Contraddizioni e inconseguenze

"Coloro che conoscono solo pochi stati d’animo, e che non arrivano mai al limite, non possono contraddirsi, perché le loro fiacche tendenze non saprebbero determinarsi in opposizioni. Quelli che, al contrario, provano in modo esasperato l’odio, la disperazione, il caos, il nulla o l’amore, che si consumano in ognuno di questi stati morendone a poco a poco, che non possono respirare se non al culmine, che sono sempre soli – tanto più se sono in mezzo agli altri –, come potrebbero seguire un’evoluzione lineare o cristallizzarsi in un sistema? Una perfetta unità, la ricerca di un sistema coerente sono segno di una vita personale povera di risorse, schematica e insulsa, come lo sono anche le contraddizioni dovute all'estro del momento o al paradosso facile. Solo le grandi e insidiose contraddizioni, le insolubili antinomie testimoniano una vita spirituale feconda, perché soltanto in esse il flusso e l’abbondanza interni trovano modo di realizzarsi. Non c'è vita spirituale feconda che non conosca gli stati caotici e l’effervescenza della malattia al suo parossismo, quando l’ispirazione appare come la condizione essenziale della creazione e le contraddizioni come manifestazioni della temperatura interiore. Chiunque non ami gli stati caotici non è un creatore, chiunque disprezzi gli stati morbosi non ha diritto di parlare dello spirito." 

(“Contraddizioni e inconseguenze”, Emil Cioran)  [da un post di Fabia Bagnati]

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