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Visualizzazione dei post da gennaio, 2022

FramMenti

“Diceva ciò che pensava e restava stupito quando gli altri non facevano lo stesso. Qualcuno avrebbe potuto scambiare quel tratto per ingenuità. Ma non è una caratteristica del genio andare sempre dritto al cuore?” — Madeline Miller, La canzone di Achille

Fatima

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Fatima, 22 anni. Ha studiato grazie alla Croce Rossa. È stata la prima donna afghana a fare la guida turistica in quel Paese (ed è l'unica). Ha scritto una lettera che vale la pena leggere. “Sono tutto ciò che i talebani odiano, se mi trovano mi ammazzano. Ho paura e temo per i miei genitori rimasti a Herat: se scoprono che hanno allevato una figlia come me o li uccidono subito o ne fanno un bersaglio fino a quando non mi consegno. Le cose stavano migliorando qui, anche per le donne. Non avrei mai pensato che sarebbero potuti tornare, che avrebbero potuto influenzare la mia vita e i miei sogni costringendomi ad abbandonare tutto ciò che amo e per cui ho combattuto. Ho lottato contro la mia famiglia per far loro accettare che non mi sarei sposata a 14 anni come avevano fatto le mie sorelle e i miei fratelli, ma che avrei studiato, lavorato e aiutato altre ragazze ad emanciparsi. Ho litigato per anni con la mia famiglia prima di riuscire a farle accettare il mio lavoro . Per strada s

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“Se osserviamo un quadro per un po’ di tempo, anche il quadro più serio, dobbiamo averlo ridotto a caricatura per poterlo sopportare, diceva, e quindi anche i genitori vanno ridotti a caricature, anche i superiori, se ne abbiamo, vanno ridotti a caricature, il mondo intero, diceva, va ridotto a una caricatura.” — Thomas Bernhard, Antichi maestri

E poi...

E poi ho riflettuto, ho pensato che invecchiare è un regalo. A volte mi sorprende la persona che vedo nel mio specchio. Ma non mi preoccupo di lei da molto tempo. Io non cambierei nulla di quello che ho per qualche ruga in meno ed un ventre piatto. Non mi rimprovero più perché non mi piace riassettare il letto, o perché non mangio alcune cose. Mi sento finalmente nel mio diritto di essere disordinata, stravagante e trascorrere le mie ore contemplando i fiori. Ho visto alcuni cari amici andarsene da questo mondo, prima di aver goduto della libertà che viene con l'invecchiare. A chi interessa se scelgo di leggere o giocare sul computer fino alle 4 del mattino e poi dormire fino a chi sa che ora? A chi interessa se ballo da sola ascoltando la musica anni 50? E se dopo voglio piangere per un amore perduto? E se cammino sulla spiaggia in costume da bagno, portando a spasso il mio corpo paffuto e mi tuffo fra le onde lasciandomi da esse cullare, nonostante gli sguardi di quelle che indos

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“Può farmi solo bene smettere di pensare alla mia impronta, iniziare a credere che non devo per forza lasciare il segno in tutto quello che faccio, che la mia personalità non è poi così importante come credevo, che posso anche permettermi di scomparire, cancellare le tracce, disturbare il meno possibile persino me stessa.” — Ilaria Gaspari, Lezioni di felicità. Esercizi filosofici per il buon uso della vita

Quando Mah Gul è stata decapitata

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La maggior parte di noi non saprà mai chi era Mah Gul, oppure si dimenticherà molto presto di lei. Mah Gul era una giovane donna di 20 anni e viveva a Herat, in Afghanistan. È stata decapitata dalla famiglia di suo marito, nell’ottobre del 2012, per aver rifiutato di prostituirsi. Il mondo non ha tremato. Quando Mah Gul è stata decapitata, nessuno ha acceso una candela. Nessuno ha pregato per lei. Nessuno le ha scattato una foto. Nessuna città ha esposto manifesti con sopra il suo nome e la sua foto. Nessuno ha raccontato la storia della sua vita, i suoi sogni, la sua felicità, la sua tristezza, il suo sorriso o il modo in cui osservava il mondo. Quando Mah Gul è stata decapitata, nessuno ha elogiato la sua integrità, il suo coraggio, la sua moralità. Quando Mah Gul è stata decapitata, i miei amici di Facebook scrivevano dei loro cibi preferiti o delle loro difficoltà quotidiane. Quando Mah Gul è stata decapitata, gli spensierati ragazzi afghani definivano una giovane donna come una pu

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“Amo appoggiare la mia mano sul tronco di un albero davanti il quale passo, non per assicurarmi dell’esistenza dell’albero – di cui io non dubito – ma della mia.” — Christian Bobin

Un paese senza testa e senza grazia

Un Paese senza memoria, un Paese senza storia, un Paese senza passato, un Paese senza vissuto, un Paese senza esperienza, un Paese senza conoscenze, un Paese senza dignità, un Paese senza realtà, un Paese senza motivazioni, un Paese senza disposizioni, un Paese senza grandezza, un Paese senza saviezza, un Paese senza salvezza, un Paese senza programmi, un Paese senza progetti, un Paese senza testa, un Paese senza Stato, un Paese senza senso, un Paese senza sapere, un Paese senza sapersi vedere, un Paese senza guardarsi, un Paese senza capirsi, un Paese senza chiedersi?… p. 8, Alberto Arbasino “Un Paese senza”, Garzanti, 1990. Un paese che non ha mai avuto una vera testa, un paese d’intelletto limitato, un paese di sconfitte, un paese di miti grotteschi, un paese di vigliacchi, un paese impermeabile, un paese di bla bla, un paese di inquisizioni, un paese di acchiappa nuvole, un paese di monologhi, un paese machiavellico, un paese soggettivo, un paese di emigranti, un paese senza radici

FramMenti

“L'amava. L'avrebbe sempre amata. Non avrebbe mai incontrato una donna che gli piacesse quanto lei, né visto una donna che gli sembrasse più bella. Quando facevano sesso, Peggy aveva un'espressione euforica, le labbra strette e gli occhi spalancati, come se fosse drogata. Era questo che lo faceva soffrire di più. Non il sesso o il bambino che le cresceva in grembo, ma la semplice ingiustizia di un altro uomo che aveva visto il volto di lei con quell'espressione.” — Chris Offutt - Le colline della morte

Spese belliche

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La crescita delle spese militari rispetto al 2020 è complessivamente significativa ed ammonta all’8,1%, mentre è addirittura del 15,7% l’aumento rilevato rispetto al 2019. Sono in particolare i costi per l’acquisizione di nuovi sistemi d’arma ad aver provocato tale innalzamento, soprattutto perché si iniziano ad incamerare le quote per la difesa previste nei Fondi pluriennali di investimento governativi (di cui circa il 25% ha destinazione militare, secondo una recente analisi diffusa dal nostro Osservatorio). Per la prima volta il totale complessivo destinato dall’Italia all’acquisto di nuovi armamenti supera i 7 miliardi di euro (la cifra è di poco inferiore ai 7,3 miliardi). L’Osservatorio Mil€x (che ha elaborato i dati) ha inoltre valutato alcuni elementi di spesa militare indiretta legati ai nuovi fondi di natura militare in sede di Unione Europea e ai costi della presenza di basi statunitense sul territorio italiano. Una stima che andrà analizzata e confermata in seguito, in quan

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Si lasciò andare totalmente. Un'amorosa inclinazione tanto vietata e disprezzata tanto (eppure innata) fu all'origine: troppo virtuosa la società e ridicola all'eccesso. (Costantinos Kavafis, da Giorni del 1896)

Alejandro Jodorowsky

Mi piace sviluppare la mia coscienza per capire perché sono vivo, e cos'è il mio corpo e cosa devo fare per cooperare con i disegni dell'universo. Non mi piace la gente che accumula informazioni inutili  e  si crea false forme di condotta, plagiata da personalità importanti. Mi piace rispettare gli altri,  non per via delle deviazioni narcisistiche della loro personalità,  ma per come si sono evolute interiormente. Non mi piace la gente la cui mente non sa riposare in silenzio, il cui cuore critica gli altri senza sosta, la cui sessualità vive insoddisfatta, il cui corpo s'intossica senza saper apprezzare di essere vivo. Ogni secondo di vita è un regalo sublime. Mi piace invecchiare perché il tempo dissolve il superfluo e  conserva l'essenziale. Non mi piace la gente che per retaggi infantili  trasforma le bugie in superstizioni. Non mi piace che ci sia un papa che predica  senza condividere la sua anima con una "papessa". Non mi piace che la religione sia nel

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Il nostro destino non è conoscere sentieri. Il nostro destino è di non conoscerli. Non veniamo al mondo per trovare risposte, ma per porre domande. Avanziamo a tentoni in una persistente oscurità, e solo con molta fortuna avvistiamo di tanto in tanto una luce che brilla in lontananza, e solo con molto coraggio, perseveranza o stupidità, o anche tutte queste tre cose insieme, riusciamo a lasciare un segno qua e là. (Robert Seethaler, il tabaccaio di Vienna)

Attualità

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Il Mondo vive di questo. Solo quello che é recentissimo interessa. Poi lo si dimentica per passare a quello che é avvenuto pochi secondi dopo. Della LIBIA oggi non ne frega un cazzo a nessuno. Prima tutti a parlare dei lager, dei barconi pieni di Esseri Umani riportati in galera, del Popolo libico (come se a qualcuno fregasse qualcosa). Poi il silenzio. Trovatemi una notizia sulla Libia che non sia in 15a pagina. L'attualità non permette di perdere tempo nemmeno per la SIRIA o per lo YEMEN. Per tutti quei posti dove avete consumato faccine piagnucolose. Si trovano in 18a pagina (forse). Oggi l'attualità da ormai due anni strombazza Covid e da ieri Afghanistan. Vi parrà strano saperlo, ma l'Afghanistan esiste da un po'. Anche la scellerata guerra occidentale esiste da almeno 20 anni. E anche i talebani. Le Donne in Afghanistan ci sono sempre state. Ma oggi Voi sapete esattamente come la pensano perché presumo che TUTTE voi abbiate vissuto la realtà femminile afghana. E n

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“Quando il mondo classico sarà esaurito, quando saranno morti tutti i contadini e gli artigiani, quando non ci saranno più le lucciole, le api, le farfalle, quando l’industria avrà reso inarrestabile il ciclo della produzione, allora la nostra storia sarà finita” (Pier Paolo Pasolini)

Nativi

Mentre in Europa ci si curava del dolore provato dai pazienti, anzi, i medici sembravano voler fare di tutto per procurarne ancora, i guaritori degli indiani d’America cominciarono a mettere a punto una serie di preparati per dare sollievo dal dolore. In quella che ora è la Virginia, i nativi usavano l’erba di Jimson come analgesico topico, tritando la radice per farne un cerotto che applicavano a lesioni esterne come tagli e contusioni. I guaritori, intanto che nel Vecchio Continente l’anestesia era ancora lontana dall’essere inventata e si eseguivano amputazioni con una sega e mettendo in bocca al malcapitato un pezzo di legno, somministravano anche ai loro pazienti delle erbe per “intontirli” o “addormentarli” mentre mettevano a posto ossa rotte. Un altro rimedio che veniva usati dai nativi americani contro il dolore e le infiammazioni era il tè preparato con la corteccia del salice nero americano, che contiene la salicina chimica. Una volta entrata nel corpo, la salicina produceva

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“Il nazionalsocialismo, con la sua tecnica di inganno senza scrupoli, si guardò sempre dal proclamare l'intero radicalismo delle sue mete prima di avervi allenato il mondo. Questo era il suo prudente metodo: una piccola dose seguita da una piccola pausa, poi un'altra dose. Una pillola ed un momento d'attesa, per vedere se non era troppo forte, se la coscienza mondiale tollerava quel dosaggio.” — Stefan Zweig, Il mondo di ieri

Zarifa

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«Verranno per le persone come me e mi uccideranno, so che succederà. Aspetto che arrivino, seduta qui. Non c’è nessuno che aiuti me o la mia famiglia. Sto solo seduta con loro e mio marito. Non posso lasciare la mia famiglia. E comunque, dove andrei?». Le parole di Zarifa Ghafari, 27 anni, la più giovane sindaca in Afghanistan, gridano coraggio e forza in un momento tragico per i diritti e la democrazia del paese asiatico. Donne come Zarifa, infatti, non solo rischiano violenze e schiavitù, ma addirittura la morte per aver sfidato il modello patriarcarle talebano, che non accetta di essere sfidato, tanto meno da donne. Abbiamo tutti un dovere enorme verso queste donne e in generale verso chi sfida l'orrore talebano: offrire non solo corridoi umanitari per chi fugge, ma ogni supporto a chi sceglie di restare e mette la democrazia e la libertà davanti a tutto. Anche davanti alla propria vita. Cathy La Torre

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"Voglio essere una forza del bene. In altre parole so che esistono forze del male, forze che arrecano sofferenza agli altri e miseria al mondo, ma io voglio essere una forza opposta. Io voglio essere la forza con la quale fare veramente del bene."   (John Coltrane)

Maestri speciali

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Alberto Manzi non è solo il maestro che ha insegnato a leggere e scrivere agli italiani, quando in un’Italia piena di belle speranze ma ancora poco alfabetizzata, condusse il programma “Non è mai troppo tardi”. Andato in onda dal 1960 al 1968, è sicuramente un capolavoro di pedagogia, premiato e imitato in altri settantadue paesi, espressione massima della Rai come servizio pubblico. Alberto Manzi è molto di più. È un maestro che ha la vocazione dell’insegnamento e non ha paura di iniziare dalle aule più difficili: dopo la guerra, nel 1946, accetta l’incarico, che altri prima di lui avevano rifiutato, di insegnare nel carcere minorile “Aristide Gabelli” di Roma. Non è semplice: in un enorme stanzone senza banchi, senza sedie, senza nemmeno libri, sono riuniti bambini e ragazzi tra i 9 e i 17 anni con storie terribili alle spalle. Ma Alberto Manzi non si perde d’animo e alla fine riesce a guadagnare la loro fiducia inventando e sperimentando metodi didattici innovativi. Racconta storie

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“ …Non siamo mai stati così liberi come sotto l’occupazione nazista. Il veleno nazista si insinuava nel profondo dei nostri pensieri e quindi ogni pensiero giusto era una conquista. Le circostanze, spesso atroci, della nostra lotta ci rendevano finalmente in grado di vivere, senza trucchi e senza veli, questa situazione straziante, insostenibile che chiamiamo la condizione umana…” (Jean-Paul Sartre, in “La reppublica del silenzio”, in “Parigi occupata” 1944)

L’inferno in terra delle adolescenti afghane dopo la riconquista talebana

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A Kabul le studentesse nascondono i documenti che provano la loro iscrizione in università. Bruciano i vestiti e svuotano le trousse con i loro trucchi. Chiudono i profili Instagram, si procurano dei chadari, i burqa afgani. “La mia vita”, ha raccontato al Guardian una giornalista ventiduenne rimasta anonima per ovvie ragioni di sicurezza, “è stata cancellata in pochi giorni”. Leggendo e ascoltando i racconti di queste giovani donne in fuga, non si può che pensare a questa enorme operazione di obliterazione collettiva. Tutti in Afghanistan stanno distruggendo ciò che può compromettere la sicurezza personale: libri, vestiti, carte e fogli che provino un rapporto di qualsiasi tipo con gli Occidentali. La ong Pangea, dal 2002 impegnata nella lotta alla violenza di genere in Afghanistan, sta bruciano il proprio archivio per far sì che nessuno risalga all’identità delle donne aiutate nei loro progetti o a quella delle volontarie. Mi colpisce soprattutto il destino delle mie coetanee. Nel 20

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“Se la gente ti dice che dovresti vivere la tua vita pensando al futuro, non dargli retta: la vita reale è solo quella presente.” (Lev Tolstoj)

Non si può

Viviamo in questo processo di riduzione, che è al tempo stesso un processo di costruzione della paura, una paura che sta contagiando ogni cosa. La sua diffusione avviene come un gas paralizzante di ogni aspetto della vita. C'è una dittatura del «non si può». Non si può fumare, non si può amare, non si può parlare, non si può ricordare. C'è un timore diffuso e paralizzante che impedisce di vivere. E la paura viene usata come pretesto dal terrorismo: quello «privato», perché chi fabbrica la paura è il terrorismo di Stato, che non può certo confessare le proprie intenzioni. Questa forma di terrorismo si serve del timore e del fanatismo per imporre il proprio dominio attraverso la logica del «non si può». È questo fatalismo, che potremmo chiamare ideologia dell'impotenza, che blocca i governi. — (Eduardo Galeano)

La strage

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A volte ci sono vittime che sono più vittime delle altre. Certo é impossibile fare una scaletta del “vittimismo” dato che ogni Persona ha lo stesso valore di un'altra, ma quando la ferocia s'abbatte su Uomini e Donne, colpevoli solo di avere un'idea diversa o tratti somatici diversi, allora la differenza balza all'occhio. In Afghanistan, tra le tante, c'é un'antica tribù, gli Hazara. Vivono nella regione Nord Est del Paese, hanno tratti somatici molto orientaleggianti e soprattutto sono sciiti. Tanto basta per essere le vittime designate dalla follia criminale talebana. Gli Hazara si sono sempre opposti con forza all'avanzata talebana, subendo forti ripercussioni di vendetta. L'anno scorso, la Governatrice del distretto, Salima Mazari aveva schierato i cittadini contro l'avanzata talebana, riportando una vittoria che, di fatto, ha solo ritardato l'invasione dei talebani nella Regione. Ma il distretto di Charkint, é stato accerchiato, gli abitanti

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“Che cos'è mai il patriottismo se non la vostra convinzione che un paese sia superiore a tutti gli altri, per il semplice fatto che ci siete nati voi?” (George Bernard Shaw)

S'accabadora. Eutanasia in Sardegna

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S’accabadora era una donna che, chiamata dai familiari del malato terminale, provvedeva ad ucciderlo ponendo fine alle sue sofferenze. Un atto pietoso nei confronti del moribondo ma anche un atto necessario alla sopravvivenza dei parenti, soprattutto per le classi sociali meno abbienti: nei piccoli paesi lontani da un medico molti giorni di cavallo, serviva ad evitare lunghe e atroci sofferenze al malato. Sa femmina accabadora arrivava nella casa del moribondo sempre di notte e, dopo aver fatto uscire i familiari che l’avevano chiamata, entrava nella stanza della morte: la porta si apriva e il moribondo, dal suo letto d’agonia, la vedeva entrare vestita di nero, con il viso coperto, e capiva che la sua sofferenza stava per finire. Il malato veniva soppresso con un cuscino, oppure la donna assestava il colpo di ”su mazzolu” provocando la morte. S’accabbadora andava via in punta di piedi, quasi avesse compiuto una missione, ed i familiari del malato le esprimevano profonda gratitudine pe

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“L’amore non bisogna implorarlo e nemmeno esigerlo. L’amore deve avere la forza di attingere la certezza in sé stesso. Allora non sarà trascinato, ma trascinerà.” (Hermann Hesse, “Demian”)

La coglionaggine

"Il vero male del mondo" disse Carlo al fantasma di Umberto Eco "è uno e uno soltanto: l'ignoranza!". "In realtà è la semi-ignoranza" chiosò il professore. "Che intendi dire?" "Intendo dire che una sana e completa ignoranza non crea danni. Ad esempio, quando ero in vita e vivevo nella mia casa di Milano, non ne sapevo nulla di impianti elettrici ed ero completamente privo di nozioni sull'argomento. Perciò, consapevole della cosa, mi affidavo completamente al mio elettricista. Questo perché l'ignoranza totale è accompagnata anche dal timoroso rispetto dell'argomento ignorato, e di conseguenza dall'umiltà. Se invece avessi letto al tempo due o tre manuali e, convinto di aver assimilato il sapere, mi fossi messo in testa di farmi l'impianto elettrico da solo, probabilmente avrei dato fuoco alla mia biblioteca di inestimabile valore." "Quindi mi stai dicendo che una conoscenza approssimativa è più dannosa rispet

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“La cosa più preziosa che puoi ricevere da chi ami è il suo tempo. Non sono le parole, non sono i fiori, i regali. È il tempo. Perché quello non torna indietro e quello che ha dato a te è solo tuo, non importa se è stata un'ora o una vita…”  (David Grossman)

La stalla

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Li chiusero tutti in una stalla, donne, bambini, anziani. Poi, dato che era piena di fieno, i tedeschi iniziarono a sparare da un lato con il lanciafiamme, mentre dall’altro, dall’ingresso, altri si paravano davanti alla porta per impedire la fuga. Mario Marsili aveva sei anni, era lì solo con sua madre Genny e i nonni. Tra le grida e la disperazione di gente che stava morendo bruciata, Genny pensava solo ad una cosa: salvare suo figlio. Fece quindi nascondere Mario dietro ad una porta, più lontano dal fuoco: “Stai qui e non ti muovere” gli disse, e lui obbedì. Ma ad un certo punto un soldato tedesco si fece avanti. Con qualche passo in più avrebbe notato Mario, avrebbe capito che lì nascosto si sarebbe salvato dalle fiamme e gli avrebbe sparato. Allora Genny, che aveva già capito che da lì non sarebbe uscita viva, ebbe un’unica preoccupazione: proteggere suo figlio e farlo ad ogni costo. Lo fece allora nell’unico modo che aveva a disposizione: cercando di distrarre il soldato tirandog

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“La mia solitudine è dignitosa, la affronto a testa alta, ma se la guardo in faccia mi deride, mi ferisce, fa ritornare tutte le solitudini del passato. È così: ogni solitudine contiene tutte le solitudini vissute.” (Stefano Benni, “Di tutte le ricchezze”)

Il tempo non esiste. Tranne quando sta per scadere

Quando il medico che mi visitò in pronto soccorso disse freddamente quella parola "neoplasia" non ricordo bene come mi sentii. Ricordo che mi risuonava nella mente come un'eco. Forse è stato il momento in cui ho davvero avuto paura. Non credo di aver mai avuto più paura nella mia vita come allora. Ho pensato a tutte le cose che non avrei potuto fare, a quelle che avrei lasciato per sempre incompiute, io che sono un procrastinatore seriale. Ho pensato a coloro che non rivedevo da tempo e che mai più avrei rivisto. Certe volte ho pensato di chiudermi in bagno o da qualunque altra parte e mettermi a piangere, ma non l'ho fatto. Mi sono accorto che le lacrime non mi uscivano, erano come bloccate, forse volevo mostrarmi forte e non volevo pesare su nessuno. Ci ho riflettuto tanto senza mai giungere a una conclusione definitiva. La malattia non è un "dono" come dice qualcuno. La malattia è una merda con la quale devi fare i conti. Una stronza che ti dice: "No

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L’Italia è un paese gattopardesco, in cui tutto cambia per restare com'è. In cui tutto scorre per non passare davvero. Se l’Italia avesse cura della sua memoria, si accorgerebbeche i regimi non nascono dal nulla, sono il portato di veleni antichi, imparerebbe che questo Paese è speciale nel vivere alla grande, ma con le pezze al culo, che i suoi vizi sono ciclici, si ripetono incarnati da uomini diversi con lo stesso cinismo, la medesima indifferenza per l’etica, con l’identica allergia alla coerenza, a una tensione morale. Pier Paolo Pasolini, “Scritti corsari”

Socialità

La socialità si riscontra nel mondo animale in tutti i gradi dell’evoluzione (…), nel regno animale essa è all’origine stessa dell’evoluzione. Ma via via che si sale nella scala evolutiva, possiamo notare come la socialità divenga sempre più cosciente: essa perde il suo carattere puramente fisico, cessa di essere semplicemente istintiva, e diventa razionale. Nei vertebrati superiori è periodica, ovvero gli animali vi ricorrono per la soddisfazione di un bisogno particolare: la continuazione della specie, le migrazioni, la caccia o la reciproca difesa. Si produce anche accidentalmente, ad esempio quando alcuni uccelli s’associano contro un predatore o quando alcuni mammiferi, sotto la pressione di circostanze eccezionali, si aggregano per migrare. In quest’ultimo caso è una vera e propria deroga volontaria ai costumi abituali. L’aggregazione appare qualche volta a due o più gradi: la famiglia dapprima, poi il gruppo, ed infine l’associazione di gruppi abitualmente sparpagliati, ma che s

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“Era un cacciatore tanto vorace che mio padre lo adoperava come esempio per farmi capire come non sarei dovuto diventare. Era ferma convinzione di mio padre (e ora la penso esattamente come lui) che la caccia non fosse uno sport. Se gli animali potessero rispondere al fuoco, allora lo sarebbe. È giustificabile soltanto per procacciarsi il cibo, nient'altro. Altrimenti, è soltanto voglia di uccidere.” — Joe R. Lansdale - Il mambo degli orsi

Buskash

Il fumo, le fiamme, la polvere che ricopre la città, il panico sui volti dei sopravvissuti, il crollo. Il World Trade Center non c’è più, migliaia di persone spariscono tra le macerie, mescolate ai mobili degli uffici, ai documenti bancari, alle macchine fotografiche dei turisti. Resto inchiodato per ore alla Cnn a guardare l’orrore in diretta. Chiunque di noi avrebbe potuto trovarsi lì. Cecilia aveva tre anni quando l’ho portata per la prima volta a New York. In cima al World Trade Center, la tenevo in braccio a guardare la città dall’alto, incollata alla vetrata da dove anche i grattacieli sembravano piccoli piccoli. Ci saranno stati molti altri bambini in cima alle torri oggi, 11 settembre 2001. Manhattan colpita a morte, e non è un film. Questa volta ci sono riusciti. Il World Trade Center, lo stesso obiettivo del 1993. Allora, il piano dei terroristi era di far cadere, con una potente bomba nel garage sotterraneo, una delle torri addosso all’altra, per provocare – stimavano – vent

FramMenti

“La vita è un romanzo di cui già si conosce la fine: il protagonista muore. La cosa più importante, in fondo, non è come va a finire, ma in che modo ne riempiamo le pagine. Perché la vita, come un romanzo, deve essere un’avventura. E le avventure sono le vacanze della vita.” — Joël Dicker - L’enigma della camera 622

Allarme siam fascisti

Quando ero giovane mi hanno insegnato che il fascismo era una dittatura e che in una dittatura tutti obbedivano, dovevano obbedire, anzi erano obbligati a farlo. In realtà moltissimi erano anche contenti di farlo in virtù della fiducia incondizionata verso il capo del governo e dello Stato: il Duce. Questa fiducia incondizionata era in fin dei conti una vera e propria fede. Se il Duce decretava che i cittadini dovevano dare oro alla patria, i cittadini (ovvero i sudditi), obbedivano. Se il Duce ordinava di andare in guerra, si lasciava tutto, famiglia, amici lavoro e si andava in guerra. Oggi i fascisti, anzi i fascisti di oggi, hanno subito una mutazione genetica. Per esempio hanno paura della vaccinazione. Altro che “siam pronti alla morte”, non sono pronti nemmeno a una puntura. Eh già la puntura, quella che al secondo giorno di servizio militare ti piantavano nel petto, senza nemmeno farti firmare il consenso al trattamento dei dati, e che ti facevano sul petto perché se te l’avess

FramMenti

“Allo stesso tempo, non possiamo vivere le nostre vite quotidiane nel regno delle idee pure, schermati come in un bozzolo dall’esperienza dei sensi. La domanda non è: Come possiamo mantenere pura l’immaginazione, proteggerla dal furibondo assalto della realtà? La domanda deve essere: C’è un modo per farle coesistere?” — J. M. Coetzee, Vergogna

Giorgio Vigolo

La morte ci scioglie... Guardavo le foglie che il vento stacca dai rami e via le trascina nei turbini della pioggia e le macera e le stritola fino a mutarle quasi nel suo sibilo, nel suo grido stesso. Allora m'è venuto il pensiero della morte che noi pure ci stacca così dal tronco della terra nero, quando vecchiaia o fuoco di febbri han consumatola nostra foglia umana. Un soffio appena più forte il tremulo gambo recide: e saremo così trascinati dalla pioggia, mischiati a nuvole d' altre foglie. La morte ci scioglie nelle grida del vento. Eppure chissà che senso di felicità originaria si proverà in quel momento, quando le nostre corde strappate dalla morte renderanno un accento supremo all'unisono con l' accordo maggiore dell' universo. Forse l' estrema gioia inutilmente inseguita per tutta la vita, è quella che ci folgora al momento di morire, nel grande mutamento.

FramMenti

«Il genio romano, e forse l’errore romano,» riprese dunque «fu l’ossessione per l’ordine. La si ritrova nella loro architettura, letteratura, nelle loro leggi – questa feroce, ostinata negazione dell’oscurità, dell’irrazionale, del caos.» — Donna Tartt, Dio di illusioni

Qatar, nessuna indagine sulla morte di migliaia di lavoratori migranti

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Manjur Kha Pathan, 40 anni, era alla guida del camion per 12-13 ore al giorno. Si era lamentato perché l’impianto di aria condizionata non funzionava più. Il 9 febbraio 2021 si è sentito male nel suo alloggio ed è morto prima che arrivasse l’ambulanza. Sujan Miah, 32 anni, era un tubista impegnato in un progetto nel deserto. È stato trovato morto nel suo letto la mattina del 24 settembre 2020. Nei quattro giorni precedenti la temperatura aveva superato i 40 gradi. Tul Bahadur Gharti, operaio edile, è morto nel sonno il 28 maggio 2020 dopo aver lavorato per circa dieci ore con una temperatura che aveva raggiunto i 39 gradi. Suman Miah, 34 anni, operaio edile, è morto il 29 aprile 2020 dopo un lungo turno di lavoro con una temperatura di 38 gradi. Il governo del Bangladesh ha offerto alla famiglia un risarcimento equivalente a circa 3000 euro, che però sono stati destinati a ripagare debiti contratti con i procacciatori di lavoro in Qatar. Yam Bahadur Rana, guardia di sicurezza in un aer

FramMenti

“La memoria è un atto creativo: sceglie, costruisce, decide, esclude; il romanzo della memoria è il gioco più puro che abbiamo.” — Nadia Terranova, Addio fantasmi

Voglia di vivere

A gennaio del 2018 ci comunicarono che mia madre aveva un tumore: adenocarcinoma polmonare non a piccole cellule al quarto stadio. Nella migliore delle prognosi prospettate, tra tutti i medici contattati per valutare il suo caso, c’era una sola risposta: sei mesi, non oltre, se il tumore si fosse rivelato resistente alle terapie a disposizione in quel momento. In quei momenti, di grazia, hai due scelte: affidarti alla disperazione o prendere tutta quella paura e utilizzarla per contrastare il mostro. In quei momenti, inoltre, hai anche due strade: metterti nelle mani dei medici, della scienza, delle terapie disponibili in quella fase storica, oppure lasciarti andare a strade alternative che, chi si ritrova nella disperazione più assoluta, ha buona probabilità di poter intraprendere. Noi, fortunatamente, le evitammo come si evita la peste. Ce ne consigliarono tante. La terapia Di Bella, che non conoscevo bene, salvo poi - dopo diverse ricerche - scoprire che in quel momento non esisteva

FramMenti

“La mia solitudine non dipende dalla presenza o assenza di persone; al contrario, io odio chi ruba la mia solitudine, senza, in cambio, offrirmi una vera compagnia.” — Friedrich Nietzsche

Italiani brava gente?

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ITALIANI BRAVA GENTE? GLI ITALIANI SONO TRA I NUOVI MOSTRI DELLO SFRUTTAMENTO SESSUALE MINORILE Lo sfruttamento sessuale minorile (sigla internazionale CSEC - Commercial sexual exploitation of children) costituisce una forma di coercizione e violenza contro bambini e minorenni in genere, una forma contemporanea di schiavitù lavorativa a fini commerciali sessuali: la dichiarazione del Congresso mondiale contro lo sfruttamento sessuale minorile, tenutosi a Stoccolma nel 1996 ha definito la CSEC come l'abuso sessuale da parte dell'adulto e remunerazione in denaro o in natura al minore o ad una terza persona. Il minore viene trattato come oggetto sessuale e al contempo anche come oggetto commerciale. Lo sfruttamento sessuale minorile comprende prostituzione minorile, pornografia infantile, turismo sessuale minorile e tutte quelle altre forme di “sesso transazionale” in cui il minorenne s'impegna in attività sessuali per veder soddisfatti alcuni dei suoi bisogni fondamentali, tr

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“Diceva ciò che pensava e restava stupito quando gli altri non facevano lo stesso. Qualcuno avrebbe potuto scambiare quel tratto per ingenuità. Ma non è una caratteristica del genio andare sempre dritto al cuore?” — Madeline Miller, La canzone di Achille

Di questi anni ricorderemo…

Quelli che dopo il tragitto bagno-cucina avevano il fiatone e poi si sono scoperti runner. Quelli che si facevano prestare il cane da un amico per uscire di casa durante il lockdown. Quelli che sul balcone cantavano Bugo. Quelli che “la mascherina è un bavaglio”. Quelli che “no! La mascherina è una museruola!”. Quelli che “sono stati i cinesi!”. Quelli che “dove caxxo sta Whuan?”. Quelli che “non ce n’è coviddi”. Quelli che “è stato Bill Gates per poi vendere a tutti il vaccino”. Quelli che “Bill Gates è cinese”. Quelli che “siamo in una dittatura sanitaria”. Quelli che “il tampone buca la ghiandola pineale”. Quelli che “la pistola per misurare la temperatura acceca il terzo occhio”. Quelli che “il tampax nel naso non lo metto!”. Quelli che “non mi vaccino perché non so cosa c’è dentro”. Quelli che “non mi vaccino perché so cosa c’è dentro ma non ve lo dico”. Quelli che “non è un vaccino, è acqua”. Quelli che “non è un vaccino, è un siero sperimentale genico”. Quelli che “ok, è un vacc

FramMenti

“Io cerco la persona che sia capace di amare l’altro senza per questo punirlo, senza renderlo prigioniero o dissuaderlo; cerco questa persona del futuro che sappia realizzare un amore indipendente dai vantaggi o svantaggi sociali, affinché l’amore sia sempre fine a se stesso e non solo il mezzo in vista di uno scopo.” — Carl Gustav Jung a Sabina Spielrein

Le ragioni di un decennio 1969-1979

Era il settembre del 1995, quando, ricordiamolo, Carlo Mazzantini pubblicò il suo romanzo dedicato ai “ragazzi di Salò”, “mossi soprattutto dalla volontà di preservare l'onore della patria e la propria dignità di uomini”. Un anno dopo, il nuovo presidente della Camera, l'ex comunista Luciano Violante, appena insediato, si rivolse ancora ai fascisti che avevano militato nella Rsi, chiamandoli “ragazzi di Salò”. Il termine faceva così il suo ingresso trionfale sulla ribalta mediatica, trovando una propria legittimazione sia sul piano editoriale sia su quello politico-istituzionale. Quella definizione, oltre ad avere una fortissima valenza emotiva, esplicitava anche una precisa opzione interpretativa. Come per i “ragazzi della via Pal” o i “ragazzi del ‘99”, non si trattava di una espressione asettica, constatativa: il mantello assolutorio dell'adolescenza veniva disteso sui protagonisti di quella oscura vicenda; e l'adolescenza evoca sempre l'irresponsabilità o meglio

FramMenti

“Lei adesso scrive il suo lavoro ormai da decenni e dice di scrivere questo lavoro solo per se stesso, ma è atroce, non c'è nessuno che scriva un lavoro soltanto per se stesso, quando uno dice di scrivere quello che scrive solo per se stesso dice una menzogna, ma lei sa quanto me che nessuno è più bugiardo di colui che scrive, da che mondo è mondo non si conoscono individui più bugiardi di quelli che scrivono, più presuntuosi e più bugiardi.” — Thomas Bernhard, Antichi maestri

Mia madre ci diceva

Mia madre ci diceva: "Non guardate, non guardate, occhi a terra". Non era per proteggere noi, era per proteggere lui, o lei, o loro: chiunque avesse una deformità, un difetto evidente, una menomazione fisica. La sua voce era piena di allarme, ci metteva in agitazione perché non comprendere subito cosa volesse era punizione sicura. E per molto tempo non ho capito quale fosse il limite, il confine oltre il quale non ci era lecito guardare il corpo degli altri, provare curiosità per la forma di altri corpi. In realtà, in quel modo non faceva che confermarci la frattura, la separazione definitiva tra la norma e l'eccezione, anche se i suoi intenti erano buoni (gli intenti buoni di mia madre hanno lastricato vari inferni e hanno sempre prodotto mostri, noi). Infine, lo avevamo interiorizzato, ed entravamo in agitazione da soli, quando appariva qualcuno in sedia a rotelle, o con difetti o menomazioni fisiche evidenti. Ce lo dicevamo da soli - c'è quel momento in cui la voce

FramMenti

“Sento un gran bisogno di abitudine. Per gli altri sarà un male, ma io ne ho bisogno per non impazzire. Certo, l’abitudine è l’insieme dei nostri punti fermi, l’ancora per non andare alla deriva. L’importante è non abusarne, altrimenti non si riesce più a salpare. No, non bisogna abusarne, e gli occhi tornarono al cornetto, la lingua impastò sapore di cacao, è che a volte, però, è rassicurante credere che il sole sorga ogni giorno, che si alzi e tramonti.” — Giorgia Tribuiani, Guasti

L'apocalisse degli insetti

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L'apocalisse degli insetti continua: miliardi di api, farfalle e altre minuscole creature straordinarie stanno morendo in silenzio, e le conseguenze potrebbero presto essere catastrofiche per i nostri raccolti e per i fragili ecosistemi in tutto il mondo. I pesticidi sintetici sono i principali colpevoli. Recenti studi rivelano che oltre il 40% delle specie di insetti è in declino, un terzo è in pericolo e nel complesso ha un tasso di estinzione otto volte più veloce di quello di mammiferi, uccelli e rettili! Tra questi ci sono i bombi, le farfalle, i coleotteri e altri bellissimi impollinatori che svolgono un ruolo fondamentale nella catena alimentare e nell'equilibrio di delicati ecosistemi. È prioritario conservare gli habitat naturali per fermare il collasso delle popolazioni di insetti, e altrettanto importante è arginare l'abuso di pesticidi che invadono i nostri campi, parchi naturali e parchi giochi: 2,5 milioni di tonnellate ogni anno! Ci sono prove sempre più schi

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