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Visualizzazione dei post da settembre, 2019

Buonanotte del 30 settembre 2019

Perché l’amore è come un albero: cresce da solo, spinge profondamente le sue radici in tutto il nostro essere, e spesso continua a verdeggiare sopra un cuore in rovina. E l’inesplicabile è questo: che più questa passione è cieca, più è tenace. Non è mai tanto solida come quando non ha in sé nessuna ragione. Victor Hugo

Ritratto di un uomo

Il vicolo è uno dei tanti che dal centro storico elegante e leccato si diramano verso le zone più popolari della città. Un repentino contrasto come dietro le quinte di un palcoscenico finto, un ritrovarsi come per magia in un’ altra città. Vecchie e affollatissime stradine intrise di un’umanità confusa e vociante, a cui nessuna guida accenna perchè qui il turismo potrebbe diventare avventura. Il negozietto è strettissimo, la mercanzia ammonticchiata un po’ a casaccio. Si riesce appena a passare tra mobili, lumi, statuette, vecchie radio e altre polverose cianfrusaglie. C’è un leggero puzzo di muffa, ma anche quell’odore indefinibile di questi strani ambienti. L’ odore degli oggetti usati, delle cose vissute, l’impronta eterea eppure indelebile del Tempo. C’è stata un’epoca oramai lontana in cui questi negozietti avevano una sorta di funzione sociale, una specie di porta di comunicazione tra la città benestante e quella dai mille bisogni. Oggi, nell’era ruti

Buonanotte del 29 settembre 2019

Il male era che la pioggia scombinava ogni cosa, e nelle macchine più aride spuntavano fiori tra gli ingranaggi se non venivano lubrificati ogni tre giorni, e si ossidavano i fili dei broccati e nascevano filetti di zafferano sulla roba bagnata. L’atmosfera era così umida che i pesci sarebbero potuti entrare dalle porte ed uscire dalle finestre, nuotando nell’aria delle stanze. — Gabriel García Márquez, Cent'anni di solitudine

La ringhiera

Un ragazzo corre per le vie strette e buie, uno scooter passa in mezzo alla gente sfrecciando e frenando di continuo per evitare di toccare qualcuno o di tirare giù una qualche bancarella addobbata per le festività natalizie alle porte. Io cammino qui per le vie e i colori, i profumi e le urla della gente sembrano un lungo tuono prima della tempesta… cammino e questo lungomare mi ubriaca di salsedine con questo forte odore di pesce e di porto. Il crepuscolo è arrivato, le luci si accendono e illuminano a linea curva l’intero golfo. Tu sei lì, mi aspetti sulla ringhiera un po’ arrugginita dal tempo, che affaccia direttamente sul mare e mi sorridi. I tuoi lunghi capelli volano baciati e odorati da questo vento di grecale, abbassi gli occhi, sembri timida. Mi avvicino, ti abbraccio da dietro e ti do un bacio in testa. I tuoi capelli profumano di pulito e freschezza. Somiglia vagamente al bucato che stendeva la mamma quando noi eravamo piccoli. Avvicino la mia bocca all’orecchio

Buonanotte del 28 settembre 2019

Il primo passo non ti porta dove vuoi, ti toglie da dove sei. Alejandro Jodorowsky

Buonanotte del 27 settembre 2019

Vengo da un razza nota per la forza della fantasia e l'ardore della passione. Mi hanno chiamato folle; ma non è ancora chiaro se la follia sia o meno il grado più elevato dell'intelletto, se la maggior parte di ciò che è glorioso, se tutto ciò che è profondo non nasca da una malattia della mente, da stati di esaltazione della mente a spese dell'intelletto in generale. Coloro che sognano di giorno sono consapevoli di molte cose che sfuggono a coloro che sognano solo di notte. Edgar Allan Poe, Eleonora

La battaglia

La notte stava per finire. Era stato un sonno agitato, la mancanza di luce della sera prima aveva portato a cambiare i programmi e le strategie: il giorno che stava per sorgere poteva essere l'ultimo... di una vita solitaria. Da tempo lo si attendeva, c'era stato un giuramento e quindi si doveva affrontare il proprio destino. Molti l'avevano giá fatto naturalmente con esiti diversi; era logico, come poteva non esserlo: "o si vive o si muore" aveva proferito il suo miglior amico Carlo, che certo non "brillava" per ottimismo! No. non doveva abbattersi: alle prime luci del giorno avrebbe affrontato il suo destino, avrebbe coraggiosamente visto, senza abbassare gli occhi e scappare, il nemico giallo! L'avrebbe distrutto anche a morsi, se l'avesse potuto fare! Si agitava nel dormiveglia, freddo di quella mattina d'autunno; la tenue nebbia s'attardava ancora tra i cespugli della campagna mentre il primo raggio di sole s'insinua

Buonanotte del 26 settembre 2019

“Non vediamo mai al di là delle nostre certezze e, cosa ancora più grave, abbiamo rinunciato all'incontro, non facciamo che incontrare noi stessi in questi specchi perenni senza nemmeno riconoscerci. Se ci accorgessimo, se prendessimo coscienza del fatto che nell'altro guardiamo solo noi stessi, che siamo soli nel deserto, potremmo impazzire.” —  Muriel Barbery, L'eleganza del riccio

Il fidanzato della professoressa

La piazzetta Leopardi, a Castelfidardo, deserta in quel caldo mezzogiorno di ferragosto, si riempì improvvisamente di strilli. “È arrivato il fidanzato della professoressa!…è arrivato il fidanzato della professoressa!” – gridava a squarciagola un ragazzino, correndo verso il portone scuro, con i due gradini, e picchiando con entrambi i pugni per farsi aprire. Al rumore, era accorsa ad aprire, affannata, Maria : “Cosa hai da far tanto baccano, Guido?….è l’ora di pranzo…cosa c’è di così urgente da picchiare e strillare?…” “C’è il suo fidanzato, signorina….è arrivato il suo fidanzato!”-rispose Guido, ansante, orgoglioso della bella notizia che portava. Maria lo guardò allibita: “ …ma…ma che ti passa per la testa, sciocco….ma non lo sai che il mio fidanzato è in Sicilia?….e poi, come potresti sapere che è lui, se non lo hai mai visto?…Smettila di dire stupidaggini e datti una calmata” Ma il ragazzino non la smetteva d’urlare, di insistere: “…l’ho visto….sta venendo

Buonanotte del 25 settembre 2019

“Le parole sono vive, entrano nel corpo, bucano la pancia: possono essere pietre o bolle di sapone, foglie miracolose. Possono fare innamorare o ferire. Le parole non sono solo mezzi per comunicare… ma sono corpo, carne, vita, desiderio. Noi non usiamo semplicemente le parole, ma siamo fatti di parole, viviamo e respiriamo nelle parole.” Massimo Recalcati

Oriana Fallaci - Lettera a un bambino mai nato

A chi non teme il dubbio a chi si chiede i perché‚ senza stancarsi e a costo di soffrire di morire A chi si pone il dilemma di dare la vita o negarla questo libro é dedicato da una donna per tutte le donne. Stanotte ho saputo che c'eri: una goccia di vita scappata dal nulla. Me ne stavo con gli occhi spalancati nel buio e d'un tratto, in quel buio, s'è acceso un lampo di certezza: sì, c'eri. È stato come sentirsi colpire in petto da una fucilata. Mi si è fermato il cuore. E quando ha ripreso a battere con tonfi sordi, cannonate di sbalordimento, mi sono accorta di precipitare in un pozzo dove tutto era incerto e terrorizzante. Ora eccomi qui chiusa a chiave dentro una paura che mi bagna il volto, i capelli, i pensieri. E in essa mi perdo. Cerca di capire: non è paura degli altri. Io non mi curo degli altri. Non è paura di Dio. Io non credo in Dio. Non è paura del dolore. Io non temo il dolore. È paura di te, del caso che ti ha strappato al nulla, per agganciarti al mio

Buonanotte del 24 settembre 2019

Il mondo è cambiato. Dobbiamo cambiare anche noi. Innanzitutto non facendo più finta che tutto è come prima, che possiamo continuare a vivere vigliaccamente una vita normale. Con quel che sta succedendo nel mondo la nostra vita non può, non deve essere normale. Di questa normalità dovremmo avere vergogna. Allora io dico: fermiamoci, riflettiamo, prendiamo coscienza. Facciamo ognuno qualcosa… Nessun altro può farlo per noi. — Tiziano Terzani

Entropia d'amore

di Emanuela Antonini Correva l’anno Milletrecentottantuno, quando io Ginevra Deluise, nobile dama di un piccolo borgo toscano, venni condannata al rogo per stregoneria, in quanto predicavo l’amore, non consono ai dettami della morale, per il mio cavaliere, il conte Victor Bernard. Questa è la storia d’amore tra la nobildonna e il suo cavaliere, scritta di mio pugno, a dimostrazione che niente è impossibile, soprattutto in amore. Durante i/processo mi chiesero... Autunno 1989 In un giorno grigio e piovoso, Greta Deblais, proprietaria di un azienda zoo-agricola, mentre osservava la campagna circostante la casa natale, una dimora de quindicesimo secolo, situata nella sua tenuta sui colli toscani, avvertì all’improvviso un’attrazione particolare, e l’impulso di rivolgere lo sguardo verso il ritratto di Ginevra Deluise, che dominava nel salone per maestosità e bellezza. Quella donna, sua antenata, era vissuta nel Medioevo, e tuttora veniva considerata un simbolo in

Buonanotte del 23 settembre 2019

“La nostra meta non è mai un luogo, ma un nuovo modo di vedere le cose.” — Henry Miller

La finta nonna

Una mamma doveva setacciare la farina. Mandò la sua bambina dalla nonna, perché le prestasse il setaccio. La bambina preparò il panierino con la merenda: ciambelle e pan coll’olio; e si mise in strada. Arrivò al fiume Giordano. - Fiume Giordano, mi fai passare? - Sì, se mi dai le tue ciambelle. Il fiume Giordano era ghiotto di ciambelle che si divertiva a far girare nei suoi mulinelli. La bambina buttò le ciambelle nel fiume, e il fiume abbassò le acque e la fece passare. La bambina arrivò alla Porta Rastrello. - Porta Rastrello, mi fai passare? - Sì, se mi dai il tuo pan coll’olio. La Porta Rastrello era ghiotta di pan coll’olio perché aveva i cardini arrugginiti e il pan coll’olio glieli ungeva. La bambina diede il pan coll’olio alla porta e la porta si aperse e la lasciò passare. Arrivò alla porta della nonna, ma l’uscio era chiuso. - Nonna, nonna, vienimi ad aprire. - Sono a letto malata. Entra dalla finestra. - Non ci arrivo. - Entra dalla gatt

Buonanotte del 22 settembre 2019

Chi è curioso, non soffre la solitudine. Io sono convinto che le vere grandi differenze sociali non siano economiche, anche se per carità queste ci sono e pesano. Penso che la frattura più profonda sia tra chi è capace di non essere da solo e tra chi non riesce a stare con gli altri. — Andrea Camilleri

Faccia d’angelo

Pensava questo Valeria mentre la contemplava dal minuscolo terrazzo del monolocale mansardato in cui viveva. Bugiarda proprio come colui che gliel’aveva fatta amare così tanto. Una faccia d’angelo con il lato oscuro. Si erano amati, presi e lasciati. Lui era sempre stato bravo a farsi perdonare i suoi tira e molla, le sue indecisioni, i suoi passi avanti e le retromarcia. Sì, Faccia d’angelo riusciva sempre a recuperare, perché come la faceva sentire lui non la faceva sentire nessuno. Con lui si sentiva donna, si sentiva amata e riusciva ad amarsi. Del resto gli ingredienti della favola c’erano tutti: amavano entrambi la musica, il mangiare bene e le risate in compagnia. Lei iniziava una frase e Faccia d’angelo la terminava. Un’empatia che scoppiava nel desiderio più assoluto quando i loro corpi diventavano una cosa sola. Gli ingredienti c’erano tutti, ma Faccia d’angelo appena il gioco cominciava a farsi serio si allontanava. Lei cercava di andare avanti per la sua strada e lui

Buonanotte del 21 settembre 2019

Ciò che rende l'esistenza preziosa sono solo i nostri sentimenti e la nostra sensibilità. — Hermann Hesse

Ogni volta

Il cielo rabbrividisce quando lo guardi. Camminare è innalzare una preghiera, perdersi tra la gente, aspettare che il semaforo sia verde. Ogni volta che ti ricordo penso nel cielo arancione del Guatemala a mezzanotte, all’oscuro universo, al passare del tempo, alla tua schiena, all’albero che mi piantasti nel petto. Il problema della vita è che nulla si ripete. Marvin García

Buonanotte del 20 settembre 2019

Cantor ha trovato una legge di generazione della moltitudine dei numeri ordinali finiti e transfiniti, ha creato una dinastia, quella degli Aleph, con l'aiuto di due principii, l'uno immanente (addittivo) l'altro trascendente (passaggio al limite). Cantor legislatore dell'infinito. — Leonardo Sinisgalli, Furor Mathematicus, Ponte alle Grazie 1995, pag. 364

Jacek Kurdula

In effetti fu questo per te l’Italia: sette in un capanno sperduto tra i terreni di Cerignola, tu e altri sei tunisini, o chissà da dove cazzo venivano. Alle cinque passava il capo col camion, vi scaricava in campagna a tirare pomodori in un cassone, fino alle nove di sera, fino a quando il maledetto sole la smetteva di frustarti la schiena. Le ossa, quel che ne restava a tenerti ancora in piedi, te le raddrizzavi su un materasso lercio buttato per terra tra i piedi di Habib, la testa di Mohammed e chissà cosa di Mircea. E poi di nuovo, le cinque di mattina, buio, il capo a caricarvi sul camion, tra donne che tornavano dalla strada e altre che prendevano il loro posto. Voi, tu, tutti insieme, come quarti di bue. Il motore dell’economia, la massa da spremere, il carburante del made in Italy. Era passata anche quell’estate, e avevi deciso di ritornare in Polonia dalla tua famiglia. Erano lì ad aspettarti: quando torni Jacek? Una volta a casa, ti guardasti intorno. Quel p

Buonanotte del 19 settembre 2019

Bisogna essere pazzi, non sognatori. Essere al di qua dell’assestamento, non al di là. Un pazzo può ancora rinsavire, ma al sognatore non resta che staccarsi da terra. Il pazzo ha dei nemici. Il sognatore non ha che se stesso. Cesare Pavese, Il mestiere di vivere

La voce di Astrid

*** Ore 16 *** La sua voce era diversa. Come tutte, diversa. Riconoscerei la sua voce, che pur sentii poche volte, tra mille canti, mille voci, mille racconti della luna. Tra mille anni, tra mille anni io la riconoscerei. So che la sua voce non ha mai nascosto nulla. Non poteva. La sua voce era come impressa nel gioco sontuoso delle stelle, non riusciva mai a dissimulare la luce. La diceva con intensità, mai con le parole. Ma per quanto io possa avervi dato così l’idea che lei avesse una voce dal tono alto, magari squillante, posso assicurarvi che il suo tono somigliava a quello che una donna avrebbe se sapesse dosare con naturalezza dolcezza e sensualità. Astrid aveva quel tipo di voce. Una voce bassa, dal tono basso ma nel contempo celeste. Mentre vi scrivo, mentre sono totalmente rapito dalla volontà di descrivervi la voce di Astrid, mi torna alla mente una frase di Pasolini: “La vita, nel ricordo, diventa un film muto”. Sebbene sia passato tanto tempo non riesco ancora a p

Buonanotte del 18 settembre 2019

Com'è complicato l'essere umano, è un insieme di segnali contraddittori. Noi riusciamo a decifrarne soltanto alcuni e a volte anche in modo superficiale. - John Steinbeck

Giovanni Verga - I Malavoglia

Un tempo i Malavoglia erano stati numerosi come i sassi della strada vecchia di Trezza; ce n'erano persino ad Ognina, e ad Aci Castello, tutti buona e brava gente di mare, proprio all'opposto di quel che sembrava dal nomignolo, come dev'essere. Veramente nel libro della parrocchia, si chiamavano Toscano, ma questo non voleva dir nulla, poiché da che il mondo era mondo, all'Ognina, a Trezza e ad Aci Castello, li avevano sempre conosciuti per Malavoglia, di padre in figlio, che avevano sempre avuto delle barche sull'acqua, e delle tegole al sole. Cit. da I Malavoglia

Buonanotte del 17 settembre 2019

“Per questo l'arte, quella vera, quella che viene dall'anima, è così importate nella nostra vita. L'arte ci consola, ci solleva, l'arte ci orienta. L'arte ci cura. Noi non siamo solo quel che mangiamo e l'aria che respiriamo. Siamo anche le storie che abbiamo sentito, le favole con cui ci hanno addormentati da bambini, i libri che abbiamo letto, la musica che abbiamo ascoltato e le emozioni che un quadro, una statua, una poesia ci hanno dato.” — Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra (2004).

Il ladro e la verità

di Vincenzo Policreti Il ladro Era uscito da quella camera come al solito: erano tante le volte che era entrato da averci preso quasi l’abitudine. Quasi: perché in realtà ancora dopo due anni, ogni volta che ci ritornava, sentiva dentro di sé qualcosa di tremendo e d’inebriante che non seppe mai descrivere; che è proprio l’effetto che fa l’adrenalina, una vera e propria droga che in certe condizioni il nostro organismo produce e immette nel sangue con tutti gli effetti della droga, comprese l’assuefazione e la crisi d’astinenza. La circospezione con cui era scivolato fuori era quindi dovuta all’abitudine, meglio ancora, a una specie di ritualità, più che a vera apprensione. Perciò era lontanissimo dall’aspettarselo: le canne delle due pistole contro la testa, la voce “Carabinieri! Fermo dove sei!”, le mani che lo afferrano, lo immobilizzano. Un colpo, un vuoto alla bocca dello stomaco, un trauma improvviso, di tale potenza che mai sarebbe riuscito, neppure anni dopo, a

Buonanotte del 16 settembre 2019

E’ difficile dire perché una stanza, le pietre di una strada, un angolo di giardino mai visto, un muro, un colore, uno spazio, una casa diventino improvvisamente familiari, nostri. Sentiamo che abbiamo abitato questi luoghi, una sintonia totale ci fa dimenticare che tutto questo esisteva e continuerà ad esistere al di là dei nostri sguardi — Luigi Ghirri

Cambiamento

Mai riflessione è stata più vera! Quando si cambia molto in fretta, gli altri restano come spettatori congelati e con loro iniziano i silenzi. Anche le persone con cui si condividono amicizie o relazioni da anni, se non seguono allo stesso passo, restano indietro, appesantite e rallentate dalla loro paura o dal rifiuto del cambiamento. È molto triste, ma è il loro modo di non cambiare che li tiene lontani, che ci fa sentire a un certo punto irrimediabilmente estranei. Del resto, noi abbiamo capito che è la scoperta a tenerci in vita, la ricerca di un Io più grande, quello che Jung chiama processo di individuazione. Sembra che loro non ci capiscano più: in effetti, siamo noi a non capire loro. Non capiamo come si possa amare più un’abitudine che una guarigione, un dolore antico rispetto a una piccola o grande liberazione, un sapere di essere qualcosa, un difenderlo, piuttosto che il lasciarsi sommergere da nuovi territori, sconosciuti e profondi. — Gabriele Policardo

Buonanotte del 15 settembre 2019

Il progresso del senso morale non sarà compiuto fino a quando non allargheremo la nostra compassione ai popoli di tutte la razze, poi alle persone prive di intelligenza, agli storpi, agli individui che non hanno un ruolo ben definito nella società. E infine ai membri di tutte le specie. — Charles Darwin

L’opera al nero

Per tutto l’inverno, i gomiti a una finestra, alta, tra il cielo freddo e la superficie gelata del lago, egli si dedicò a calcolare la posizione delle stelle atte a portare felicità o disgrazie alla dinastia dei Vasa, aiutato in questo compito dal giovane principe Erik, divorato da una sete morbosa di quelle scienze pericolose. Invano Zenone gli ripeteva che gli astri imprimono un indirizzo ai nostri destini ma non li decidono, e che altrettanto forte e misterioso regolatore della nostra vita e obbediente a leggi più complicate delle nostre, è quell’astro rosso che palpita nel buio del corpo, sospeso nella sua gabbia d’ossa e di carne. Ma Erik era di quelli che preferiscono ricevere il loro destino dal di fuori, sia per orgoglio, poiché trovava bello che lo stesso cielo si occupasse della sua sorte, sia per indolenza, per non dover rispondere né del bene né del male che portava in sé, credeva agli astri come, ad onta della fede riformata che aveva ricevuto dal padre, pregava i santi e

Buonanotte del 14 settembre 2019

Non sono arrabbiato perché mi hai mentito, sono arrabbiato perché d'ora in poi non posso più crederti. — Friedrich Nietzsche

Passione

La passione non calcola mai il prezzo. Il cuore ha le sue ragioni che la ragione rifiuta di conoscere, ha detto Pascal. Se la mia interpretazione è giusta, voleva dire che un cuore, infiammato dalla passione, inventa ragioni che sembrano non solo plausibili ma definitive per dimostrare come si possa rinunziare al mondo per l'amore. La passione ci convince che è giusto sacrificare l'onore e che la vergogna è un prezzo basso. La passione distrugge. Distrusse Antonio e Cleopatra, Tristano ed Isotta, Parnell e Kitty O’ Shea. E se non distrugge, muore.” W. Somerset Maugham

Buonanotte del 13 settembre 2019

Con la macchina per scrivere si possono anche scrivere poesie, certo bisognerà prima allenare la macchina abituata a scrivere parole troppo frivole come: postagiro, imballaggio, quietanza, riferimento, tot, quid e bolli compresi. Ogni tanto nei ritagli di tempo, tra una fattura e l'altra, prendete un foglio bianco e scrivete: alghe, colombe, silenzio, airone, eco, venti, infanzia. Occorre allenare la macchina (noi compresi) all'uso di parole dimenticate. — Bruno Munari in Cembalo scrivano, rivista mensile per il personale d’ufficio (1950)

La morte a Venezia

Per assicurare a un prodotto eminente dello spirito una larga, profonda, immediata risonanza, occorre che fra il destino personale dell’autore e quello generale dei contemporanei esista un’affinità segreta, anzi una convergenza. Gli uomini non sanno perché decretino fama a un’opera d’arte. Tutto fuorché intenditori, essi credono di scoprirvi, a giustificazione di un consenso così vasto, pregi innumerevoli; ma il vero motivo del plauso è un imponderabile; è simpatia. In un brano di scarso rilievo, ma senza ambagi, lo stesso Aschenbach aveva scritto che ciò ch’è grande quasi sempre esiste come «un malgrado», ha cioè visto la luce malgrado dolori e sofferenze, miserie e abbandoni, debolezze fisiche e vizi, passioni e mille intralci. Era questa, più che un’osservazione, un’esperienza vissuta; era anzi la formula della sua vita e della sua gloria, la chiave della sua opera; ci si stupirà che fosse pure il carattere morale e l’atteggiamento esterno dei personaggi più veracemente suoi? —

Buonanotte del 12 settembre 2019

Tanto assurdo e fugace è il nostro passaggio per il mondo, che mi rasserena soltanto il sapere che sono stata autentica, che sono riuscita ad essere quanto di più somigliante a me stessa mi è stato concesso di essere. — (F. Kahlo)

Un senso alla vita

Quel richiamo che ti ha smosso, tormenta senza dubbio tutti gli uomini. Si chiami sacrificio, poesia o avventura, la voce è sempre la stessa. Ma la sicurezza domestica ha troppo a lungo soffocato in noi la parte che poteva sentirla. Trasaliamo appena, diamo due o tre colpi d'ala, e ricadiamo nel cortile. Siamo gente ragionevole. Abbiamo paura di abbandonare le nostre piccole prede per una grande ombra. Ma tu, sergente, le vedi in tutta la loro meschinità queste attività di bottegai, questi piccoli piaceri, questi piccoli bisogni. Qui non vivono uomini. E tu accetti di obbedire al grande richiamo senza capirlo. È giunta l'ora, devi mutare, devi prendere la tua dimensione. (..) Bisogna vivere a lungo per diventare un uomo. Bisogna vivere a lungo per completarsi. Antoine De Saint-Exupery

Buonanotte del 11 settembre 2019

Bisogna sognare: aggrapparsi alla realtà con i nostri sogni, per non dimenticarci d’esser vivi. — Giovanni Guareschi

Franz Kafka - La metamorfosi

Gregorio Samsa, svegliatosi una mattina da sogni agitati, si trovò trasformato, nel suo letto, in un enorme insetto immondo. Riposava sulla schiena, dura come una corazza, e sollevando un poco il capo vedeva il suo ventre arcuato, bruno e diviso in tanti segmenti ricurvi, in cima a cui la coperta del letto, vicina a scivolar giù tutta, si manteneva a fatica. Le gambe, numerose e sottili da far pietà, rispetto alla sua corporatura normale, tremolavano senza tregua in un confuso luccichio dinanzi ai suoi occhi. Cit. da La metamorfosi

Buonanotte del 10 settembre 2019

Per un vero fotografo una storia non è un indirizzo a cui recarsi con delle macchine sofisticate e i filtri giusti. Una storia vuol dire leggere, studiare, prepararsi. Fotografare vuol dire cercare nelle cose quel che uno ha capito con la testa. La grande foto è l'immagine di un'idea — Tiziano Terzani - Un mondo che non esiste più, Longanesi, 2010

C'è Bill in cucina

di Noemi Fogliano “Amore, cucciolino, svegliati che c’è Bill in cucina!” “Mhmmmm...” Ecco, questa frase di mia madre e il grugnito di mio padre sono i primi suoni che sento la mattina presto, quando devo alzarmi per andare a scuola. Buongiorno, mi chiamo Noemi, sono un’adolescente e ho una passione sfrenata per i Tokio Hotel. Adoro in modo particolare il loro cantante, Bill Kaulitz (anche se pure suo fratello gemello Tom non è affatto male!), e i miei ne sono fin troppo consapevoli... “C’è Bill in cucina!” è una scusa ignobile, usata al solo scopo di tirarmi giù dal letto alla svelta. Lo so bene che non ci sarà mai Bill nella mia cucina a fare colazione con il latte e i cereali insieme a me. Mi stiracchio ancora un po’, sposto Duchessa, la mia batuffolosa gattina, che durante la notte mi dorme schiacciata sulla testa, e, stropicciandomi gli occhi, cerco lo sguardo intenso del mio tesoro. “Buongiorno amore!” sospiro con un filo di voce al poster di Bill sopra il

Buonanotte del 9 settembre 2019

Parmi d'aver per lunghe esperienze osservato, tale esser la condizione umana intorno alle cose intellettuali, che quanto altri meno ne intende e ne sa, tanto più risolutamente voglia discorrerne. — Galileo Galilei, da La favola sei suoni (”Il Saggiatore”, XXI)

Sommario di decomposizione

“Tu cerchi invano il tuo modello fra gli esseri umani: da quelli che si sono spinti più lontano di te non hai mutuato altro che l'aspetto compromettente e nocivo: dal saggio - la pigrizia; dal santo - l'incoerenza; dall'esteta - l'asprezza; dal poeta - la spudoratezza… e da tutti il disaccordo con se stessi, l'equivoco nelle cose quotidiane e l'odio di ciò che vive semplicemente per vivere. Puro - rimpiangi il fango; sordido - il pudore; sognatore - la rudezza. Tu non sarai mai nient'altro che ciò che non sei, e la tristezza di essere ciò che sei. Di quali contrasti fu impregnata la tua sostanza, e quale genio discordante presiedette alla tua relegazione nel mondo? L'accanimento a sminuirti ti ha fatto sposare negli altri la loro brama di rovina: in quel tale musicista - la tale malattia; in quel tale profeta - una certa tara; e nelle donne - poetesse, libertine o sante - la loro malinconia, la loro linfa alterata, la corruzione di carne e di sogno. L&#

Buonanotte del 8 settembre 2019

Questa è la cosa peggiore secondo me: quando il segreto rimane chiuso dentro. Non per mancanza di uno che lo racconti, ma per mancanza di un orecchio che sappia ascoltare. — Stephen King, Stagioni diverse

Il Capitano è fuori a pranzo

Poi, a un tratto, la sera è diventata notte. A volte non hai il tempo di accorgertene. Le cose capitano in pochi secondi. Tutto cambia. Sei vivo. Sei morto. E il mondo va avanti. Siamo sottili come carta. Viviamo sul filo delle percentuali, temporaneamente. E questo è il bello e il brutto, il fattore tempo. E non ci si può fare niente. Puoi startene in cima a una montagna a meditare per decenni e non cambierà una virgola. Puoi cambiare te stesso e fartene una ragione, ma forse anche questo è sbagliato. Magari pensiamo troppo. Sentire di più, pensare di meno. C. Bukowski

Buonanotte del 7 settembre 2019

Il destino è un'invenzione della gente fiacca e rassegnata. -- Ignazio Silone

Cesare Pavese

Estate. C'è un giardino chiaro, fra mura basse, di erba secca e di luce, che cuoce adagio la sua terra. È una luce che sa di mare. Tu respiri quell'erba. Tocchi i capelli e ne scuoti il ricordo. Ho veduto cadere molti frutti, dolci, su un'erba che so, con un tonfo. Così trasalisci tu pure al sussulto del sangue. Tu muovi il capo come intorno accadesse un prodigio d'aria e il prodigio sei tu. C'è un sapore uguale nei tuoi occhi e nel caldo ricordo. Ascolti. La parole che ascolti ti toccano appena. Hai nel viso calmo un pensiero chiaro che ti finge alle spalle la luce del mare. Hai nel viso un silenzio che preme il cuore con un tonfo, e ne stilla una pena antica come il succo dei frutti caduti allora.

Buonanotte del 6 settembre 2019

Le parole sono vive, entrano nel corpo, bucano la pancia: possono essere pietre o bolle di sapone, foglie miracolose. Possono fare innamorare o ferire. Le parole non sono solo mezzi per comunicare, le parole non sono solo il veicolo dell'informazione, come la pedagogia cognitivizzata del nostro tempo vorrebbe farci credere, ma sono corpo, carne, vita, desiderio. Noi non usiamo semplicemente le parole, ma siamo fatti di parole, viviamo e respiriamo nelle parole. Massimo Recalcati - L’ora di lezione

Il giardino dei Finzi-Contini

Quando Micòl ebbe deposto il ricevitore sollevai il capo. «Hai detto che noi due siamo uguali» dissi. «In che senso?» Ma sì, ma sì – esclamò – e nel senso che anch'io, come lei, non disponevo di quel gusto istintivo delle cose che caratterizza la gente normale. Lo intuiva benissimo: per me, non meno che per lei, più del presente contava il passato, più del possesso il ricordarsene. Di fronte alla memoria, ogni possesso non può apparire che delusivo, banale, insufficiente… Come mi capiva! La mia ansia che il presente diventasse «subito» passato perché potessi amarlo e vagheggiarlo a mio agio era anche sua, tale e quale. Era il «nostro» vizio, questo: d'andare avanti con le teste sempre voltate all'indietro. Non era così? Era così – non potei fare a meno di riconoscere dentro me stesso – era proprio così. Quand'è che l'avevo abbracciata? Al massimo un'ora prima. E tutto era già tornato irreale e favoloso come sempre: un evento da non crederci, o da averne paura

Buonanotte del 5 settembre 2019

Col tempo gli amici scompaiono nei modi più diversi. Alcuni all'improvviso, come se non fossero mai esistiti. Altri gradualmente, con imbarazzo, con scuse. Smettono di telefonare. Dapprima non capisci. Poi controlli se non si è scaricata la batteria del cellulare. Mancanza acuta alle cinque del pomeriggio. All'inizio si protrae per circa un'ora, poi per meno. Ma non scompare mai del tutto. Come con le sigarette, che hai abbandonato da anni, ma che continui a sognare. — Georgi Gospodinov, Fisica della malinconia

Grammatica della fantasia

Un sasso gettato in uno stagno suscita onde concentriche che si allargano sulla superficie, coinvolgendo nel loro moto, a distanze diverse, con diversi effetti, la ninfea e la canna, la barchetta di carta e il galleggiante del pescatore. Oggetti che se ne stavano ciascuno per conto proprio, nella sua pace o nel suo sonno, sono come richiamati in vita, obbligati a reagire, a entrare in rapporto tra loro. Altri movimenti invisibili si propagano in profondità, in tutte le direzioni, mentre il sasso precipita smuovendo alghe, spaventando pesci, causando sempre nuove agitazioni molecolari. Quando poi tocca il fondo, sommuove la fanghiglia, urta gli oggetti che vi giacevano dimenticati, alcuni dei quali ora vengono dissepolti, altri ricoperti a turno dalla sabbia. Innumerevoli eventi, o microeventi, si succedono in un tempo brevissimo. Forse nemmeno ad avere tempo e voglia si potrebbero registrare tutti, senza omissioni. Non diversamente una parola, gettata nella mente a caso, produce onde

Buonanotte del 4 settembre 2019

Io sono orgoglioso di essere cittadino italiano, ma mi sento anche cittadino del mondo, sicché quando un uomo in un angolo della terra lotta per la sua libertà ed è perseguitato perché vuole restare un uomo libero, io sono al suo fianco con tutta la mia solidarietà di cittadino del mondo. — Sandro Pertini Messaggio di fine anno agli Italiani, 1978

Francis Scott Fitzgerald - Il grande Gatsby

Negli anni più vulnerabili della giovinezza, mio padre mi diede un consiglio che non mi è mai più uscito di mente. "Quando ti vien voglia di criticare qualcuno" mi disse "ricordati che non tutti a questo mondo hanno avuto i vantaggi che hai avuto tu". Non disse altro, ma eravamo sempre stati insolitamente comunicativi nonostante il nostro riserbo, e capii che voleva dire molto più di questo. Perciò ho la tendenza a evitare ogni giudizio, una abitudine che oltre a rivelarmi molti caratteri strani mi ha anche reso vittima di non pochi scocciatori inveterati. Cit. da Il grande Gatsby

Buonanotte del 3 settembre 2019

Solo se riusciremo a vedere l'universo come un tutt'uno in cui ogni parte riflette la totalità e in cui la grande bellezza sta nella sua diversità, cominceremo a capire chi siamo e dove stiamo. — Tiziano Terzani, Lettere contro la guerra, 2002

Dalla terra dove i sorrisi non tramontano mai

di Franco Cascianelli India, ottobre 2004 Ciao cari Amici, eccomi ritornato in questa terra che tanto spazio ha preso ormai nella mia vita e nel mio cuore. Sono arrivato all’aeroporto di Delhi alle 4.45 dei mattino, e dopo circa un’ora per le solite formalità doganali mi sono diretto verso l’uscita. Quell’uscita tanto drammatica nel mio viaggio precedente stavolta sono riuscito a viverla con la spontaneità di chi si sente inserito in un ambiente e non lo teme, perché è stato come inoltrarmi in una beatitudine che non provavo più da tempo, lasciandomi alle spalle l’Occidente per essere benedetto dall’odore dell’India. Non è come il viaggio precedente, stavolta l’India mi aspetta. Il caos è ancora più frenetico di quello che mi ricordavo, ma i miei sensi godono della pace interiore che l’India riesce sempre a donarmi, tanto che mi sento come cullato in una specie di piacevole torpore. A svegliarmi è l’assalto affettuoso dei miei amici tibetani, che nel vedermi già lì s

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