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Visualizzazione dei post da novembre, 2020

Buonanotte del 30 novembre 2020

Col passare del tempo lo capirai. Ciò che dura, dura; ciò che non lo fa, non lo fa. Il tempo risolve la maggior parte delle cose. E quello che il tempo non può risolvere, lo si deve risolvere da soli. Haruki Murakami

Una storia incredibile

Quella di Teresa Buonocore è una vicenda quasi dimenticata, sepolta dagli anni, declassata a storia di serie b, come certe storie gigantesche di cui nessuno sembra accorgersi finché non si soffia sulla polvere. E a soffiare sulla polvere viene fuori il volto di una donna, Teresa, che nel 2008, a Portici, denunciò l’uomo che per anni aveva abusato di sua figlia Alessandra, a quel tempo tredicenne. Quell’uomo, Enrico Perillo, fu condannato a 15 anni di carcere e per vendetta, incaricò due giovani sicari di uccidere Teresa, 51 anni, raggiunta da 4 colpi di pistola mentre andava al lavoro. Era il 20 settembre 2010, Teresa lasciò due figlie e il ricordo di una donna che non aveva paura. Oggi, quella bambina che andò in un tribunale a testimoniare con coraggio, è una donna di 23 anni. Una donna che ha deciso di raccontare la sua storia e quella di una mamma che ha creduto nella giustizia, e che la giustizia non ha saputo proteggere. Chi era Enrico Perillo? Era il papà di due mie amichette ge

Ripensare e ricostruire

Da tutta questa situazione si possono ricavare diverse lezioni, soprattutto, sugli aspetti suicidi di un capitalismo incontrollato e sul danno aggiuntivo procurato dalla piaga neoliberista. La crisi mette in luce quanto sia pericoloso trasferire il processo decisionale a istituzioni private svincolate da qualsiasi controllo pubblico e mosse esclusivamente dall’avidità, che è il loro dovere solenne, come ci hanno spiegato Milton Friedman e altri luminari invocando le leggi dell’economia sana. [...] La crisi ci dà l’opportunità di ripensare e ricostruire il nostro mondo. I padroni stanno già impiegando tutte le loro energie in questa missione, e se non saranno contrastati e sopravanzati da forze popolari realmente impegnate, ci riaffacceremo su un mondo ben più deforme, un mondo che potrebbe non sopravvivere a lungo. Noam Chomsky, da un'intervista di C. J. Polychroniou del 10 aprile 2020.

Buonanotte del 29 novembre 2020

L'egoismo comune cagiona e necessita l'egoismo di ciascuno. Perché quando nessuno fa per te, tu non puoi vivere se non t'adopri tutto per te solo. E quando gli altri ti tolgono quanto possono, e per li loro vantaggi non badano al danno tuo, se vuoi vivere, conviene che tu combatta per te, e contrasti agli altri tutto quello che puoi. Giacomo Leopardi, Zibaldone di Pensieri

La macchia umana

Noi lasciamo una macchia, lasciamo una traccia, lasciamo la nostra impronta. Impurità, crudeltà, abuso, errore, escremento, seme: non c’è altro mezzo per essere qui. Nulla a che fare con la disobbedienza. Nulla a che fare con la grazia o la salvezza o la redenzione. È in ognuno di noi. Insita. Inerente. Qualificante. La macchia che esiste prima del segno. Che esiste senza il segno. La macchia così intrinseca non richiede un segno. La macchia che precede la disobbedienza, che comprende la disobbedienza e frusta ogni spiegazione e ogni comprensione. Ecco perché ogni purificazione è uno scherzo. Uno scherzo crudele, se è per questo. La fantasia della purezza è terrificante. È folle. Cos’è questa brama di purificazione, se non l’aggiunta di nuove impurità? — Philip Roth

Buonanotte del 28 novembre 2020

E’ una specie d’amore vero? Come la tazza contiene il tè, Come la sedia si regge gagliarda sulle quattro gambe, Come il pavimento riceve la suola delle scarpe. O le dita dei piedi. Come la pianta dei piedi conosce dove si trova. Stavo pensando alla pazienza delle cose comuni, come i vestiti che aspettano rispettosamente negli armadi. E il sapone che si scioglie quietamente sui piatti, E gli asciugamani che assorbono l’umidità dalla pelle della schiena. E l’amorevole ripetizione delle stelle. E cosa, infine, è più generoso di una finestra? Pat Schneider

Jane Kenyon

The Suitor Io sono il boccio pressato in un libro, ritrovato dopo duecento anni... Sono l’artefice, l’amante, il guardiano... Quando la giovinetta affamata siede alla tavola siede proprio accanto a me... Sono cibo nel piatto del prigioniero... Sono acqua che scorre veloce alla sorgente, e riempie la brocca fino a che trabocca... Sono il paziente giardiniere di un arso e trascurato giardino... Sono il gradino di pietra, il chiavistello, e il cardine efficiente... Sono il cuore contratto dalla gioia... i capelli più lunghi, bianchi prima del riposo... Sono là, nel cesto di frutta offerto in dono alla vedova... Sono la rosa muschiata che s’apre inattesa, la felce sulla cima paludosa... Sono colei il cui amore ti sovrasta e già ti è accanto proprio quando tu pensi di chiamarmi...

Buonanotte del 27 novembre 2020

Adesso non penso più a nessuno; non mi curo nemmeno di cercare parole. Tutto scorre in me più o meno svelto, non fisso nulla, lascio correre. La maggior parte del tempo, in mancanza di parole cui attaccarsi, i miei pensieri restano nebulosi. Disegnano forme vaghe e piacevoli, e poi sprofondano, e subito li dimentico. Sartre, La Nausea

Avevano combattuto il fascismo

AVEVANO COMBATTUTO IL FASCISMO, MA LA FRANCIA LI RINCHIUSE NEL CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI ARGELES-SUR-MER: STORIA DEI REPUBBLICANI SPAGNOLI BRACCATI DA FRANCO E PERSEGUITATI DALLA REPUBBLICA La Catalogna era persa, la Repubblica stava perdendo. Ma la parola resa non esisteva nel vocabolario di molti soldati repubblicani. Con la caduta di Barcellona, per le truppe superstiti vi era una sola via di fuga possibile: a nord-est, verso la Francia. Fu così che migliaia di soldati, ma anche civili, si incamminarono verso il Paese che - se certo non li aveva appoggiati chiaramente durante il conflitto - di sicuro non li avrebbe respinti. I soldati, in realtà, speravano che almeno la Francia li aiutasse a ritornare nelle aree controllate ancora dalla Repubblica al fine di continuare la lotta. Non fu così. Preoccupati dal riarmo della Germania, i francesi non avevano alcuna intenzione di aiutare la Repubblica spagnola a proseguire una lotta già persa. I soldati spagnoli furono disarmati ed intern

Questo maledetto virus

Guardo con distacco quello che questo virus sta lasciando dietro al suo passaggio. Certo, in tre mesi non si puo' vedere quanto il nostro mondo sia cambiato ma qualche piccolo segnale fa capire tanto. Praticamente non è cambiato niente se non qualche piccolo segnale in peggio. I ricchi nel mondo hanno aumentato di 300 miliardi di dollari le loro ricchezze; non c'è giornale, media, tv, politico che non parlino tutti delle stesse cose: aiuti alle imprese, al commercio, al turismo, agli alberghi, agli stabilimenti balneari. Grandi dibattiti sulle compagnie aeree, sulle grandi infrastrutture, sui miliardi a pioggia per finanziare le grandi imprese,  su come far ripartire l'industria del lusso e dei lustrini. Insomma, tutto cio' che e' funzionale al ceto dominante. Fuori da ogni radar la classe operaia, i giovani e i poveri. Per loro nessuno spende una parola, per loro  non c'è niente se non una lunghissima traversata nel deserto da pezzenti. Loro non possono chieder

Buonanotte del 26 novembre 2020

L’universo è solo un vuoto crudele e indifferente, la chiave per la felicità non è trovare un significato, ma tenersi occupati con stronzate varie fino a quando è il momento di tirare le cuoia. Mr. Peanutbutter (from BoJack Horseman)

3 Ottobre 1935, la guerra d'Etiopia e i crimini coloniali

Questo giorno, 79 anni fa, l'Italia iniziava la guerra contro l'Impero d'Etiopia. Per preparare l'impresa coloniale il regime fascista non badò a spese e mise in piedi la più grande campagna coloniale della storia: fu una mobilitazione decisamente atipica per una campagna coloniale, con un numero di uomini e mezzi di gran lunga superiori di quelli che le altre potenze coloniali avevano utilizzato fino ad allora per conquistare territori immensamente più grandi. Fu un conflitto altamente simbolico, dove il regime fascista impiegò una grande quantità di mezzi propagandistici con lo scopo di impostare e condurre una guerra in linea con le esigenze di prestigio internazionale e di rinsaldamento interno del regime stesso, volute da Benito Mussolini, con l'obiettivo a lungo termine di orientare l'emigrazione italiana verso una nuova colonia popolata da italiani e amministrata in regime di apartheid sulla base di una rigorosa separazione razziale. E per giungere a ques

Una vita più infima e infelice

La sua malattia era che gli era passata la voglia di mondo. I medici la chiamano depressione. Lui non prendeva farmaci, incontrava persone, ma qualche minuto dopo si accorgeva che nella sua testa non rimaneva nulla di quegli incontri. E se parlava con un donna non gli veniva voglia di sedurla. Girava per il mondo con la testa di plastica.Era morto, come quasi tutti gli abitanti del pianeta. Non aveva più voglia di nulla. Aspettava la morte senza paura e senza farsi nessuna domanda. Aveva chiuso con se stesso e con gli altri. Non provava nessun rancore. Non aveva voglia di litigare, non c'era nessuna verità che meritava di essere protetta. Camminava in un piccolo sentiero sotto casa sua. Non incontrava nessuno. Aveva buttato il telefono e il computer. Un giorno gli arrivò una lettera. Una donna gli chiedeva di poter scrivere un libro sulla sua vita. Lui le disse che non era interessato, ma la donna un giorno si presentò a casa sua. Era molto bella, una di quelle bellezze dovuta alle

Buonanotte del 25 novembre 2020

C’è chi si accontenta di vivere il tran-tran quotidiano e chi no. Io sono fra quelli che non si realizzerebbero mai in un gruppo, nella monotonia di tutti i giorni; ho bisogno di evadere, di incontrare la solitudine... Si crede che solitudine significhi angoscia, per me non è così: è un momento positivo, prezioso, un’occasione per guardarmi dentro, giudicarmi, capirmi o almeno di tentare di farlo. La solitudine acutizza la sensibilità ed amplifica le emozioni. L’angoscia si prova quando si è immersi in un mare di gente e non si riesce a dialogare. Walter Bonatti

Lorenzo il Magnifico - Lorenzo il Magnifico

Ardo d'amore, e conviemme cantare per una dama che me strugge el cuore, ch'ogni otta ch'i' la sento ricordare, el cor me brilla e par ch'egli esca fuore. Ella non truova de bellezze pare, cogli occhi gitta fiaccole d'amore; i' sono stato in città e 'n castella e mai ne vidi ignuna tanto bella. Cit. da Lorenzo il Magnifico ‐ Incipit

Sui fondali degli oceani la quantità di plastica è 30 volte superiore a quella che galleggia

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Almeno 14 milioni di tonnellate di pezzi di plastica di larghezza inferiore a 5 millimetri si trovano probabilmente sul fondo degli oceani: una quantità 30 volte superiore a quella che galleggia in superficie. Lo rivela uno studio che si basa sull'analisi dei sedimenti oceanici fino a 3 chilometri di profondità, realizzato dall'agenzia scientifica governativa australiana Csiro. Le microplastiche hanno un diametro di 5 mm o meno e sono per lo più il risultato di oggetti in plastica più grandi che si rompono in pezzi sempre più piccoli. Per Denise Hardesty, principale ricercatrice del Csiro e coautrice della ricerca pubblicata sulla rivista Frontiers in Marine Science, la ricerca di microplastica in una posizione remota e a tali profondità "indica l'ubiquità della plastica, non importa dove ti trovi nel mondo". "Questo significa che in acqua si trova ovunque. E ci fa riflettere sul mondo in cui viviamo e sull'impatto delle nostre abitudini di consumo su que

Buonanotte del 24 novembre 2020

Se si viaggia, si viaggia soli: viaggiare soli è il solo modo di viaggiare. Direi che l’aggettivo ‘solitario’ è il complemento indispensabile al sostantivo ‘viaggiatore’. La presenza di un compagno di viaggio è un allontanamento, un impedimento a entrare, a capire, tanto maggiore quanto maggiore è l’affiatamento: perché fai conchiglia bivalve con il tuo compagno. Il viaggiatore solitario non è affatto un orso che non sta con nessuno: al contrario, la solitudine è una bandiera di disponibilità. Sergio Stocchi

Alexandre Marius Jacob

IL 28 AGOSTO 1954 MORIVA ALEXANDRE MARIUS JACOB: LA LOTTA DI CLASSE COMBATTUTA A COLPI DI GRIMALDELLO E PIEDE DI PORCO Nato ad Marsiglia il 27 settembre 1879, figlio di un navigatore, Alexandre fu, giovanissimo, mozzo su un vascello che non sapeva essere pirata. Rientrato in patria finì in carcere per la prima volta. Sceso dalle navi a diciassette anni Jacob si votò alla causa dell’anarchia. Non aveva nemmeno vent’anni quando venne di nuovo arrestato. La sua colpa erano le sue idee. Sei mesi di carcere e le fabbriche di tutta la Francia chiuse per sempre. E così decise che se non poteva attraversare le porte delle fabbriche, avrebbe aperto le case dei loro proprietari. Fu nei bassifondi di Marsiglia che comprese la sua missione. Non l’agitatore, non il militante, non il dinamitardo: bensì il ladro. Ma non un ladro qualunque. Un ladro politico votato alla causa della restituzione individuale. Sì, perché Jacob non rubava né per divertimento né per denaro: rubava per amore dell’anarchi

I pascoli del cielo

Una bellezza troppo grande è di svantaggio per una ragazza di campagna quanto la bruttezza. Guardando Alice i giovanotti della valle diventavano rossi e muovevano piedi e mani con inquietudine. Non le parlavano, non l’ invitavano a ballare. Ballavano invece accanitamente con ragazze meno belle, facendo un gran chiasso infantile. Se Alice teneva la testa voltata altrove essi l’ osservavano, ma appena quella si girava dalla loro parte facevano subito finta di ignorare la sua presenza. Trattata sempre a questo modo, Alice non aveva mai potuto rendersi conto di essere la bella ragazza che era, e frequentava i balli rassegnata ad avere una parte di semplice comparsa. — John Steinbeck

Buonanotte del 23 novembre 2020

Ecco la mirabile stupidità del mondo: quando le nostre fortune decadono - spesso per gli eccessi del nostro stesso comportamento - rendiamo colpevoli dei nostri disastri il sole, la luna e le stelle, come se fossimo delinquenti per necessità, sciocchi per coercizione celeste, furfanti, ladri e traditori per il movimento delle sfere, ubriaconi, bugiardi e adulteri per obbedienza forzata all'influsso dei pianeti - e tutto il male che facciamo è dovuto all'imperativo divino. William Shakespeare, Re Lear

Cioccolato a rischio

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Cioccolato a rischio: “Nel 2038 potrebbe non esserci cacao per tutti” Nel 2038 l’alimento anti-depressivo per eccellenza potrebbe non essere più disponibile per tutti: stiamo parlando del cioccolato, che secondo l’allarme lanciato dalla geopolitologa francese Virginie Raisson, per anni membro del consiglio di amministrazione di Médecins sans frontières, diventerà un vero e proprio bene di lusso. Il motivo? “Per la combinazione di una serie di ragioni”, spiega Raisson nel suo ultimo libro, 2038 Atlante sui futuri del mondo. “La prima è che nei Paesi emergenti la domanda di cioccolato sta aumentando esponenzialmente. Soltanto in Cina il consumo medio di cacao, che nel 2010 superava a malapena i 40 grammi a testa all’anno, nel 2014 era già aumentato del 75 per cento. A questo ritmo, la Cina potrebbe piazzarsi al secondo posto tra i Paesi consumatori di cacao prima della fine di questo 2020”. Ma non solo. La causa è da ricercare anche nei cambiamenti climatici, che influiranno potentemente

Narciso e Boccadoro

Volevo raccontarti della madre, che mi tiene le dita strette intorno al cuore. da molti anni, creare una figura della madre è stato il mio sogno più caro e più misterioso, era per me la più santa di tutte le immagini, me la portai sempre in cuore, una figura piena d’amore e piena di mistero. Ancora poco tempo fa mi sarebbe stato insopportabile il pensiero di dover morire senza aver realizzato questo mio sogno; tutta la mia vita mi sarebbe apparsa inutile. Ed ora guarda che strano destino: invece d’esser le mie mani a formarla e plasmarla, è lei a formare e a plasmare me. Ha le sue mani intorno al mio cuore e lo stacca dal mio corpo e lo svuota; mi ha allettato a morire e con me muore anche il mio sogno, la bella figura, l’immagine della grande Eva-Madre. La vedo ancora e, se avessi forza nelle mani, potrei darle forma. Ma essa non vuole, non vuole che io renda visibile il suo mistero. Preferisce che io muoia. Muoio volentieri: essa mi rende facile il trapasso. Hermann Hesse

Buonanotte del 22 novembre 2020

La parola è una magia protettiva contro i demoni dell’infinito, che vogliono lacerare la tua anima e disperderla ai quattro venti. Sei salvo se puoi esclamare infine: questo è questo e soltanto questo. Pronunci la parola magica, e ciò che è sconfinato viene fissato nella sfera di ciò che è finito. Per questo gli uomini cercano e creano parole. Carl Gustav Jung - Il Libro Rosso

Invecchiare con garbo

Non è facile invecchiare con garbo. Bisogna accertarsi della nuova carne, di nuova pelle, di nuovi solchi, di nuovi nei. Bisogna lasciarla andare via, la giovinezza, senza mortificarla in una nuova età che non le appartiene, occorre far la pace con il respiro più corto, con la lentezza della rimessa in sesto dopo gli stravizi, con le giunture, con le arterie, coi capelli bianchi all’improvviso, che prendono il posto dei grilli per la testa. Bisogna farsi nuovi ed amarsi in una nuova era, reinventarsi, continuare ad essere curiosi, ridere e spazzolarsi i denti per farli brillare come minuscole cariche di polvere da sparo. Bisogna coltivare l’ironia, ricordarsi di sbagliare strada, scegliere con cura gli altri umani, allontanarsi dal sé, ritornarci, cantare, maledire i guru, canzonare i paurosi, stare nudi con fierezza. Invecchiare come si fosse vino, profumando e facendo godere il palato, senza abituarlo agli sbadigli. Bisogna camminare dritti, saper portare le catene, parlare in altre

Buonanotte del 21 novembre 2020

Secondo la legge, la Ricerca delle Verità Ultime è chiaramente prerogativa inalienabile degli operatori del pensiero. Non vorrete mica che una qualsiasi fottuta macchina trovi lei le risposte e ci lasci senza lavoro, eh? Voglio dire, a cosa serve che noi stiamo alzati fino a notte fonda discutendo sulle possibilità dell'esistenza di un Dio, se poi questa macchina qui è capace senza il minimo sforzo di darvi la mattina dopo il fottuto numero di telefono di Dio in persona? Douglas Adams, Guida galattica per gli autostoppisti

Herschel Grynszpan

“Nel novembre 1938 un giovane profugo polacco ebreo, Herschel Grynszpan, assassinò il terzo segretario dell'ambasciata tedesca a Parigi, Ernst von Rath. Per rappresaglia, i nazisti aggredirono gli ebrei in Germania e incendiarono le loro sinagoghe; il Reich impose loro un'ammenda di un miliardo di marchi, li escluse dalle scuole medie e dalle università e proibì loro di andare a teatro o ai concerti o anche soltanto di guidare l'automobile. Gli americani rimasero disgustati da questo nuovo pogrom. Roosevelt richiamò l'ambasciatore statunitense da Berlino per consultazioni e disse a una conferenza stampa: «Non avrei mai creduto che cose simili potessero accadere nel XX secolo». In una trasmissione radiofonica nazionale, Herbert Hoover [predecessore di F.D. Rooseelt alla casa Bianca], Harold Ickes [Segretario degli Interni] ed esponenti delle varie confessioni religiose espressero il loro orrore. Per sfuggire al terrore hitleriano, una nuova fiumana di ebrei e vittime del

Francisco Ruiz Udiel

Lascia la porta aperta Lascia la porta aperta. Che le tue parole entrino come un arco tessuto dai cipressi, un po’ più leggeri dell’ineludibile vita. Lontano è il porto dove le barche di ebano riposano con tristezza. Poco m’importa arrivare a loro, perché lungo è l’abbraccio con la notte e breve la speranza con la terra. Dovunque io vada il mare mi scaglia da tutte le parti, un’altra alba dove l’immaginazione ormai non può trasformare il fango in vasellame per immagazzinare ricordi. Mi stanco, di svegliarmi, la luce mi ferisce quando vedere non voglio, il viaggio a Itaca nulla mi offre. Se ci fosse almeno un po’ di vino per ubriacare i giorni che ci restano ubriacare i giorni che ci restano che ci restano.

Buonanotte del 20 novembre 2020

La sola cosa che possa salvare l’uomo è l’amore. E se molti hanno finito per trasformare in banalità questa asserzione, è perché non hanno mai amato veramente. Emile Cioran - da Al culmine della disperazione 1934

Combatti

 "Combatti affinché tutti possano vivere una vita intensa e traboccante di felicità. E sarai sicuro di trovare in questa lotta una gioia maggiore di ogni altra cosa che tu possa fare." Pëtr Alekseevič Kropotkin è stato un sociologo, geografo, zoologo e pensatore libertario russo. Nato nel 1840 in una famiglia aristocratica presto rifiutò la sua classe di origine per sposare la causa dei diseredati di tutte le Russie. Aderì convintamente alle idee anarchiche di Bakunin che con il tempo riformulò sulla base dei suoi studi scientifici. Grazie alle sue ricerche sul mondo animale, infatti, si convinse che il mutuo appoggio, la solidarietà e la collaborazione dentro ogni specie sono il vero motore dell'evoluzione. Ed affermò che l'uomo, come ogni altro animale, doveva seguire esattamente la stessa legge. Per questo sosteneva la necessità di creare modelli di organizzazione sociale fortemente cooperativi ed egualitari. Imprigionato per le sue idee sovversive, fu costretto ad

Come quelle macchie di inchiostro

Succede che una mattina ti svegli e vedi che fuori non piove più e allora ti chiedi – beh? Che è successo? Ecco, quella mattina successe a me che da tanto tempo non amavo, ma non per chissà quale motivo, non amavo e manco io sapevo il motivo preciso, ma forse sì che lo sapevo: che senso poteva avere per me l’amare se non amare che te? Quella mattina io avevo una gran voglia di dirti – ti amo -, almeno credo. Quanto mi manchi amore mio. Certo, io lo sapevo già dentro di me di questa cosa che mi manchi ma l’ho capita bene solo quando fuori ha smesso di piovere e a me mi giocava il cuore. È che prima avevo la scusa per non vedere il sole, pioveva, mica era colpa mia, ma le nuvole ora sono andate via portandosi dietro tutte le scuse. Ok, tu non ci sei, ok, ma va bene, va bene anche se va male, va bene perché io ti amo lo stesso. C’è come un diario che ho chiuso nel petto, sento che devo tirarlo fuori e devo farlo senza schemi se non gli schemi che mi porto nel cuore. Ah! Mannaggia mannaggi

Buonanotte del 19 novembre 2020

L’altro ieri è morto nel sanatorio di Kierling a Klosterneuburg vicino Vienna, il dottor Franz Kafka, uno scrittore di lingua tedesca vissuto a Praga. Qui lo conoscevano in pochi, perché era un eremita, un uomo sapiente spaventato dalla vita. Era lungimirante, troppo saggio per poter vivere e troppo debole per poter combattere. Vedeva il mondo con una tale chiarezza e precisione da non poterlo sopportare, da doverne morire, egli infatti, non si è concesso scappatoie, non si è salvato come tanti altri rifugiandosi in qualche equivoco intellettuale per nobile che fosse. Era un uomo e un artista dotato di una coscienza così scrupolosa che rimaneva vigile anche là dove gli altri, i sordi, si sentivano al sicuro. Milena Jesenská, Necrologio per Franz Kafka. (Franz Kafka, 3 luglio 1883 - 3 giugno 1924)

Storia dei Ninos Robados

MIGLIAIA DI NEONATI TOLTI AI PROPRI GENITORI E VENDUTI AGLI AMICI DEL REGIME: STORIA DEI NIÑOS ROBADOS, I FIGLI CHE IN MOLTI CASI ANCORA OGGI NON CONOSCONO I PROPRI GENITORI Maria Luisa Torres ha 24 anni quando nel 1981 rimane incinta in una relazione clandestina. Ha paura e si vergogna, perché nella Spagna di quel periodo, da pochi anni uscita dalla dittatura, la tradizione e il perbenismo hanno ancora un grande peso. Per questo si rivolge a suor Maria, al secolo María Florencia Gómez Valbuena. Cerca aiuto per partorire in segreto, lontano dagli scandali. La religiosa la porta nella clinica di Santa Cristina. Il 31 marzo 1982 Maria Luisa dà alla luce una bellissima bambina. Ma non potrà mai abbracciarla. Suor Maria le dice che la piccola è morta subito dopo il parto, che deve essere subito tumulata, che penserà a tutto lei. Ma non è vero. La bambina è viva. Viene venduta per circa 6500 dollari ad Alejandro Alcalde. Questo non è un caso isolato. Sono tanti, tantissimi i bambini che

Quasi amore

Ma io ne ho già passate due o tre volte di cose simili per poter pensare che un’emozione, soprattutto un’emozione così, un’emozione che ti disturba alla bocca dello stomaco possa essere smontata. Già due o tre volte, a intervalli di cinque o sei anni la mia testa è partita in quanto ogni tanto una testa parte, deve partire, ne va del suo stare al mondo. Per tornare al mondo veramente, l’ho capito qualche anno fa, le teste devono partire. Per tornare al mondo veramente, la tua vita deve diventare come la steppa, paglia secca e pietre. E tra la paglia secca e le pietre bisognerebbe poter avere pietà di se stessi. È questo che è difficile in generale: l’aver pietà di se stessi in mezzo al compatimento generale. Uno con se stesso invece è sempre spietato quando dovrebbe aver pazienza, poi quando dovrebbe odiarsi è tutto compiaciuto. Ugo Cornia

Buonanotte del 18 novembre 2020

Se i venti infuriano, non impazzisce il mare col suo grande volto rigonfio minacciando il cielo? E tu vuoi una ragione per questo tumulto? Io sono il mare. (W. Shakespeare, "Tito Andronico", 1594)

John Steinbeck - L'inverno del nostro scontento

Quando il mattino biondo oro di aprile destò Mary Hawley, ella si volse al marito e lo vide, coi mignoli in bocca le faceva le smorfie. «Scemo» disse. «Ethan, hai trovato l'estro comico.» «Senta, Topolina, mi vuol sposare?» «Ti sei svegliato scemo?» «Il buon dì si vede al mattino.» Cit. da L'inverno del nostro scontento ‐ Incipit

Palestina dimenticata

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Palestina dimenticata: la kefiah non va più di moda Umberto De Giovannangeli La kefiah non va più di moda. Per anni non c’era manifestazione internazionalista che non avesse la resistenza palestinese come stella polare: negli slogan, negli interventi, nelle partecipazioni alle feste dell’Unità, finanche nel look. I palestinesi continuano a battersi, per uno Stato che non hanno e, forse, non avranno mai. In Cisgiordania il “muro dell’apartheid” (la barriera di sicurezza per Israele) spezza territori e la quotidianità di centinaia di migliaia di palestinesi. Da oltre undici anni Gaza è una prigione a cielo aperto, assediata da Tsahal, l’esercito dello stato ebraico, e isolata dal mondo. La sofferenza è la cifra dell’esistenza di milioni di palestinesi, ma non attrae più, non sfonda nell’immaginario collettivo, non conquista più le prime pagine dei giornali o un titolo nei Tg. Eppure, se gli ingredienti che alimentano una “passione” sono l’identificarsi con la “vittima” di un’ingiustizia,

Buonanotte del 17 novembre 2020

È facile amare qualcun altro, ma amare ciò che sei, quella cosa che coincide con te, è esattamente come stringere a sé un ferro incandescente: ti brucia dentro, ed è un vero supplizio. Perciò amare in primo luogo qualcun altro è immancabilmente una fuga da tutti noi sperata, e goduta, quando ne siamo capaci. Ma alla fine i nodi verranno al pettine: non puoi fuggire da te stesso per sempre, devi fare ritorno, ripresentarti per quell’esperimento, sapere se sei realmente in grado d’amare. È questa la domanda – sei capace d’amare te stesso? Carl Gustav Jung

Stiamo cancellando la Grande barriera corallina

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Stiamo cancellando la Grande barriera corallina: in 30 anni ha perso metà dei suoi coralli Non solo Covid. Il cambiamento climatico resta una emergenza non affrontata e molto pericolosa. La Grande barriera corallina: ha perso la metà dei suoi coralli negli ultimi 30 anni a causa dell’aumento delle temperature dovute ai cambiamenti climatici. Lo indica la ricerca pubblicata sulla rivista Proceedings of the Royal Society B e coordinata da Andy Dietzel, dell’australiano ARC Center of Excellence for Coral Reef Studies (CoralCoE). “Abbiamo misurato i cambiamenti nelle dimensioni delle colonie perché sono importanti per comprendere la demografia e la capacità dei coralli di riprodursi”, ha detto Dietzel. I ricercatori hanno valutato le comunità di coralli e le dimensioni delle loro colonie lungo la Grande barriera corallina tra il 1995 e il 2017. “Abbiamo scoperto che il numero di coralli piccoli, medi e grandi sulla Grande Barriera Corallina è diminuito di oltre il 50% dagli anni ’90″, ha r

Un giorno di questi

Cogliere l’incredibile da chiunque; chiedere e chiedersi sempre il perché delle cose; convincersi che la buona volontà non basta; non monumentalizzare nessuno: c’è del ridicolo in tutti; travisare la realtà non è romantico; la commozione è un abuso di pazienza; la cultura è estranea alla maggior parte degli italiani: in particolare alla borghesia; anche il torero ha paura; solo il disordine rende ricchi; il dolore non conosce la domenica; non c’è dittatura che non si possa curare con la psicanalisi; non c’è che la Natura, solo la Natura, per quanto anche un bonifico a volte fa più di un tramonto; sono arrivato in quella fase della vita dove alle persone si preferiscono i panorami; tutti hanno un’idea, il problema è che vogliono anche raccontartela; sono arrivato a un paradosso flaianesco: così sfiduciato nel futuro che faccio progetti nel passato; diffidare di quelli che si dichiarano artisti, cineasti, raccontatori di storie; al teatro di ricerca preferisco quello della casa; la mia q

Buonanotte del 16 novembre 2020

La noia è il più nobile dei sentimenti umani, in quanto ci mostra l'insufficienza delle cose esistenti di fronte alla grandezza del nostro desiderio. Giacomo Leopardi

Il report dell'Onu: negli ultimi 20 anni raddoppiati gli eventi metereologici estremi

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Lo sanno tutti ma tanti fanno finta di nulla: eventi meteorologici estremi in forte aumento a livello globale, raddoppiati tra 2000 e 2019 rispetto ai 20 anni precedenti. I fenomeni meteorologici estremi sono stati 3.656 tra 1980 e 1999, e 6.681 tra 2000 e 2019; a livello globale, il numero delle grandi alluvioni è più che raddoppiato, passando da 1.389 a 3.254, mentre l'incidenza delle tempeste è cresciuta passando da 1.457 a 2.034. Lo rileva il rapporto "The Human Cost of Disasters 2000-2019", pubblicato dalle Nazioni Unite. Secondo il rapporto, nel periodo preso in esame sono stati registrati 7.348 eventi catastrofici che hanno causato la morte di 1,23 milioni di persone e colpito 4,2 miliardi di persone provocando perdite economiche globali pari a circa 2,97 trilioni di dollari. Tra il 1980 e il 1999, erano stati 4.212 gli eventi disastrosi collegati ai pericoli naturali che hanno causato la morte di circa 1,19 milioni di persone, colpito 3,25 miliardi di persone e ca

Asiatica

Mia cara, avrei voluto scriverle, anzi credo di avere cominciato, una volta. Ma non era il caso di farlo, in questi giorni di smania, in cui non so chi sono, di dove vengo, dove vado e che cosa si aspetta (o non si aspetta) da me. E poiché devo guadagnare denaro sono come una belva in gabbia –, ma non concludo niente – i libri volano contro la parete, le carte si trascinano per terra, ci faccio giocare il gatto. Solo la sera esco sola e percorro la città fino a tardi; ma poiché ho promesso ai miei di non mescolarmi al mio prossimo finché dura l’epidemia, non posso più chiedere alla folla il grande aiuto che mi dava nei giorni neri. Non esco mai dall'auto (solo iersera, verso le 12, sedetti sotto la statua di Marco Aurelio – c’erano due inglesi della mia età, uomo e donna, che avrebbero voluto parlare, si vedeva – e l’orologio che batteva limpido, nella grande conchiglia rosa. E ogni tanto una grande macchina che strisciava tutto intorno, come in una sala da ballo, e scompariva). Ho

Buonanotte del 15 novembre 2020

«Il regno dell’ignoranza è vasto, complesso, sfaccettato quanto la stessa conoscenza. Qualsiasi cosa possiamo conoscere, possiamo ignorarla». Questo ha una conseguenza: «Non c’è modo di misurare l’ignoranza. Forse possiamo misurare le informazioni confrontando lo spazio che occupano – gli scaffali di una biblioteca, i bit di un computer. Ma l’ignoranza non è misurabile: non possiamo conoscere i lineamenti dell’ignoto». Il paradosso dell'ignoranza da Socrate a Google (Antonio Sgobba)

Pensieri

Quell'artefice o scienziato o cultore di qualunque disciplina, che sarà usato paragonarsi, non con altri cultori di essa, ma con essa medesima, più che sarà eccellente, più basso concetto avrà di se: perché meglio conoscendo le profondità di quella, più inferiore si troverà nel paragone. Così quasi tutti gli uomini grandi sono modesti: perché si paragonano continuamente, non cogli altri, ma con quell'idea del perfetto che hanno dinanzi allo spirito, infinitamente più chiara e maggiore di quella che ha il volgo; e considerano quanto siano lontani dal conseguirla. Dove che i volgari facilmente, e forse alle volte con verità, si credono avere, non solo conseguita, ma superata quell'idea di perfezione che cape negli animi loro. Giacomo Leopardi

Buonanotte del 14 novembre 2020

L’ignoranza non è semplicemente uno spazio vuoto sulla cartina mentale di una persona. Ha dei contorni e una coerenza interna, e per quel che ne so funziona in base a certe regole. […] Dobbiamo imparare a capire la nostra ignoranza e il potenziale di cui dispone. Thomas Pynchon, Un lento apprendistato

Tomas Tranströmer

Mistero per la strada Si posò la luce del giorno sul viso di un uomo addormentato. Gli giunse un sogno più vivido Ma non si svegliò. Si posò l’oscurità sul viso di un uomo in cammino Tra la gente nei raggi di sole Forti e impazienti. D’un tratto si fece buio come per il temporale. Io ero in una stanza che conteneva tutti gli istanti - Un museo di farfalle. Tuttavia il sole era forte come prima. I suoi pennelli impazienti dipingevano il mondo.

Lei è Marianna

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Lei è Marianna. Nasce a Palermo nel 1986. La madre è insegnante, il padre lavora in banca, in casa non manca nulla, Marianna frequenta le migliori scuole della città. È una bambina sensibile, timida, i compagni se ne approfittano. Qualche parola di troppo, un sorriso negato e Marianna si ritrova sola. I professori la considerano poco, la trovano insignificante. Cresce. Frequenta un liceo classico rinomato, lì dentro se non sei una miss non hai chance. Marianna ha qualche chilo di troppo, i brufoli e tanta timidezza. Una vera sfigata. Glielo ripetono in continuazione. Nessun ragazzo, nessun amico, passa il sabato in casa a studiare latino e greco. I suoi voti sono eccellenti, ma per gli insegnanti resta una ragazza mediocre, una che nella vita non farà mai strada. Ha 15 anni. Marianna accompagna la madre a un concerto jazz. Il suono della tromba le entra dentro nelle vene. Se ne innamora. Frequenta un corso di musica, la passione cresce, si iscrive al Conservatorio. Marianna è felice, f

Mi piace immaginare

E' la democrazia così come la conosciamo oggi, il più sviluppato governo possibile? Non si può fare un'altro passo avanti verso il riconoscimento e l'articolazione dei diritti dell'uomo? Non ci sarà mai uno Stato davvero libero e illuminato, finché lo Stato non arriverà a conoscere l'individuo come un potere superiore e indipendente, dal quale derivano tutto il suo potere e la sua autorità, e finché esso non arriverà a trattarlo in maniera conseguente. Mi piace immaginare uno Stato che finalmente possa permettersi di essere giusto con tutti gli individui, e di trattare la persona con il rispetto riservato a un cittadino. Uno Stato che infine non consideri una minaccia per la propria quiete il fatto che alcuni vivano in disparte, senza immischiarsi nei suoi affari e senza lasciarsene sopraffare: individui che pure hanno compiuto tutti i loro doveri di cittadini e di esseri umani. Uno Stato che producesse frutti simili, e li lasciasse cadere appena giunti alla maturaz

I mangiapeccati il peggior mestiere del mondo

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Il “Sin Eater” è un mestiere sopravvissuto fino al secolo scorso: uomini che per pochi spiccioli consumavano un pasto davanti a un defunto in modo da assumere su di sé tutti i suoi peccati. Dei Mangia Peccati esistono tracce fin da tempi remoti, in diverse culture sparse un po' in tutto il mondo, ma le notizie più certe arrivano da Inghilterra, Scozia e Galles, dove l'ultimo Sin Eater, Richard Munslow, ha operato fino al 1906, anno della sua morte. Documenti del 1680 definiscono “funerale in stile tradizionale” quelli che prevedono l'intervento di questi personaggi, e appena si diffondeva la voce di una morte, specie se repentina o accidentale, era cosa comune vederli accodare al funerale, in cerca di lavoro. Il rito, con poche variabili, si svolgeva così: la famiglia che voleva ripulire la coscienza del morto gli metteva una pagnotta, un piatto di sale e un bicchiere di birra sul petto in modo che assorbissero le sue colpe. Poi arrivava il Mangia Peccati, consumava il past

Trentino, questo non è un paese per orsi

Ma anche loro hanno diritto di esistere di Fabio Balocco Era il 2007 quando i fratelli Coen licenziavano uno dei loro film più belli: Non è un paese per vecchi. In Italia, potremmo adattare il titolo del film agli orsi, ma anche ai lupi, alle aquile reali e ad altre specie animali, più o meno rare. Qui voglio per il momento soffermarmi sugli orsi, in particolare su quelli del nord-est, che sono poi quelli che hanno fatto più notizia (purtroppo per loro). Prima, un po’ di storia. Correva l’anno 1996 quando nacque e fu attuato il Progetto Life Ursus, che aveva per oggetto la reintroduzione della popolazione di orso bruno del Brenta. Il progetto era finanziato dall’Unione Europea, promosso dal Parco Naturale Adamello Brenta in collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento e l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (Ispra). Fu così che vennero reintrodotti sul Brenta dieci esemplari di ambo i sessi provenienti dalla Slovenia. Il fine era di ricreare in 20-40 anni una popolazione st

Tlon

La parola guerra viene dal germanico werra, e significa ‘mischia’. La guerra è prima di tutto un incontro tra corpi umani, ed è una delle attività che amiamo di più, che ci dà più piacere. La guerra è, per chi sa amare, un sottoinsieme dell’amore. È la capacità di riconoscere l’assurdità dell’essere umani, dell’essere tanto staccati quanto legati alla vita. Per chi non sa amare, è invece la guerra a contenere l’amore, e tutto diventa un atto di guerra. L’amore per i propri compagni di guerra, spiegava ad esempio Kipling, “sorpassa l’amore per le donne”. ‘Kameradschaft’ è il termine con cui i tedeschi chiamano la relazione intimissima che nasce tra commilitoni. Riportava James Hillman che un soldato francese disse di aver vissuto in trincea «l’esperienza umana più tenera» della sua vita. E da millenni leggiamo le catastrofi naturali come dichiarazioni di guerra della natura contro di noi, ma questo è tanto arrogante quanto dannoso. Andrea Colamedici 

Buonanotte del 9 novembre 2020

Chi sporca l'acqua limpida con il fango non troverà mai da bere. — Eschilo (drammaturgo, 525-456 a.C.)

Il Vampiro della Bergamasca

«Un'altra vampira! No guardi signorina io ho una qualità di sangue assolutamente insucchiabile! Pieno di colesterolo e di trigliceridi, e poi la cosa più importante: non sono vergine eh! Io sono un mandrillone, mi son fatto donne di ogni tipo sa? Non ha idea! ...eh chi è? E son stato anche con la portinaia, una vecchia con la barba. E mi son fatto di tutto! Sono stato anche... con un marinaio... di colore... un nano... un nano... non mi crede?» Fracchia Vincenzo Verzeni nasce a Bottanuco nel 1849 in una famiglia di contadini. La sua infanzia è segnata dalle condizioni economiche disagiate della famiglia: il padre è alcolizzato e violento, mentre la madre, remissiva e bigotta, soffre di epilessia. Verzeni manifesta i primi segni di aggressività all'età di 18 anni. Nel 1867 aggredisce nel sonno la cugina Marianna e tenta di morderle il collo, ma fugge spaventato dalle sue grida. Non risultano denunce in seguito all'aggressione. Nel 1869 Barbara Bravi, viene aggredita da uno s

A testa alta

Non credo di sbagliarmi affermando che quasi ogni bambino è spesso assalito dal pensiero di uccidersi, molte volte ci prova anche, ma alla fine o non lo fa o non ci riesce. Questo è molto forte nei bambini; è come un’ondata, più o meno fra i sette e i dodici anni, poi si placa, allora ci si irrobustisce un po’, e poi si sperimenta nuovamente una fase estremamente sensibile, fra i diciotto e i ventiquattro anni; chi riesce a superarla, arriva fino ai cinquanta, si sposa, camminae nel normale flusso della vita. Intorno ai cinquant'anni poi la gente ricomincia a riflettere. Nel frattempo i matrimoni sono falliti, i figli sono diventati orrendi, e il mondo ha mostrato la sua ingratitudine. Fino a oggi ho sempre sentito il desiderio di uccidermi, in ogni istante della mia vita, ma dato che non l’ho fatto, significa che la vita per me vale più di ogni altra cosa. Thomas Bernhard

I corpi del Paradiso

Ho visto le donne che piangono nei parchi, quelle che danzano nella notte e svaniscono all’improvviso davanti allo sguardo di un uomo, le fiorite nell’amore, le ragazze che volano ai nidi più alti, quelle che mi vogliono senza sapere se le amo e suonano l’arpa nei pomeriggi di nebbia, quelle che soffrono nel mio cuore e profumate in musica sognano uccelli, quelle che hanno un dolore, quelle nude sulla riva di un fiume, le addormentate per sempre su un cuscino di neve, e quelle che cantano, le miti con un’allodola nel petto, quelle che malinconiche, tristi, rifugiate nell’ombra... Le intatte dall’aria, le silenziose, le belle ragazze mielate dell’autunno. Io ho visto le amare che attraversano un ponte e gridano e la morte le unisce a me, le dolci abbattute che mormorano sotto un velo e sono belle come pallide vergini, le soddisfatte nel piacere che sono fiore di una domenica quando fa buio e le rinchiuse in alcova mentre passa la vita. Io ho visto una donna che aveva un lampo ed un fia

Buonanotte del 7 novembre 2020

Parlare con gente che si è appena conosciuta è faticoso e fa riflettere. Prenderli in giro non è giusto, ma non è neanche giusto prenderli troppo sul serio. E poi ci sarebbe da chiedersi fin dove bisogna spingersi nel contatto con loro, se addirittura sia il caso di avere un contatto, non Le sembra, dottore? T. Bernhard, [Verstörung, 1967], Perturbamento, Milano, Adelphi, 2010 [trad. E. Bernardi]

Jorge Luis Borges

Arte poetica Guardare il fiume fatto di tempo e d’acqua e ricordare che il tempo è un altro fiume. Sapere che ci perdiamo come il fiume e che passano i volti come l’acqua. Sentire che la veglia è un altro sogno, sogno di non sognare e la morte che il nostro corpo teme è questa morte di ogni notte, che chiamiamo sonno. Vedere nel giorno o nell’anno un simbolo dei giorni dell’uomo e dei suoi anni, trasfigurare l’oltraggio degli anni in una musica, un rumore, un simbolo, vedere nella morte il sonno, nel tramonto un triste oro, questo è la poesia che è povera e immortale. La poesia si volge come l’aurora e il tramonto. Talora nel crepuscolo un volto ci guarda dal fondo di uno specchio; l’arte deve esser come quello specchio che ci rivela il nostro proprio volto. Ulisse, dicono, stanco di prodigi, pianse d’amore, scorgendo la sua Itaca umile e verde. L’arte è quell’Itaca di verde eternità, non di prodigi. È anche come il fiume senza fine che passa e resta; è specchio di uno stesso Eraclito

Buonanotte del 6 novembre 2020

In Italia la principale e la più necessaria dote di chi vuole conversare, è il mostrare con le parole e coi modi ogni sorta di disprezzo verso gli altri, l’offendere quanto più si possa il loro amor proprio, il lasciarli più che sia possibile mal soddisfatti di se stessi e per conseguenza di voi stessi medesimi. Una società civile non può durare tra uomini continuamente occupati a deridersi in faccia gli uni e gli altri. Giacomo Leopardi, Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl'Italiani

Cosa può desiderare di più?

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Ho vissuto molto, e ora credo di aver trovato cosa occorra per essere felici: una vita tranquilla, appartata, in campagna. Con la possibilità di essere utile con le persone che si lasciano aiutare, e che non sono abituate a ricevere. E un lavoro che si spera possa essere di una qualche utilità; e poi riposo, natura, libri, musica, amore per il prossimo. Questa è la mia idea di felicità. E poi, al di sopra di tutto, tu per compagna, e dei figli forse. Cosa può desiderare di più il cuore di un uomo? Lev Tolstoj

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