senso parlare e aver parlato di “regime”, lottare e aver lottato contro il “regime”. Quello di Berlusconi sarebbe semplice malgoverno, non più putrido del Caf di una generazione fa. E invece è un progetto di fascismo postmoderno in piena regola. Perciò, al centrosinistra non faremo sconti, criticheremo ogni inciucio e ogni omissione di lotta. Ma i loro elettori e i loro militanti non sono affatto eguali ai cloni delle Santanchè e degli Stracquadanio. Uniti alla società civile, potranno contribuire a liberare l’Italia. Paolo Flores d’Arcais

A scrivere

A scrivere meglio uno può sempre imparare: ci sono i corsi, ci sono gli editor… ma a pensare meglio? Come fa uno imparare a pensare meglio? E questo è un po’ il consiglio che mi sentirei di dare a tutti i giovani che stan meditando di fare gli scrittori: non domandatevi se scrivete abbastanza bene, domandatevi sepensate abbastanza bene. E poi – normalmente – rinunciate. sviluppina

Sorprese...

I miei passi risuonano in modo sinistro nel silenzio della stradina, rimbombando leggermente fra le pareti delle case ottocentesche che cingono lo spazio attorno a me. Sono a pochi metri dal centro della città, le nove di sera, la zona è comprensibilmente deserta. La gente che si rispetta è a cena, quello che doveva fare lo ha già fatto. La scarsa illuminazione di questa vecchia via stride un po’ con i fasti delle luci natalizie del centro. Complice la nebbia, la fioca luce dei lampioni lascia appena distinguere il selciato antico, consumato da mille passaggi di gente e mezzi. Ogni tanto sento un vociare che proviene da qualche finestra, persone in festa che ciarlano ad alta voce, rumori e suoni in totale contrasto col mio stato d’animo. Il clima umido di stasera non mi aiuta a sorridere ma mi accompagna, silente, mentre cammino lento e mi fumo l’ennesima sigaretta, assorto in pensieri che il freddo sembra voler congelare man mano che escono. Mi pongo domande alle quali la vita non ha

40 consigli di scrittura di Umberto Eco #3

9. Usare le parole straniere non è bon ton e potrebbero portare a misunderstanding. 10. Sii avaro di citazioni. Diceva giustamente Emerson: “Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu.” 11. I paragoni sono come le frasi fatte. 12. Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa; ripetere è superfluo (per ridondanza s’intende la spiegazione inutile di qualcosa che il lettore ha già capito).

E’ una vita che ti aspetto

Vado in cucina a fare colazione e trovo la moka sul fornello, e appiccicato sopra un post-it giallo con scritto: “Il caffè è pronto, devi solo accendere”. Mi siedo e rimango a guardare il bigliettino e la moka. Tutto è così semplice, e il suo gesto mi commuove. Aspetto ancora un attimo, mi godo questo momento e poi accendo. Dopo qualche minuto la cucina si riempie di profumo. Profumo di caffè. Quanto mi piace. Soprattutto la mattina. E io lo respiro, respiro il caffè, respiro la vita, ultimamente così diversa, delicata, fragile, limpida, armoniosa. Fabio Volo

Consigli a un giovane scrittore

Coltiva il dubbio riguardo alle ideologie e ai princìpi dominanti. Tieniti a distanza dai princìpi. Fai attenzione a non inquinare la tua lingua con quella delle ideologie. Persuaditi di essere più forte dei generali, ma non ti misurare con loro. Non credere di essere più debole dei generali, ma non ti misurare con loro. Non credere nei progetti utopistici, salvo in quelli che concepisci tu stesso. Mostrati ugualmente fiero davanti ai principi e alle folle. Danilo Kiš da Homo poeticus, Adelphi 2009

Una tazza di camomilla

Abitava in una baita sui monti della Valsolda con una cinquantina di pecore e qualche capra. Lo chiamavano Pinza per quelle mani forti come tenaglie, sorprendenti in un uomo piccolo e asciutto come lui. Quando scendeva in paese per far compere entrava al bar e chiedeva serio na tazza de camamela. La ragazza lo conosceva da anni e gli serviva un bicchiere da birra colmo raso di barbera. Lui lo portava alla bocca senza tremare per non sprecarne nemmeno una goccia e in tre sorsi lo beveva tutto. Nella sua baita il Pinza aveva adottato una dieta molto particolare: per pranzo due rosette e un bottiglione di barbera e per cena solo una rosetta e un altro bottiglione. Quell’anno, dicembre inoltrato, il Pinza si ammalò e dovettero ricoverarlo nell’ospedale di S. Mamete perchè viveva solo e nessuno avrebbe potuto curarlo a casa sua. La vigilia di Natale Alberto, il veterinario della condotta di Valsolda, trovato un attimo di tempo fra i mille impegni, volle andarlo a trovare con un piccolo don

40 consigli di scrittura di Umberto Eco #2

5. Ricorda (sempre) che la parentesi (anche quando pare indispensabile) interrompe il filo del discorso. 6. Stai attento… a non fare… indigestione di puntini di sospensione. 7. Usa meno virgolette possibili: non è “fine”. 8. Non generalizzare mai.

I gave you my heart

Volete davvero sapere cosa accadrà? Accadrà che un giorno-no-saprete-quando, quel giorno, capirete e tutto avrà finalmente una sua logica, una certa coerenza. Accadrà che finalmente vi sentirete abbastanza liberi e felici, probabilmente molto -molto- soddisfatti di voi stessi, addirittura risolti, o -che so- potenti, di successo. Ma non è vero. Quel giorno, quando arriverà, sarà al contrario l'esatto millimetro che vi distanziava dalla solitudine; quella completezza sarà la vostra fine. Quel giorno lì sarà una bomba che vi esploderà in volto. E da quel momento in poi la vita non sarà più vostra. Ne perderete, completamente, i tratti, le briglia, e la fiducia svanirà di colpo nel nulla. Non ci sarà mai stato, in tutti gli anni nei quali avete avuto percezione di voi stessi, un momento così tristemente logico, adamantino e perfetto. Vi accadrà che vedrete le cose per quello che sono e non per come avete sempre voluto che fossero, che da lontano capirete le persone per quello

40 consigli di scrittura di Umberto Eco #1

1. Evita le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi. Non è che il congiuntivo va evitato, anzi, che lo si usa quando necessario. 2. Evita le frasi fatte: è minestra riscaldata. 3. Esprimiti siccome ti nutri. 4. Non usare sigle commerciali & abbreviazioni etc.

Stanza 411

Si può fare a meno di tante cose, ormai questo lo so: senza qualcosa, senza molto, senza moltissimo, lo stesso si può sopravvivere. Le funzioni essenziali continuano a compiersi, come nei corpi, che sopravvivono anche mutilati. Mutilati dal di dentro. Mutilati fuori. Il cuore, in qualche modo, continua a battere. Simona Vinci

Congetture

E' un mondo stranissimo, un mondo nel quale il compito di chi ha meno di cinquant’anni non è di contribuire a un perfezionamento del mondo stesso, né (ci mancherebbe) a un ribaltamento, né a un qualsivoglia cambiamento di rotta. In questo mondo, quello che, da quarant’anni, si chiede a chi a questo mondo si affaccia, è di mettersi lì e di non rompere troppo i maroni. Paolo Nori

Sono morto e questo è l'ultimo post

«Ecco qua. Sono morto e questo è l'ultimo post del mio blog». Comincia così il messaggio, datato 4 maggio, lasciato da Derek Miller, diventato con gli anni il più famoso blogger canadese, su www.penmachine.com , in cui lui stesso annuncia la propria morte per le complicazioni di un tumore all'intestino, all'età di 41 anni. L'annuncio della fine ha provocato enorme commozione in rete, con oltre 8 milioni di contatti alla homepage del blog. Miller, sposato, due figlie di 13 e 11 anni, di Vancouver, era diventato famoso per la puntualità, la freddezza e il coraggio con cui aveva raccontato la lotta contro la malattia, senza mai cedere (almeno a giudicare dai messaggi) alla totale disperazione e spesso con un tocco di amaro umorismo. DIET COKE E FORMAGGIO SPRAY - In un post del 6 aprile, per esempio, chiedeva ai cittadini statunitensi che avessero visitato Vancouver e ai canadesi che tornavano dagli Stati Uniti di portargli due cose introvabili nel suo Paese, la diet coke

10 motivi per essere antinucleare #10

10. Il nucleare: più è lontano e minori sono i rischi Alcuni sostengono che il rischio nucleare c’è già, essendo l’Italia circondata da reattori. È una affermazione scorretta: anche se non è mai nullo, il rischio per le conseguenze di un incidente diminuisce maggiore è la distanza dalla centrale. Le Alpi, come si è visto nel caso di Cernobyl, sono una parziale barriera naturale per l’Italia.

Italo Calvino

Preferisco scrivere perché scrivendo posso correggere ogni frase tante volte quanto è necessario per arrivare non dico ad essere soddisfatto delle mie parole, ma almeno ad eliminare le ragioni d’insoddisfazione di cui posso rendermi conto.

Il sogno di un uomo ridicolo

Io sono un uomo ridicolo. Adesso loro mi chiamano pazzo. Sarebbe un avanzamento di grado se non mi trovassero sempre lo stesso uomo ridicolo. Ma adesso non mi arrabbio più, adesso li amo tutti, e persino quando se la ridono di me, anche allora, mi sono particolarmente cari. Io stesso riderei con loro, non di me stesso, ma per l’amore che gli porto, se non fossi così triste nel vederli. Così triste perché loro non conoscono la verità, mentre io, io conosco la verità. Oh, com’è duro essere solo nel conoscere la verità! Ma questo loro non lo comprenderanno. No, loro non lo comprenderanno. F. Dostoevskij

Charlie Chaplin

Le macchine che danno l’abbondanza ci hanno lasciati nel bisogno, la nostra sapienza ci ha reso cinici, l’intelligenza duri e spietati. Pensiamo troppo e sentiamo troppo poco. Più che di macchine, l’uomo ha bisogno di umanità. Più che di intelligenza, abbiamo bisogno di dolcezza e bontà. Senza queste doti, la vita sarà violenta e tutto andrà perduto.

10 motivi per essere antinucleare #9

9. Il nucleare non ha il sostegno dei cittadini Gli italiani hanno detto NO al nucleare con un’importante scelta referendaria. Oggi i sondaggi di opinione rivelano che la maggior parte dei cittadini non vuole una centrale nucleare nella propria Regione.

A volte mi domando

A volte mi domando se a questi adolescenti non farebbe bene un periodo di moratoria, in cui si chiudano loro YouTube, le chat, le discoteche, si limiti l’uso di Internet e dei cellulari per consentire loro di ricominciare a parlare, di riprendere contatto con le altre generazioni, con i giornali e i libri. Una moratoria periodica di due mesi l’anno, una cura disintossicante. Francesco Alberoni

Qui tollis peccata mundi

Al mondo siamo sei, quasi sette miliardi, ciascuno con i suoi problemi: ciò che tutti ci consola è la possibilità di prendercela con chi è messo peggio di noi. Di solito si tratta di islamici. Gli islamici sono appena un miliardo, e se date un'occhiata al planisfero vi rendete conto che stanno proprio in mezzo, di modo che di solito le prendono un po' da tutti; e diciamolo, se le meritano. Un po' per quel colore della pelle che non è bianco né nero, è... ambiguo; e poi quel profeta ultimo arrivato che nessuno ha visto in faccia, quelle usanze demodé, insomma con gli islamici vai sul sicuro: tu intanto dàgli addosso, che un motivo si trova sempre. E tuttavia, è inevitabile che a furia di prenderle siano diventati un po' nervosi. Fortunatamente in mezzo a tutto quel miliardo di islamici (che visto da vicino fa un po' spavento, dico, un miliardo! Tutto insieme!) c'è una nazione minuscola di cinque milioni di ebrei; si chiama Israele, e quando gli islamici vogliono

10 motivi per essere antinucleare #8

8. Il nucleare è una risorsa limitata L’Uranio è una risorsa molto limitata destinata a esaurirsi in poche decine di anni. Nel caso venissero costruiti nuove centrali, l’esaurimento delle risorse di uranio si accelererebbe.

L’insostenibile leggerezza dell’essere

Desiderava fare qualcosa che non lasciasse possibilità di ritorno. Desiderava distruggere brutalmente tutto il passato dei suoi ultimi sette anni. Era la vertigine. L’ottenebrante, irresistibile desiderio di cadere. La vertigine potremmo anche chiamarla ebbrezza della debolezza. Ci si rende conto della propria debolezza e invece di resisterle, ci si vuole abbandonare a essa. Ci si ubriaca della propria debolezza, si vuole essere ancor più deboli, si vuole cadere in mezzo alla strada, davanti a tutti, si vuole stare in basso, ancora più in basso. Milan Kundera

10 motivi per essere antinucleare #7

7. Il nucleare non genera indipendenza energetica Se il nucleare dovesse tornare in Italia, continueremo a importare petrolio per i trasporti e diventeremo dipendenti dall’estero per l’Uranio e per la tecnologia, visto che il nuovo reattore EPR è un brevetto francese. E, comunque, la Francia leader del nucleare ha consumi procapite di petrolio superiori a quelli italiani.

Fabrizio De Andrè

La solitudine (il silenzio, suo stretto parente, bisogna imparare ad ascoltarlo. Il silenzio non esiste) non esiste; nel senso che la solitudine non consiste nello stare soli, ma piuttosto nel non sapersi tenere compagnia. Chi non sa tenersi compagnia difficilmente la sa tenere ad altri. Ecco perché si può essere soli in mezzo a mille persone, ecco anche perché ci si può trovare in compagnia di se stessi ed essere felici (per esempio ascoltando il silenzio, stretto parente della solitudine). Ma il silenzio vero non esiste, come non esiste la vera solitudine. Basta abbandonarsi alle voci dell’Universo. da Una goccia di splendore

Thomas Mann

L’esperienza gli diceva che quello era amore. Ma benché fosse perfettamente consapevole che l’amore gli avrebbe procurato gran pena, tormento e umiliazione, che inoltre avrebbe distrutto la sua pace e riempito il suo cuore di melodie, senza permettergli la quiete necessaria a definire la forma di una cosa, a trarne con calma qualcosa di compiuto, nonostante ciò egli l’accolse con gioia, vi si abbandonò interamente e lo coltivò, con tutte le forze dell’animo, poiché sapeva che esso arricchisce e vivifica, e aspirava a quella ricchezza e a quella vita più che a esprimere con calma qualcosa di compiuto. Tonio Kröger

10 motivi per essere antinucleare #6

6. Il nucleare è una falsa soluzione per il clima Il nucleare è una scelta inutile ai fini climatici, visto che le centrali saranno pronte certamente dopo il 2020 e invece bisogna ridurre oggi le emissioni di gas serra. Investire sul nucleare sottrae risorse alle fonti davvero pulite, efficienza energetica e rinnovabili.

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