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Visualizzazione dei post da dicembre, 2021

FramMenti

L’uomo crede di volere la libertà. In realtà ne ha una grande paura. Perché? Perché la libertà lo obbliga a prendere delle decisioni, e le decisioni comportano rischi.   (Erich Fromm)

Novembre del 1884

Nel novembre del 1884, 13 nazioni europee si riunirono spudoratamente a Berlino per dividere il continente africano come avrebbero fatto degli scolari affamati (in gita scolastica) con una pizza. La Gran Bretagna era rappresentata da Sir Edward Malet (ambasciatore presso l'impero tedesco). Gli Stati Uniti, la superpotenza emergente ma riluttante, aveva un delegato: l'esploratore Henry Morton Stanley. Nella totale indifferenza e senza un solo briciolo di coscienza o preoccupazione per la cultura o le famiglie del continente, la mappa fu ridisegnata e le terre rivendicate. Ciò che seguì fu la sistematica corsa verso la rovina dell'Africa. La resistenza è stata accolta con la forza brutale della polvere da sparo. Il massacro di Herero è stato il primo genocidio del 20° secolo: decine di migliaia di uomini, donne e bambini sono stati uccisi, uccisi dalla fame e torturati dalle truppe tedesche mentre sconfiggevano le tribù "ribelli" nell'attuale Namibia. Decine di

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"Dobbiamo imparare a respirare e riscoprire gli alberi, le pietre, gli animali e tutta la macchina della Terra: hanno un respiro interno, come noi. Hanno ossa, vene, carne, come noi."   (Giordano Bruno)

Gustav Klimt

"Gustav Klimt Vienna, 14 luglio 1862 – Neubau, 6 febbraio 1918 [Sono bravo a dipingere e disegnare; lo credo io stesso e lo dicono anche gli altri, ma non sono sicuro che sia vero.]  Di sicuro so soltanto due cose:  1. Di me non esiste alcun autoritratto. Non m'interessa la mia persona come "oggetto di pittura", m'interessano piuttosto le altre persone, specie se di sesso femminile, ma più ancora le altre forme. Sono convinto che la mia persona non abbia nulla di particolare. Sono un pittore che dipinge tutti i santi giorni dalla mattina alla sera. Figure e paesaggi, ritratti un po' meno.  2. Non valgo molto a parlare o a scrivere, tanto meno se devo esprimermi a proposito di me stesso o del mio lavoro. Alla sola idea di dover scrivere una semplice lettera l'angoscia mi attenaglia come il mal di mare. Temo proprio si debba fare a meno di un mio autoritratto artistico o letterario, ma non è una grande perdita. Chi vuole sapere di più su di me, cioè sull

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Una volta, che avevo diciassette anni ed ero quasi a forza partigiano, trovammo nel perlustrare una cantina due fascisti. Senza le armi son come scatole svuotate e a noi due morti in più portavan niente. Così li aiutammo a sparire a calcinculo. Ma poi anni dopo uno lo incontrai che aveva una bambina e mi guardò e mi disse: “Ti devo la mia vita e lei”. E io pensai che se avesse vinto lui la guerra non ci saremmo stati né io né i miei due figli.   Giuseppe Colzani, partigiano

I belgi in Congo e le atrocità di Léopold II

Si devono istituire giornate della memoria per commemorare accadimenti tragici che altrimenti andrebbero rimossi via dal tempo, perché la memoria d'uomo dura il tempo della vita di una generazione. Poi si affievolisce fino a scomparire. Il filosofo Hume parlava dei ricordi come di impressioni sbiadite che col passare del tempo si dissolvono. Ma l'esercizio della storia serve per ricordare e mantenere le fonti di ciò che è accaduto, e mantenere vivo lo Spirito della Storia è a volte un dovere morale. Poco più di 150 anni fa era uso comune, giustificato eticamente e giuridicamente, esercitare il dominio dell'uomo sull'altro uomo. Forse non in molti si sono soffermati nella loro vita a riflettere più di cinque minuti su tutti i significati impliciti nel concetto di schiavitù e del colonialismo. Credo che questo capiti anche per salvaguardare la propria sanità mentale, e soprattutto cercare di conservare l'innocenza che il tempo, e la scarsa memoria storica, ha pot

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Camminiamo in avanti, ma gli occhi leggono con chiarezza solo ciò che abbiamo già superato. Possiamo avere presagi, sogni premonitori, è comunque troppo tardi quando ne confermiamo l’attendibilità.  [P. Di Paolo]

Semplicità

“La semplicità è mettersi nudi davanti agli altri. E noi abbiamo tanta difficoltà ad essere veri con gli altri. Abbiamo timore di essere fraintesi, di apparire fragili, di finire alla mercè di chi ci sta di fronte. Non ci esponiamo mai. Perché ci manca la forza di essere uomini, quella che ci fa accettare i nostri limiti, che ce li fa comprendere, dandogli senso e trasformandoli in energia, in forza appunto. Io amo la semplicità che si accompagna con l’umiltà. Mi piacciono i barboni. Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle, sentire gli odori delle cose, catturarne l’anima. Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo. Perché lì c’è verità, lì c’è dolcezza, lì c’è sensibilità, lì c’è ancora amore.”   (Alda Merini)

Diecimila bambini

Era il 16 giugno 1976, diecimila bambini e adolescenti di Soweto decisero di scendere in piazza per protestare pacificamente contro la scarsa qualità della loro istruzione e contro l’Apartheid. Negli scontri che seguirono per giorni la polizia aprì il fuoco, uccidendo centinaia di minori. La fotografia del corpo inerte del tredicenne Pieterson divenne simbolo della violenza perpetrata dalla polizia. Per questo ogni anno dal 1991 l’Unione Africana ha deciso di celebrare la Giornata del Bambino Africano. Questa decisione è nata al fine di richiamare l’attenzione di tutti sulle difficili condizioni di vita dei bambini e dei ragazzi, che rappresentano la maggior parte della popolazione del continente nero, e per sensibilizzare le persone sul continuo bisogno di progressi nel campo dell’educazione. Quest'anno non sarà da meno. Il tema scelto, dalla Commissione Africana di esperti dei Diritti e del Benessere del Bambino, per le celebrazioni del 2012 è “I diritti dei bambini con disabilit

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Lectio Magistralis: Se mi vedessero stare in piedi immobile, in mezzo ai miei fiori, come in questo istante, penserebbero che sto tenendo loro una lezione. Invece sono io che ascolto e loro che parlano. Lì, in mezzo a loro, mi insegnano la luce.  (Nikifòros Vrettàkos da La filosofia dei fiori)

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“Compito della scienza non è di aprire una porta all'infinito sapere, ma porre una barriera all'infinita ignoranza"   (Galileo Galilei)

Se fosse tuo figlio

“S riempiresti il mare di navi di qualsiasi bandiera. Vorresti che tutte insieme a milioni facessero da ponte per farlo passare. Premuroso, non lo lasceresti mai da solo faresti ombra per non far bruciare i suoi occhi, lo copriresti per non farlo bagnare dagli schizzi d'acqua salata. Se fosse tuo figlio ti getteresti in mare, uccideresti il pescatore che non presta la barca, urleresti per chiedere aiuto, busseresti alle porte dei governi per rivendicarne la vita. Se fosse tuo figlio oggi saresti a lutto, odieresti il mondo, odieresti i porti pieni di navi attraccate. Odieresti chi le tiene ferme e lontane Da chi, nel frattempo sostituisce le urla Con acqua di mare. Se fosse tuo figlio li chiameresti vigliacchi disumani, gli sputeresti addosso. Dovrebbero fermarti, tenerti, bloccarti vorresti spaccargli la faccia, annegarli tutti nello stesso mare. Ma stai tranquillo, nella tua tiepida casa non è tuo figlio, non è tuo figlio. Puoi dormire tranquillo E sopratutto sicuro. Non è t

La mia vita è la mia vita

Per soffocare in anticipo ogni rivolta, non bisogna farlo in modo violento. I metodi del genere di Hitler sono superati. Basta creare un condizionamento collettivo così potente che l’idea stessa di rivolta non verrà nemmeno più in mente degli uomini. L’ideale sarebbe quello di formattare gli individui fin dalla nascita limitando le loro abilità biologiche innate. In secondo luogo, si continuerebbe a confezionamento riducendo drasticamente l’istruzione, per riportarla ad una forma di inserimento professionale. Un individuo ignorante ha solo un orizzonte di pensiero limitato e più il suo pensiero è limitato a preoccupazioni mediocri, meno può ribellarsi. Occorre garantire che l’accesso alla conoscenza diventi sempre più difficile ed elitario. Sia che il divario si scavi tra il popolo e la scienza, che l’informazione destinata al grande pubblico siano anestetizzata di qualsiasi contenuto sovversivo. Specialmente nessuna filosofia. Anche in questo caso, bisogna usare persuasione e non di

FramMenti

Mentre facevo onore a un riso al latte, mi chiesi cosa avesse voluto dire il vecchio con il discorso di passare a manifestazioni di maggior peso, e suppongo di aver tremato immaginando intenzioni escatologiche nelle sue parole, ma i miei timori si dissiparono non appena lo vidi chiudersi assieme ad altri tre commensali nella grande sala ornata dalla bandiera rossa e nera della Confederación Nacional de los Trabajadores. Da quella sala uscivano i libri di Jules Verne, di Emilio Salgari, di Stevenson, di Fenimore Cooper, che la nonna mi leggeva nel pomeriggio.   Luis Sepúlveda, La frontiera scomparsa

FramMenti

"Divorati dalla paura, assaliti dai dubbi, lo spirito tormentato e gli occhi pieni d’orrore, noi ci ingegniamo di cercare quello che potremmo fare per allontanare da noi il pericolo ineluttabile la cui vicinanza ci terrorizza. In ogni caso, noi ci sbagliamo, non c’è niente sulla strada; gli insegnamenti erano falsi (oppure noi li abbiamo compresi male). Un’altra catastrofe, che noi non abbiamo immaginato, arriva subito su di noi in un lampo e all’improvviso – troppo tardi, adesso – ci porta via."   (È finita, Konstantinos Kavafis)

Fondamentalmente

Franchino era masochista. Per prima cosa aveva sposato l'Elsa. Impossibile definire l'Elsa. Secondo Albertone l'unico modo di rapportarsi con lei era correndole dietro, con l'uccello di fuori, intorno a una tavolo, minacciando di sodomizzarla. Oggi Albertone sarebbe tacciato di sciovinismo, sessismo o anche peggio. Allora era esattamente sciovinista, sessista e anche il miglior amico di Franchino. Di lì a poco Albertone sarebbe morto d'infarto ma non per colpa di inseguimenti a cazzo di fuori. Albertone aveva un barbiere che si chiamava Crudele, in via Foscherara. Un attimo però, così sto divagando. Torniamo a Franchino. Che era sposato con l'Elsa che pure lei lavorava alla Fabbrica ma era anche un trombeur de femmes. E dire che non era bello, però qualcosa doveva avere, visto che stava (di nascosto ma non del tutto) con una delle donne più belle della Fabbrica: la Mariagrazia. Penso che si fossero conosciuti e amati dopo essersi sposati, sia Franchino che la

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Ma la giustificazione non può cancellare il senso di colpa. Nessuna rabbia, nessun rancore verso gli altri può soffocarlo, perché il senso di colpa non riguarda mai gli altri. Il senso di colpa è paura della propria mediocrità. Non ha niente a che fare con le altre persone. Mi sono liberata del senso di colpa quando ho accettato la mia decisione per quello che era, senza alimentare all’infinito vecchi rancori [...]   Tara Westover - L'educazione

Spose bambine

Chi sono le spose bambine Secondo il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA) nel mondo sono 650 milioni le giovani che si sono sposate da minorenni, o addirittura bambine, nella maggioranza dei casi in matrimoni combinati dalle famiglie. Secondo le previsioni dell’UNFPA nel 2030 saranno 150 milioni in più. Sono oltre 30mila le bambine private dei loro diritti che ogni giorno vengono “date in sposa”, senza che abbiano la possibilità di opporsi, spesso a persone molto più grandi di loro. I matrimoni precoci hanno conseguenze gravissime su milioni di bambine e giovani donne per diversi motivi. Questi matrimoni causano abbandono scolastico, favoriscono casi di violenza e abusi domestici, isolamento sociale e mancanza di indipendenza ed emancipazione. Le gravidanze precoci inoltre hanno elevati rischi di mortalità sia per la madre che per il bambino: le complicanze legate a gravidanza o parto, sempre secondo il rapporto dell’UNFPA, sono la prima causa di morte per le adolescent

Vizi

Rispetto alle epoche che l'hanno preceduta, la nostra epoca è la prima a chiedere l'omologazione di tutti gli uomini come condizione della loro esistenza. Non dunque un'omologazione come dato di fatto, ma un'omologazione di principio, le cui ragioni vanno ricercate in quella condizione per cui, nell'età della tecnica e dell'economia globale, lavorare significa collaborare all'interno di un apparato, dove le azioni di ciascuno sono già anticipatamente descritte e prescritte dall'organigramma per il buon funzionamento dell'apparato stesso. [...] Un'azione è omologata quando è conforme a una norma che la prescrive, quindi quando non è un'azione, ma una conformazione. E conformazioni sono tutte le azioni che si compiono in un apparato e in funzione dell'apparato, al cui interno il "fare da sé" cessa dove comincia ciò che "deve essere fatto" in perfetto accordo con le altre componenti dell'apparato. [...] Quando un mond

FramMenti

Per tutto l'anno conducevano una vita sedentaria, quella strana vita in cui al mattino si ritorna su quanto si è lasciato incompiuto la sera prima, dove i vestiti si impregnano dell'odore dell'appartamento e i piedi infaticabili tracciano sentieri d'usura sul tappeto.   Olga Tokarczuk

Democrazia e partecipazione

Se volete capire cos’è stato e cos’è il fascismo guardate le immagini dell’aggressione subita dai lavoratori del Si Cobas la scorsa notte vicino Lodi, durante la quale uno dei manifestanti ha letteralmente rischiato di morire. Squadracce private, davanti alla presenza indifferente di numerosi elementi delle forze dell’ordine, hanno assalito il presidio di lavoratori e lavoratrici che lottano per difendere solo la propria occupazione. Si tratta di persone licenziate dalla Fedex-TNT, dopo la chiusura dell’hub di Piacenza, realizzata per colpire quei lavoratori che nel corso del tempo grazie ad una continua battaglia sindacale avevano ottenuto importanti miglioramenti di condizioni di lavoro. Giovedì notte, intorno all'una, presso la Zampieri di Tavazzano - l’azienda che ha sostituito nell’organizzazione logistica l’hub chiuso d’imperio - i lavoratori di Piacenza che insieme ai colleghi di tutta Italia (nel silenzio generale ci sono stati decine di scioperi, presidi, manifestazioni i

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“Se avvii una relazione con un uomo sposato, in genere non vuoi un uomo tutto per te. Non lo vuoi per casa in ciabatte, Non vuoi avere il problema di stirargli le camicie o di avere sua madre a cena. Non vuoi un marito. Per quanto sia un'istanza socialmente quasi inammissibile, e tu ti debba quindi prestare con le amiche a far la parte «O me tapina se solo lasciasse la moglie me infelice perché non mi ama abbastanza me disgraziata morirò sola», sei ben lieta che ci sia un'altra che se lo accolla per la più parte del tempo.”   — Guia Soncini, I mariti delle altre

Banchetto romano

"In un qualche modo anche noi in occidente cominciamo a renderci conto che qualcosa non funziona nel nostro modo di comportarci con la natura. A volte abbiamo persino l'impressione che la nostra vantata civiltà, tutta fondata sulla ragione, sulla scienza e sul dominio di ciò che ci circonda, ci abbia portato in un vicolo cieco ma tutto sommato pensiamo ancora che proprio la ragione e la scienza ci aiuteranno ad uscirne. Così continuiamo imperterriti a tagliare foreste, inquinare fiumi, seccare laghi, spopolare oceani, allevare e massacrare ogni sorta di animale perché questo (ci dicono gli scienziati-economisti) produce benessere. E con il miraggio che più benessere vuol dire più felicità, investiamo tutte le nostre energie nel consumare, come se la vita fosse un eterno banchetto romano in cui si mangia e si vomita per poter rimangiare." (Tiziano Terzani)

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La vita è lotta e tormento, delusione, amore e sacrificio, tramonti dorati e fosche tempeste.   (Laurence Olivier)

Politica e le relazioni

DURANTE UN'INTERVISTA MONTANELLI DISSE: “AVEVA DODICI ANNI, MA NON MI PRENDERE PER UN GIROLIMONI, A DODICI ANNI QUELLE LÌ ERANO GIÀ DONNE”. CHI ERA GINO GIROLIMONI?  Giorno 31 marzo del 1924. Roma, giardini pubblici. Una bimba di quattro anni, Emma Giacomini, è rapita. Il giorno trascorre nell'angoscia dei parenti. La sera, in zona Monte Mario, è ritrovata viva. Sul piccolo corpo i segni della violenza. La donna che udì le urla della piccola, scorse un uomo, dell’ipotetica età di 45 anni, che si ricomponeva gli abiti. L’attenzione si rivolse alla bambina. L’uomo sparì nella sera. Giornali ed opinione pubblica, con il trascorrere dei giorni, dimenticarono l’accaduto. Il giorno 4 di giugno Roma si affaccia sull'inferno. La piccola Armanda Leonardi, di due anni, è aggredita da un passante in Via Paola. La reazione della bambina non era prevista. Calci, urla e pugni costrinsero il cacciatore ad abbandonare la preda. Alcuni passanti non riuscirono a bloccare l’uomo. La tensione

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In caso i ricordi dovessero tornare e tra di essi anche quelli di quando ti ho delusa. O di brutte azioni che posso aver commesso in passato per cui guardandomi non dovessi più vedere l’uomo che vedi ora. Promettimi una cosa almeno. Prometti, principessa, che non dimenticherai quello che hai nel cuore per me in questo momento. Perché a che serve un ricordo se riaffiora dalla nebbia solo per scacciarne un altro? Me lo prometti, principessa? Prometti di custodire sempre ciò che provi per me adesso, indipendentemente da quanto vedrai quando svanirà la nebbia.   Kazuo Ishiguro – Il gigante sepolto

Federico García Lorca

Ho paura di perdere la meraviglia Ho paura di perdere la meraviglia dei tuoi occhi di statua e l’accento che di notte mi mette sulla guancia la rosa solitaria del tuo alito. Mi addolora star su questa riva tronco senza rami; ma ciò che più m’addolora è non avere fiore, polpa o terra, per il verme della mia sofferenza. Se tu sei il mio tesoro occulto, se sei la mia croce e il mio dolore bagnato, se sono il cane del tuo dominio, non lasciarmi perdere ciò che ho guadagnato e inghirlanda le acque del tuo fiume con foglie del mio autunno perduto.

FramMenti

Prima di Socrate e di Gesù Cristo, erano riconosciuti quattro impulsi primari: quello della nutrizione, quello della continuazione della specie, quello al saccheggio di cui abbiamo avuto ampie e nobili prove durante le recenti amministrazioni politiche e, strano a dirsi, l’impulso alla compassione. Io credo sia proprio la morale, costringendo a seguire un insieme di regole di cui non si è convinti, ad avere sopito questo meraviglioso impulso che è connaturato all’animo umano, l’impulso alla compassione. Trovo invece moralistico e ricattatorio il termine solidarietà perché in nome di una regola o di una imposizione moralistica, si soffoca proprio questo impulso alla compassione, termine che ci spiega come l’uomo sia già solidale, per impulso naturale. Fabrizio De André

Diecimila fascisti

IL 22 GIUGNO 1946 ENTRÒ IN VIGORE L’AMNISTIA TOGLIATTI, DELLA QUALE USUFRUIRONO BEN 10000 FASCISTI  “Lei, signor Ministro, ha fatto scarcerare tutti i fascisti, con delitti sulle loro coscienze, gente che certamente andrà a rafforzare le file dei neofascisti. Ci domandiamo noi partigiani: è giustizia questa? Abbiamo combattuto i fascisti perché? I nostri sacrifici non sono certamente da Lei riconosciuti, i nostri Martiri non son vendicati! Signor Ministro! Tutti i Partigiani d’Italia vogliono i loro compagni scarcerati, anche se hanno commesso dei delitti, crediamo che abbiano più il diritto loro che i fascisti, perché dopo tanti patimenti che hanno sofferto sulle montagne, sono compatibili se hanno commesso qualche cosa. Come avete fatto scarcerare tutti i fascisti, Signor Ministro, fate scarcerare subito tutti i partigiani che ancora si trovano carcerati, per qualsiasi motivo lo siano. Questo è il vostro dovere di Comunista, di ministro e di uomo.” Così i partigiani bellunesi scrivev

FramMenti

"La vita – è il solo modo per coprirsi di foglie, prendere fiato sulla sabbia, sollevarsi sulle ali; essere un cane, o carezzarlo sul suo pelo caldo; distinguere il dolore da tutto ciò che dolore non è; stare dentro gli eventi, dileguarsi nelle vedute, cercare il più piccolo errore. Un’occasione eccezionale per ricordare per un attimo di che si è parlato a luce spenta; e almeno per una volta inciampare in una pietra, bagnarsi in qualche pioggia, perdere le chiavi tra l’erba; e seguire con gli occhi una scintilla nel vento; e persistere nel non sapere qualcosa d’importante."   (Wisława Szymborska)

Uccellini,

Era come se si lasciasse dietro un profumo animale. Strano l’effetto che può fare a un uomo vedere un vero animale sessuale che gli cammina davanti. La natura animale di una donna è stata camuffata così bene — le labbra, il culo e le gambe fatti per altri scopi, come piumaggi colorati per distrarre l’uomo dal suo desiderio invece di accentuarlo. Le donne sfrontatamente sessuali, con l’utero dipinto in faccia, che provocano nell’uomo il desiderio di penetrarle immediatamente; le donne per cui i vestiti sono solo il mezzo per mettere più in evidenza certe parti del corpo, come le donne che si mettono le crinoline per evidenziare le chiappe, e le donne che indossano corsetti per spingere i seni fuori dai vestiti; le donne che ci gettano il loro sesso in faccia, dai capelli, dagli occhi, dal naso, dalla bocca, da tutto il corpo — sono queste le donne che amo. Le altre... bisogna cercare l’animale in loro. Lo hanno attenuato, mascherato, profumato, per avere l’odore di qualcosa d’altro — di

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«Nel mio piccolo Paese ci sono stati anni in cui arrivavano oltre quarantamila immigrati, attorno al 1910. Nella Repubblica Argentina, a volte, toccavano il mezzo milione. Lo stesso accadeva in Brasile. Bisogna anche ricordare l’eroico Messico che, nel 1939, accolse in un colpo solo quasi un milione di rifugiati provenienti dalla Spagna franchista. L’America è sempre stata terra di rifugio per milioni di immigrati. L’Europa se ne è dimenticata, non ha motivo di serbar memoria di queste cose. Oggi è ricca. Ha superato i suoi dolori e le sue angosce. Osserviamo con terrore la resistenza sociale che stanno generando i fenomeni migratori in un’Europa che è riuscita a superare la sua vecchia contraddizione (lo stato di guerra) e che da molti decenni vive profondamente in pace, malgrado tutti i suoi problemi».  José “Pepe” Mujica

Amazzonia, attacco mortale ad ambiente e indios

L’attacco mortale finale alla Foresta Amazzonica si chiama “PL 490”, projecto Lej 490, che cancellerà l’Amazzonia, terminando il genocidio contro gli indios iniziato 500 anni fa. Il 22 giugno, mentre fuori dal parlamento brasiliano la polizia di Jair Bolsonaro reprimeva con la violenza le proteste degli indios provenienti da tutta l’Amazzonia, veniva approvata la PL 490 dalla commissione per la Costituzione, la Giustizia e la Cittadinanza che ora attende di essere definitivamente ratificata dal congresso nazionale del Brasile. (...) Questa legge voluta dai parlamentari vicini a Bolsonaro ed in particolare dalla cosiddetta “Bancada ruralista” una lobby molto potente che raccoglie 200 deputati federali su 513 di diversi partiti, apre allo sfruttamento di quelle parti dell’Amazzonia che hanno resistito alla deforestazione perché difese dai popoli indios che vivono nelle terre demarcate. La Bancada ruralista rappresenta i grandi interessi dei grandi produttori agricoli e dei latifondisti,

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"No, non voglio essere una delle vostre donne confezionate col cellophane. Non voglio essere presenza tenera di piccole risate e di sorrisi stupidamente allettanti e dovermi sforzare di essere quel tanto triste e ammiccante e al tempo pazza e imprevedibile e poi sciocca e infantile e poi materna e puttana e poi all'istante ridere pudica in falsetto a una vostra immancabile trivialità." (Ulrike Meinhof)

Sei la terra e la morte

"Sei la terra e la morte. La tua stagione è il buio e il silenzio. Non vive cosa che più di te sia remota dall'alba. Quando sembri destarti sei soltanto dolore, l'hai negli occhi e nel sangue ma tu non senti. Vivi come vive una pietra, come la terra dura. E ti vestono sogni movimenti singuiti che tu ignori. Il dolore come l'acqua di un lago trepida e ti circonda. Sono cerchi sull'acqua. Tu li lasci svanire. Sei la terra e la morte."  (Sei la terra e la morte, Cesare Pavese ) [Cesare Pavese (1908 - 1950) è stato un poeta e scrittore italiano. La produzione letteraria di Cesare Pavese si colloca tra realisimo e simbolismo lirico, comprendendo anche aspetti di decadentismo espresso dal rapporto tra vita ed arte. Oltre che per il suo lavoro di scrittore e poeta, Cesare Pavese è ricordato per una ricca produzione di critica e traduzione (tra cui la traduzione del romanzo Moby Dick). Nel giugno 1950 Pavese riceve il Premio Strega per l'opera La bella estate.]

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... non sottovaluterei il fascino delle esistenze che non abbiamo avuto il coraggio di percorrere fino in fondo, accarezzandole da lontano e restando spettatori dei nostri sogni. A volte l'unico modo per trovare un senso nel nostro percorso è rivolgerci alle vite che non ci appartengono: alle brutte ci saremo almeno distratti dalle nostre.  Serena Dandini, La vasca del Führer

Olympia

“Io giuro che vorrei conoscerli uno a uno, quelli che ‘lo sport non c'entra con la politica’. Gli farei vedere , il film commissionato da Hitler per celebrare le Olimpiadi del 1936. Gli farei vedere il saluto fascista dei calciatori italiani durante i mondiali del 1934, la maglia nera orgogliosamente indossata nella Francia antifascista nel 1938. Gli farei conoscere la storia di Bartali, quella storia allucinante dell'attentato a Togliatti, con De Gasperi che gli chiede di attaccare nella tappa del Tour del giorno dopo perché i giornali parlino di lui e si calmi la popolazione, sull'orlo della guerra civile, con Bartali che recupera 22 minuti ai suoi avversari in una tappa sola. Gli farei conoscere la storia di Cile-Urss del 1973, giocata senza la squadra sovietica, solo con gli 11 Cileni in campo, nello stesso stadio dove fino a poco tempo prima erano rinchiusi i prigionieri politici di Pinochet, nel silenzio della FIFA. Gli farei leggere qualcosa sui mondiali del 197

FramMenti

A tutti. Se muoio, non incolpate nessuno. E, per favore, niente pettegolezzi. Il defunto non li poteva sopportare… Non c’è soluzione (non la consiglio a nessuno), ma io non ho altra scelta. Liilja, amami… Come si dice, l’incidente è chiuso. La barca dell’amore si è spezzata contro il quotidiano. La vita e io siamo pari. Inutile elencare offese, dolori, torti reciproci. Voi che restate siate felici.  La lettera è di Majakovskij, la sua ultima lettera trovata accanto al suo corpo il giorno del suicidio.

Prendiluna

"Perché nella notte insonne torna la rabbia? Perché il fiume dei ricordi non scorre, ma si ferma in pozze profonde, in cui di nuovo annego? È bastato tornare in quel luogo e una luce spietata si è accesa, nel teatro della memoria. Bisogna andare avanti, dicono quelli che credono di sapere cos'è la vita. Io dico: bisogna tornare indietro, per capire come, quanto e fino a quando abbiamo amato. Questo riempirà nuovamente la nostra piccola testa di delirio e furore. Allora qualcuno ci spiegherà che siamo pazzi, e dirà: raccontaci, così capiremo perché. Io rispondo: non c'è un perché, solo qualcosa che manca, la pazzia è questa mancanza, è il pezzo tagliato via, prezioso, insostituibile. E fa male. Siamo lupi nella tagliola, che continuano a correre." Stefano Benni

FramMenti

Non capivano che il segreto dell'orrore sta nel particolare. È molto facile, un gioco da bambini, pentirsi di gravi colpe: errori politici, adulterio, assassinio, antisemitismo. Ma chi perdona il particolare? Chi comprende i dettagli?  Heinrich Böll, Opinioni di un clown

Spernacchiare

In molte avete giustamente ricordato e celebrato il gesto simbolico delle polo di colore rosso della nazionale di Tennis con cui Adriano Panatta e Paolo Bertolucci giocarono la sfida del doppio in Cile. Finale di Coppa Davis 1976, Santiago del Cile. Quelle magliette furono uno sberleffo in faccia ad Augusto Pinochet. Ma poche di voi ricorderanno che, proprio nel tennis, un gesto altrettanto clamoroso arrivò qualche anno prima nel Sudafrica dell'apartheid ad opera di una tennista livornese di nome Monica Giorgi. Era il 1972 e per la prima volta nella storia del regime segregazionista sudafricano si giocava la Federation Cup a Johannesburg, addirittura (bontà loro) ammettendo atlete non bianche da varie parti del mondo. Monica Giorgi fece ricorso anche lei ad una maglietta per spernacchiare i razzisti di tutto il mondo: sul davanti della polo c'era un'immagine (molto popolare negli anni '70, me ne ricordo personalmente) che ritraeva quattro piedi, come di chi sta face

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"Io non sono di qui. Non appartengo a questa terra dove sono nato; e nella vita si impara, impara chi vuole imparare, che nessuno appartiene alla terra dov’è nato, dove l’hanno messo al mondo. Che nessuno è di nessun posto. Alcuni cercano di mantenere l’illusione e si costruiscono nostalgie, sensi di possesso, inni e bandiere. Tutti apparteniamo ai luoghi dove non siamo stati prima. Se esiste nostalgia, è per le cose che non abbiamo mai visto, Per gli amici che non abbiamo avuto, per i libri non letti, per i cibi nella pentola ancora non assaggiati. Questa è la vera e unica nostalgia."  (Paco Ignacio Taibo)

Contraddizioni e inconseguenze

"Coloro che conoscono solo pochi stati d’animo, e che non arrivano mai al limite, non possono contraddirsi, perché le loro fiacche tendenze non saprebbero determinarsi in opposizioni. Quelli che, al contrario, provano in modo esasperato l’odio, la disperazione, il caos, il nulla o l’amore, che si consumano in ognuno di questi stati morendone a poco a poco, che non possono respirare se non al culmine, che sono sempre soli – tanto più se sono in mezzo agli altri –, come potrebbero seguire un’evoluzione lineare o cristallizzarsi in un sistema? Una perfetta unità, la ricerca di un sistema coerente sono segno di una vita personale povera di risorse, schematica e insulsa, come lo sono anche le contraddizioni dovute all'estro del momento o al paradosso facile. Solo le grandi e insidiose contraddizioni, le insolubili antinomie testimoniano una vita spirituale feconda, perché soltanto in esse il flusso e l’abbondanza interni trovano modo di realizzarsi. Non c'è vita spirituale feco

FramMenti

Un uomo che non dispone di nessun tempo libero, che per tutta la sua vita, all'infuori delle pause puramente fisiche per dormire e per mangiare e così via, è preso dal suo lavoro, è meno di una bestia da soma. Egli non è che una macchina per la produzione di ricchezza per altri, è fisicamente spezzato e spiritualmente abbrutito. Eppure, tutta la storia dell'industria moderna mostra che il capitale, se non gli vengono posti dei freni, lavora senza scrupoli e senza misericordia per precipitare tutta l’umanità a questo livello della più profonda degradazione.  Karl Marx, Salario, prezzo e profitto

Libro fotografico

Qualche giorno fa, Lucia Ferraris, una mia compagna del liceo artistico di Novara (mi riferisco alla metà e alla fine degli anni Settanta del “secolo breve”), mi ha fatto dono di un libro fotografico “creato” (e il termine non è improprio), da Graziano Genoni, Paola Polastri, Mauro Savoini e dalla stessa Lucia. È un libro creato, appunto, con le fotografie di tante persone, qualche volta anonime, che ricostruisce, anzi evoca, un decennio che per molte ragioni si può definire irripetibile. Si intitola “Noi, i ragazzi degli anni Settanta”. Oggi l’ho sfogliato con emozione e con attenzione e ho guardato, una ad una, tutte le fotografie di quella officina dei sogni che fu, per noi, il liceo artistico di Novara. Ho sentito subito il desiderio di condividere sui social e nel mio blog quelle fotografie delle classi, della vita nelle aule, delle lotte politiche, dei concerti, dei viaggi…Sono foto di rara bellezza e lo sono per due motivi: un tempo fotografava solo chi sapeva fotografare perché

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Nessuno è nato odiando qualcun altro per il colore della pelle, o il suo ambiente sociale, o la sua religione. Le persone odiano perché hanno imparato a odiare, e se possono imparare a odiare possono anche imparare ad amare, perché l’amore arriva in modo più naturale nel cuore umano che il suo opposto. (Nelson Mandela)

Curiosità su Gianni Rodari

È stato l’unico italiano a vincere il Premio Hans Christian Andersen Tra i numerosi riconoscimenti guadagnati da Gianni Rodari, il più importante è sicuramente il Premio Hans Christian Andersen, ricevuto nel 1970. Il premio è considerato il Nobel della letteratura per l’infanzia; Rodari è stato il primo italiano a riceverlo e l’unico a riceverlo nella categoria Writing (nella categoria Illustratori nel 2008 il premio su assegnato a Roberto Innocenti) Il suo nome all’anagrafe è Giovanni Francesco Rodari Ebbene sì, il celebre scrittore, pedagogista, giornalista e poeta all’anagrafe aveva un nome diverso da quello con cui lo conosciamo: Giovanni Francesco, non Gianni, suo diminutivo. Suo padre era un fornaio Gianni Rodari nasce a Omegna, sul lago d’Orta, il 23 ottobre 1920. Il padre Giuseppe è un fornaio e possiede un negozio lungo la via principale della cittadina; la madre, Maddalena, era commessa della bottega paterna. Inizialmente fu iscritto in seminario Nel 1931, Gianni Rodar

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“Dicono che piango per niente – non è mica vero. Mi viene addosso un dolore – da fuori viene e allora piango. Non posso non piangere. Un po’ di dolore di questo mondo scassato viene da me, perché io sono brava a piangere, sono un'esperta di lacrime. Piango per bene io con cura, lenta piango e senza rumore. Da qualche parte qualcosa va a posto se piango. La zampa rotta d'un animale, qualche vecchia infreddolita, uno che ha fame, uno che non ce la fa. Sistemo cose piccole se piango, lo so – anche se non le vedo. Non c'è bisogno di vedere tutto. Lo so così, io senza prove so.”   — Mariangela Gualtieri, da “Quando non morivo”, Einaudi, 2019.

Conto alla rovescia

Il mattino del 28 giugno 1945 la notizia della morte a Mauthausen degli antifascisti di Schio si diffuse rapidamente in tutti gli stabilimenti e in tutte le abitazioni. Alle ore 16 i commercianti del centro abbassarono le saracinesche e gli operai delle fabbriche abbandonarono il lavoro, concentrandosi in piazza Alessandro Rossi. Varie fonti riferirono un numero di persone prossimo alle 5.000, che scandivano urla minacciose e brandivano cartelli con scritte assai eloquenti: “Morte ai colpevoli”, “Vogliamo giustizia”, “Vendichiamo i Martiri di Mauthausen”. La piazza era gremita all'inverosimile, come lo era stata la mattina del 26 luglio 1943 (in foto), quando fu diffusa la notizia dell'arresto di Mussolini. Tutte le autorità locali scesero in piazza, preoccupate da quella massa minacciosa, e si prodigarono per calmare gli animi. Riccardo Walter, presidente del CLN scledense e membro per il PCI della Giunta consultiva comunale, telefonò al maresciallo Sbabo pregandolo di rinfo

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La cosa grave non sono le assenze ma l’incapacità totale di riempirle.  Daniele Mencarelli – La casa degli sguardi

Il Risveglio

3 luglio 2021  «Questa mattina mi sono svegliata e ho pensato a quando da ragazzina provavo a tenere testa a mio fratello tuffandomi dall’alto come faceva lui. Mi arrampicavo sulla scaletta, salivo sul trampolino e poi restavo lì a guardare giù e non avevo tasche in cui cercare un coraggio che non riuscivo a darmi. Avevo solo il costume che mi faceva sentire esposta in mezzo al guaio in cui mi ero cacciata. Secondo la mia memoria, molte volte sono tornata indietro. Ho fatto spallucce, ho sopportato le prese in giro di mio fratello, ho ridisceso la scaletta e sono rimasta a guardare lui che si tuffava. Ma dovrei chiedergli conferma perché la memoria non sta ferma. Con il passare del tempo, e a seconda di come cambia la relazione con chi è insieme a noi in quel pezzo della nostra vita, scarta di qua e di là, aggiunge un colore, arrotonda uno spigolo o si annuvola. Dunque, sì. Secondo la mia memoria di adesso, sono quasi sempre tornata indietro, ma una volta almeno mi sono tuffata. E rico

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"Non sapendo quando l'alba possa venire lascio aperta ogni porta, che abbia ali come un uccello oppure onde, come spiaggia."   (Emily Dickinson)

Nessun pericolo

Ai primi di luglio ai fascisti detenuti nelle Carceri mandamentali di Schio iniziarono a giungere biglietti, scritti dai familiari o anonimi, che li mettevano in guardia circa una possibile irruzione dei partigiani, desiderosi di vendicare la morte degli antifascisti nei lager. Tra le molte testimonianze raccolte dalla Magistratura italiana, propongo qui quella di Arturo Perin, già membro del Direttorio del Fascio di Combattimento, ufficiale delle Camicie Nere e quindi della GNR stradale, nei cui ranghi partecipò a rastrellamenti conclusisi con la morte e la deportazione di partigiani: “Già qualche giorno prima dell'eccidio erano pervenuti in carcere dei biglietti anonimi diretti all'avvocato Rizzoli ed al prof. Arlotta con i quali venivano messi in guardia circa possibili prelevamenti di detenuti, uno di questi biglietti che ebbi modo di vedere, ci ammoniva di rifiutarci di uscire dal carcere qualora fossero venuti alcuni elementi a prelevarci di notte. Altre informazioni ch

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“Ecco, di nuovo senza che io me lo sia detto una mattina facendo un voto, senza che io ci sia arrivato attraverso constatazioni altrui, io ho sempre provato una ripulsione per il potere. Forse, nel fondo sono un anarchico, ma a me vedere un presidente, un ministro, un generale, tutti con la loro aria tronfia, tutti con la loro pillola da rivenderti, mi ha sempre fatto ribrezzo. Il mio istinto è sempre stato di starne lontano. Proprio starne lontano, mentre oggi vedo tanti giovani che godono, che fioriscono all’idea di essere vicini al Potere, di dare del “tu” al Potere, di andarci a letto col Potere, di andarci a cena col Potere, per trarne lustro, gloria, informazioni magari. Io questo non l’ho mai fatto. Lo puoi chiamare anche una forma di moralità.“ (Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio) 

Mario Benedetti

Crepe La verità è che le crepe  non mancano  così passando ricordo quelle che separano i mancini e i destrorsi i pechinesi e i moscoviti i presbiti e i miopi i gendarmi e le prostitute gli ottimisti e gli astemi i sacerdoti e i doganieri gli esorcisti e le checche i facili e gli incorruttibili i figliol prodighi e gli investigatori borges e sabato le maiuscole e le minuscole gli artificieri e i pompieri le donne e le femministe gli acquariani e i taurini  profilattici e i rivoluzionari le vergini e gli impotenti gli agnostici e i chierichetti gli immortali e i suicidi i francesi e i non-francesi il breve o il lunghissimo periodo tutte però sono sanabili c’è una sola crepa decisamente profonda ed è quella che sta a metà tra la meraviglia dell’uomo e i disillusionatori è ancora possibile saltare da un bordo  all’altro ma attenzione qui ci siamo tutti voi e noi per affondarla signore e signoria scegliere a scegliere da che parte poggiate il piede.

FramMenti

Quanto poco basta per commuovere il cuore di un uomo che invecchia, nel quale il ricordo diventa rimpianto! Guy De Maupassant, Forte come la morte, 1889, parte I, 3

Stragi di stato

Daniele Modena, 7 aprile 1920 Stragi di Stato nel Biennio Rosso Spazio Sociale Libera Biblioteca Unidea e Usi Sezione Modena, 2020 Nel marzo del 2019 è stato edito da Spazio Sociale Libera Biblioteca Unidea e Usi Sezione Modena il libro (335 pagine) Modena, 7 aprile 1920 Stragi di Stato nel Biennio Rosso. L’iniziale idea fu quella di ricordare una delle tante stragi di stato del biennio rosso, quella di Modena avvenuta il 7 Aprile in Piazza Grande. Nel corso delle prime ricerche mi accorsi che l’episodio di Modena era uno solo dei tanti che segnarono il Biennio Rosso, quindi decisi di estendere la ricerca a tutto il territorio italiano. Con stupore dovetti constatare della mancanza di una significativa bibliografia sull’argomento. In sintesi vi è solo un lavoro, quello di Fabio Fabbri “Le Origini della Guerra Civile. L’Italia dalla Grande Guerra al Fascismo 1918-1921” (Utet 2009) che ricostruisce attraverso fonti d’archivio le stragi del periodo, includendo non solo quelle perpetra

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I geni sono come i temporali. Vanno contro il vento, terrorizzano la gente, purificano l’aria.  (Søren Kierkegaard)

Adolescenza

Ognuno di noi ha avuto un'infanzia e un'adolescenza diversa da quella di chiunque altro, per fortuna o purtroppo. Ognuno ha avuto una famiglia, ha vissuto con genitori uniti e sensibili, altri in famiglie separate, altri ancora sono cresciuti senza un padre o una madre. Ognuno ha fatto il proprio percorso di crescita, magari all'unica scuola del paese, poi lavorando all'unica fabbrica del paese, poi all'unico bar del paese; oppure ha viaggiato in lungo e in largo per l'Italia, o all'estero, e sogna di tornare a casa, o di non tornarci mai più. Ognuno ha avuto le sue storie, o forse solo una, i suoi cento amori, o magari solo uno. Ognuno è cresciuto con un amico, o mille, con compagnie sbagliate, o con una seconda famiglia al suo fianco, solo tra la folla o al centro dell'arena, cittadino del mondo o straniero in terra straniera. Quando dite a qualcuno che deve cambiare lavoro, cambiare partner, sposarsi, separarsi, far figli, viaggiare lontano, tornare a

FramMenti

Io sono un uomo antico, che ha letto i classici, che ha raccolto l’uva nella vigna, che ha contemplato il sorgere o il calare del sole sui campi. (…) Non so quindi cosa farmene di un mondo  creato, con la violenza, dalla necessità della produzione e del consumo. Detesto tutto di esso: la fretta, il frastuono, la volgarità, l'arrivismo. (…)  Io sono un uomo che preferisce perdere piuttosto che vincere con modi sleali e spietati. E il bello è che ho la sfacciataggine di difendere tale colpa, di considerarla quasi una virtù. Pier Paolo Pasolini 

La rete della vita

“Il potere del pensiero astratto ci ha condotto a considerare l’ambiente naturale - la trama della vita - come se consistesse di parti separate, che diversi gruppi di interesse possono sfruttare. Inoltre, abbiamo esteso questa visione frammentata alla società umana, dividendola in differenti nazioni, razze, gruppi politici e religiosi. Il fatto di credere che tutte queste parti - in noi stessi, nel nostro ambiente e nella nostra società - siano realmente separate ci ha alienato dalla Natura e dai nostri simili, e ci ha quindi sviliti. Per riconquistare la nostra piena natura umana, dobbiamo riconquistare l’esperienza della connessione con l’intera trama della vita. Questo riconnettersi, religio in latino, è la vera essenza del fondamento spirituale dell’ecologia profonda”.  (Fritjof Capra / da ''La rete della vita'' Rizzoli, 1996)

FramMenti

Avevo fame e voi avete fondato un club a scopo umanitario e avete discusso della mia fame. Ve ne ringrazio. Ero in prigione e voi siete entrati furtivamente in chiesa a pregare per la mia liberazione. Ve ne ringrazio. Ero nudo e voi avete esaminato seriamente le conseguenze della mia nudità. Ero ammalato e voi vi siete messi in ginocchio a ringraziare il Signore di avervi dato la salute. Ero senza tetto e voi avete predicato le risorse dell’amore di Dio. Sembravate tanto religiosi e tanto vicini a Dio. Ma io ho ancora fame, sono ancora solo, ammalato, prigioniero, senza tetto. Jack Mapanje

L’abitudine

L’infelicità è tra le cose cui il genere umano si applica con più impegno e dedizione. Se fossimo stati posti sulla terra da un malvagio creatore al solo scopo di soffrire potremmo senz’altro congratularci con noi stessi per l’entusiasmo col quale assolviamo un simile incarico. Del resto, i motivi per essere inconsolabili abbondano: la fragilità del corpo, la mutevolezza dell’amore, le ipocrisie della società, i compromessi dell’amicizia, gli effetti deleteri della routine. La tenacia dei mali che ci assillano farebbe supporre perciò che l’estinzione della specie sia il momento più atteso da tutti. Gli esseri umani si dedicano all’infelicità perchè rimangono a lungo fermi. La causa principale di questa stasi è l’abitudine e i suoi effetti. L’abitudine è la forma che diamo alla nostra vita ed è anche un modo per rimanere immobili e non accettare più nessuna sfida. Cullati dall’abitudine scivoliamo sulla superficie dell’esistenza. Trasformare il dolore in idee è il contrario dell’

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Noi siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi, romani, arabi, pisani, bizantini, piemontesi. Siamo le ginestre d’oro giallo che spiovono sui sentieri rocciosi come grandi lampade accese. Siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso e profondo, lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto. Siamo il regno ininterrotto del lentisco, delle onde che ruscellano i graniti antichi, della rosa canina, del vento, dell’immensità del mare. Noi siamo sardi. Grazia Deledda - Noi siamo sardi

Il potere fa male al cervello

Il potere cambia le persone. È un luogo comune, ma è anche un fenomeno che gli psicologi studiano da tempo. Alcune ricerche indicano che avere un incarico di potere e comandare sugli altri rende le persone più impulsive, meno prudenti e soprattutto meno capaci di mettersi nei panni altrui. (…) Sukhvinder Obhi, un neuroscienziato dell’Università McMaster dell’Ontario, ha confrontato i cervelli di persone con qualche forma di potere e persone senza, usando la tecnica della stimolazione magnetica transcranica (TMS), che permette di studiare il funzionamento dei circuiti e delle connessioni neuronali in modo poco invasivo: così ha scoperto che il potere danneggia il funzionamento dei neuroni specchio, quelli che si attivano sia quando si compie un’azione che quando la si vede fare da qualcun altro. Si pensa che i neuroni specchio siano la cosa che ci rende empatici, cioè capaci di capire i problemi altrui: per questa ragione i potenti avrebbero più difficoltà a mettersi nei panni dei loro

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