Il coltellino svizzero

Leggere romanzi cambia il cervello perché migliora la capacità di scoprire e capire le emozioni delle altre persone: una competenza cruciale per riuscire a destreggiarsi bene all’interno di sistemi complessi di relazioni sociali. Il motivo è questo: per capire gli altri (e noi stessi) noi costruiamo quella che gli psicologi chiamano Teoria della mente che comprende ipotesi sia su ciò che gli altri pensano, sentono, credono, sia sul modo in cui noi stessi pensiamo, sentiamo, decidiamo (questo – ne abbiamo appena parlato – riguarda la metacognizione). Il dato interessante è che il grado di dettaglio della Teoria della mente, e dunque la competenza nel capire gli altri (e sé stessi), migliora in chi legge buona letteratura e non in chi legge romanzi d’intrattenimento. La distinzione fatta dai ricercatori, David Kidd ed Emanuele Castano, è sottile: i testi dei grandi autori sfidano il lettore trasportandolo in un contesto nuovo in cui sta a lui trovare la propria strada, colmando le lacune e immedesimandosi nei personaggi. Insomma: è il lettore a dover interpretare l’opera, facendola propria. In questa prospettiva, leggere non è «simulare», ma vivere pienamente una nuova esperienza, proiettandosi nei panni e negli ambienti dei personaggi. Questo, fra l’altro, significa che non è l’appartenenza o meno di un romanzo a un genere letterario a determinarne la qualità narrativa: lo ricordo qui perché, fino a non molti anni fa, i gialli, il fantasy, la fantascienza, l’horror venivano considerati narrativa in qualche modo minore (cosa che, come accanita lettrice di fantasy e fantascienza, mi ha a lungo infastidita). Vuol dire, invece, che a valere davvero per il lettore sono la complessità e la profondità delle motivazioni che muovono i personaggi, la loro umana ambivalenza e la potenza dell’invenzione di un intero mondo che il lettore può abitare, a prescindere dal genere della storia raccontata. E ammesso che di «generi» si possa ancora parlare. Nei testi d’intrattenimento invece, è l’autore a pilotare il lettore attraverso il puro incalzare delle vicende. Questo, ovviamente, non significa che bisogna astenersi dal leggere romanzi d’intrattenimento: stanno lì, pronti a divertirci e a farci compagnia nelle domeniche di pioggia, e sono ottimi compagni di viaggio o di vacanza. Ma difficilmente regalano intuizioni profonde e nuove prospettive. 

Annamaria Testa, Il coltellino svizzero. Capirsi, immaginare, decidere e comunicare meglio in un mondo che cambia, Garzanti, 2020. [Libro elettronico]


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