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Visualizzazione dei post da ottobre, 2022

FramMenti

Non voglio ammazzare il tempo, non voglio ingannarlo, voglio solo che il tempo mi attraversi come sabbia in una clessidra. Voglio ascoltare, assaporare, respirare. Senza preoccuparmi di nulla, per una volta, senza dover correre da nessuna parte. — Matteo Bussola, Il tempo di tornare a casa

Razza umana

Non necessariamente la richiesta di autodeterminazione di un popolo, di un'etnia, porta allo sgretolamento. E poi lo sgretolamento di che cosa? Dello Stato? Ma lo Stato non è che il pesantissimo involucro burocratico di una nazione, ne è l'organizzazione verticistica, con la divisione dei sudditi in classi sociali. C'è chi Io vorrebbe più grande come gli europeisti e chi lo vorrebbe più piccolo come i secessionisti. Per quanto mi riguarda mi accontenterei di sentirmi partecipe di un grande privilegio: l'appartenenza alla razza umana. Per il resto, facciano pure loro. Certo uno Stato europeo mi fa paura come me la farebbe uno Stato padano, come ci ha fatto paura lo Stato italiano, basti pensare alle ultime due guerre: perché sa, non sono mica i popoli, come vogliono farci credere, che si dichiarano guerra, sono proprio gli Stati. E d'altra parte una nazione europea, a ben vedere, esiste già e questi miei connazionali li frequento da decenni; pure con la gente padana

FramMenti

L'arte raggiunge il suo più perfetto risultato quando sembra il prodotto della natura, e a sua volta la natura coglie il segno quando dentro di sé racchiude l'arte.  Anonimo, Il sublime

Il desiderio di essere come tutti

In una conferenza ormai famosa tenuta nel 1919, dal titolo “La politica come professione”, Max Weber distingue due modi di agire nella pratica politica: l'etica dei principi e l'etica della responsabilità. Nella sostanza, chi si comporta secondo l'etica dei principi, non tiene conto delle conseguenze delle proprie idee. Cioè: fa delle scelte secondo i suoi ideali, agisce in un modo che ritiene giusto, e questo può bastare: le conseguenze che derivano da ciò che è stato fatto non interessano. Non riguardano colui che agisce; riguardano, dice Weber, il mondo, e quindi la possibile stupidità degli esseri umani. Riguardano, quindi, gli altri. Chi agisce secondo l'etica dei principi non si occupa del fatto che a seguito di una decisione giusta le circostanze possano peggiorare lo stato dei fatti; l'importante è aver preso la decisione giusta, in sintonia con i propri ideali. L'etica della responsabilità, invece, per ogni decisione da prendere tiene conto delle conseg

FramMenti

Il desiderio di libertà è qualcosa di originario che troviamo già negli animali e nei bambini piccoli. In campo politico, però, la libertà diventa un problema perché la libertà illimitata di ogni singolo rende impossibile la convivenza umana. Quando sono libero di fare tutto ciò che voglio, allora sono anche libero di derubare gli altri della loro libertà.  Karl Popper

Ennio Flaiano

Chi apre il periodo, lo chiuda. È pericoloso sporgersi dal capitolo. Lasciate l’avverbio dove vorreste trovarlo. Chi tocca l’apostrofo muore. Abolito l’articolo, non si accettano reclami. Non usare l’esclamativo dopo le 22. Non si risponde degli aggettivi incustoditi. Per gli anacoluti, servirsi del cestino. Tenere i soggetti al guinzaglio. Non calpestare le metafore. I punti di sospensione si pagano a parte. Non usare le sdrucciole se la strada è bagnata. Per le rime rivolgersi al portiere. È vietato servirsi del sonetto durante le fermate. È vietato aprire le parentesi durante la corsa. Nulla è dovuto al poeta per il recapito. Ennio Flaiano, La grammatica essenziale

FramMenti

Perché bello non significa soltanto bello ma può significare anche terribile e profondo. Anzi. Le più grandi bellezze, in questo mondo, forse stanno proprio qui. Nel dolore, nel rimpianto di ciò che è stato e non sarà più, nella nostra solitudine, della quale noi in genere non ci accorgiamo, o preferiamo non pensarci. Ma verrà il giorno.   - Dino Buzzati

Breve storia del tempo

 Perché l'universo si dà la pena di esistere? La teoria unificata è così cogente da determinare la sua propria esistenza? Oppure ha bisogno di un creatore e, in tal caso, questi ha un qualche altro effetto sull'universo? E chi ha creato il creatore?  Fino a oggi la maggior parte degli scienziati sono stati troppo occupati nello sviluppo di nuove teorie che descrivono che cosa sia l'universo per porsi la domanda perché? D'altra parte, gli individui professionalmente qualificati a chiedersi sempre perché, essendo filosofi, non sono riusciti a tenere il passo col progresso delle teorie scientifiche. Nel Settecento i filosofi consideravano di propria competenza l'intero sapere umano, compresa la scienza, e discutevano problemi come: l'universo ha avuto un inizio? Nell'Ottocento e nel Novecento la scienza divenne però troppo tecnica e matematica per i filosofi o per chiunque altro tranne pochi specialisti. I filosofi ridussero a tal punto l'ambito delle loro

FramMenti

Ci sono persone che si aggirano per il mondo come se ci fossero capitate per sbaglio, come se in qualunque momento potesse arrivare qualcuno, posare una mano sulla loro spalla e gridargli nell’orecchio: “Cosa ci fai qui? Chi ti ha dato il permesso d’entrare? Prego, sloggiare al più presto”. Altre invece non camminano affatto nel mondo. Ci navigano, fendendo l’acqua come una nave sicura.  A. Gundar-Goshen

L’abisso di Chicago

Anni fa guardavo le rovine del mondo, delle dittature, delle nazioni inaridite, e mi sono detto: “Che cosa posso fare? Io, solo, vecchio e debole. Che cosa? Ricostruire su questa devastazione? Ah!”. Ma mentre giacevo mezzo addormentato, una notte, mi ritornò alla mente un vecchio motivo. Due sorelle che si chiamavano Duncan cantavano una canzone della mia infanzia, intitolata Ricordare. Diceva: “Tutto ciò che faccio è ricordare, caro, così cerca di ricordare anche tu!”. Cantavo quella canzone, ma non era più una canzone, era un modo di vivere. Che cosa avevo da offrire a un mondo che stava dimenticando? I miei ricordi. A che cosa potevano servire? A permettere un confronto. A dire ai giovani “com'era una volta”, a fargli sapere quanto avevano perduto. Scoprii che più ricordavo, più riuscivo a ricordare. Secondo con chi mi trovavo ricordavo i fiori artificiali, i quadranti dei telefoni, i frigoriferi, le mollette per biciclette, no, non le biciclette, ma le mollette che si mettevano

FramMenti

Il fascismo non era soltanto un malgoverno buffonesco e improvvido, ma il negatore della giustizia; non aveva soltanto trascinato l’Italia in una guerra ingiusta ed infausta, ma era sorto e si era consolidato come custode di un ordine e di una legalità detestabili, fondati sulla costrizione di chi lavora, sul profitto incontrollato di chi sfrutta il lavoro altrui, sul silenzio imposto a chi pensa e non vuole essere servo, sulla menzogna sistematica e calcolata.   (Primo Levi)

Soggetti smarriti

Malatesta, mi dice, era uno che sapeva infiammare le platee. Prima di tutto italiano, inglese, francese, per lui andava bene uguale. E poi, c’è poco da fare, aveva talento. Cos’abbia detto, quella sera al Tivoli and Zucca’s Saloon, non si sa di preciso. Ma non c’è molto da sbagliarsi. Avrà detto che monarchie e repubbliche, e tutti i parlamenti, servi e gendarmi della borghesia, compresi quelli dei cosiddetti regimi democratici, per non dire gli eserciti e le polizie, lo sbirro e l’esattore, il soldato e il carceriere, col loro complice, il fabbricante di menzogne, prete o professore che sia, foraggiato per asservire gli spiriti e farli docili al giogo: tutto questo andava soppresso, perché nessuno poteva imporre alle masse le proprie leggi. Avrà spiegato che la scienza positiva dimostrava la totale inadeguatezza del regime parlamentare, anche se mascherato col suffragio universale, anzi, specialmente col suffragio universale. Fin lí saranno stati tutti d’accordo, come pure sulla frate

FramMenti

Qualche anno dopo Don Milani avrebbe dichiarato:  “Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora io reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni sono la mia patria, gli altri i miei stranieri.”

Works

Si era nella seconda metà degli anni Novanta, e la parola «imprenditore», spinta, promossa, direi quasi inoculata, attraverso un’ossessiva campagna di marketing, da una nuova e potentissima ditta politica, stava entrando ormai nel linguaggio comune. […] Di qua, oltre le reti e le doppie porte con vetro antiproiettile ci siamo noi e quelli come noi, che lavorano in proprio per costruire la propria fortuna, e dànno anche lavoro agli altri; di là c’è un mondo di dipendenti sfigati e invidiosi, magari anche comunisti, che non sanno stare al posto loro e non fanno altro che lamentarsi; di dipendenti pubblici, che sono ancora più sfigati e più invidiosi; di politici rapaci che non ci fanno lavorare e si inventano ogni giorno una tassa nuova, come se già non ce ne fossero abbastanza, che se uno le pagasse tutte, non varrebbe neanche la pena lavorare; e poi pagare per cosa?, che poi bisogna difendersi da soli, e stare anche attenti, che se uno ti entra in casa e gli spari, sta sicuro che dopo

FramMenti

Il telefono non ravvicina, anzi, conferma le distanze. Non si è in due come in una conversazione, poiché non ci si vede. E non si è nemmeno soli come davanti a un foglio di carta che permette, mentre si parla all'altro, di parlare a se stessi, di cercare e di trovare la verità. — Simone De Beauvoir, Una donna spezzata

L’invenzione della poesia

Per cominciare, vorrei premettere, in tutta onestà, che cosa dovete aspettarvi - o, meglio, che cosa non dovete aspettarvi - da me. Mi rendo conto di aver commesso un errore già nel titolo della mia prima lezione. Il titolo è, se non vado errato, «L’enigma della poesia», e ovviamente l’accento cade sulla prima parola: «enigma». Quindi potreste pensare che l’enigma sia davvero l’importante. O, peggio ancora, potreste credere che mi sono illuso di avere in qualche modo scoperto come decifrarlo. La verità è che non ho rivelazioni da fare. Ho passato la vita a leggere, ad analizzare, a scrivere (o a tentar di scrivere) e a gioirne. Ho scoperto che quest’ultimo punto è la cosa più importante. A forza di leggere e rileggere poesia, sono arrivato a una conclusione definitiva sull’argomento. Ogni volta che affronto una pagina bianca, sento di dover riscoprire la letteratura da solo. Il passato non mi è di alcun aiuto. Sicché, come ho già detto, ho solo le mie perplessità da offrirvi. Sono pros

FramMenti

Ho orrore di tutte le verità assolute, delle loro applicazioni totali, dei loro presunti detentori d’ogni risma. Prendete una verità, portatela con cautela ad altezza d’uomo, guardate chi colpisce, chi uccide, cosa risparmia, cosa elimina, annusatela a lungo, accertatevi che non puzzi di cadavere, assaggiatela tenendola un po’ sulla lingua, ma siate sempre pronti a sputarla immediatamente. L’uomo libero è questo: il diritto di sputare.   (Albert Camus)

Il coltellino svizzero

Leggere romanzi cambia il cervello perché migliora la capacità di scoprire e capire le emozioni delle altre persone: una competenza cruciale per riuscire a destreggiarsi bene all’interno di sistemi complessi di relazioni sociali. Il motivo è questo: per capire gli altri (e noi stessi) noi costruiamo quella che gli psicologi chiamano Teoria della mente che comprende ipotesi sia su ciò che gli altri pensano, sentono, credono, sia sul modo in cui noi stessi pensiamo, sentiamo, decidiamo (questo – ne abbiamo appena parlato – riguarda la metacognizione). Il dato interessante è che il grado di dettaglio della Teoria della mente, e dunque la competenza nel capire gli altri (e sé stessi), migliora in chi legge buona letteratura e non in chi legge romanzi d’intrattenimento. La distinzione fatta dai ricercatori, David Kidd ed Emanuele Castano, è sottile: i testi dei grandi autori sfidano il lettore trasportandolo in un contesto nuovo in cui sta a lui trovare la propria strada, colmando le lacune

FramMenti

Per noi non vi sono stranieri. Noi vogliamo che tutti gli uomini, qualunque sia il loro luogo di nascita, qualunque sia il ceppo etnico da cui derivano, qualunque la lingua che parlano, si considerino come fratelli e si aggruppino liberamente e cooperino insieme per il maggiore benessere, la maggiore libertà, la maggiore civiltà di tutti.Se di stranieri vuol parlarsi, allora per noi lo straniero non è colui che è nato al di là di una frontiera e parla una lingua diversa, o ha la pelle di diverso colore; lo straniero, il nemico, è l'oppressore, è lo sfruttatore, è chiunque, in qualunque paese, sottomette a sé un altr'uomo.   (Errico Malatesta)  

Rainer Maria Rilke

Sii paziente verso tutto ciò che è irrisolto nel tuo cuore e... cerca di amare le domande, che sono simili a stanze chiuse a chiave e a libri scritti in una lingua straniera. Non cercare ora le risposte che possono esserti date poiché non saresti capace di convivere con esse. E il punto è vivere ogni cosa. Vivere le domande ora. Forse ti sarà dato, senza che tu te ne accorga, di vivere fino al lontano giorno in cui avrai la risposta. (Rainer Maria Rilke)

FramMenti

Amo giacere al sole. Supina e a occhi chiusi. Sull'erba in riva al mare. Le onde sono i passi dell'uomo che aspetto con smania e paura. S'avvicina sempre di più. Non conosco il suo viso e non gli chiedo il nome. Si avvicina focoso e impaziente, odoroso di semi maturi. Con dolce violenza allarga le mie cosce e mi trascina in un vortice. Quando riapro gli occhi e il cielo lassù si rasserena, non c'è che il sole, le erbe ed io. Le onde sono di nuovo passi d'uomo che ritornano al mare. Amo giacere al sole. Supina e a occhi chiusi. Sull'erba in riva al mare.  — Mila Kačič  

Diario di una scrittrice

Che tipo di diario vorrei fosse il mio? Un tessuto a maglie lente, ma non sciatto: tanto elastico da contenere qualunque cosa mi venga in mente, solenne, lieve o bellissima. Vorrei che somigliasse a una scrivania vecchia e profonda o a un ripostiglio spazioso, in cui si butta un cumulo di oggetti disparati senza nemmeno guardarli bene. Mi piacerebbe tornare indietro, dopo un anno o due, e trovare che quel guazzabuglio si è selezionato e raffinato da sé, coagulandosi, come fanno misteriosamente i depositi di questo genere, in una forma; abbastanza trasparente da trasmettere la luce della nostra vita, eppure ferma, un tranquillo composto che abbia il distacco di un’opera d’arte. Il requisito principale (ho pensato rileggendo i miei vecchi diari) non è fare la parte del censore, ma scrivere come detta l’umore, e di qualunque cosa; perché mi ha incuriosita la mia passione per le cose buttate alla rinfusa, e ho scoperto il significato proprio là dove allora non lo vedevo. Ma la scioltezza s

FramMenti

Senza il ricordo di ciò che è piacevole o spiacevole non è possibile essere felici, tristi, angosciati; non si può essere in collera, o innamorati; e si potrebbe quasi dire che un essere vivente è una memoria che agisce.    Henri Laborit 

Diario di Zlata

Lunedì 19 aprile 1993 Cara Mimmy, sono cresciuta. Non mi va più bene niente. Tutto mi è diventato troppo piccolo, stretto e corto. Mi sono messa d'accordo con Braco per vedere se posso usare alcuni degli abiti di Martina; anche Keka mi ha autorizzato per lettera. Sono andata da lui oggi. Sono entrata nella stanza di Martina e Matej. La stanza era vuota, c'erano solo le loro fotografie, alcune delle cose che a loro non servivano; i vetri erano rotti, c'era polvere dappertutto. La stanza è triste, proprio come me. C'è voluto un po’ di tempo prima che mi ricordassi il motivo per cui ero andata là. Fra le cose di Martina ho trovato una gonna nera patchwork, delle scarpe da tennis bianche, delle scarpe da pioggia e un paio di scarpe più femminili. Mi è venuto in mente ciò che Keka aveva scritto nella lettera: «Prendi tutto quello che possa rallegrare la tua giornata, Zlata, e goditelo, se puoi, perché sappi che domani la situazione potrebbe essere diversa». Ciò che rallegrer

FramMenti

Un uomo porta il peso dei suoi ricordi, è un peso che si fa coll’età d’una crescente durezza di malinconia.  Giuseppe Ungaretti - Lettere a Bruna

La farfalla di cristallo

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Ali trasparenti come l’aria per mimetizzarsi e un’aureola cangiante che cinge un esile corpo velenosissimo: la Greta oto è una delle meraviglie misteriose della natura. Questa farfalla endemica del centro America ha la spettacolare peculiarità di sparire e, in determinate occasioni, di adottare un potere riflettente anche mentre vola. Da qui deriva anche il soprannome spagnolo “Espejito” che tradotto vuol dire piccolo specchio, caratteristica che la rende praticamente invisibile ai predatori. Il motivo della sua trasparenza risiede nella struttura della superficie delle sue ali ricoperte da una miriade di nano-strutture distribuite in modo da produrre una bassissima rifrazione della luce da tutte le angolazioni. Le ali di questo lepidottero della famiglia dei Nymphalidae possono superare i 6 cm mentre il corpo è 10 volte più piccolo. Vive nelle zone tropicali dell’America Centrale e tra il Messico e Panama. Da molti ritenuta una delle più belle farfalle esistenti, è anche molto velenos

FramMenti

 L'arte è vita. La vita è arte. L'importanza attribuita a entrambe è esagerata e fraintesa.  (Keith Haring)

Il pericolo di un'unica storia

Vengo da una famiglia nigeriana convenzionale, di classe media. Mio padre era un professore universitario. Mia madre era una direttrice amministrativa. Cosí prendevamo in casa, com’era la norma, un ragazzo che ci aiutava nei lavori domestici, e che spesso veniva dai villaggi rurali circostanti. L’anno in cui ho compiuto otto anni, abbiamo preso in casa un nuovo domestico. Si chiamava Fide. L’unica cosa che mia madre ci ha detto di lui era che la sua famiglia era molto povera. Mia madre mandava loro igname, riso e i nostri vestiti vecchi. E quando non finivo la cena, mia madre diceva: «Mangia tutto! Non lo sai? Quelli come la famiglia di Fide non hanno nulla!» Provavo, quindi, un’enorme pietà per la famiglia di Fide. Poi, un sabato, siamo andati in visita al villaggio di Fide e sua madre ci ha mostrato un cestino con bellissime decorazioni, in rafia colorata, fatto da suo fratello. Ero stupefatta. Non avrei mai pensato che qualcuno di quella famiglia fosse in grado di produrre qualcosa.

FramMenti

Mezzanotte è l'ora torbida, misteriosa, pericolosa, l'ora propria agl'incantesimi, l'ora delle potenze occulte, l'ora inquietante e fatidica, piena di magie e di veli, l'ora del male, del losco, del sudicio. Andrea Avéze, La buona peccatrice

Musica

Si, ci vuole la musica. Tutti dovrebbero averne sempre le tasche piene. Dovrebbero esserci i bancomat delle note e non dei soldi. La scuola musicale e la sanita' che opera ogni volta che un pentagramma si danneggia. Le strade dovrebbero essere musicali da costringerci ad avere sempre andature diverse cosi da ascoltare continuamente musica nuova. Penso alla musica di quando si cammina in due, uno accanto all'altro o quando si va in gruppo da qualche parte. Tutti dovrebbero avere in casa un salvanote di coccio al posto del salvadanaio, quello dove risparmiare le note che non hai usato. Pensate che bel concerto quando arriva il momento di tirare la martellata. Si, si, ci vuole la musica. Il pianista sul tetto

FramMenti

Mi era rimasto nell'orecchio che le rivoluzioni riescono quando le preparano quelli che non c'entrano niente, i poeti e i pittori, purché sappiano qual è la loro parte.  Luigi Pintor, Servabo

Mettiamo la maiuscola

Per spingere gli uomini verso le catastrofi più assurde non c'è bisogno né di divinità, né di congiure segrete. Basta la natura umana. …Mettiamo la maiuscola a parole prive di significato (Nazione, Sicurezza, Capitalismo, Comunismo, Fascismo, Ordine, Autorità, Proprietà, Democrazia…) e, alla prima occasione, gli uomini spargeranno fiumi di sangue, a furia di ripeterle accumuleranno rovine su rovine, senza mai ottenere qualcosa di corrispondente; niente di reale può davvero corrispondere a tali parole, poiché non significano niente. Il successo coinciderà esclusivamente con l'annientamento di uomini che lottano in nome di parole diverse. …Chiarire i concetti, screditare le parole congenitamente vuote, definire l'uso di altre attraverso analisi precise, per quanto possa sembrare strano, servirebbe a salvare delle vite umane.  Simone Weil (1909-1943), Non ricominciamo la guerra di Troia, 1937

FramMenti

La città dove si nasce è certamente un luogo fondamentale, la cui appartenenza è inopinabile. È una certezza, e come tale ci costituisce in modo persistente. Qualcosa di simile ai genitori, ai fratelli, ai nonni, alle maestre elementari. Non si scelgono, sono tuoi, che ti piacciano o no.  Drusilla Foer, Tu non conosci la vergogna.

Cecilia Resio

Non è facile invecchiare con garbo. Bisogna accertarsi della nuova carne, di nuova pelle, di nuovi solchi, di nuovi nei. Bisogna lasciarla andare via, la giovinezza, senza mortificarla in una nuova età che non le appartiene, occorre far la pace con il respiro più corto, con la lentezza della rimessa in sesto dopo gli stravizi, con le giunture, con le arterie, coi capelli bianchi all’improvviso, che prendono il posto dei grilli per la testa. Bisogna farsi nuovi ed amarsi in una nuova era, reinventarsi, continuare ad essere curiosi, ridere e spazzolarsi i denti per farli brillare come minuscole cariche di polvere da sparo. Bisogna coltivare l’ironia, ricordarsi di sbagliare strada, scegliere con cura gli altri umani, allontanarsi dal sé, ritornarci, cantare, maledire i guru, canzonare i paurosi, stare nudi con fierezza. Invecchiare come si fosse vino, profumando e facendo godere il palato, senza abituarlo agli sbadigli. Bisogna camminare dritti, saper portare le catene, parlare in altre

FramMenti

Sono piccole cose. Non eliminano la povertà, non ci fanno uscire dal sottosviluppo, non socializzano i mezzi di produzione, non espropriano la grotta di Alì Babà. Ma forse scatenano la gioia del fare, e la traducono in atti. In fin dei conti, agire sulla realtà e cambiarla, anche se di poco, è l’unico modo per dimostrare che la realtà è modificabile.  (Eduardo Galeano)

Alternativa episodica del poeta

Stavo per scrivere una poesia invece ho fatto una torta ci è voluto più o meno lo stesso tempo chiaro la torta era una stesura definitiva una poesia avrebbe avuto un po’ di strada da fare giorni e settimane e parecchi fogli stropicciati la torta aveva già una sua piccola platea ciarlante che ruzzolava tra camioncini e un’autopompa sul pavimento della cucina questa torta piacerà a tutti avrà dentro mele e mirtilli rossi albicocche secche tanti amici diranno ma perché diavolo ne hai fatta una sola questo non succede con le poesie a causa di una inesprimibile tristezza ho deciso di dedicare la mattinata a un pubblico ricettivo non voglio aspettare una settimana un anno una generazione che si presenti il consumatore giusto. Grace Paley

FramMenti

Per fare pulizia nel cielo ci vogliono energie pulite, per fare energie pulite ci vuole tempo, per fare in fretta ci vogliono molti investimenti, per fare molti investimenti ci vogliono decisioni politiche, per prendere decisioni politiche ci vuole un'opinione pubblica favorevole, perché l'opinione pubblica sia favorevole ci vogliono forti motivazioni e perché ci sia una forte motivazione ci vuole molta informazione. Piero Angela

Dilemmi

Discutendo con un amico, ci si chiedeva che differenza può esserci fra il morire ora, o fra venti, trenta, quaranta o cinquant'anni! Che differenza può esserci fra il vivere operosamente o stare seduti sul divano! Che differenza possiamo ammettere fra chi si danna per diventare famoso e chi se ne frega altamente di tutto? Qualsiasi affermazione che voglia indicare un'effettiva differenza è la stessa che trova differenza fra il non essere stato e il non essere più e il non essere stato affatto. E con la medesima fallacia logica, pretendere di dimostrare che in principio era l'essere e non il nulla e che addirittura fra l'essere e il nulla sia preferibile l'essere. Fra Dio e il nulla, Dio. Anche a costo, logicamente, dialetticamente, di giustificare il male (o venirsene con assurde teorie tipo Augustinus) per dare conferma dell'esistenza di Dio.

FramMenti

La mitezza è il contrario dell’arroganza, intesa come opinione esagerata dei propri meriti, che giustifica la sopraffazione. Il mite non ha grande opinione di sé, non già perché si disistima, ma perché è propenso a credere più alla miseria che alla grandezza dell’uomo, ed egli è un uomo come tutti gli altri. (…) Il mite non ostenta nulla, neanche la propria mitezza: l’ostentazione, ovvero il mostrare vistosamente, sfacciatamente, le proprie pretese virtù, è di per se stesso un vizio.  Norberto Bobbio  

Nascono i donatori di coccole e volontari

Tutti abbiamo bisogno di affetto ma da quando la scienza ha dimostrato che le coccole permettono addirittura lo sviluppo cerebrale nei bambini, sono molti gli ospedali in cui si creata la nuova figura del “donatore di coccole”. La missione di queste persone è curare le emozioni di bimbi appena nati e che per motivi differenti non possono ricevere l’affetto dalla madre. Prematuri, in terapia intensiva o abbandonati, questi neonati possono incorrere in patologie che rischiano di compromettere l’evoluzione del loro cervello e causare disturbi psicologici permanenti e a volte gravi. “I bambini che sono da noi presentano quadri clinici complessi e per questo per loro sono necessarie attività complesse, dunque la presenza il più possibile continua rappresenta un supporto importante per permettere l’acquisizione di autonomia e stimolare lo sviluppo neuromotorio, per il quale il contatto e la relazione sono fondamentali” dichiara la dottoressa Serafina Perrone, della terapia intensiva neonatal

FramMenti

La democrazia che racconto è una democrazia formalmente ineccepibile, ma in realtà limitata, condizionata, amputata. Da che cosa? Dal fatto che gli elettori ogni quattro anni vengono chiamati a sostituire un governo con un altro, ma ciò che in realtà non cambia mai, ciò su cui i cittadini non possono incidere, è il legame indissolubile tra potere politico e potere economico. Oggi come non mai il mercato domina la politica. José Saramago

Hinmaton Yalaktit

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Il 3 Marzo 1840, in un villaggio indiano dell'Oregon, (USA) nasceva Hinmaton Yalaktit, che nella lingua niimiipuutimt ha il significato di “Tuono che rotola dalla montagna”, conosciuto popolarmente come “Capo Giuseppe”, condottiero nativo americano della tribù dei “Nasi Forati”, chiamato anche “Giuseppe il Giovane” (visto che anche il padre si chiamava Giuseppe). Il padre aveva concluso con gli U.S.A. un trattato che istituiva una riserva che comprendeva sia l'Oregon che l'Idaho per accogliere le tribù dei Nasi Forati Cayuse, Walla Walla e Umatilla, ma in seguito il governo U.S.A. decise unilateralmente di confinare i Nativi nel solo spazio angusto dell'Idaho per dare spazio ai nuovi cercatori d'oro bianchi. Giuseppe il Vecchio non accettò la nuova restrizione ed alla sua morte, avvenuta nel 1871, il figlio Giuseppe il Giovane, divenendo il nuovo capo tribù, ereditò il difficile rapporto con il governo e dovette affrontare anni tremendi caratterizzati dall'incal

FramMenti

 Io non so ben ridir com'io v'entrai, tant'era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai.  Dante Alighieri - Inferno - Canto I

Le leggi fondamentali della stupidità umana

1. Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione. 2. La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona stessa. 3. Una persona stupida è una persona che causa un danno a un'altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita. 4. Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. In particolare i non stupidi dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo, ed in qualunque circostanza, trattare e/o associarsi con individui stupidi si dimostra infallibilmente un costosissimo errore. 5. La persona stupida è il tipo di persona più pericoloso che esista. (Carlo M. Cipolla, Le leggi fondamentali della stupidità umana)

FramMenti

Si può mentire con le fotografie. Si può persino dire la verità, per quanto ciò sia estremamente difficile. Il luogo comune vuole che la fotografia sia specchio del mondo ed io credo occorra rovesciarlo: il mondo è lo specchio del fotografo.  Ferdinando Scianna

Imparare

"La cosa migliore da fare quando si è tristi", replicò Merlino, cominciando a soffiare e sbuffare, "è imparare qualcosa. È l'unica cosa che non fallisce mai. Puoi essere invecchiato, con il tuo corpo tremolante e indebolito, puoi passare notti insonni ad ascoltare la malattia che prende le tue vene, puoi perdere il tuo solo amore, puoi vedere il mondo attorno a te devastato da lunatici maligni, o sapere che il tuo onore è calpestato nelle fogne delle menti più vili. C'è solo una cosa che tu possa fare per questo: imparare. Impara perché il mondo si muove, e cosa lo muove. Questa è l'unica cosa di cui la mente non si stancherà mai, non si alienerà mai, non ne sarà mai torturata, né spaventata o intimidita, né sognerà mai di pentirsene. Imparare è l'unica cosa per te. Guarda quante cose ci sono da imparare.  Terence Hanbury White

FramMenti

Certi errori possono essere utili strumenti per evocare certe realtà, magari per conoscerle meglio. Si può insegnare al bambino non solo a evitare l'errore, ma anche a capire che l'errore, spesso, non sta nelle parole, ma nelle cose: che bisogna correggere i dettati, certo, ma bisogna soprattutto correggere il mondo.  — Gianni Rodari su Come è nato il libro degli errori (in Noi donne n. 45 del 14 novembre 1964)

Georges Ivanovič Gurdjieff

Esci una sera sotto un vasto cielo stellato, alza gli occhi a quei milioni di mondi sopra la tua testa. Guarda la Via Lattea. In quell'infinità, la Terra si dissolve, sparisce e con essa sparisci anche tu. Dove sei? Chi sei? Cosa vuoi? Dove vuoi andare? Ti attende un viaggio lungo e difficile E non sai se potrai riposare. Ricordati dove sei e perché sei lì. Non avere troppa cura di te, e rammenta che nessuno sforzo viene mai fatto invano. E adesso puoi metterti in cammino". Georges Ivanovič Gurdjieff

FramMenti

L'istruzione è lo sviluppo dello spirito soggettivo nel tempo, essa scopre nel soggetto leggi sempre più proprie dei settori autonomi dello spirito obiettivo e perciò la pedagogia costituisce quasi l'embriologia dello spirito.  Sergej Hessen

Difesa dell’allegria

Difendere l’allegria come una trincea  difenderla dallo scandalo e dalla routine  dalla miseria e dai miserabili  dalle assenze transitorie  e da quelle definitive  difendere l’allegria come un principio  difenderla dallo sbalordimento e dagli incubi  dai neutrali e dai neutroni  dalle dolci infamie  e dalle gravi diagnosi  difendere l’allegria come una bandiera  difenderla dal fulmine e dalla malinconia  dagli ingenui e dalle canaglie  dalla retorica e dagli arresti cardiaci  dalle endemie e dalle accademie  difendere l’allegria come un destino  difenderla dal fuoco e dai pompieri  dai suicidi e dagli omicidi  dalle vacanze e dalla fatica  dall’obbligo di essere allegri  difendere l’allegria come una certezza  difenderla dall’ossido e dal sudiciume  dalla famosa patina del tempo  dalla rugiada e dall’opportunismo  dai prosseneti della risata  difendere l’allegria come un diritto  difenderla da Dio e dall’inverno  dalle maiuscole e dalla morte  dai cognomi e dalle pene  dal caso  e anc

FramMenti

Lo schiavo, nell’attimo in cui respinge l’ordine umiliante del suo superiore, respinge insieme la sua stessa condizione di schiavo. Il moto di rivolta lo porta più in là del semplice rifiuto. Egli oltrepassa anche il limite che fissava il suo avversario, chiedendo ora di essere trattato da pari a pari. Quanto era dapprima resistenza irriducibile dell’uomo, diviene l’uomo intero, che con essa vi si identifica e vi si riassume. Quella parte di sé che voleva far rispettare, la mette allora al di sopra del resto, e la proclama preferibile a tutto, anche alla vita. Essa diviene per lui il sommo bene. Prima adagiato in un compromesso, lo schiavo si getta di colpo (“se è così…”) nel Tutto o Niente. La coscienza viene alla luce con la rivolta.  Albert Camus - L’uomo in rivolta

Lo Stato in guerra

Lo Stato in guerra si permette tutte le ingiustizie, tutte le violenze, la più piccola delle quali basterebbe a disonorare l’individuo. Esso ha fatto ricorso, nei confronti del nemico, non solo a quel tanto di astuzia permessa, ma anche alla menzogna cosciente e voluta, e questo in una misura che va al di là di tutto ciò che si era visto nelle guerre precedenti. Lo Stato impone ai cittadini il massimo di obbedienza e di sacrificio, ma li tratta da sottomessi, nascondendo loro la verità e sottomettendo tutte le comunicazioni e tutti i modi di espressione delle opinioni ad una censura che rende la gente, già intellettualmente depressa, incapace di resistere ad una situazione sfavorevole o ad una cattiva notizia.    Sigmund Freud (1856-1939)

FramMenti

Fa tutto male, ma si può imparare ad avere a che fare con i grandi ustionati. Lentamente, lentamente, il male si sposta nel cuore e a poco a poco lo riempie di un’acqua tiepida e salata; allora qualche frammento si scioglie, allora tenendosi fortemente per mano non si sprofonda, si ascolta lo sgretolarsi lentissimo del male come la sabbia in una grande clessidra. Si cammina e fa male, ci si siede e fa male, si beve e fa male, si apre la finestra e fa male, ma il male non è abituato al bene, e lasciandolo essere e togliendo la parola ai pensieri che lo commentavano trova la porta del cuore e si riposa...  (Chandra Candiani, “Questo immenso non sapere”)

Nasce lo sportello per salvare le aziende e darle ai giovani

Il passaggio generazionale e l’invecchiamento della classe imprenditoriale in Italia sono fenomeni che coinvolgono un gran numero di aziende e che ne determinano, a volte, la chiusura o il fallimento. Per permettere di non perdere i saperi custoditi nel ricco patrimonio aziendale del nostro Paese, la Regione Piemonte, per la prima volta in Italia, ha avviato un programma per aiutare i giovani nel subentrare agli imprenditori che stanno cessando le proprie attività o che stanno andando in pensione e che, altrimenti, dovrebbero chiudere. I nuovi imprenditori sono inseriti in programmi specifici per rilevare le aziende, ricevono gratuitamente l’affiancamento e la consulenza, la formazione giuridica, commerciale, economica, di immagine e di sostenibilità per subentrare alle attività a rischio di dismissione. Lo sportello prevede inoltre un incentivo a fondo perduto fino a 11.000 euro per cessione. L’obiettivo è favorire il ricambio generazionale per garantire la sopravvivenza di attività c

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 Vorrei con te passeggiare, un giorno di primavera, col cielo di color grigio e ancora qualche vecchia foglia dell'anno prima trascinata per le strade dal vento, nei quartieri della periferia; e che fosse domenica. In tali contrade sorgono spesso pensieri malinconici e grandi; e in date ore vaga la poesia, congiungendo i cuori di quelli che si vogliono bene. Nascono inoltre speranze che non si sanno dire, favorite dagli orizzonti sterminati dietro le case, dai treni fuggenti, dalle nuvole del settentrione. Ci terremo semplicemente per mano e andremo con passo leggero, dicendo cose insensate, stupide e care. (Dino Buzzati)

La Russia di Putin

Il 14 marzo sono rimasta a lungo sulla soglia del seggio di via Dolgorukij, la ex via Kaljaev così ribattezzata da El'cin (Kaljaev era un terrorista dei tempi dello zar poi assurto al grado di rivoluzionario, mentre ai tempi di Kaljaev e prima dei bolscevichi il principe Dolgorukij aveva una tenuta in quella zona di Mosca). Ho parlato con la gente che andava a votare e che tornava dopo aver sbrigato la procedura. Erano apatici. Del tutto indifferenti al rito della rielezione di Putin. Vogliono che lo rieleggiamo? Amen, mi hanno detto in molti. Qualcuno ci ha persino scherzato su: “Chissà, magari via Dolgorukij tornerà a essere via Kaljaev…”. Del resto il revanscismo sovietico seguito all'ascesa e al consolidamento del potere di Putin è lampante. A renderlo possibile, però - e va detto -, non sono state solo la nostra negligenza, l'apatia e la stanchezza seguite a tante - troppe - rivoluzioni. Il processo è stato accompagnato da un coro di osanna in Occidente. In primo luogo

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Passerà questo tempo come passano tutti i giorni orribili della vita si placheranno i venti che ti abbattono stagnerà il sangue della tua ferita l’anima tornerà al suo nido quel che ieri si perse sarà trovato il sole senza macchia concepito uscirà di nuovo nel tuo costato e dirai al mare: Come ho potuto annegato senza bussola e smarrito giungere al porto con le vele rotte? E una voce ti dirà: Non comprendi? Lo stesso vento che ha rotto le navi è quello che fa volare i gabbiani.  Óscar Hahn

7 Frasi da evitare per non sembrare un analfabeta funzionale

1) "a me una volta è successo che...": sulla terra siamo 7 miliardi di persone, quindi quello che è successo a te costituisce “un settemiliardesimo” delle ipotesi possibili. L’esperienza personale non è una legge universale. 2) "ho letto su internet che...": su internet c'è tutto, il contrario di tutto e tutte le sfumature che ci stanno in mezzo; se non hai le competenze specifiche per distinguere ciò che è plausibile da ciò che è inverosimile, quello che hai letto tu non significa assolutamente nulla perché tanto su internet c’è sempre anche il suo esatto contrario. 3) “non credo alla versione/teoria ufficiale, dimostrami tu che è valida”: una versione/teoria ufficiale è tale proprio perché gode già del supporto probatorio necessario per essere considerata preferibile a tutte le altre. Pertanto, se non credi alla versione ufficiale spetta a te l’onere di provare perché questa sia errata, e anche perché la tua sia invece valida. Pretendere l’inversione dell’oner

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«Si vorrebbe pretendere che tale causa risieda negli stessi soldati, russi o giapponesi, che hanno fatto tutto il possibile per ammazzare e mutilare il maggior numero di uomini, e che tuttavia non avevano mai avuto ragione di provare rancore reciproco non essendosi mai incontrati. Di fatto, non solo essi non coltivavano alcun odio gli uni nei confronti degli altri, ma addirittura qualche mese addietro i russi non erano a conoscenza dell’esistenza dei giapponesi e viceversa. D’altro canto, quando essi s’incontravano negli intervalli dei combattimenti s’intrattenevano amichevolmente.»    Lev Tolstoj, Guerra e rivoluzione Ed. Feltrinelli 2015   22 note

I vagabondi del Dharma

Vagabondi del Dharma che si rifiutano di aderire alle generali richieste ch'essi consumino prodotti e perciò siano costretti a lavorare per ottenere il privilegio di consumare tutte quelle schifezze che tanto nemmeno volevano veramente come frigoriferi, apparecchi televisivi, macchine, almeno macchine nuove ultimo modello, certe brillantine per capelli e deodoranti e generale robaccia che una settimana dopo si finisce col vedere nell'immondezza, tutti prigionieri di un sistema di lavora, produci, consuma, lavora, produci, consuma, ho negli occhi la visione di un'immensa rivoluzione di zaini migliaia o addirittura milioni di giovani americani che vanno in giro con uno zaino, che salgono sulle montagne per pregare, fanno ridere i bambini e rendono allegri i vecchi, fanno felici le ragazze e ancor più felici le vecchie, tutti Pazzi Zen che vanno in giro scrivendo poesie che per puro caso spuntano nella loro testa senza una ragione al mondo e inoltre essendo gentili nonché con

FramMenti

La mia massima ambizione di scrittore posso esprimerla con l'affermazione di un desiderio: quando le parole finiscono il significato continua. Quando il lettore ha esaurito le parole, ha chiuso il libro e lo ha riposto nello scaffale, continuano ad agire in lui le inquietudini, i dubbi, i pensieri, le prospettive, le immaginazioni, i turbamenti trasmessi dalla lettura del libro. Se questo non avviene lo scrittore ha fallito il suo scopo. Direi che da questo risultato si distingue un libro di consumo da un testo letterario.    Lugi Malerba

Cecilia Meireles

Non cercare là. Ciò che è, sei tu. Sta in te. In tutto. La goccia è stata nella nuvola. Nella linfa. Nel sangue. Nella terra. E nel fiume che si è aperto nel mare. E nel mare che si è coagulato in mondo. Tu hai avuto un destino così. Fatti a immagine del mare. Datti alla sete delle spiagge. Datti alla bocca azzurra del cielo. Ma fuggi di nuovo a terra. Ma non toccare le stelle. Torna di nuovo a te. Riprenditi. Cecilia Meireles

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