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Visualizzazione dei post da dicembre, 2020

Buonanotte del 31 dicembre 2020

"Un’intera nottata buttato vicino a un compagno massacrato con la sua bocca digrignata volta al plenilunio con la congestione delle sue mani penetrata nel mio silenzio ho scritto lettere piene d’amore Non sono mai stato tanto attaccato alla vita."  (Veglia, Giuseppe Ungaretti)

La noia

Non il progresso, né l'evoluzione biologica, né il fatto economico, né alcun altro dei motivi che di solito si adducono da parte degli storici delle varie scuole, era la molla della storia, bensì la noia. Assai infervorato per questa magnifica scoperta, presi le cose alla radice. In principio, dunque, era la noia, volgarmente chiamata caos. Iddio, annoiandosi della noia, creò la terra, il cielo, l'acqua, gli animali, le piante, Adamo ed Eva; i quali ultimi, annoiandosi a loro volta in paradiso, mangiarono il frutto proibito. Iddio si annoiò di loro e li cacciò dall'Eden; Caino, annoiato d'Abele, lo uccise; Noè, annoiandosi veramente un po' troppo, inventò il vino; Iddio di nuovo annoiato degli uomini, distrusse il mondo con il diluvio; ma questo, a sua volta, l'annoiò a tal punto che Iddio fece tornare il bel tempo. E così via. I grandi imperi egiziani, babilonesi, persiani, greci e romani sorgevano dalla noia e crollavano nella noia; la noia del paganesimo susc

Buonanotte del 30 dicembre 2020

Dobbiamo pavimentare le nostre nostalgie, per camminarci sopra senza sprofondare dentro. Elena Mearini

Balto

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Non è cane, non è lupo. Sa soltanto quello che non è. La storia di Balto, ovviamente molto meno romanzata, è vera e nell'inverno del 1925 un coraggioso team di cani da slitta portò attraverso i ghiacci un vaccino indispensabile alla comunità.  «Dedicata all'indomabile spirito dei cani da slitta che trasportarono sul ghiaccio accidentato, attraverso acque pericolose e tormente artiche l'antitossina per seicento miglia da Nenana per il sollievo della ferita Nome nell'inverno del 1925. Resistenza - Fedeltà - Intelligenza». Sulla statua di  a Central Park è possibile leggere questa frase. Allo scoppio di una terribile epidemia in Alaska, si rese necessario reperire un milione di entità di antitossina, ma il maltempo non permetteva agli aerei di alzarsi in volo e gli iceberg non permettevano alle navi di attraccare. Si decise quindi di usare il metodo che da sempre era utilizzato per trasportare la posta: i cani da slitta. Venne organizzata una staffetta di venti mute di can

Milan Kundera - L'insostenibile leggerezza dell'essere

L'idea dell'eterno ritorno è misteriosa e con essa Nietzsche ha messo molti filosofi nell'imbarazzo: pensare che un giorno ogni cosa si ripeterà così come l'abbiamo già vissuta, e che anche questa ripetizione debba ripetersi all'infinito! Che significato ha questo folle mito? Il mito dell'eterno ritorno afferma, per negazione, che la vita che scompare una volta per sempre, che non ritorna, è simile a un'ombra, è priva di peso, è morta già in precedenza, e che, sia stata essa terribile, bella o splendida, quel terrore, quello splendore, quella bellezza non significano nulla. Non occorre tenerne conto, come di una guerra fra due Stati africani del quattordicesimo secolo che non ha cambiato nulla sulla faccia della terra, benché trecentomila negri vi abbiano trovato la morte fra torture indicibili. E anche in questa guerra fra due Stati africani del quattordicesimo secolo, cambierà qualcosa se si ripeterà innumerevoli volte nell'eterno ritorno? Si, qualcos

Buonanotte del 29 dicembre 2020

L’oppressione che più direttamente preme sui lavoratori, e che è la causa principale di tutte le soggezioni morali e materiali cui i lavoratori sottostanno, è l’oppressione economica, vale a dire lo sfruttamento che i padroni ed i commercianti esercitano su di loro, grazie all’accaparramento di tutti i grandi mezzi di produzione e di scambi. Da "Il Programma anarchico" di E.Malatesta

Il circo, le bestie e i guanti

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Dall'inizio dell'anno, oltre 6.500 Persone che tentavano di raggiungere l'Europa, partendo dalla Libia, sono state intercettate, arrestate e deportate in Libia dalla Guardia Mafiosa Costiera. Compresi i 200 di ieri. Gli sciacalli e le iene, applaudono, pur lamentandosi che "altri" ne sono comunque arrivati. Non basta che, negli ultimi anni, altre 20.000 Persone sono annegate nel Mediterraneo mentre cercavano una via di fuga dalla disperazione. Gli animali, li avrebbero voluti tutti morti. Stiano tranquille le bestie, é come se lo fossero, perché tornare in Libia, significa comunque morire nei "Centri" di detenzione, veri e propri lager, dove sopravvivere alla fame, alle violenze e alle malattie é praticamente impossibile. A Tunisi, sotto la gonna di Mamma Onu, i belligeranti libici si spartiscono poltrone & sofà. Sono gli stessi che dopo i bombardamenti democratici, sempre della Mamma, hanno costruito i lager, addestrato gli aguzzini, assistito e fav

Una poesia non è mai soltanto sé stessa

Caro Robin, troverai qui la prima pubblicazione della White Rabbit Press. La seconda sarà certamente più bella. Hai ragione a dire che non ho più bisogno delle tue critiche sulle singole poesie. Ma io le voglio ancora. Credo sia una vecchia abitudine – un’abitudine fin troppo vecchia. A metà di After Lorca ho capito infatti che stavo scrivendo un libro e non più una serie di poesie, e tutte le singole critiche, di chiunque fossero, sono improvvisamente divenute meno importanti. E questo vale anche per i miei Ammonimenti, che ti invierò non appena saranno finiti (ne ho già otto e credo saranno quattordici in tutto, inclusa, ovviamente, questa lettera). Il trucco è semplicemente quello che Duncan ha scoperto anni fa e ha provato a insegnarci – di non cercare la poesia perfetta ma lasciare che la scrittura del momento vada libera per la propria strada, esplori e poi ritorni indietro, ma senza essere mai pienamente realizzata (confinata) entro i margini di una sola poesia. Su quest

Buonanotte del 28 dicembre 2020

Vi sono suicidi invisibili. Si rimane in vita per pura diplomazia, si beve, si mangia, si cammina. Gli altri ci cascano sempre, ma noi sappiamo, con un riso interno, che si sbagliano, che siamo morti. (G. Bufalino)

Debre Libanos

TRA IL 21 E IL 29 MAGGIO 1937 A DEBRE LIBANOS TRUPPE COLONIALI FASCISTE COMANDATE DAL GENERALE MALETTI UCCISERO TRA I 1500 E I 2000 COPTI, IL PEGGIOR ECCIDIO DI RELIGIOSI CRISTIANI IN AFRICA  Quando Mussolini il 9 maggio 1936 proclamava “l’Italia ha finalmente il suo impero”, celebrando la vittoria in Etiopia, la guerra era ben lontana dalla fine. L’Esercito Regio era sì entrato ad Addis Abeba, ma circa due terzi del paese erano ancora sotto controllo di elementi fedeli al Negus. Elementi che il generale Graziani, nel corso della campagna di “pacificazione”, trattò non come un esercito regolare di un paese in guerra ma come ribelli che non volevano piegarsi alle autorità coloniali. Insomma vennero passati rigorosamente per le armi. In nove mesi di vicereame Graziani replicava nel corno d’Africa i crimini di guerra già commessi in Libia tanto sui combattenti che sui civili. Per stroncare queste violenze e per dare un segnale di resistenza due giovani, Abraham Debotch e Mogus Asghedom, d

Predica di Natale

di Camillo Prampolini (1897) Quando i contadini e i giornalieri uscirono dalla chiesa, videro sulla strada un uomo che, salito su un tavolo e circondato da alcuni del villaggio, cominciò a parlare. Si avvicinarono. Era il giorno di Natale, e quell’uomo diceva: Siete voi cristiani? Lavoratori! Ancora una volta voi avete festeggiata nelle vostre case e nella vostra chiesa la nascita di Gesù Cristo. Ma interrogate la vostra coscienza: siete ben sicuri di meritare il nome di cristiani? siete ben sicuri di seguire i principii santi predicati da Cristo e pei quali egli morì? Badate! Voi vi dite cristiani, perché recitate le preghiere che vi insegnarono i vostri parenti; perché andate alla messa e alla benedizione; perché infine vi confessate, vi comunicate e osservate tutte le altre pratiche del culto cattolico. Ma credete voi che questo basti per chiamarsi cristiani? Voi non potete crederlo, o amici lavoratori. Non potete crederlo, perché diversamente – se si dovesse ammettere che il cristi

Buonanotte del 27 dicembre 2020

"Cercavo una medicina per guarire la tristezza. Ho respirato profondamente ho sentito la cura del Sole nell'accarezzarmi il viso ho sentito la cura del vento nel baciare la mia anima ho sentito la cura dell'acqua che rendeva cristallino il mio sguardo ho sentito la cura della terra nel rendere forte il mio cuore ho sentito la vita stessa pulsare nelle vene Come non amarti, Madre Terra, se nonostante le ferite non smetti mai di guarirmi con la tua medicina di amore incondizionato."  (Hermana Águila)

Morire nei manicomi in epoca fascista

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Ida Irene Dalser nacque, il 20 agosto del 1880, vicino a Trento, facente allora parte dell'Impero austroungarico. Era figlia di Albino Dalser di Sopramonte. La giovane Dalser si diplomò a Parigi in medicina estetica per poi trasferirsi a Milano nel 1913 e aprire un salone di bellezza sul modello francese. Intraprese quindi una relazione sentimentale con Giuseppe Brambilla, che era amministratore delegato della Carlo Erba, il quale le promise il matrimonio, ma quando la relazione naufragò lei lo denunciò, il 2 maggio del 1914, chiedendo un risarcimento di centomila lire. La sua istanza fu respinta. Al contempo intraprese una relazione con Mussolini, che aveva già conosciuto nel 1909 a Trento quando era giornalista del locale periodico socialista diretto da Cesare Battisti. Mussolini aveva conosciuto Rachele Guidi, da cui pure aveva avuto una figlia, che sposerà con rito solo civile a Treviglio il 17 dicembre 1915, prima di partire per la guerra. Nel 1915, Ida Dalser comunica a Musso

Buonanotte del 26 dicembre 2020

La lotta contro il razzismo deve essere un riflesso quotidiano. Non bisogna mai abbassare la guardia. Bisogna cominciare con il dare l'esempio e fare attenzione alle parole che si usano. Le parole sono pericolose. Certe vengono usate per ferire e umiliare per alimentare la diffidenza e persino l'odio. Di altre viene distorto profondamente il significato per sostenere intenzioni di gerarchia e di discriminazione. (T. Ben Jelloun)

Un natale partigiano

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24 DICEMBRE 1944 Lettera scritta dal partigiano Vladimiro Diodati, Paolo, alla figlia Milena. In questa notte di Natale voglio scriverti questa lettera, figlia mia, perché avverto il peso del tempo, e sento che i miei giorni volgono ormai al tramonto. Sono trascorsi sessant’anni dalla fine della guerra e tante cose ho serbato nel cuore. Ma in questa notte sento il desiderio di offrirti questa semplice testimonianza. Te la dono con il mio affetto, con tutto il mio bene, affinché sappia che tuo padre ha vissuto la sua vita con la coerenza degli ideali. In quel periodo accadde tutto così in fretta, figlia mia. Allora c’era poco tempo per pensare… le scelte si facevano sulla nostra pelle. A volte bastava un attimo: stare di qua o di là della barricata poteva essere anche una questione di emozioni: la libertà oppure l’onore? Il desiderio di un’Italia migliore o l’orgoglio di non venir meno a una parola data? Questo, sia chiaro, per chi le scelte le operò in buona fede. Gli altri, non so… No

Io non credo nell'età

Io non credo nell'età Tutti i vecchi Portano Negli occhi negli occhi Un bambino, E i bambini A volte Ci osservano Come anziani profondi (Pablo Neruda)

Buonanotte del 25 dicembre 2020

"La prima volta non fu quando ci spogliammo ma qualche giorno prima mentre parlavi sotto un albero. Sentivo zone lontane del mio corpo che tornavano a casa."  (Franco Arminio)

Lettera scritta da Chaplin per la figlia Geraldine, in occasione del Natale

Bambina mia! È notte ora. È la notte di Natale. Tutti i guerrieri della mia piccola fortezza si sono addormentati. Dormono tuo fratello e tua sorella. Ormai dorme anche tua madre. Ho rischiato di svegliare i pulcini dormienti, mentre mi facevo strada verso questa stanza un po' illuminata. Come sei lontana da me! Ma possa io diventare cieco se la tua immagine non è sempre di fronte ai miei occhi. Il tuo ritratto è qui, sul tavolo ed è anche qui, vicino al mio cuore. E dove sei tu? Là, nella favolosa Parigi, danzi sul grandioso palco del teatro sugli Champs-Élysées. Lo so bene eppure ancora mi pare di udire nel silenzio notturno i tuoi passi, vedere i tuoi occhi brillare come stelle nel cielo invernale. Mi dicono che il tuo ruolo, in questo luminoso e festoso spettacolo, è quello della bella persiana, tenuta prigioniera dal Khan dei tartari. Sii bellissima e danza! Sii una stella e splendi! Ma se l'ammirazione e la gratitudine del pubblico dovessero ubriacarti, se l'aroma dei

Buonanotte del 24 dicembre 2020

"La giovinezza è felice perché ha la capacità di vedere la bellezza. Chiunque sia in grado di mantenere la capacità di vedere la bellezza non diventerà mai vecchio."  (Franz Kafka)

In Trentino è in atto una battaglia contro la natura

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Ma stavolta gli orsi non c’entrano Il Trentino è una terra ricchissima di biodiversità e, per me che ci sono nato e ci vivo da sempre, questa è una risorsa incredibile, sia sotto il profilo ambientalista sia come veicolo per l’economia locale, che si basa sul turismo. Abbiamo la fortuna di avere un tesoro immenso, fatto di foreste molto diffuse e ricchissime di molte varietà di vita, sia vegetale che animale. Godiamo anche, per il passato di appartenenza all’impero austro-ungarico e quindi avendo anche parte di popolazione di estrazione austriaca e ladina, un’autonomia politica molto alta. Possiamo gestire circa il 80% del gettito fiscale netto che le aziende versano allo Stato. Abbiamo, peraltro, in carico diretto la sanità locale, la scuola e molte altre spese che finanziamo autonomamente. Oltre a ciò, abbiamo anche in carico la gestione del nostro patrimonio faunistico, in gestione diretta, anche se gli animali selvatici rimangono “proprietà indisponibile dello Stato italiano”, dato

Essere vivi

Essere vivi ora vuol dire avere sete essere abbagliati dal sole fra gli alberi ricordare all’improvviso una melodia starnutire tenerti per mano essere vivi essere vivi ora vuol dire minigonna un planetario Johann Strauss Picasso le Alpi vuol dire imbattersi in tutte le cose belle e poi essere attenti e opporsi al male che vi si nasconde essere vivi essere vivi ora vuol dire poter piangere poter ridere potersi arrabbiare vuol dire libertà essere vivi essere vivi ora vuol dire un cane che abbaia in lontananza ora la terra che sta girando ora da qualche parte il primo vagito che si alza ora da qualche parte un soldato ferito ora è un’altalena che dondola ora è l’ora che passa ora essere vivi essere vivi ora vuol dire il battito d’ali degli uccelli vuol dire il fragore del mare il lento procedere di una lumaca vuol dire gente che ama il tepore della tua mano vuol dire vita. Shuntarō Tanikawa

Buonanotte del 23 dicembre 2020

"Pronunzio il tuo nome nelle notti scure, quando sorgono gli astri per bere dalla luna e dormono le frasche delle macchie occulte. E mi sento vuoto di musica e passione. Orologio pazzo che suona antiche ore morte. Pronunzio il tuo nome in questa notte scura, e il tuo nome risuona più lontano che mai. Più lontano di tutte le stelle e più dolente della dolce pioggia. t’amerò come allora qualche volta? Che colpa ha mai questo mio cuore? Se la nebbia svanisce, quale nuova passione mi attende? Sarà tranquilla e pura? Potessero le mie mani sfogliare la luna!"  (Potessero le mie mani sfogliare la luna, Federico Garcia Lorca)

Il più grande iceberg del mondo colpirà le coste della South Georgia: si rischia il disastro ambientale

L’iceberg A68a, conosciuto come il più grande sulla terra, punta pericolosamente verso il territorio britannico d’oltremare situato nell’Oceano Atlantico meridionale della South Georgia. Il gigante di ghiaccio che si è staccato dall’Antartide ha la dimensione dell’isola e potrebbe collidere con l’oasi naturale minacciando la popolazione di pinguini e foche. Le rotte di caccia degli animali potrebbero essere bloccate dall’enorme massa di ghiaccio con conseguenze catastrofiche per i piccoli cuccioli. Inoltre tutte le creature che vivono sul fondo del mare nell’area potrebbero essere letteralmente investite dall’iceberg che potrebbe restare integro per dieci anni. A68a si è staccato dall’Antartide a metà del 2017, ha l’aspetto di una grande mano con un dito puntato ed è grande 4.200 chilometri quadrati ma si inabissa nel mare soltanto per 200 metri, caratteristica che gli permetterebbe di arrivare fino alle coste della South Georgia.  globalist

John Steinbeck - Vicolo Cannery

Il Vicolo Cannery a Monterey in California è un poema, un fetore, un rumore irritante, una qualità della luce, un tono, un'abitudine, una nostalgia, un sogno. Raccolti e sparpagliati nel Vicolo Cannery stanno scatole di latta e ferro e legno scheggiato, marciapiedi in disordine e terreni invasi da erbace e mucchi di rifiuti, stabilimenti dove inscatolano le sardine coperte di ferro ondulato, balli pubblici, ristoranti e bordelli, e piccole drogherie zeppe, e laboratori e asili notturni. I suoi abitanti sono, come disse uno una volta, «Bagasse, ruffiani, giocatori, e figli di mala femmina», e intendeva dire: tutti quanti. Se costui avesse guardato attraverso un altro spiraglio avrebbe potuto dire: «Santi e angeli e martiri e uomini di Dio», e il significato sarebbe stato lo stesso. Cit. da Vicolo Cannery ‐ Incipit

Buonanotte del 22 dicembre 2020

 "Migliaia di persone che dicono di 'amare' gli animali si siedono a tavola una o due volte al giorno per gustare la carne di creature che sono state completamente private di qualsiasi cosa che rendesse la loro vita degna di essere vissuta e che hanno dovuto sopportare una sofferenza e una paura terribili in un lurido macello."  [Dr.ssa Jane Goodall]

Disponibilità

Oggi é il giorno più "corto" dell'anno. Potrebbe essere il momento ideale per festeggiare la "Memoria". Quella dell'Uomo é corta da sempre. Dimentichiamo velocemente tutto, in particolare quello che ci infastidisce, gli errori commessi di cui abbiamo precisa Responsabilità. Ma oggi, é anche il giorno della Vittoria della Luce sulle Tenebre. Guadagneremo un istante di sole in più e, man mano che il tempo scorrerà, sempre più chiaro, apparirà il giorno. Anche se il Buio é sempre in agguato, nulla puo' fare contro la Luce. Essa riuscirà sempre a trovare una fessura in cui penetrare e, per quanto l' Uomo cerchi di chiudere ogni spiraglio, alla fine la nostra esistenza ne viene illuminata. La Storia ci ha parlato dell'Era Buia che ciclicamente ci sovrasta. Abbiamo appena lasciato alle spalle un Secolo con due Guerre Mondiali ed altre mille locali, Abbiamo sconfitto malattie giudicate inguaribili, ci siamo rialzati da crisi economiche e da fughe in alt

Viviamo in un’epoca priva di avvenire

L’esperienza mostra che i nostri antenati si sono ingannati credendo nella diffusione dei lumi, poiché non si può divulgare fra le masse che una miserabile caricatura della cultura scientifica moderna, caricatura che, lungi dal formarne la capacità di giudizio, le abitua alla credulità. /…/ la vita familiare è diventata solo ansietà, a partire dal momento in cui la società si è chiusa ai giovani. Proprio quella generazione per la quale l’attesa febbrile dell’avvenire costituisce la vita intera vegeta in tutto il mondo con la consapevolezza di non avere alcun avvenire, che per essa non c’è alcun posto nel nostro universo. Del resto questo male, al giorno d’oggi, se è più acuto per i giovani, è comune a tutta l’umanità. Viviamo in un’epoca priva di avvenire. Simone Weil - da Riflessioni sulle cause della libertà e dell'oppressione sociale 1943

Buonanotte del 21 dicembre 2020

Ti propongo di non utilizzare più la parola "razza", è stata a tal punto strumentalizzata da gente malintenzionata che è meglio sostituirla con l'espressione "genere umano". Allora si può dire che il genere umano è composto da gruppi diversi e differenti. Ma tutti gli uomini e tutte le donne del pianeta hanno nelle vene sangue della stessa tinta, sia che abbiano la pelle rosa, bianca, nera, marrone, gialla, o di altro colore.» (T. B. Jelloun)

Perché Natale è Natale…

Cercheremo di non farci mancare niente. Incominceremo con “anche a te e famiglia” e termineremo con “che sia un anno migliore”. Tra poco più di un mese festeggeremo la nascita del Salvatore. Cosa abbia salvato di preciso non lo so, ma visto l’andazzo del mondo, era meglio se non salvava. Non ci faremo appunto, mancare le solite discussioni sui presepi nelle scuole e, per adattarci all’odierna situazione, la Madre, il putativo Padre e la folla gaudente dovranno portare la mascherina. I Re Magi arriveranno, ma solo dopo aver fatto i tamponi ed osservato la quarantena, ragion per cui l’Epifania sarà spostata al 20 Gennaio. Come sempre, faremo regali utili. Niente noiosi libri, niente donazioni alle solite associazioni che si occupano dei finti malati, dei finti emarginati, dei finti senza casa e senza futuro, perché é risaputo che “eh si ma i soldi se li intascano loro”. Quindi i miei consigli per gli acquisti, terranno conto della proverbiale carità che ci appartiene, escludendo dalla no

Principi per un natale ateo

Il periodo delle feste è stressante, questo è assiomatico. Se poi si è nella condizione di non credere c’è ancora più difficoltà nel festeggiare il natale, che è la religiosità per definizione. Ci sono però pochi semplici principi per passare indenni questi giorni e godersi il periodo. 1) Assolutamente NON cercate di convertire gli altri. Se avete scelto di non credere lo avrete fatto sicuramente per una serie di buoni motivi ma il natale è il momento peggiore per esporli. Anche chi non è assiduo praticante tende a difendere con più animosità la propria posizione e per quanto convincenti le vostre affermazioni verranno scartate a priori. E’ un po’ come parlare di divorzio durante un matrimonio. 2) NON sentitevi in dovere di aderire a tutto. Se ci sono dei riti, tradizionali o familiari, che sentite estranei o addirittura fastidiosi è meglio non parteciparvi solo per accontentare qualcuno. Se infatti la festa è anche vostra non c’è nessun motivo per passarla nel disagio, è meglio sepa

Amon Goht, il nazista che sparava agli ebrei

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LA FOTO CHE RACCONTA AMON GÖHT, IL NAZISTA CHE SPARAVA AGLI EBREI DAL TERRAZZO DI CASA, RACCONTATO NEL FILM SCHINDLER’S LIST Sicuramente quest’immagine risulterà familiare a chiunque abbia visto il film Schindler's List, in cui si racconta la storia dell’imprenditore tedesco Oscar Schindler che, durante la Seconda Guerra Mondiale, salvò centinaia di ebrei da morte certa. Ebbene, per raggiungere tale scopo dovette circuire, plagiare, corrompere e adulare decine di nazisti. In particolare, quando gli ebrei che lavorano nella sua fabbrica vennero trasferiti nel campo di concentramento di Plaszow fu Amon Göth, l’uomo con cui, gioco forza, dovette scendere a patti. Austriaco e nazista della prima ora, Göth si era iscritto alle SS fin da giovanissimo e dopo l’ Anschluss e lo scoppio della guerra aveva rapidamente fatto carriera. Già ufficiale a Bełżec, Sobibór e Treblinka, ebbe la sua “grande occasione” nel 1943 quando ricevette l’incarico di costruire, ed in seguito dirigere, il campo d

Massacro del fiume Sand Creek

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29 NOVEMBRE 1864 "...Ai primi spari il capo Antilope Bianca, un anziano di 75 anni, si mosse a passo svelto verso i soldati; James Beckwourth, che cavalcava a fianco di Chivington, testimoniò che il capo, disarmato e con le mani in alto, si avvicinò urlando «Fermi! Fermi!» in inglese perfettamente udibile, finché non fu abbattuto a colpi di fucile da parte dei soldati.Il corpo rimase abbandonato sul letto asciutto del torrente: come riferì poi Robert Bent, alcuni soldati vi si avvicinarono e lo mutilarono con i loro coltelli, tagliandogli il naso, le orecchie e i testicoli per farne dei trofei." Mentre ad est le truppe americane si combattevano in una guerra fratricida, ad ovest nell’estate del 1864 il governo ordinò alle tribù di insediarsi nei dintorni di Fort Lyon, nel Colorado. Vuoi perchè alcuni gruppi non vennero a conoscenza dell’ingiunzione, vuoi perchè altri gruppi non si fidavano certo dei bianchi e vuoi, infine, perchè molti non intendevano obbedire alle ingiunzion

Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl'Italiani

Che cosa ci rende tanto diversi dai francesi e dagli inglesi? A noi manca, risponde, una società «stretta», cioè coesa, capace di sentirsi come una rete ben ordita, in cui ognuno tiene in gran conto il giudizio e la stima degli altri, proprio perché si sente parte di una squadra. La coesione manca perché la nazione non ha un centro, «un teatro nazionale, una letteratura veramente nazionale, moderna». Ogni città fa per sé, manca il confronto, la capacità di ascolto e di condivisione. Gli italiani ridono della vita e di se stessi, ma è un riso fatto di disprezzo e freddezza. Hanno usi e abitudini, non costumi. Nessuno di loro pensa che la trasgressione sia biasimevole. Il cinismo è ovunque, nelle classi superiori come nel «popolaccio». La mancanza d’amor proprio provoca lo scarso o nullo rispetto di sé, dunque degli altri. Una vita non traguardata su progetti importanti è pura vanità, una fonte di male e di immoralità. Giacomo Leopardi

Ciudad Juarez

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I messicani la chiamano la “città che uccide le donne”. È una cittadina industriale, la frontiera tra Messico e Stati Uniti, costretta alle sevizie dietro un muro di contenimento che blocca il passaggio da uno Stato all’altro. La storia delle donne uccise in questa città inizia negli anni ’90, quando vengono ritrovati i primi corpi senza vita di giovani donne sotterrate nel deserto di Juarez. Nel corso di questi 30 anni attiviste e studiose si sono mobilitate per fare ricerche e proporre allo Stato ipotesi e soluzioni concrete per far fronte al problema, ma finora l’unica reazione ottenuta è stata la militarizzazione coatta del territorio che, a sua volta, ha ulteriormente aggravato la situazione di precarietà e insicurezza. Lo scopo della militarizzazione è principalmente la lotta ai cartelli della droga, ma la guerra al narcotraffico ha aumentato esponenzialmente il grado di violenza nei confronti dei civili: negli ultimi nove anni sono morte 1.200 donne. Insieme alla militarizzazion

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