I mangiapeccati il peggior mestiere del mondo

Il “Sin Eater” è un mestiere sopravvissuto fino al secolo scorso: uomini che per pochi spiccioli consumavano un pasto davanti a un defunto in modo da assumere su di sé tutti i suoi peccati. Dei Mangia Peccati esistono tracce fin da tempi remoti, in diverse culture sparse un po' in tutto il mondo, ma le notizie più certe arrivano da Inghilterra, Scozia e Galles, dove l'ultimo Sin Eater, Richard Munslow, ha operato fino al 1906, anno della sua morte. Documenti del 1680 definiscono “funerale in stile tradizionale” quelli che prevedono l'intervento di questi personaggi, e appena si diffondeva la voce di una morte, specie se repentina o accidentale, era cosa comune vederli accodare al funerale, in cerca di lavoro. Il rito, con poche variabili, si svolgeva così: la famiglia che voleva ripulire la coscienza del morto gli metteva una pagnotta, un piatto di sale e un bicchiere di birra sul petto in modo che assorbissero le sue colpe. Poi arrivava il Mangia Peccati, consumava il pasto di fronte a tutti e bisbigliava il suo rituale: “Sono tuo servo e riposo con te, mio caro, scendi con me lungo i sentieri e nei nostri prati. E per la tua pace do in pegno la mia anima. Amen”. Il compenso si aggirava sui 4 penny, corrispondenti a una manciata di euro odierni. Terminato il rito, l'officiante era allontanato senza dire una parola e la ciotola, il piatto e il bicchiere usato venivano bruciati. Anche se molto richiesto (alcuni villaggi mantenevano un Sin Eater ufficiale) era un mestiere all'ultimo gradino della scala sociale, al di sotto del boia. Accollandosi le colpe dei defunti, dopo ogni rituale i Mangia Peccati erano considerati più impuri, dannati destinati all'inferno, dediti alla stregoneria, quindi evitati da tutti e costretti a vivere lontano dai villaggi. Inoltre rischiavano il rogo: perseguitati dalla Chiesa per l'eccesso di peccati di cui si facevano carico, e perché violavano l'esclusiva dei sacerdoti nel celebrare i riti funebri. Tracce di questa usanza sopravvivono in varie culture, dove il cibo è associato alla morte, dal Messico alla Sicilia. Nell'Alta Baviera la “torta dei morti” viene appoggiata sul petto del defunto prima di essere mangiata dal parente più prossimo, nei Balcani con il pane si fa una piccola immagine del defunto che poi viene mangiata dalla famiglia . In Olanda sulle "torte morte" si iscrivono le iniziali dello scomparso. Negli Stati Uniti dall'Alabama alla Pennsylvania si racconta la leggenda di misteriosi vagabondi che vagano per le campagne, rubano cibo e in cambio assorbono i peccati dei morti. 

Alessandra Cortese

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