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Visualizzazione dei post da marzo, 2011

Il processo Ruby/Berlusconi - Trailer dal 6 aprile 2011

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L'abitudine

L’abitudine è la più infame delle malattie perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia, qualsiasi dolore, qualsiasi morte. Per abitudine si vive accanto a persone odiose, si impara a portare le catene, a subire ingiustizie, a soffrire, ci si rassegna al dolore, alla solitudine, a tutto. L’abitudine è il più spietato dei veleni perché entra in noi lentamente, silenziosamente, cresce a poco a poco nutrendosi della nostra inconsapevolezza, e quando scopriamo d’averla addosso ogni fibra di noi s’è adeguata, ogni gesto s’è condizionato, non esiste più medicina che possa guarirci. Oriana Fallaci - tratto da “Un Uomo”

Pier Paolo Pasolini

Non posso tener conto della minor preparazione o capacità a comprendere quello che una proiezione vuol dire, da parte dell’uomo medio, perché in tal caso compirei un’immoralità nei confronti della libertà espressiva, non solo nei miei confronti ma anche nei confronti dello spettatore.

La camera chiara

Un’altra foto unaria è la foto pornografica (non dico erotica: l’erotico è un pornografico alterato, intaccato). Niente è più omogeneo di una fotografia pornografica. E’ una foto sempre ingenua, senza secondi fini e senza calcolo. Proprio come una vetrina che esponga, illuminato, un solo gioiello, la foto pornografica è interamente costituita dall’ostensione di una sola cosa: il sesso: in essa non vi è mai un oggetto secondo, intempestivo, che venga a nascondere in parte, a ritardare o a distrarre. Roland Barthes

Il mondo come volontà e rappresentazione

Chiediamoci con sincerità se la rondine di quest’estate è un’altra da quella dell’estate passata e se realmente tra le due il miracolo di trarre qualcosa dal nulla si è verificato milioni di volte per essere smentito altrettanto dall’annientamento assoluto. Chi mi oda affermare che il gatto che sta giocando lì è lo stesso che saltava e scherzava in quel luogo trecento anni fa, penserà di me quel che vorrà, ma pazzia più strana è immaginare che fondamentalmente sia un altro. Arthur Schopenhauer

Moby Dick

Chiamatemi Ismaele. Alcuni anni fa - non importa quanti esattamente - avendo pochi o punti denari in tasca e nulla di particolare che m’interessasse a terra, pensai di darmi alla navigazione e vedere la parte acquea del mondo. E’ un modo che ho io di cacciare la malinconia e di regolare la circolazione. Ogni volta che m’accorgo di atteggiare le labbra al torvo, ogni volta che nell’anima mi scende come un novembre umido e piovigginoso, ogni volta che mi accorgo di fermarmi involontariamente dinanzi alle agenzie di pompe funebri e di andar dietro a tutti i funerali che incontro, e specialmente ogni volta che il malumore si fa tanto forte in me che mi occorre un robusto principio morale per impedirmi di scendere risoluto in istrada e gettare metodicamente per terra il cappello alla gente, allora decido che è tempo di mettermi in mare al più presto. Questo è il mio surrogato della pistola e della pallottola. Con un bel gesto filosofico Catone si getta sulla spada: io cheto cheto mi metto i

Elogio della Follia

Osservate con quanta previdenza la natura, madre del genere umano, ebbe cura di spargere ovunque un pizzico di follia. Infuse nell’uomo più passione che ragione perchè fosse tutto meno triste, difficile, brutto, insipido, fastidioso. Se i mortali si guardassero da qualsiasi rapporto con la saggezza, la vecchiaia neppure ci sarebbe. Se solo fossero più fatui, allegri e dissennati godrebbero felici di un’eterna giovinezza. La vita umana non è altro che un gioco della Follia. Il cuore ha sempre ragione. Erasmo da Rotterdam

In Italia si sta meglio! Non rompete piu’ i coglioni

Incredibile ma vero, ci lamentiamo dalla mattina alla sera di come vanno le cose in Italia. Facciamo proprio schifo. Siamo in fondo alle classifiche per quanto riguarda burocrazia, liberta’ di informazione, corruzione, crisi economica, crisi della ricerca scientifica, crisi della scuola, ingerenza della chiesa nella politica. E’ difficile trovare anche una persona di destra che sia contenta per come vanno le cose. Ma alla fin fine, bisogna ammettere che il sistema Italia e’ il migliore del mondo dal punto di vista degli indicatori del benessere reale. Pare incredibile ma e’ cosi’. Ce lo dicono le statistiche piu’ inoppugnabili: nel 2007 l’Italia ha raggiunto la longevita’ dei migliori paesi del mondo, Svezia e Svizzera: 78,6 anni per gli uomini, e 84,1 anni per le donne, in aumento rispettivamente di 0,3 e 0,2 anni sul 2006 (www.partitodemocratico.it). Il Trentino e l’Umbria battono Svezia e Svizzera alla grande e Como si piazza a vertici da record con 83 anni e mezzo di sopravvivenza

Fabrizio De André

Si lamentano degli zingari? Guardateli come vanno in giro a supplicare l’elemosina di un voto: ma non ci vanno a piedi, hanno autobus che sembrano astronavi, treni, aerei: e guardateli quando si fermano a pranzo o a cena: sanno mangiare con coltello e forchetta, e con coltello e forchetta si mangeranno i vostri risparmi. L’Italia appartiene a cento uomini, siamo sicuri che questi cento uomini appartengano all’Italia?

Non essere Dio

Se mi avessero detto prima a cosa sarei andato incontro (…) non avrei retto al pensiero. Invece, eccomi qui. E allora davvero si sopravvive a tutto? Ci si adatta a tutto? E’ questo che si porta dentro il sospetto che ogni cosa perda, col passare del tempo, un po’ di valore, un po’ di intensità. Se non muori davvero per amore quello forse non era un amore così grande, o forse sì. Eccola una domanda alla quale ancora oggi non ho trovato risposta. Gianni Vattimo

La via del rifugio

Il poeta è poeta, non oratore o predicatore, non filosofo, non istorico, non maestro, non tribuno o demagogo, non uomo di stato o di corte. E nemmeno è, sia con pace del maestro, un artiere che foggi spada e scudi e vomeri; e nemmeno, con pace di tanti altri, un artista che nielli e ceselli l'oro che altri gli porga. A costituire il poeta vale infinitamente più il suo sentimento e la sua visione, che il modo col quale agli altri trasmette l'uno e l'altra. Guido Gozzano

Daniele Luttazzi

In Italia mancano giornalisti che facciano la seconda domanda. Cosa intendo? Semplice: il giornalista intervista un politico, fa la sua domanda, il politico risponde. A questo punto il giornalista dovrebbe fare la seconda domanda: “scusi, ma lo sa che questa è una stronzata pazzesca!?” Invece la seconda domanda non viene mai fatta, in questo modo i politici sono lasciati liberi di dire tutte le cazzate che vogliono.

Sulla strada

Mi svegliai che il sole si faceva rosso; e quello fu l’unico chiaro momento della mia vita, il momento più strano di tutti, in cui non seppi chi ero. Mi trovavo lontano da casa, ossessionato e stanco del viaggio, in una misera camera d’albergo che non avevo mai vista, a sentire i sibili di vapore là fuori, e lo scricchiolare di vecchio legno della locanda, e dei passi al piano di sopra, e tutti quei suoni tristi, e guardavo l’alto soffitto pieno di crepe e davvero non seppi chi ero per circa quindici strani secondi. Non avevo paura; ero solo qualcun’altro, un estraneo e tutta la mia vita era una vita stregata, la vita di un fantasma. Mi trovavo a metà strada attraverso l’America, alla linea divisoria fra l’Est della mia giovinezza e l’Ovest del mio futuro, ed è forse per questo che ciò accadde proprio lì e in quel momento, in quello strano pomeriggio rosso. Jack Kerouac (On the road)

Presidente del Consiglio

Vivo a Milano 2, in un quartiere costruito dal Presidente del Consiglio. Lavoro a Milano in un’azienda di cui è principale azionista il Presidente del Consiglio. Anche l’assicurazione dell’auto con cui mi reco a lavoro è del Presidente del Consiglio, come del Presidente del Consiglio è l’assicurazione che gestisce la mia previdenza integrativa. Mi fermo tutte le mattine a comprare il giornale di cui è proprietario il Presidente del Consiglio. Quando devo andare in banca, vado in quella del Presidente del Consiglio. Al pomeriggio, quando esco dal lavoro, vado a far la spesa in un ipermercato del Presidente del Consiglio, dove compro prodotti realizzati da aziende partecipate dal Presidente del Consiglio. Alla sera, se decido di andare al cinema, vado in una sala del circuito di proprietà del Presidente del Consiglio, e guardo un film prodotto e distribuito da una società del Presidente del Consiglio: questi film godono anche di finanziamenti pubblici elargiti dal governo presieduto dal

Io speriamo che questo funzioni

Immaginare il peggio, quando si tratta di centrali nucleari, è esattamente ciò che andrebbe fatto per rassicurare noi e per non dare l’impressione che anche i massimi esperti siano ridotti alla “cultura del chiodino e del filo di ferro” e dell’ “io speriamo che questo funzioni, perchè altrimenti so’ cazzi acidi”. E, per cortesia, non venite a raccontarci la solita favola dell’ “ultima generazione”. Anche le centrali giapponesi erano di “ultima generazione” quando furono costruite. Io non ho paura dell’ atomo, ho paura dell’ uomo e della sua presunzione. Come non ho nessuna paura dei cani, ma ne ho molta dei loro cosiddetti padroni, che non padroneggiano i loro animali come non padroneggiano la fissione atomica. Vittorio Zucconi

Generalmente...

"…Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Molti puzzano perché tengono lo stesso vestito per settimane. Si costruiscono baracche nelle periferie. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano in due e cercano una stanza ad uso cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Parlano lingue incomprensibili, forse antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina, spesso davanti alle chiese donne e uomini anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre nostre donne li evitano sia perché sono poco attraenti e selvatici sia perché è voce diffusa di stupri consumati quando le donne tornano dal lavoro. I governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra col

Alex Langher

Cultura è capacità autonoma di valutare, comprensione di sè e del presente, senso delle cose e della storia, creatività umana, coraggio delle proprie idee e accettazione dei propri limiti. Se la cultura è un valore essenziale per l’umanità, allora a ciascuno dovrà essere data la possibilità di fare cultura, e non di essere riempito di cultura.

Smog

Perché un uomo e una donna riescano a stare insieme è un antico mistero. Una volta scartate le ipotesi base e i loro contrari, una volta scremate le effimere attenuanti passionali e sensuali, il rapporto sfugge a qualsiasi speculazione scientifica, psicologica, antropologica, mistica, cabalistica, statistica, stilistica. Le uniche conclusioni possibili da trarre sono due: il fatto indubbiamente esiste; ...spesso non R-esiste. Paolo Zagari

Passione...

Perché, onestamente, a volte mi pare che non ci sia niente di peggio che prendere la propria passione e farla diventare un lavoro: che, in questo modo, la passione resisterà giusto un paio di anni, poi comincierà a spegnersi, poi scomparirà del tutto. Sepolta dalle incombenze, dalle fatiche, dalla ripetitività quotidiana del lavoro. via | scorfano

Se vent’anni fa...

Se vent’anni fa mi avessero detto che un giorno avrei guardato la bandiera dell’Italia con un piccolo, quasi impercettibile fremito di orgoglio, non ci avrei creduto. Non sono mai stato nazionalista, ho sempre creduto nel superamento dei confini geografici, politici, culturali, di quelle pesanti pareti dentro cui il nostro provincialismo ha prosperato, e continua a prosperare a tutto vantaggio di pochi speculatori. Ma ho da tempo fatto pace con le mie radici, e da tempo vivo una stancante condizione di amore per il paese in cui sono nato e cresciuto, misto a odio per una scatola di latta e cartone da cui non si riesce ad uscire (per incapacità, o forse per volontà). È per questo che non guardo più con ostilità quei tre pezzi di stoffa verticali colorati, ed è per questo che ho ancora una pallida speranza di poter vedere gli abitanti di questo paese capire, una volta per tutte, che elevare a monarca la rappresentazione simbolica di tutte le nostre peggiori inclinazioni soltanto per gius

Sparatevi

C’è qualcosa che è perfino peggiore di un disastro: sono gli eroi da tastiera che subito dopo attaccano con la storia che i disastri (o le guerre) fanno bene all’economia. Il dubbio che se così fosse basterebbe mettersi a sfasciare tutto e rifarlo per azzerare la disoccupazione? Non li sfiora. Fate finalmente un gesto socialmente responsabile ed utile all’economia. Sparatevi. Così per pulire faremo lavorare qualcuno. via | apophis

…e gli italiani visti dagli stranieri

Gli italiani hanno solo due cose per la testa: l'altra sono gli spaghetti. Catherine Deneuve Gli italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre. Winston Churchill Gli italiani fabbricano porte magnifiche ma se desideri tener fuori il prossimo usa un lucchetto americano. John Hermes Secondari, Tre soldi nella fontana Gli italiani si lamentano troppo, quindi stanno bene. Wilhelm Muhs

Festeggio l’unità dell’Italia

Fino a non molti anni fa provavo allergia verso le parole «patria» e «tricolore», e so perché: così come Berlusconi ha recentemente sequestrato le parole «libertà» o il grido d’incitamento sportivo «forza Italia» fino a farne contenitori vuoti e inutilizzabili, così nella mia gioventù le parole «patria» e «tricolore» erano state fatte prigioniere dai fascisti, che le associavano alla loro visione militaresca, trombona e manesca della politica: «Fiamma tricolore» «Dio, Patria e Famiglia» ed altre sinistre associazioni. E per il solo sospetto d’essere assimigliato a costoro, mi guardavo bene dall’usarle. Naturalmente il tricolore e la patria appartenevano anche agli eroi risorgimentali che lottarono per cacciare gli austriaci o ai partigiani che lottarono per cacciare i nazifascisti. Lo sapevo bene, ma intanto, non ce la facevo lo stesso: un po’ come oggi repelle, ad una persona sensata, gridare «Forza Italia» allo stadio, ben sapendo che è anche il nome d’un partito. Da un po’ di anni

Gli Italiani visti dagli Italiani

Noi altri Italiani, abbiamo quasi tutti questo difetto organico di voler veder tutto e dirigere tutto con principi larghi e generali, trascurando poi le minuzie. Finché si parla di libertà, di virtù, di felicità, noi siamo sempre pronti a batterci o a ciarlare e abbiamo sempre pronte molte e belle teorie per risolvere i più astrusi problemi sociali o individuali. Ma poi, quando si tratta di tradurre le teorie nel linguaggio modesto della vita quotidiana, quando si deve pensare al bilancio della giornata e dell'ora presente, alziamo le spalle e lasciamo che le cose avvengano come a loro piace. Paolo Mantegazza, L’arte di essere felici. Gli italiani in genere sono convinti che raramente i mali dell'uomo possono essere guariti ma solo alleviati, e le catastrofi essere evitate ma solo qualche volta mitigate. Per questo, in ogni loro attività, preferiscono scivolare con eleganza sulla superficie debitamente decorata e lasciare inesplorate le tragiche profondità. Luigi

Vladimir Majakovskij

Ad ogni nato di donna è stato concesso l’amore ma fra impieghi, entrate e il resto giorno per giorno s’inaridisce il terreno del cuore. Sul cuore è infilato il corpo. Sul corpo la camicia. E come se non bastasse un tale - idiota! - ha fabbricato i polsini e ha intriso d’amido lo sparato. Verso la vecchiaia ci si ripensa di soprassalto. La donna s’imbelletta l’uomo di sbraccia come un mulino - metodo mueller - ma è tardi. La pelle moltiplica le rughe. L’amore fiorisce un po’, fiorisce un po’ e s’aggrinza… Di solito così

Josè Saramago

“Chiaro che siamo in guerra, ed è una guerra di accerchiamento, ognuno di noi assedia l’altro ed è assediato, vogliamo abbattere le mura dell’altro e mantenere le nostre, l’amore verrà quando non ci saranno più barriere, l’amore è la fine dell’assedio.”

H. Hesse

[…] Il Gioco delle perle di vetro è un modo di giocare con tutti i valori e col contenuto della nostra civiltà (…) Tutto questo enorme patrimonio di valori dello spirito è trattato dal giocatore di perle come un organo dell’organista; e quest’organo è di una perfezione a malapena immaginabile: i manuali e i pedali tasteggiano tutto il cosmo spirituale, i suoi registri sono quasi infiniti e teoricamente, grazie a questo strumento, si potrebbe riprodurre in suoni l’intero contenuto dell’universo… da ‘Il gioco delle perle di vetro'

Art.21

Art.21 della Costituzione italiana: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Internet un far west

Sbaglia, per ignoranza o per malafede, chi definisce internet un far west senza regole. Disperde energie chi si batte per replicare previsioni che già esistono e che potrebbero semplicemente applicate senza ricorrere alla demagogia e senza moltiplicare l’entropia legislativa. Perde un’opportunità di onorare la nostra democrazia chi si intestardisce a sostenere regolamenti destinati per banale evidenza tecnologica a non sortire effetto alcuno, quando non addirittura a far danni. apogeo

Piccoli consigli per scrittori inesperti #10/10

A volte anche i mediocri scrittori o i dilettanti hanno un’idea fulminante, come quell’amico che voleva iniziare un romanzo così: «La bambina, grazie a dio, era morta». Incipit splendido, ma come andare avanti? Una frase può suggerire un romanzo, può trascinarlo con sé meglio di una teoria o di un farraginoso schema morale (voglio scrivere sulla incomunicabilità della società, sulla povertà, sul potere, sul sesso, sulla vita di un artista ecc.), ma è solo un mattone. La fatica di mettere uno sull’altro migliaia di mattoni, di controllare continuamente il filo a piombo, di preparare la malta, di segare le assi ecc., questo è il duro lavoro dello scrittore, e a volte viene da chiedersi: chi glielo fa fare? Il contenuto e la forma di un romanzo o di un racconto sono inclassificabili e imprevedibili, si va dall’azione pura di Un manoscritto trovato a Saragozza di Potocki, all’Uomo senza qualità di Musil. Ma tutti hanno in comune la costruzione. Niente dovrebbe appassionare uno scrittore pi

Scuole...

Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro. La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola di partito. Piero Calamandrei

Piccoli consigli per scrittori inesperti #9/10

Chi ama la gloria e scrive per la gloria può ricordarsi che tra un miliardo di anni (se non succede niente prima) il sole avrà reso irriconoscibile l’intero sistema solare, oppure, come diceva quel tale, può trascorrere le sue giornate prendendo a schiaffi i tutti i bambini che incontra, si sarà procurato così una posterità che non lo dimenticherà mai. Meglio scrivere per soldi. Meglio ancora per il piacere di scrivere e d’imparare a scrivere. Bruno Nacci

Ricorsi

Trenta e oltre anni fa, i liberali denunciavano in splendida solitudine il sinistrismo della scuola pubblica e l’egemonia culturale dei comunisti. Ricordo gli articoli al cianuro di Indro Montanelli contro le ricostruzioni storiche di certi libri di testo adottati nei licei, dove le purghe di Stalin venivano fatte passare per innocui lassativi. Poi il comunismo è finito e nel giro di un decennio anche il suo predominio sulla cultura e sulla scuola. Il turbo-consumismo ne ha preso il posto e si è affermato come nuova ideologia di massa, trovando nelle televisioni commerciali lo strumento di propaganda per trasformare i cittadini in consumatori. Fa quindi un effetto straniante leggere sulle prime pagine dei giornali di oggi quel che alcuni di noi cercarono invano sulle prime pagine di trenta e oltre anni fa. Come se fossimo saliti sulla macchina del tempo per riatterrare in un piccolo mondo antico che risulta incomprensibile ai ragazzi del Duemila, uno dei quali ancora la settimana scors

Michail Bulgakov

Ma quando la stampa tedesca scrive che L’isola purpurea è «il primo appello che si abbia in Urss per la libertà di stampa», essa scrive il vero. Lo riconosco. La lotta contro la censura, qualunque essa sia, e quale che sia il potere per il quale essa opera, è mio dovere da scrittore, così come anche l’appellarmi per la libertà di stampa. Io sono un fervente sostenitore di questa libertà e ritengo che se a un qualche scrittore venisse in mente di voler dimostrare che essa non gli occorra, non sarebbe diverso da un pesce che volesse dichiarare pubblicamente di non aver alcun bisogno dell’acqua. Lettera al Governo dell’Urss, 28 marzo 1930

Piccoli consigli per scrittori inesperti #8/10

Chi scrive non deve mai innamorarsi di un’idea. Il manoscritto dell’Infinito di Leopardi mostra soluzioni del tutto diverse via via scartate, perché quello che stava cercando era una forma compiuta e autosufficiente, non l’espressione di un sentimento. Non è il racconto che deve adeguarsi a ciò che voglio dire, ma ciò che voglio dire che deve adeguarsi al racconto. Questo è l’ostacolo più grande per chi inizia a scrivere, motivo per cui, almeno all’inizio, è meglio scrivere di cose che non interessano minimamente (il sogno di Flaubert: scrivere un romanzo su niente). Diceva Cardarelli: Ispirazione per me è indifferenza. | Poesia: salute e impassibilità. Si può essere appassionati lettori, e anche lettori ingenui, ma questo è proibito quando si scrive. Prima di scrivere un romanzo, cimentarsi in un romanzo o in un racconto di genere, perché lì le regole della retorica sono meglio definite (la retorica intesa come mediazione, luogo d’incontro tra le aspettative di chi legge e il mestie

Attualità

Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a quest

Io credo

Io credo nella nostra gioventù. E’ vero sono giovani, non possono avere la mentalità degli anziani, ed è un errore grave che compiono gli anziani, siano essi genitori o educatori, di voler imporre ai giovani la loro mentalità di anziani. E quindi scavano un solco fra essi e i giovani. Io valico questo solco e vado incontro ai giovani comprendendo la loro mentalità di giovani, che è stata la mia mentalità quando giovane ero come loro. E dico ai giovani questo: vedete, voi avete le vostre speranze, le vostre visioni, voi avete un animo puro, noi invece abbiamo la nostra esperienza. Bene, io vi dico: camminiamo di conserva, fianco a fianco, camminiamo insieme, voi con le vostre visioni, noi con la nostra esperienza. A questi giovani io dico: preparate il vostro animo a scuola, cercate di corredare la vostra mente di una cultura che vi sara’ utile, sara’ strumento per voi necessario per farvi camminare domani nella vita come uomini liberi. Siate sempre uomini in piedi, padroni dei vostri s

Piccoli consigli per scrittori inesperti #7/10

Il racconto si svolge necessariamente nel tempo (dal fatto che la pellicola cinematografica è costituita da fotogrammi, il nouveau romanha erroneamente dedotto che l’essenza del cinema è la fotografia. In ossequio a questo principio Claude Simon ha potuto impiegare una decina di pagine per descrivere un piccione sul davanzale della sua finestra… che ancora è lì e aspetta una mano pietosa che lo faccia volare via. Ma Brodkey ne impiegherà quaranta per farci assistere, estasiati, a una fellatio in Storie in modo quasi classico) e dunque chi scrive deve misurare attentamente la relazione tra il tempo della scrittura, il tempo narrato e il tempo della lettura: quasi mai i tre tempi coincidono. A volte sono necessarie più parole per descrivere un’azione, perché una descrizione più sintetica ha l’effetto di un movimento accelerato, ridicolo, anche se il significato è lo stesso. A volte il contrario. Se Pierino è a letto con Pierina e suona il cellulare, posso certamente scrivere: «Rispose i

El Trota

Renzo Bossi, più noto come “El Trota” nel mondo della politica, dei suoi cari e soprattutto della culturarenzo-bossi dove spiccò per avere dato per tre volte l’esame di maturità e averlo superato al terzo tentativo con un trionfale 69/100, di fatto il minimo dei voti, è stato nominato – sicuramente per meriti – direttore responsabile di tutte le attività radiotelevisive della Lega Nord, pur non essendosi mai occupato nella sua giovane ma operosa vita, di informazione. Guiderà la comunicazione della Lega nei ritagli di tempo lasciati dalla sua intensa attività di consigliere regionale, per arrotondare i magri 12 mila euro mensili più le spesucce versati dai contribuenti lombardi. Il movimento del suo papà ancora una volta si colloca così all’avanguardia nella lotta contro il nepotismo e le spintarelle, quelle brutte robe da romani e da terùn, anche se più che di spintarelle, nel caso del salmonide, si tratta di spintoni da cartellino rosso. Pardon, verde. Vittorio Zucconi

Cose che non si può

E una, gravissima e intollerabile, è il disconoscere e il prendere le distanze dalla scuola pubblica, come Berlusconi ha fatto oggi. La scuola pubblica non è un tema opinabile, non è un soggetto con cui il governo può confrontarsi: è parte dell’istituzione che rappresenta, e ne è una parte importantissima. Che questa importanza sia stata insultata di fatto in questi anni attraverso un progressivo disimpegno del governo dal ruolo dell’istruzione, della cultura, della crescita delle generazioni e dell’Italia, è già una scelta sciagurata, per quanto dettata evidentemente da progetti lungimiranti di autoconservazione dell’ignoranza. Ma dissociarsi dal ruolo degli insegnanti e della scuola pubblica – che sono una sola cosa: difficile accusare la sinistra di avere nominato gli insegnanti – , sostenere che la scuola possa “inculcare principi che sono il contrario di quelli che i genitori vogliono”, è una contraddizione inaccettabile almeno quanto il mancato riconoscimento dei simboli italiani

Scrofaland

Mentre milioni di nordafricani lottano per la libertà, l’unica cosa che sembra importare di loro alla maggioranza degli italiani è che non arrivino in Italia. Tunisini, algerini, egiziani, libici si sono dimostrati capaci di cacciare a calci in culo i tiranni rincoglioniti: è logico che i sostenitori di Berlusconi e Bossi li temano, e non li vogliano qui. Gli altri italiani invece dovrebbero attenderli come liberatori. Purtroppo però non ne arriveranno abbastanza. Nessuna vaticinata ”ondata migratoria” sarà abbastanza potente e misericordiosa da sciogliere le concrezioni di merda pietrificata che ci imprigionano, che fanno del nostro paese un calcificato Giardino di Cesso, retto da cariatidi escrementizie impermeabili al viakal. Berlusconi, il decrepito puttaniere bigotto che ricompra il sostegno delle sclerotiche gerarchie vaticane promettendo più soldi e più discriminazione, non è meno decomposto dell’orrido Gheddafi, ma resiste, cristallizzato nella sua stessa merda come un inset

Piccoli consigli per scrittori inesperti #6/10

Chi scrive un racconto non può raccontare quello che vede o sente, ma deve rappresentare quello che vede, costruirlo, che è molto più difficile e serve tra l’altro per riflettere sulla propria capacità di vedere (quando il procuratore nel racconto di Kafka vede Gregor tramutato in insetto sono le sue labbra sporgenti – aufgeworfenen Lippen-, protese come un grido inespresso, che caratterizzano il suo sconcerto. Kafka avrebbe potuto semplicemente scrivere: Fu preso dal terrore. Ma allora non sarebbe stato Kafka e noi non ce ne ricorderemmo). La prima domanda di chi scrive è: sono capace di descrivere la mia camera? La seconda: sono capace di descriverla in modo che chi legge non si annoi o non pensi a un pieghevole di un’agenzia immobiliare? Uno scrittore vero non discute mai le impressioni che gli altri provano leggendo quello che ha scritto (dopo un lavoro durato anni, e dopo un giorno e mezzo di lettura, alla reazione drasticamente negativa degli amici, Flaubert accantona il suo pr

Considerazione...

Il linguaggio parlato è per sua natura sciatto e impreciso. Non dà tempo di riflettere, di usar le parole con eleganza e raziocinio, induce a giudizi avventati e non fa compagnia perchè richiede la presenza degli altri. Il linguaggio scritto al contrario, dà tempo di riflettere e scegliere le parole, facilita l’esercizio della logica, costringe a giudizi ponderati e fa compagnia perchè lo si esercita in solitudine. Specialmente quando si scrive, la solitudine è una grande compagnia... Sconosciuto

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