La ringhiera

Un ragazzo corre per le vie strette e buie, uno scooter passa in mezzo alla gente sfrecciando e frenando di continuo per evitare di toccare qualcuno o di tirare giù una qualche bancarella addobbata per le festività natalizie alle porte.
Io cammino qui per le vie e i colori, i profumi e le urla della gente sembrano un lungo tuono prima della tempesta… cammino e questo lungomare mi ubriaca di salsedine con questo forte odore di pesce e di porto.
Il crepuscolo è arrivato, le luci si accendono e illuminano a linea curva l’intero golfo. Tu sei lì, mi aspetti sulla ringhiera un po’ arrugginita dal tempo, che affaccia direttamente sul mare e mi sorridi.
I tuoi lunghi capelli volano baciati e odorati da questo vento di grecale, abbassi gli occhi, sembri timida.
Mi avvicino, ti abbraccio da dietro e ti do un bacio in testa. I tuoi capelli profumano di pulito e freschezza. Somiglia vagamente al bucato che stendeva la mamma quando noi eravamo piccoli.
Avvicino la mia bocca all’orecchio, sposto i tuoi capelli mossi e castani, voglio sentire il profumo della tua pelle mentre il sole sta per scendere…
Non diciamo nulla, questo tramonto parla già abbastanza per noi, sento un gabbiano urlare sopra di noi e io ti prendo la mano… La abbraccio attorno alla tua vita, prendo l’altra mano e la sovrappongo, sto bene mi sento felice.
Le sento lisce, sicure ma sento che tremano… Mi avvicino di nuovo al tuo orecchio, ora sento il tuo profumo forte, intenso… Mi entra in testa e mi inebria di ricordi che mai svaniranno in me…
Quant’è che mi aspetti?

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