Un paese senza testa e senza grazia

Un Paese senza memoria, un Paese senza storia, un Paese senza passato, un Paese senza vissuto, un Paese senza esperienza, un Paese senza conoscenze, un Paese senza dignità, un Paese senza realtà, un Paese senza motivazioni, un Paese senza disposizioni, un Paese senza grandezza, un Paese senza saviezza, un Paese senza salvezza, un Paese senza programmi, un Paese senza progetti, un Paese senza testa, un Paese senza Stato, un Paese senza senso, un Paese senza sapere, un Paese senza sapersi vedere, un Paese senza guardarsi, un Paese senza capirsi, un Paese senza chiedersi?…

p. 8, Alberto Arbasino “Un Paese senza”, Garzanti, 1990.

Un paese che non ha mai avuto una vera testa, un paese d’intelletto limitato, un paese di sconfitte, un paese di miti grotteschi, un paese di vigliacchi, un paese impermeabile, un paese di bla bla, un paese di inquisizioni, un paese di acchiappa nuvole, un paese di monologhi, un paese machiavellico, un paese soggettivo, un paese di emigranti, un paese senza radici, senza una vera storia, senza una vera repubblica, un vero stato, una vera democrazia, una vera solidarietà, un vero spirito nazionale, un paese di ladroni, imbroglioni, delinquenti, parassiti, chiacchieroni, menefreghisti, incapaci, un paese frollo vuoto vacuo senza contenuto, un paese senza traguardi, scopi, visioni degne di esseri umani, un paese farcito di falsità ideologiche, di idee di superiorità, di passerelle sulle quali si esibiscono le infinite vanità e volgarità del giorno, un paese senza una vera filosofia, una vera vita economica e sociale, insomma un paese sempre alla deriva, sempre sul ciglio d’un precipizio, un paese che non è mai stato un vero solidale e affiatato paese, ma solo un’accozzaglia di individui squallidi egoisti malavitosi, governato da piccoli infimi uomini al potere che l’unica cosa che hanno imparato a fare bene in millenni di storia è battersi fra di loro all’ultimo sangue pper chi ruba di più i poverelli!

Un paese che, e diciamocelo tutto in una sola volta, politicamente parlando, non è degno di esistere!

Testo di Francis Sgambelluri da “Il Paese delle Meraviglie”

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