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Visualizzazione dei post da aprile, 2024

FramMenti

Giornata mondiale dell’Acqua. Non consumatela: bevete solo vino e birra. gargantua

Dino Buzzati 14. IL RE A HORM EL-HAGAR

Questi i fatti avvenuti in località Horm el-Hagar di là della Valle dei Re, al cantiere per gli scavi del palazzo di Meneftah Il. Il direttore degli scavi, Jean Leclerc, uomo attempato e geniale, ebbe una lettera dal segretario del Servizio delle Antichità che gli annunciava una visita di riguardo: un illustre archeologo straniero, il conte Mandranico, verso il quale si raccomandavano i maggiori riguardi. Leclerc non ricordava nessun archeologo che si chiamasse Mandranico. L'interessamento del S.d.A. - pensò - anziché da reali meriti, era procurato da qualche alta parentela. Ma non ne fu seccato, tutt'altro. Da dieci giorni era solo, il suo collaboratore essendo partito per le vacanze. L'idea di vedere in quell'eremo una faccia cristiana che si interessasse un poco delle sue vecchie pietre non gli dispiacque. Da quel signore che era, spedì una camionetta fino ad Akhmim per fare provviste e sotto un padiglione di legno da cui si dominava l'intero complesso degli sc

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Cos’è meglio, una felicità a buon mercato oppure un’eletta sofferenza? Fedor M. Dostoevskij

Marinos Sigouros

Mai e sempre Non dire che mi amerai per sempre, come se non sapessi che semi cadono nell'anima e sbocciano nuovi amori; non dire che mi dimenticherai e involontariamente mi porterai nella memoria mentre dolori e desideri arderanno in te. Nel dolore e nella gioia spesso i morti ritornano, e i vivi muoiono senza saperlo. (da Αntologia 1908-1933, Libreria di Estìa, 1933)

FramMenti

Se vogliamo cambiare davvero, il cambiamento dobbiamo farlo cominciare da noi. Per esempio le mutande, tutti i giorni. pellerossa

Uomini e donne

La vita si genera nell’incontro tra il maschile e il femminile, ma ciò che la promuove, la nutre e la sostiene è il femminile. Il femminile è per definizione cura del relazionale. Il femminile però non coincide totalmente con la donna, perché è presente in ogni essere umano. Lo stesso vale per il maschile, pure presente in ogni essere umano. La vita matura è l’accordo armonioso in ognuno del femminile e del maschile. Noi abbiamo ancora bisogno di una festa della donna per superare le diseguaglianze che ancora permangono nella nostra società e per lottare contro le violenze di cui le donne sono spesso ancora vittime. Tuttavia io penso che abbiamo bisogno soprattutto di una festa del femminile, lungo la storia troppo spesso maltrattato  dal principio maschile esplicitatosi per lo più come volontà di potenza e di dominio e che purtroppo si può ritrovare all’opera anche in alcune donne, vedi per esempio la politica di Margaret Thatcher (così come il principio femminile si può ritrovare all

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«Continua tutto quello che hai cominciato e forse arriverai alla cima, o almeno arriverai in alto a un punto che tu solo comprenderai non essere la cima» — Seneca

Padrone

 La parola “padrone” è stata rimpiazzata da molti eufemismi (forse il più corrente è “azionista di maggioranza”), quasi a dire che il concetto è arcaico. Fa pensare ai capitalisti in cilindro e marsina nelle vignette socialiste dei primi del Novecento. O al capitalismo paternalista del boom italiano, con il re delle lavatrici che, con forte accento lombardo, dice agli operai “siete tutti miei ragassi”, a patto che non rompano troppo le balle con le rivendicazioni sindacali: basta rivolgersi direttamente al padrone-papà, e tutti i problemi si risolvono. Roba vecchia, insomma. Di un paio di generazioni fa, almeno. Poi però, a rinverdire la figura del padrone a tutto tondo, è arrivato Elon Musk, che sotto la patina incantatrice della tecnologia reinterpreta, con vigore quasi ossessivo, la figura padronale classica: decido tutto io, niente sindacati in azienda, il licenziamento come pratica ordinaria, tutti al servizio dell’azienda e l’azienda al servizio solo di se stessa (il capitale com

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All’inferno è pieno di commessi di Mediaworld che ti dicono che non sono di quel reparto.  elrobba

La luna

Sul carro era stato caricato tutto quello che ci poteva stare, anche la macchina da cucire e la bicicletta, anche la damigiana piccola piena di vino. Quindi la porta di casa era stata chiusa. L’aveva chiusa la madre con molta cura, e prima di legare la chiave alla cintura del suo vestito essa si era più volte assicurata che fosse chiusa bene. E poi erano rimasti vicino al carro, di fronte alla porta chiusa. Erano rimasti là fermi un poco, senza far niente perché non c’era più niente da fare, ma pareva loro di dover aspettare chi sa che cosa. E infine il vecchio aveva detto: «Avanti!» con voce solenne, come se fosse risorto in lui l’antico spirito dei capi che guidavano le tribù nelle trasmigrazioni dei popoli. E il figlio Nino aveva incitato i buoi più volte, portando il carro dietro la casa e poi sulla carrareccia che conduceva alla strada grande. E allora la madre aveva camminato in fretta per raggiungere il suo uomo che stava in testa, e insieme e vicini andarono avanti verso la str

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Un uomo non è pigro se è assorto nei propri pensieri; esiste un lavoro visibile ed uno invisibile. buong — Victor Hugo

Dino Buzzati 13. LA CANZONE DI GUERRA

Il re sollevò il capo dal grande tavolo di lavoro fatto d'acciaio e diamanti. " Che cosa diavolo cantano i miei soldati? " domandò. Fuori, nella piazza dell'Incoronazione, passavano infatti battaglioni e battaglioni in marcia verso la frontiera, e marciando cantavano. Lieve era ad essi la vita perché il nemico era già in fuga e laggiù nelle lontane praterie non c'era più da mietere altro che gloria: di cui incoronarsi per il ritorno. E anche il re di riflesso si sentiva in meravigliosa salute e sicuro di sé. Il mondo stava per essere soggiogato. "è la loro canzone, Maestà " rispose il primo consigliere, anche lui tutto coperto di corazze e di ferro perché questa era la disciplina di guerra. E il re disse: " Ma non hanno niente di più allegro? Schroeder ha pur scritto per i miei eserciti dei bellissimi inni. Anch'io li ho sentiti. E sono vere canzoni da soldati ". "Che cosa vuole, Maestà?" fece il vecchio consigliere, ancora più cu

FramMenti

Sii gentile, ti dico e mi dico, se una sola cosa dovessi scegliere sarebbe questa. Non demordere, insisti, non lasciarti ingannare da chi ti racconterà che essere gentili é una debolezza, che è quello che ci si aspetta dalle femmine. Non é così: la gentilezza non ha sesso, é la qualità fondamentale degli umani. Alcuni la conservano, altri, sfortunati, la smarriscono. Ribellati sempre a chi ti dice come essere: scegli tu a cosa ribellarti. Non farti condizionare mai. Tutto il resto verrà di conseguenza.  Da : Lettera ad una ragazza del futuro, di Concita De Gregorio

Oliviero Girondo

 Scrupolo Mi sembra di vivere di sentire i rumori di guardare le pareti, che queste mani siano mie, ma forse mi inganno e muri e mani sono solo ricordi di una vita passata. Ho detto "mi sembra" Non garantisco nulla. (da Persuasione dei giorni, 1942)

FramMenti

E’ un dono incontrare qualcuno cui tu piaccia così come sei. — Charlie Chaplin

Qualcuno con cui correre

 Ma perché non funziona tutto come nei film? Perché gli estranei in metropolitana,  invece che limitarsi a guardarti, non attaccano  bottone dicendoti che hai un sorriso bellissimo? Perché dopo trent’anni, in un caffé del centro,  non rincontri mai la persona per cui hai lottato? Perché le madri fanno fatica a capire  i propri figli e i padri ad accettarli?  Perché la frase giusta arriva sempre  durante il momento sbagliato? Perché non ti capita mai di correre sotto la pioggia,  di arrivare davanti al portone di qualcuno,farlo scendere,  scusarti e iniziare a parlare a vanvera per poi trovarti  labbra a labbra e sentirti dire:  "non importa, l’importante è che sei qui"? Perché non vieni mai svegliato durante la notte da  una voce al telefono che ti dice: ‘non ti ho mai dimenticato’? Se fossimo più coraggiosi, più irrazionali, più combattivi,  più estrosi, più sicuri e se fossimo meno orgogliosi,  meno vergognosi, meno fragili, sono sicura che  non dovremmo pagare nessun bigli

FramMenti

Appartiene alla mia natura non considerare irreparabili le sconfitte. I film che preferisco sono quelli in cui il protagonista perde tutto, ma arrivato sull’orlo del baratro fa un passo indietro e incomincia la rimonta.  Massimo Gramellini 

La guardia bianca

 Per tutta la vita fino al 1914 Kozyr' era stato maestro di villaggio. Nel '14 era andato alla guerra in un reggimento di dragoni e verso il 1917 era stato fatto ufficiale. L'alba del 14 dicembre '18 lo trovò colonnello dell'armata di Petljura, e nessuno al mondo (lui meno degli altri) avrebbe saputo dire come ciò fosse accaduto. Era accaduto perché la guerra per lui era una vocazione, mentre la professione di maestro era stata soltanto un lungo e grosso errore. Del resto, così capita molto spesso nella nostra vita. Per una ventina d'anni, uno si occupa di qualche cosa, per esempio, di diritto romano, e il ventunesimo anno, ad un tratto, si accorge che il diritto romano non c'entra, che egli non lo capisce e non lo ama neppure, perché è un bravo floricultore e arde d'amore per i fiori. Ciò dipende, bisogna supporre, dall'imperfezione del nostro ordinamento sociale, per cui gli uomini il più delle volte trovano il proprio posto soltanto verso la fine

FramMenti

Non è proprio fame, è più voglia di entrare in politica. cit.

Un dettaglio minore

 Chiudo il libro, lo poso di lato, spengo la lampada e mi addormento finché, prima dell’alba, il rumore sordo di un’esplosione mi sveglia, seguita qualche istante dopo da una seconda, poi da un’altra e un’altra ancora. Non sto sognando. Faccio ben attenzione, sono proprio rumori di esplosioni e la loro intensità mi fa intuire la distanza tra me e il luogo da cui provengono i colpi. Sono abbastanza lontani, oltre il Muro. Da Gaza o forse Rafah. Il rumore dei bombardamenti varia molto in base alla vicinanza o alla lontananza dal luogo dell’esplosione. Il boato di questo bombardamento non è particolarmente intenso e il rumore non dà troppo fastidio, è piuttosto un suono sordo, profondo e pesante, come quello di un martello che batte su un enorme tamburo. Le bombe che provocano quel boato non scuotono l’alloggio in cui mi trovo, anche se le sue pareti sono di un sottile legno chiaro, non mandano i vetri in frantumi, anche se le finestre sono chiuse. Quando mi alzo dal letto e le apro, la s

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Chi non ama le donne il vino e il canto, è solo un matto non un santo. Arthur Schopenhauer

Sessanta

Un signore meticoloso ma un po’ astratto, ricevette un giorno una lettera, che invero attendeva da tempo. La lettera proveniva dall’Ufficio Esistenze e gli diceva, con laconico garbo, che era imminente la sua dichiarazione di esistenza, e che pertanto si preparasse ad entrare in esistenza entro breve tempo. Si rallegrò del messaggio, e non fece nulla, giacché da tempo aveva fatto tutto il necessario per esistere, a partire da qualsiasi momento, con o senza preavviso. Lievemente euforico all’idea di esistere, egli considerò quel momento in cui era allora, quella lacuna tra l’esistere e il non esistere, come una sorta di vacanza; poiché nulla poteva accadergli finché non avesse cominciato ad esistere veramente, egli si trattò con qualche indulgenza: si alzava tardi, passeggiava gran parte della giornata, faceva brevi viaggi in luoghi distensivi e pittoreschi. Aspettava la lettera definitiva, senza impazienza, giacché sapeva che le pratiche erano delicate, le operazioni sottili, le distan

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Ha una brutta faccia. Indigestione. Di cosa? Di realtà.  Carlos Ruiz Zafon

Dino Buzzati 12. UNA GOCCIA

Una goccia d'acqua sale i gradini della scala. La senti? Disteso in letto nel buio, ascolto il suo arcano cammino. Come fa? Saltella? Tic, tic, si ode a intermittenza. Poi la goccia si ferma e magari per tutta la rimanente notte non si fa più viva. Tuttavia sale. Di gradino in gradino viene su, a differenza delle altre gocce che cascano perpendicolarmente, in ottemperanza alla legge di gravità, e alla fine fanno un piccolo schiocco, ben noto in tutto il mondo. Questa no: piano piano si innalza lungo la tromba delle scale lettera E dello sterminato casamento. Non siamo stati noi, adulti, raffinati, sensibilissimi, a segnalarla. Bensì una servetta del primo piano, squallida piccola ignorante creatura. Se ne accorse una sera, a ora tarda, quando tutti erano già andati a dormire. Dopo un po' non seppe frenarsi, scese dal letto e corse a svegliare la padrona. " Signora " sussurrò " signora! " " Cosa c'è? " fece la padrona riscuotendosi. " Cosa

FramMenti

Con le persone che amiamo commettiamo quasi sempre due errori. Il primo è quello di idealizzarle, il secondo è quello di restare delusi. La verità è che non rimaniamo delusi dalle persone amate, ma delle nostre stesse illusioni. — Agostino Degas

Yoko Isaka

Adunata del mattino Le gonne delle divise sature di vapore che hanno l'odore del ferro da stiro quando la pioggia le bagna e perfino i fili sciolti costretti nelle pieghe sono rigidamente allineati al mattino nel cortile della scuola righe su righe tracciate da mani e gambe pallide creano un ruscello di colore blu intenso anemiche labbra chiuse Yasuda non è ancora arrivata Nakahashi neppure ha inizio la ginnastica ogni volta che agli ordini della capofila ci alziamo sulle punte dei piedi stringendo i genitali i calzini si arrotolano sulle caviglie intorno al registro stretto al petto della responsabile di turno i raggi del sole filtrano dal cielo nuvoloso le due ragazze salgono lente la collina il ruscello si disperde la pelle che si è un po' colorata viene soffocata nel blu intenso quando passiamo nel corridoio buio qualcosa di delicato ci attende presso la finestra le guance ancora accaldate le emozioni vibranti come onde non ci chiediamo il motivo sono arrivate da molto lont

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Un deputato del M5S: “Sono sommelier, seguirò l’Agricoltura”. Da piccolo giocavo all’Allegro Chirurgo, seguirò la Sanità.  microsatira

I Can’t Stand It Anymore

“… La prossima è una canzone sui dolori del mondo contemporaneo, lo so che tutti li conosciamo bene. Perlomeno io non facevo altro che leggere storie del genere. Un giorno - mentre ero al college, ok? - mi sono svegliato alle sei e mezzo del mattino, perché mi alzo sempre presto, ho acceso la radio e stavano dicendo che un camionista era passato sopra la testa del figlioletto che era esplosa come un'anguria. Subito dopo hanno detto che la temperatura era di meno cinque gradi. Allora, ho pensato che non c'era motivo di uscire mai più, in tutti i sensi. Non sono uscito per otto mesi. Ho anche preso la lode all'esame su Kierkegaard, perché… sapete, comprendo il salto esistenziale. Chiunque stia sveglio a letto alle sei e mezzo del mattino e ascolti una roba del genere deve comprenderlo per forza...” (Lou Reed, introduzione a “I Can’t Stand It Anymore” in “Lou Reed il Re di New York” di Will Hermes - Minimum fax)

FramMenti

Noi siamo quel che facciamo. Le intenzioni, specialmente se buone, e i rimorsi, specialmente se giusti, ognuno, dentro di sé, può giocarseli come vuole, fino alla disintegrazione, alla follia. Ma un fatto è un fatto: non ha contraddizioni, non ha ambiguità, non contiene il diverso e il contrario. — Candido, ovvero un sogno fatto in Sicilia, Leonardo Sciascia

L’ho sempre pensato

L’ho sempre pensato: se nella vita ti capita di incontrare la persona giusta allora sono un altro paio di maniche. Un po’ come nascere con la camicia. E’ tutta un’altra storia, ma lo è pure se invece questa fortuna non ce l’hai. A quel punto la strada diventa più ardua, perché, per quanto una persona possa accontentarsi di ciò che la vita gli riserva, ciò non toglie che nel profondo avvertirà sempre una spinta a risalire la corrente e buttarsi anima e corpo nella ricerca di qualcosa d’altro. Le anime affini esistono. Si chiamano, si rincorrono, si cercano, e la loro ricerca reciproca è qualcosa di talmente naturale che non si avverte mai tensione. Semmai è una questione di vibrazioni impercettibili e armoniche. L’affinità è una musica che bisogna saper riconoscere. E ascoltare. Esiste una chimica perfetta del corpo e anche della mente. Ma forse, come diceva Marai, il mondo per andare avanti ha bisogno di tutt’altro, di una specie di tensione evolutiva, di equilibri costantemente messi

FramMenti

Le parole di per se non hanno alcun minimo valore, ma lo acquistano di colpo quando si infilzano nelle carni della nostra storia.

Vi siete mai chiesti cosa significa Abracadabra?

Da bambini avrete certamente sentito questa parola. Non tutti sanno sanno però che deriva dall'aramaico Avrah KaDabra: «io creo quello che dico». Che cosa significa? Che le parole creano la realta. Non c'è pensiero senza parole. E senza pensieri non esistono pensieri critici. Pensate che cinquant'anni fa un ginnasiale conosceva in media 1600 parole; oggi non ne conosce più di 500. È una cosa grave, si domanderanno alcuni? Ecco, ricordate le sirene del mito Ulisse? Con il loro canto seducono i marinai e li spingono a gettarsi in mare. Perché ci riescono? Perché le loro parole sono così persuasive che riescono ad ingannare gli uomini. O ricordate il latinorum di Don Abbondio, il linguaggio forbito dell'Azzeccagarbugli? Tutti questi personaggi hanno una cosa in comune: distraggono, sviano, ingannano. Ma riescono ad avere la meglio sugli altri perché sanno parlare. Quando prendo in mano un giornale o leggo un libro pubblicato recentemente, mi prende proprio una gran rabbia.

FramMenti

Io non mi presto a chiacchiere da poco. Sto zitta. Mi sottraggo, mi allontano. Sono sempre catturata dalla natura profonda della gente, impegnata nella ricerca della loro verità e il mio interesse si sveglia solo quando è questa natura che parla. — Anais Nin

Diatribe

 Certo è difficile unire e conciliare queste cose, la vigilanza di chi si sente attratto dagli oggetti e la fermezza d'animo di chi rimane indifferente, tuttavia non è impossibile, se no sarebbe impossibile essere felici. È un po' come quando navighiamo. Che cos'è in mio potere? Scegliere il pilota, la ciurma, il giorno, il momento opportuno. Poi scoppia la tempesta. In che più mi riguarda? La parte mia l'ho compiuta. Questo è affare d'un altro, del pilota. Ma oltre a ciò, la nave s'affonda. Che ci posso fare io? Solo quello che è in mio potere posso fare: annegare senza aver timore, senza gridare, senza incolpare Dio, ben sapendo che chi è nato ha da morire. Non sono mica eterno, ma un uomo, parte del tutto, come l'ora è parte della giornata. Devo giungere come l'ora, e come l'ora scomparire. Che m'importa come scompaio, se per annegamento o per febbre? In uno di questi modi devo pur scomparire. Epitteto, Diatribe, V, 9-13

FramMenti

Prendi posizione. La neutralità favorisce sempre l'oppressore, non la vittima.  Elie Wiesel

Dino Buzzati 11. IL BORGHESE STREGATO

Giuseppe Gaspari, commerciante in cereali; di 44 anni, arrivò un giorno d'estate al paese di montagna dove sua moglie e le bambine erano in villeggiatura. Appena giunto, dopo colazione, quasi tutti gli altri essendo andati a dormire, egli uscì da solo a fare una passeggiata. Incamminatosi per una ripida mulattiera che saliva alla montagna, si guardava intorno a osservare il paesaggio. Ma, nonostante il sole, provava un senso di delusione. Aveva sperato che il posto fosse in una romantica valle con boschi di pini e di larici, recinta da grandi pareti. Era invece una valle di prealpi chiusa da cime tozze, a panettone, che parevano desolate e torve. Un posto da cacciatori, pensò il Gaspari, rimpiangendo di non esser potuto mai vivere, neppure per pochi giorni, in una di quelle valli, immagini di felicità umana, sovrastate da fantastiche rupi, dove candidi alberghi a forma di castello stanno alla soglia di foreste antiche, cariche di leggende. E con amarezza considerava come tutta la

FramMenti

Il giorno inizia e finisce comunque, senza il nostro consenso. Non siamo padroni del tempo, solo padroni di dargli un senso.

Jorge Teillier

Nella casa segreta della notte Quando io e lei ci nascondiamo nella casa segreta della notte nell’ora in cui i pescatori di frodo sistemano le reti dietro gli sterpi, anche se tutte le stelle cadessero non avrei nessun desiderio da esprimere. E non importa che il vento dimentichi il mio nome e passi gridando beffardo come un contadino ubriaco che torni dalla fiera, né che le madri chiudano tutte le porte perché io e lei siamo nascosti nella casa segreta della notte. Lei vaga per la mia stanza come l'ombra nuda dei meli sul muro, e il suo corpo si illumina come un albero a Pasqua per una festa di angeli perduti. L'ultimo treno passa come un temporale scuotendo le case di legno, le mamme chiudono tutte le porte e i pescatori di frodo ripiegano le loro reti mentre io e lei ci nascondiamo nella casa segreta della notte. (da Morti e meraviglia, 1971)

FramMenti

Il sacrificio è l’essenza della vita, la porta per capirne il significato. La giovinezza è il tempo della costruzione, per questo dovete allenarvi bene adesso. Da ciò dipenderà il vostro futuro. Per questo gli anni che state vivendo sono così importanti. Non credete a ciò che arriva senza sacrificio. Non fidatevi, è un’illusione. Lo sforzo e il duro lavoro costruiscono un ponte tra i sogni la realtà. [...] Coloro che fanno sforzi continui sono sempre pieni di speranza. Abbracciate i vostri sogni e inseguiteli. Gli eroi quotidiani sono quelli che danno sempre il massimo nella vita. Roberto Baggio

Guardami negli occhi

 Hai aperto la porta della vita e sei volato via, in una notte di fine estate. Mi avevi promesso che saremmo stati insieme per sempre, perché eravamo un unico respiro. Ti avevo promesso che ti avrei tenuto stretto a me, come quel giorno in cui ci siamo incontrati per la prima volta, sotto gli alberi di ulivo. Abbiamo respirato l'aria del mare, dei pini e dei fiori. Le stelle, con te, erano biscotti da gustare. Costruirò una zattera coi ricordi, per incontrarci ogni notte, galleggiando su questo oceano di lacrime.Ricamerò il cielo col sorriso che mi hai lasciato dentro.Custodirò i tuoi biscotti in un barattolo di miele e li annuserò ogni volta che le giornate saranno amare, ma io non potrò accarezzarti.Conserverò il tuo guinzaglio in uno scrigno segreto, e lo aprirò quando avrò voglia di rifugiarmi nell'universo, perché so che tu verrai lì, a cercarmi. La tua zampa nella mia mano per l'eternità, l'odore del tuo pelo nelle mie narici, i tuoi occhi nel mio cuore, scolpiti

FramMenti

Quelli che si amano e che sono nati gli uni per gli altri, si incontrano facilmente: le anime affini si salutano già da lontano. — Arthur Schopenhauer

Eroi

  Noi dobbiamo cessare di attendere in ogni occasione l'uomo provvidenziale: ci dobbiamo convincere che quest'uomo provvidenziale è in tutti, e dobbiamo considerare gli altri uomini non già come il mezzo, ma come lo scopo. L'uomo provvidenziale non esiste: e se a un uomo è dato di far più che agli altri, non bisogna nemmeno esagerare ciò che un uomo può. Quei grandi politici o finanzieri che noi invidiamo spesso agli altri, se si potessero trasportare da noi non farebbero se non ciò che i nostri fanno: infatti essi sono grandi perché imperniano movimenti che in realtà esistono. Questa contemplazione buddistica, per cui in ogni partito ci asteniamo da ogni opera attiva di bene e aspettiamo che venga l'uomo forte, l'uomo provvidenziale, è quanto di più dissolvente si possa immaginare, ed è il risultato della nostra concezione eroica della storia. Le società umane in tanto valgono in quanto valgono non alcuni uomini, ma tutti gli uomini che le compongono. I popoli che

FramMenti

Le religioni esistono perché la gente preferisce una risposta sbagliata all’assenza di risposte. Chuck Palahniuk

Il silenzio è cosa viva

Non voglio imparare a non aver paura, voglio imparare a tremare. Non voglio imparare a tacere, voglio assaporare il silenzio da cui ogni parola vera nasce. Non voglio imparare a non arrabbiarmi, voglio sentire il fuoco, circondarlo di trasparenza che illumini quello che gli altri mi stanno facendo e quello che posso fare io. Non voglio accettare, voglio accogliere e rispondere. Non voglio essere buona, voglio essere sveglia. Non voglio fare male, voglio dire: mi stai facendo male, smettila. Non voglio diventare migliore, voglio sorridere al mio peggio. Non voglio essere un’altra, voglio adottarmi tutta intera. Non voglio pacificare tutto, voglio esplorare la realtà anche quando fa male, voglio la verità di me. Non voglio insegnare, voglio accompagnare. Non è che voglio così, è che non posso fare altro. [Chandra Livia Candiani, Il silenzio è cosa viva. L’arte della meditazione, Torino, Einaudi 2018, p. 75]

FramMenti

Dove vanno finire i pensieri dimenticati, le domande senza risposta, quello che ci siamo lasciati alle spalle, l’imbarazzo della scelta una volta che hai deciso e l’innocenza che abbiamo perso? Chissà.

RIFLESSIONI SULLA VECCHIAIA E SULLA MORTE

I Soltanto la morte ci ripara dove più nulla assale. La vecchiaia: nulla di ciò che credi. Non ti annienta, fa di te un gigante. La vecchiaia dona una lucidità di cui il giovane è incapace, una serenità preferibile alla passione. Se la serenità che infine giunge non fosse sigillata da una disperazione minima e segreta, silente, che sappiamo dominare, parrebbe un compiacimento, nulla più che una bugia. La vecchiaia è tutt’altro che il tetro vestibolo della morte: è la vera, grande vacanza dopo quell’insormontabile sortita dei sensi, del cuore e dell’anima che fu la vita. Saggezza: dopo che si è goduto del Creato, riporlo nel “nulla” da cui è emerso, tra le Mani di Dio. Che sollievo pensare alla Terra prima di doverla lasciare, pensare al piacere come a un luogo di incanti e di rischi che, grazie a Dio, conosco bene, e che, grazie a Dio, conteggio ormai tra i ricordi. L’opulenza: non la conosciamo affatto soddisfacendo i nostri desideri, ma quando li abbiamo superati, annientandoli. La s

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