Post

Visualizzazione dei post da luglio, 2023

FramMenti

Mentre perseguiamo l’irraggiungibile, rendiamo impossibile l’attuabile.  R. Ardrey

El Negro

Immagine
NELLA GIORNATA INTERNAZIONALE PER I DIRITTI ANIMALI RICORDIAMO EL NEGRO MATAPACOS, IL CANE SIMBOLO DELLE PROTESTE DI PIAZZA IN CILE DEL 2011 Era il 2011, e le strade di Santiago erano piene di studenti, in piazza a protestare per un sistema economico ed educativo che mostrava tutti i suoi limiti e tutte le sue ingiustizie; da un lato gli studenti, dall’altro l’esercito. E in mezzo, sempre in prima linea, El Negro. Simbolo della protesta riconosciuto da tutti, El Negro Matapacos era incontenibile, ogniqualvolta si dovesse scendere in strada a manifestare. Era il simbolo del popolo, della gente comune, di tutti quelli che hanno nel proprio essere la ribellione, e la voglia di lottare. Di tutti quelli che non accettano né subiscono passivamente, ma protestano, come naturale conseguenza dell’essere vivi. El Negro seguì le proteste di piazza per due anni, liberamente, senza essere portato lì da nessuno; pare che non avesse neanche un padrone, e francamente nessuno ne resterebbe stupito, ma

FramMenti

Le più felici delle persone, non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino.  (P. Coelho) 

L’arte diventa una medicina

Immagine
La città di Torino è tra le prime in Italia ad inserire l’arte tra gli strumenti terapeutici. Il progetto Well Impact ha sviluppato in tutta la città l’apertura di ambulatori di medicina generale situati nei luoghi di cultura, dove spazi, linguaggi e relazioni diventano percorsi di prevenzione e cura. All’interno del Museo Egizio, del Museo dell’Automobile, del Parco d’Arte Vivente o della Biblioteca civica sono nati ambulatori di medicina della Asl, dove il binomio cultura e salute si è trasformato in uno strumento per favorire la guarigione, umanizzando i luoghi di cura e creando un rapporto tra spazio e benessere. Secondo la psicanalista Margaret Naumburg “Il processo dell’arteterapia si basa sul riconoscere che i sentimenti e i pensieri più profondi dell’uomo, derivati dall’inconscio, raggiungono l’espressione di immagini, piuttosto che di parole”. Le arti possono pertanto interagire con la psicologia umana all’interno di un processo curativo. Il Dottor Romano Ravazzani, che ha spo

FramMenti

L'essere umano si è trovato invischiato in un sistema di presunzioni e di divieti, di colpe (inesistenti) e di punizioni (reali), di cui ha perso il senso e la gestione. Unico tra gli animali, l'uomo ha voluto separarsi "dal suo passato animale". Unico, ha voluto modificare radicalmente i suoi tratti essenziali: fino a diventare "qualcosa di [...] inaudito, enigmatico, greve di contraddizioni". Di questa bestia acculturata, di questo essere indebolito di questa creatura distrutta da mostri interiori non si sa più che fare.  Friedrich Wilhelm Nietzsche

Conosco appena le mani

Conosco appena le mani, le scarpe che metto ai piedi. Conosco il giorno e la notte e i terrori del vento. Ma gli anni? Dove son gli anni, e tutti i libri che ho letto? I volti amati si sfrondano delle loro vicende, non restano che i nomi. Tutto nella memoria cade a pezzi, sprofonda senza rumore nelle botole dei morti. Ah, dove sono le acute presenze del passato, le sue calde forme, la cera su cui incidevano i miei sentimenti? Dove si nasconde il senso delle cose che ho vissuto, e i brividi lucenti e i cieli dell'avventura? (1962) Vittorio Bodini

FramMenti

"Percorro lentamente il viale alberato, e il sottile scricchiolio delle foglie che cedono sotto ai miei piedi mi rimanda un'eco di anime morenti, anime che dopo aver preso commiato da ciò che ha fatto parte della loro vita, similmente ad angeli caduti si lanciano sulla terra e si lasciano andare a una lenta, silenziosa e serena sottrazione della loro esistenza. Non riesco a non provare una sorta di dolce malinconia per quei friabili corpicini che, inerti, hanno già cessato di esistere."    Alfio Samà - "La donna di spalle" - da "Oltre il velo dell'ordinario"

Il potere

È sempre il potere a provocare la rivoluzione. Non certo di proposito. Tuttavia il suo stile di vita e di governo finisce per diventare una vera e propria provocazione. Ciò avviene quando tra i personaggi dell’élite si instaurano il senso dell’impunità e la convinzione di poter fare qualunque cosa, di potersi permettere tutto. È un’illusione, certo, ma non priva di giustificazioni razionali. Per molto tempo sembra realmente che i membri dell’élite possano fare quello che vogliono: per quanti scandali e illegalità commettano, la passano sempre liscia. Il popolo pazienta e tace: non si è ancora scrollato di dosso la paura, non si rende conto della propria forza. Al tempo stesso, però, tiene minuziosamente conto dei torti subiti: tirerà le somme nel momento debito. La scelta di questo famoso momento è uno dei massimi enigmi della storia. Perché proprio quel giorno, piuttosto che un altro? Perché mai quell’elemento scatenante, e non un altro? Fino a ieri il potere si permetteva gli eccessi

FramMenti

Ho sempre avuto la sensazione che i piedi siano la parte più intima e personale del nostro corpo, non i genitali, non il cuore, e nemmeno il cervello, organi di irrilevante importanza, eccessivamente sopravvalutati. È nei piedi che si nasconde tutto il sapere sull’Uomo, è la che defluisce dal corpo il senso essenziale su chi siamo veramente e su come ci rapportiamo alla terra. Nel contatto con la terra, nella sua contiguità sta tutto il segreto: siamo costruiti con gli elementi della materia e allo stesso tempo estranei, separati da lei. I piedi sono le nostre prese di corrente.    Olga Tokarczuk    

In contrattempo

 Lo scrittore e saggista austriaco Stefan Zweig, in un articolo del ’31, annotava che ogni essere umano «grazie al libro, non è piú murato solo con se stesso nel proprio ristretto campo visivo: può invece rendersi partecipe di tutti gli avvenimenti presenti e passati, dell’intero pensare e sentire dell’intera umanità». Attraverso i libri – continuava Zweig – «un mondo piú tumultuoso e selvaggio irrompeva all’interno delle mura dell’abitazione borghese»; grazie ai libri «ho intuito per la prima volta l’incommensurabile vastità del mondo e il piacere di smarrirmi in essa»; leggendo non si vede la realtà soltanto con i propri occhi, «ma con lo sguardo di innumerevoli anime». Chi legge segue il desiderio di vivere una vita “allontanante”, di lasciarsi magari alle spalle un mondo tetro e spiacevole, ed evadere in uno piú vasto, piú vario e piú ricco o piú intimo. L’“allontanamento” può salvare dal sentirsi schiacciati dal presente e dalle incombenze spesso uggiose del vivere. Chi legge può

FramMenti

«Io ho detto che non so che cosa sia la follia. Può essere tutto o niente. E' una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia. Invece questa società riconosce la follia come parte della ragione, e la riduce alla ragione nel momento in cui esiste una scienza che si incarica di eliminarla. Il manicomio ha la sua ragione di essere, perché fa diventare razionale l'irrazionale. Quando qualcuno è folle ed entra in un manicomio, smette di essere folle per trasformarsi in malato. Diventa razionale in quanto malato. Il problema è come sciogliere questo nodo, superare la follia istituzionale e riconoscere la follia là dove essa ha origine, come dire, nella vita.»   Franco Basaglia (in Conferenze brasiliane, 1979)

Fontamara

Questi uomini in camicia nera, d’altronde, noi li conoscevamo. Per farsi coraggio essi avevano bisogno di venire di notte. La maggior parte puzzavano di vino, eppure a guardarli da vicino, negli occhi, non osavano sostenere lo sguardo. Anche loro erano povera gente. Ma una categoria speciale di povera gente, senza terra, senza mestiere, o con molti mestieri, che è lo stesso, ribelli al lavoro pesante; troppo deboli e vili per ribellarsi ai ricchi e alle autorità, essi preferivano di servirli per ottenere il permesso di rubare e opprimere gli altri poveri, i cafoni, i fittavoli, i piccoli proprietari. Incontrandoli per strada e di giorno, essi erano umili e ossequiosi, di notte e in gruppo cattivi, malvagi, traditori. Sempre essi erano stati al servizio di chi comanda e sempre lo saranno. Ma il loro raggruppamento in un esercito speciale, con una divisa speciale, e un armamento speciale, era una novità di pochi anni. Sono essi i cosiddetti fascisti. La loro prepotenza aveva anche un’alt

FramMenti

 Ennio Flaiano (Pescara, 5 marzo 1910 – Roma, 20 novembre 1972) è stato uno sceneggiatore, scrittore, giornalista, umorista, critico cinematografico e drammaturgo italiano.   Appartengo alla minoranza silenziosa. Sono di quei pochi che non hanno più nulla da dire e aspettano. Che cosa? Che tutto si chiarisca? L'età mi ha portato la certezza che niente si può chiarire: in questo paese che amo non esiste semplicemente la verità. Paesi molto più piccoli e importanti del nostro hanno una loro verità, noi ne abbiamo infinite versioni. Le cause? Lascio agli storici, ai sociologi, agli psicanalisti, alle tavole rotonde il compito di indicarci le cause, io ne subisco gli effetti. E con me pochi altri: perché quasi tutti hanno una soluzione da proporci: la loro verità, cioè qualcosa che non contrasti i loro interessi. Alla tavola rotonda bisognerà anche invitare uno storico dell'arte per fargli dire quale influenza può avere avuto il barocco sulla nostra psicologia. In Italia infatti la

La provincia dell'uomo

Due tipi di persone: alle une interessa la posizione nella vita, la situazione che si può raggiungere, moglie, direttore di scuola, consigliere d'amministrazione, sindaco. Mirano sempre a quel punto che una volta si sono messi in testa; anche il loro prossimo, chiunque sia, possono solo vederlo girare intorno a tali punti, e in genere si tratta soltanto di posizioni, oltre a queste tutto il resto non conta e viene tralasciato da loro senza neppure pensarci. Le persone dell'altro tipo vogliono libertà, e soprattutto dalla posizione. A loro interessa il cambiamento; il salto che porta non a un gradino più su, ma a nuove aperture. Non possono resistere davanti a una porta o a una finestra, la loro direzione è sempre verso il fuori. Fuggirebbero da un trono dal quale nessuno dell'altro gruppo, una volta che ci si fosse seduto, potrebbe mai più sollevarsi di un millimetro. Elias Canetti, La provincia dell'uomo (Milano, Adelphi 1978)   

FramMenti

I due libri più rivoluzionari che ho letto sulla scuola sono usciti rispettivamente nel 1957 e nel 1971. Dal primo, “Scuola sotto inchiesta” di Guido Calogero: “Inviare una circolare ai presidi disponendo che essi dimostrino particolare favore per tutti quei professori che prontamente brucino o strappino o seppelliscano o comunque facciano sparire ogni forma di documentazione cartacea del profitto degli studenti in quanto risultante da interrogazioni quotidiane (e cioè non solo il tradizionale e pestifero «registro», ma persino ogni altro quaderno o taccuino che clandestinamente tentasse di sostituirlo)”. Dal secondo, “Descolarizzare la società” di Ivan Illich: “il dare a tutti eguali possibilità d'istruzione è un obiettivo auspicabile e raggiungibile, ma identificare questo obiettivo nella scolarizzazione obbligatoria è come confondere la salvezza eterna con la chiesa”.   Matteo Marchesini

Il cane ribelle

LA STORIA DI LOUKANIKOS, IL CANE RIBELLE, SEMPRE IN PRIMA LINEA A FIANCO DEI MANIFESTANTI DURANTE LE PROTESTE IN GRECIA CONTRO L'AUSTERITY Loukanikos. Cane meticcio. Color sabbia. Regolarmente registrato all’anagrafe canina con il nome di 1842. Residente sulla scalinata di fronte al Parlamento della capitale greca. Destinato a diventare il simbolo della rivolta contro l’austerity e uno dei personaggi dell’anno secondo il Times. In prima linea in tutte le manifestazioni di protesta a partire dal 2009 e sempre dalla parte di chi si opponeva ai tagli della spesa pubblica. Ai cortei non ce lo portava nessuno. Ci andava da solo. Come fosse in grado di sapere i giorni esatti e riconoscere da che parte stare resta un mistero. Coraggioso, intelligente, mai domo. Non ha mai risparmiato un morso o il suo rauco abbaio a chi attaccava i più deboli, scansando cariche della polizia e lanci di Molotov, sampietrini e gas lacrimogeno. Ha rappresentato il volto della rivolta. Le foto che lo immortal

FramMenti

 Il razzismo ha una funzione nella nostra società. Fa in modo di impedirci di identificare il nostro vero nemico. La responsabilità del problema dei senza tetto, della povertà e dello sfruttamento non è delle persone più povere e sfruttate. Farli diventare il capro espiatorio, perché sono neri o marroni o perché vengono da una cultura diversa, lascia i veri sfruttatori liberi di agire. Una classe di lavoratori divisa dal razzismo è perfetta per gli imprenditori. Essi traggono beneficio dal lavoro a basso costo, mettendo i lavoratori gli uni contro gli altri. Qualunque sia la loro retorica, i fascisti che si servono del razzismo parlano nell’interesse del capitale. Dobbiamo ricordare che l’offesa fatta a uno, di qualunque razza egli o ella sia, è un’offesa fatta a tutti.   Ken Loach

Le dispense comunitarie per aiutare chi è in difficoltà

Immagine
La “Little Free Pantry” cioè la piccola dispensa gratuita è un movimento nato negli Stati Uniti nel 2016 con l’obiettivo di istallare frigoriferi comunitari in diverse località delle città, per dare la possibilità alle persone in difficoltà economica di avere del cibo fresco tutti i giorni. Si tratta di piccole credenze installate in strada, dipinte con colori sgargianti da volontari e persone comuni che si occupano di rifornirle di cibo e di gestire il progetto e le donazioni ricevute dalle persone e attraverso il sito internet che mette in rete tutti i donatori e le piccole dispense. Sopra le piccole dispense appare la frase: “Prendi ciò di cui hai bisogno, lascia quello che puoi e soprattutto sii benedetto”. Il movimento ha inizialmente preso piede nella Carolina del Sud e poi a New York con l’iniziativa “frigoriferi amici” e si sta diffondendo in tutto il mondo in modo virale. “Non siamo un’organizzazione no profit. Siamo vicini di casa. Non abbiamo molto tempo e i nostri budget so

FramMenti

Sono seduto sul letto, mi dondolo lentamente come nel tentativo di confondere la mia lucidità, e la mia ombra si muove lieve e confusa sul muro di fronte a me. Questa notte tutto tace. Dalla strada non proviene un solo rumore, e io mi sento ancora più solo nel mio universo di solitudine. Forse è così che dev’essere? E’ più giusto? Forse anche questo rientra nel prezzo che si deve pagare per l’abbandono di due bimbe? Vivere di solitudine? E per quel che ho fatto loro pagherò mai abbastanza? Ho voglia di vederle, di sentire le loro vocine, di toccare le loro manine. Chiudo gli occhi e mi lascio andare dondolandomi pigramente.   Tratto da "Anime Innocenti" di Alfio Samà

Il Guardiano di greggi

Sono un guardiano di greggi. Il gregge è i miei pensieri e i miei pensieri sono tutti sensazioni. Penso con gli occhi e con gli orecchi. e con le mani e con i piedi e con il naso e la bocca. Pensare un fiore è vederlo e odorarlo e mangiare un frutto è sentirne il sapore. Per questo quando in un giorno di calore mi sento triste di goderlo tanto e mi stendo completamente sull'erba, e chiudo gli occhi caldi, sento tutto il mio corpo disteso sulla realtà, so la verità e sono felice. Fernando Pessoa

FramMenti

“Vedete, voi non siete stati educati a stare da soli. Andate mai a fare una camminata per conto vostro? È molto importante uscire da soli, sedersi sotto un albero, da soli, senza nessun libro, senza nessuna compagnia e osservare una foglia che cade, ascoltare lo scorrere dell’acqua, il canto dei pescatori, osservare il volo di un uccello e i vostri stessi pensieri che si rincorrono nello spazio della mente. Se siete capaci di stare da soli e osservare queste cose, allora scoprite ricchezze che nessun governo può tassare, che nessuna entità umana può corrompere, e che non potranno mai essere distrutte”.  Jiddu Krishnamurti

QI

Il QI medio della popolazione mondiale, che dal dopoguerra alla fine degli anni '90 era sempre aumentato, nell'ultimo ventennio è invece in diminuzione... È l’inversione dell’effetto Flynn. Sembra che il livello d’intelligenza misurato dai test diminuisca nei paesi più sviluppati. Molte possono essere le cause di questo fenomeno. Una di queste potrebbe essere l'impoverimento del linguaggio. Diversi studi dimostrano infatti la diminuzione della conoscenza lessicale e l'impoverimento della lingua: non si tratta solo della riduzione del vocabolario utilizzato, ma anche delle sottigliezze linguistiche che permettono di elaborare e formulare un pensiero complesso. La graduale scomparsa dei tempi (congiuntivo, imperfetto, forme composte del futuro, participio passato) dà luogo a un pensiero quasi sempre al presente, limitato al momento: incapace di proiezioni nel tempo. La semplificazione dei tutorial, la scomparsa delle maiuscole e della punteggiatura sono esempi di “colpi m

FramMenti

Tu puoi accendere le stufe con la torba, e le rimesse costruirle in pietra. Va bene, lo ammetto, abbatti foreste, se è necessario, ma perché sterminarle? Le foreste russe scricchiolano sotto l'ascia, periscono miliardi di alberi, sono devastati i rifugi delle bestie e degli uccelli, si insabbiano e seccano i fiumi, scompaiono senza rimedio meravigliosi paesaggi, e tutto questo perché all'uomo indolente manca il buon senso di ricavare dalla terra il combustibile. (A Elèna Andrèevna) Non è vero, signora? Bisogna essere barbari sconsiderati, per ardere nella stufa questa bellezza, per distruggere ciò che noi non possiamo foggiare. L'uomo è dotato d'intelligenza e di forza creativa per moltiplicare ciò che gli è dato, sinora però egli non ha creato, ma distrutto. Le foreste si fanno sempre più rade, i fiumi si seccano, la selvaggina si è estinta, il clima è guastato, e di giorno in giorno la terra diventa sempre più povera e più brutta."   (Anton Čechov)

Strana... mente

Aveva la strana abitudine di non raccontare nulla. Aveva la tempesta dentro e nessuno lo notava. Voleva essere come quelle ragazze con un fisico e un carattere perfetto, ma quella non era lei. Lei era pesante. Non lasciava perdere. E’ che gli sembrava tutto, tutto, tutto importante. Magari si sbagliava, magari non era vero, magari niente era veramente degno di nota, degno di tempo, degno di attenzione. Solo che lei non ce la faceva, forse era venuta al mondo per perdersi dietro a quei particolari che nessuno notava più, per dare spiegazioni che non interessavano a nessuno. Era permalosa. Non ricordava date, non ricordava le capitali, non ricordava i nomi dei più grandi artisti di tutti i tempi. Non ricordava i nomi delle strade e non ricordava mai che lavoro faceva la gente. Ricordava bene se qualcuno la feriva, però. Riusciva a capire se qualcuno aveva gli occhi tristi, o se li aveva pieni di gioia infinita. Lei cercava di far piangere meno persone possibili, perché sapeva che sono i

FramMenti

Forse il mio problema è che non sono capace di dire addio. Non ci riesco. Resto aggrappata, abbarbicata alle persone, ai ricordi, ai fantasmi. A quello che è stato, magari solo per poco, magari più nella mia testa che non fuori. Non mi lego facilmente, ma non ho vie di mezzo. O tutto o niente. Se mi lego mi lego bene, a fondo, con corde invisibili ancorate fin nell'anima, forse fatte dell'anima stessa. Sai quando per incitare qualcuno gli si dice "Non mollare"? Ecco, io avrei bisogno di qualcuno che mi incitasse al contrario. Qualcuno che mi dicesse "Molla. Basta. Lascia andare. Ti stai facendo male, stai stringendo un guscio vuoto, non c'è più niente". Detesto le routine, ho il bisogno periodico di crearmi nuove abitudini. Eppure lo scorrere del tempo mi angoscia, vorrei che le cose non cambiassero. È perché non so dire addio. Non a ciò in cui finisco per riporre, o per ritrovare, una parte di me talmente grande che a perderla mi sentirei mutilata.   Ca

Giuseppe Fava

“Mi rendo conto che c'è un'enorme confusione sul problema della mafia. I mafiosi stanno in Parlamento, i mafiosi a volte sono ministri, i mafiosi sono banchieri, i mafiosi sono quelli che in questo momento sono ai vertici della nazione.” Così scriveva Giuseppe Fava, giornalista “scomodo”. Un giornalista che faceva troppe domande, indagava, trovava nessi impronunciabili tra mafia, potere economico e politica. E puntava il dito contro un vero e proprio “groviglio di serpenti”.  Dirigeva Il Giornale del Sud con coraggio e spirito libero, ma i suoi articoli contro la base missilistica di Comiso, le denunce contro i boss locali, il suo non piegarsi a nessun tipo di potere, gli attirarono le ostilità dei nuovi editori che lo licenziarono. Nuovi editori che, guarda caso, erano amici dei boss mafiosi di cui Giuseppe Fava scriveva. La sua fede nella forza del giornalismo d’inchiesta lo portò a indebitarsi per fondare un suo giornale dove poter scrivere liberamente: I Siciliani. Qui accu

FramMenti

 Provate a immaginare una cultura in cui le discussioni non siano viste in termini di guerra, dove nessuno vinca o perda, dove non ci sia il senso di attaccare e difendere, di guadagnare o perdere terreno. Una cultura in cui una discussione è vista come una danza, i partecipanti come attori e lo scopo è una rappresentazione equilibrata e esteticamente piacevole. In una tale cultura la gente vedrà le discussioni in un modo diverso, le vivrà in modo diverso, le condurrà in modo diverso e ne parlerà in modo diverso. Ma dal nostro punto di vista, questa gente probabilmente non starebbe discutendo, ma starebbe semplicemente facendo qualcosa di diverso. Sarebbe strano perfino definire la loro azione come una discussione. Forse il modo più neutro per descrivere la differenza fra la nostra cultura e la loro sarebbe dire che noi abbiamo una forma di discorso strutturata in termini di combattimento, mentre loro ne hanno una strutturata in termini di danza.  Lakoff-Johnson

Grembiule

Il primo scopo del grembiule delle Nonna era di proteggere i vestiti sotto, ma, inoltre: Serviva da guanto per ritirare la padella bruciante dal forno; Era meraviglioso per asciugare le lacrime dei bambini ed, in certe occasioni, per pulire le faccine sporche; Dal pollaio, il grembiule serviva a trasportare le uova e, talvolta, i pulcini!; Quando i visitatori arrivavano , il grembiule serviva a proteggere i bambini timidi; Quando faceva freddo, la Nonna se ne imbacuccava le braccia; Questo buon vecchio grembiule faceva da soffietto, agitato sopra il fuoco a legna; Era lui che trasportava le patate e la legna secca in cucina; Dall’ orto , esso serviva da paniere per molti ortaggi dopo che i piselli erano stati raccolti era il turno dei cavoli; A fine stagione, esso era utilizzato per raccogliere le mele cadute dell’ albero; Quando dei visitatori arrivavano in modo improvviso era sorprendente vedere la rapidità con cui questo vecchio grembiule poteva dar giù la polvere; All'ora di se

FramMenti

Noi tutti non siamo solo terrestri. Lo si vede da come fa il nido la ghiandaia da come il ragno tesse il suo teorema da come tu sei triste e non sai perché. Noi tutti, noi forse ritornati, portiamo una mancanza e ogni voce ha dentro una voce sepolta, un lamentoso calco di suono che un po’ si duole anche quando canta. Te lo dico io che ascolto il tonfo della pigna e della ghianda la lezione del vento e il lamento della tua pena col suo respiro ammucchiato sul cuscino un canto incatenato che non esce. Ascoltare anche ciò che manca. L’intesa fra tutto ciò che tace.  — Mariangela Gualtieri   

L'enigma Egizio

La Grandi Piramide di Cheope contiene un enigma di cui nessuno storico o archeologo preferisce parlare. Tutti gli archeologi sono concordi nel dire che la struttura della piramide è composta da circa 2.400.000 blocchi di roccia con un peso che varia tra le 2 e le 70 tonnellate. Ciascuno di questi blocchi di roccia è stato posizionato con una precisione assoluta, visto che la piramide ha un margine di errore di solo 1 centimetro alla base, e di solo 1 grado di allineamento verso il nord. Un risultato simile si ottiene oggi solo con dei sistemi di costruzione guidati dai laser. … Ma non è la precisione con cui è stata costruita la Grande Piramide a lasciare impressionati. E nemmeno vogliamo addentrarci sul modo in cui sono stati trasportati i blocchi. La “domanda dalle cento pistole” è invece un’altra: quanto tempo ci hanno messo? Perché è questa “la domanda di tutte le domande” da farsi? … Ammesso che gli operai egizi siano riusciti a tagliare, trasportare e posizionare 1 blocco al gior

FramMenti

 Questa è la  luna dei poeti, disse, dei poeti e dei fabulatori, questa è una notte  ideale per ascoltare storie, per raccontarle anche, non vuole ascoltare  una storia? E perché dovrei ascoltare una storia?, dissi io, non ne vedo la ragione. La ragione è semplice, rispose lui, perché è una notte di luna piena e  perché lei se ne sta qui tutto solo a guardare il fiume, la sua anima è  solitaria e nostalgica, e una storia potrebbe darle allegria. Ho avuto una giornata piena di storie, dissi, non credo che me ne servano altre. L’uomo incrociò le gambe, appoggiò il mento sulle mani con aria  meditabonda e disse: abbiamo sempre bisogno di una storia, anche quando  sembra di no.  (Antonio Tabucchi, Requiem)

La farfalla Fender Blu

Immagine
Nella Willamette Valley dell’Oregon (USA), la farfalla blu Fender, una volta vicina ad essere estinta, è ritornata, e grazie al forte incremento della sua popolazione è stata cancellata dall’elenco delle specie minacciate. La Icaricia icarioides fenderi si pensava che fosse estinta negli anni ’50 ma quando la farfalla fu riscoperta negli anni ’80 esistevano solo 3400 individui. Un piano di recupero messo in atto dal Fish and Wildlife Service ha incominciato con il rilancio su larga scala del lupino di Kincaid, una pianta di cui queste piccole farfalle si nutrono. I lupini di Kincaid sono stati coltivati in grandi quantità dai detenuti degli istituti penitenziari che utilizzano la natura e la coltivazione di piante e fiori come programmi riabilitativi. Questi programmi hanno aiutato il fiore a proliferare abbondantemente e di conseguenza a ristabilire le colonie di farfalle blu Fender. Durante i lavori di conservazione si è verificata una reazione a catena che ha quadruplicato il numero

FramMenti

Ma nemmeno il diavolo sa cosa la gente deve ricordare, né perché. In realtà, ho sempre pensato che non esista una memoria collettiva, il che è forse una forma di difesa della specie umana. La frase “si stava meglio una volta” non sta a significare che un tempo accadessero meno cose cattive, bensì che – per fortuna – la gente se le scorda. Evidentemente, una frase simile non ha valore universale; io, per esempio, sono incline a ricordare preferibilmente le cose negative e, così, potrei quasi dire che “una volta si stava peggio”, se non fosse che il presente mi sembra orribile quanto il passato; ricordo tante calamità, tanti volti cinici e crudeli, tante cattive azioni, che per me la memoria è come la timida luce che illumina un sordido museo della vergogna.  Ernesto Sabato - Il tunnel 

La canzone delle foglie

Voce dell'antico mondo con la quale il vento s'accende. Che mi dici, se dici, a me, a tutti? Vita che si affanna per vivere, vita viva, meraviglia assetata coronata di echi. Ogni mormorio batte attento ad ogni foglia, silenzio sospeso da una bocca eterna. Il cielo si sussurra canzoni di festa, musica solitaria, sole, aria, luce, acqua, erba. Sole che illumina profondo, incessante miracolo: io che mi sento ascoltare, la voce che ricorda. L'albero nella terra, la canzone sotto il sole, le foglie nel cielo, il vento tra le foglie. Colmo di frescura, il mio sangue riconosce questo friggere alato: non c'è che un universo. Rodolfo Alonso

FramMenti

 La mia vita sembra fatta d’una mostruosa e illimitata sequenza di distributori automatici che non erogano prodotti ma che ingoiano le monetine, di porte che non si aprono e chiavi che non girano, di maniglie e manopole guaste, di spie che s’accendono sull’auto a mo’ di lucine natalizie e, dulcis in fundo, di misteriosi erogatori di sapone/acqua e aria nei bagni pubblici che nella migliore dei casi mi sputacchiano in faccia il loro contenuto. Poi, ci sono le mie ridicole imitazioni altrui, per capire come funzionano tali oggetti alieni, il tutto sempre cercando di non dare troppo nell’occhio, come un minuscolo gattino che tenta di imitare la propria madre.  (Sconosciuto)

Asce di guerra

Certi uomini sono quello che i tempi richiedono. Si battono, a volte muoiono, per cose che prima di tutto riguardano loro stessi. Compiono scelte che il senno degli altri e il senno di poi stringono nella morsa tra diffamazione ed epica di stato. Scelte estreme, fatte a volte senza un chiaro perché, per il senso dell’ingiustizia provata sulla pelle, per elementare e sacrosanta volontà di riscatto. La retorica degli alzabandiera e la mitologia istituzionale offrono una versione postuma e lineare della storia. Ma la linearità e l’agiografia non servono a capire le cose. Le frasi fatte e le formule ripetute dai palchi, come dai pulpiti, coprono la rabbia, lo sporco e la dinamite, consegnando al presente quello che chiede. Scavare nel cuore oscuro di vicende dimenticate o mai raccontate è un oltraggio al presente. Un atto spregiudicato e volontario. Le storie non sono che asce di guerra da disseppellire.” — Vitaliano Ravagli - Wu Ming - Asce di guerra 

FramMenti

Sembra quasi una perfida vendetta della natura contro l'uomo: tutte le conquiste della tecnica, con la quale egli si è impadronito dei suoi più segreti poteri, servono in pari tempo a turbarne l'anima. La tecnica ha gettato su di noi la più tremenda maledizione, impedendoci di sfuggire al presente anche per un momento solo. Le generazioni passate, in epoche di catastrofi, avevano la possibilità di rifugiarsi nella solitudine; a noi fu riservato invece di dovere apprendere e condividere ogni evento nella stessa ora, nello stesso minuto, dovunque esso si verifichi nella sfera terrestre.   (S. Zweig)

Sette anni di desiderio

Ogni tanto accade di dover spiegare a qualcuno o a noi stessi che cosa sia il fascismo. E ci si accorge che è categoria molto sfuggente: non è solo violenza, perché ci sono state violenze di vari colori; non è solo uno stato corporativo, perché ci sono corporativismi non fascisti: non è solo dittatura, nazionalismo, bellicismo, vizi comuni ad altre ideologie. Talché si rischia in fin dei conti sovente di definire come “fascismo” l'ideologia degli altri. Ma c'è una componente dalla quale è riconoscibile il fascismo allo stato puro, dovunque si manifesti, sapendo con assoluta sicurezza che da quelle premesse non potrà venire che “il” fascismo: ed è il culto della morte. Nessun movimento politico e ideologico si è mai così decisamente identificato con la necrofilia eletta a rituale e a ragion di vita. Molta gente muore per le proprie idee, molta altra gente fa morire gli altri, per ideali o per interesse, ma quando la morte non viene considerata un mezzo per ottenere qualcos'a

FramMenti

La parola Namasté letteralmente significa "mi inchino a te", e deriva dal sanscrito: namas (inchinarsi, salutare con reverenza) e te (a te). Questo vocabolo associa una valenza spirituale, per cui può forse essere tradotta in modo più completo come "saluto (mi inchino a) le qualità divine che sono in te". La parola accompagnata al gesto di unire le mani e chinare il capo potrebbe essere tradotta con: le qualità divine che sono in me si inchinano alle qualità divine che sono in te, e ancora, più esplicitamente, unisco il mio corpo e la mente, concentrandomi sul mio potenziale divino, e mi inchino allo stesso potenziale che è in te. In sintesi, dunque, il significato ultimo del saluto è quello di riconoscere la sacralità sia di chi porge il saluto sia di chi lo riceve.  Dall’articolo "'Namasté', un termine usato nello yoga. Ma lo sai cosa significa? Ecco la risposta di Eleonora Biliotti

I mostri

“La cultura dei cosiddetti pariolini: la donna era uno strumento di piacere, vado, suono, rompo il violino e torno a casa, perché non dovrei mangiare tranquillamente coi miei?”. Nella notte tra il 29 e il 30 settembre 1975, avviene questa strage allucinante da film Horror. Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, vengono sequestrate, violentate e seviziate da Angelo Izzo, Gianni Guido e Andrea Ghira. Donatella Colasanti sfugge alla morte miracolosamente, dopo aver subito le più atroci torture, simulando un finto decesso. Il delitto del Circeo, lo stupro brutale di due giovani proletarie da parte di tre fascisti dei Parioli, ha segnato un’epoca e ha rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso dello sdegno sociale e civile, imponendo la revisione del codice penale. La violenza sessuale non era, infatti, considerato ancora delitto contro la persona. (…) Una scelta in qualche misura masochistica, perché evidenzia i miei buchi di conoscenza e anche qualche errore di (sotto)valutazio

FramMenti

C'era una volta e ci sarà sempre Andrea Pazienza, che disegnava sul cielo rubando i colori all'arcobaleno. Era felice il sole d'impastare la luce coi colori, era felice la luna di farli sognare. […] Quando Andrea se ne andò da questa terra, il cielo pianse lacrime e pioggia, e nell'azzurro sciolse la malinconia. Per fortuna non durò a lungo. Gli passò e quando il sole illuminò una nuvoletta che ballava col vento, si trasformò ridendo in mille facce, animali e cose. Poi sporcandosi d'arcobaleno, macchiava il cielo di mille colori. Il sole pensò: "Adesso il cielo s'infuria." Ma la musica era cambiata, le nuvole erano in festa e applaudivano quella nuvoletta monella. Allora anche il cielo applaudì con due ali che gli prestò un gabbiano e sorridendo disse: "Pazienza…".    Vincenzo Mollica

L'assedio di Sarajevo

Uscire di casa. Andare a fare la spesa. Accendere il riscaldamento. Sono tutte azioni quotidiane che facciamo senza neanche pensarci troppo su. Viene difficile immaginare come, solo poco più di 20 anni fa, in un luogo non tanto lontano dall'Italia, tali azioni potessero costare immani sofferenze, o persino la vita, nella Sarajevo assediata dalle forze serbe. Per ben quattro anni la città rimase circondata, bersagliata di continuo dall'artiglieria. I cecchini erano ovunque, ed il grido 'Pazite, Snajper!', ovvero "Attenzione, cecchino" divenne la norma. Il celeberrimo viale del Drago di Bosnia divenne noto come 'Viale dei cecchini'. Attraversarlo significava rischiare la vita. Donne, bambini, personale ONU: tutti erano un possibile bersaglio per i cecchini serbi, e quasi 300 persone persero la vita solo in questa strada. Ma la fame ed il freddo uccisero più delle pallottole. Vennero tagliati i rifornimenti di gas, elettricità, ed acqua, e ben presto il f

FramMenti

Di fatto, non si può negare che i più abili nell’arte della vita, spesso degli illustri ignoti, riescono in certo qual modo a sincronizzare i sessanta o settanta ritmi diversi, che battono simultaneamente in ogni sistema umano normale; sì che quando uno di questi ritmi batte le undici, tutti gli altri vi si accordano all’unisono, e il presente non costituisce mai un distacco violento, né si perde completamente nel passato. Di questa gente possiamo dire, a ragion veduta, che vive precisamente i sessantotto o i settantadue anni che attesta la loro lapide funeraria. Degli altri, ne conosciamo alcuni che sono morti, pur camminando tra di noi; altri non sono ancora nati, benché rivestano forme vitali; e altri ancora sono vecchi di cent’anni, benché dicano di averne trentasei.   Virginia Woolf, Orlando, trad. it. di Alessandra Scalero, Mondadori, 1982  

Sette anni di desiderio

Ogni tanto accade di dover spiegare a qualcuno o a noi stessi che cosa sia il fascismo. E ci si accorge che è categoria molto sfuggente: non è solo violenza, perché ci sono state violenze di vari colori; non è solo uno stato corporativo, perché ci sono corporativismi non fascisti: non è solo dittatura, nazionalismo, bellicismo, vizi comuni ad altre ideologie. Talché si rischia in fin dei conti sovente di definire come “fascismo” l'ideologia degli altri. Ma c'è una componente dalla quale è riconoscibile il fascismo allo stato puro, dovunque si manifesti, sapendo con assoluta sicurezza che da quelle premesse non potrà venire che “il” fascismo: ed è il culto della morte. Nessun movimento politico e ideologico si è mai così decisamente identificato con la necrofilia eletta a rituale e a ragion di vita. Molta gente muore per le proprie idee, molta altra gente fa morire gli altri, per ideali o per interesse, ma quando la morte non viene considerata un mezzo per ottenere qualcos'a

FramMenti

In quarta scoprii il patriottismo: cantando in coro con le mie compagne Le ragazze di Trieste. A casa, papà era fiducioso nella vittoria; la mamma stava in pensiero per i suoi fratelli (anche zio dottore era al fronte), e per tutti i soldati. Si raccomandava a papà perché ottenesse «l’esonero» per quelli che erano padri di famiglia (loro dicevano «il zónero»). Il patriottismo era una cosa dei signori. In paese cantavano il famoso «se vuoi veder Trieste – la guardi in cartolina» e io ne soffrivo un po’. Ma Ciota andava piú in là. Cantava con aria cupa e vendicativa: e quei signori che han gridato viva la guerra or che hanno un figlio sotto terra viva la guerra non gridan piú. Capivo che non si poteva contrapporre a quel «sottoterra» le «ragazze di Trieste».    Lalla Romano, La penombra che abbiamo attraversato, Einaudi, 1964¹; p. 155.

Arriva in Svizzera la prima ferrovia fotovoltaica

Immagine
La start-up svizzera Sun-Ways, in collaborazione con il Politecnico di Losanna, ha ideato dei moduli fotovoltaici installabili tra i binari ferroviari per realizzare centrali solari a basso impatto visivo sul paesaggio. Il fotovoltaico per binari è costituito da pannelli solari standard premontati e giuntati tra loro tramite elementi che possono essere smontati solo con l’uso di attrezzi speciali, così da prevenire il rischio di furto. Sun-Ways ha progettato il sistema di fissaggio alle rotaie per essere reistente al passaggio dei treni e per inviare un segnale in caso di guasti o malfunzionamenti grazie a piccoli sensori che monitorano in tempo reale lo stato di salute dell’impianto. Quanto alla pulizia, delle spazzole poste alle estremità dei coivogli rimuoveranno automaticamente lo sporco al passaggio del treno. L’installazione dei pannelli avverrà grazie ad un convoglio speciale in grado di srotolare i moduli preassemblati come fossero un tappeto. In questo modo l’installazione di

FramMenti

Ferire la gente non solo non la induce a cambiare, ma è sempre una mossa sbagliata. C’è un vecchio detto che ho ritagliato da un giornale e ho appiccicato allo specchio per vedermelo davanti ogni giorno: Percorrerò questa strada una sola volta; ogni cosa buona che posso fare oppure ogni gentilezza che posso manifestare nei confronti di un altro essere umano, lasciatemela fare subito. Non fatemela rimandare o dimenticare, perché di qui passerò una volta sola. —   “Come trattare gli altri e farseli amici (I grandi tascabili)” di Carnegie Dale, M. Marazza  

Scritto con inchiostro verde

L'inchiostro verde crea giardini, selve, prati, fogliami dove cantano le lettere, parole che son alberi, frasi che son verdi costellazioni. Lascia che le parole mie scendano e ti ricoprano come una pioggia di foglie su un campo di neve, come la statua l'edera, come l'inchiostro questo foglio. Braccia, cintura, collo, seno, la fronte pura come il mare, la nuca di bosco in autunno, i denti che mordono un filo d'erba. Segni verdi costellano il tuo corpo come il corpo dell'albero le gemme. Non t'importi di tante piccole cicatrici luminose: guarda il cielo e il suo verde tatuaggio di stelle. Octavio Paz

FramMenti

La cosa migliore da fare quando si è tristi”, replicò Merlino, cominciando a soffiare e sbuffare, “è imparare qualcosa. È l’unica cosa che non fallisce mai. Puoi essere invecchiato, con il tuo corpo tremolante e indebolito, puoi passare notti insonni ad ascoltare la malattia che prende le tue vene, puoi perdere il tuo solo amore, puoi vedere il mondo attorno a te devastato da lunatici maligni, o sapere che il tuo onore è calpestato nelle fogne delle menti più vili. C’è solo una cosa che tu possa fare per questo: imparare. Impara perché il mondo si muove, e cosa lo muove. Questa è l’unica cosa di cui la mente non si stancherà mai, non si alienerà mai, non ne sarà mai torturata, né spaventata o intimidita, né sognerà mai di pentirsene. Imparare è l’unica cosa per te. Guarda quante cose ci sono da imparare.   Mago Merlino, “The once and future king” di Terence Hanbury White (1906 – 1964)  

L'affaire Moro

 Sarebbe pazzesco da parte nostra collocare le Brigate rosse in una sfera di autonoma e autarchica purezza rivoluzionaria che si illuda di muovere le masse a far saltare le strutture politiche che le contengono; e sarebbe ancor più pazzesco che loro vi si collocassero. La loro ragion d’essere, la loro funzione, il loro «servizio» stanno esclusivamente nello spostare dei rapporti di forza: e delle forze che già ci sono. E di spostarli non di molto, bisogna aggiungere. Di spostarli nel senso di quel «cambiar tutto per non cambiar nulla» che il principe di Lampedusa assume come costante della storia siciliana e che si può oggi assumere come costante della storia italiana. Operazione di puro potere, dunque; che si può soltanto svolgere in quell’area interpartitica in cui, al riparo dai venti ideologici, il potere ormai vive. Non si vuole con ciò escludere che l’esistenza delle Brigate rosse sia appunto «pazzesca»: ma quando dalla pazzia comincia ad affiorare un metodo, è bene diffidarne: c

FramMenti

Se un albero cade nella foresta e non c’è nessuno ad ascoltare, non fa rumore: produce delle vibrazioni nell’aria che diventeranno un suono solo nel momento in cui incontreranno un apparato uditivo. Per quanto contro-intuitivo, il mondo non ha suoni finché non c’è qualcuno che ascolta, così come non ha colori finché non c’è qualcuno che guarda. Se però un albero cade nella foresta e non c’è nessuno ad ascoltare, ma c’è un microfono collegato a degli altoparlanti, fa rumore?   Blow-Up, lo sguardo sul mondo - Michelangelo Antonioni

Arte di partire

Il primo gesto di ogni vero viaggio ha qualcosa di lento. Non credete a chi si mostra deciso, privo di dubbi e incertezze. Nasconde sensazioni incomprensibili e contraddittorie. Lui stesso non vuole crederci: ha sognato e desiderato per mesi questo momento e ora come è possibile che non voglia più partire? E’ qualcosa di inspiegabile. Nasconde, dietro il sorriso, una stanchezza improvvisa, un indefinibile senso di solitudine. Nella sua testa stanno passando, come cavalli a galoppo, mille sagge ragioni che suggeriscono di non andare. La partenza è un momento di fine e di inizio. E’ necessario, credetemi, trovare coraggio. Occorre coraggio nel cancellare ogni dubbio e affrontare quel ‘momento di fare spazio al proprio sogno-bisogno’. E ne occorre tanto per sciogliere gli ormeggi e mollare la cima che ci tiene legati alla banchina. ‘Fa’ salpare il tuo sogno, ficcaci dentro la tua scarpa’, dice il poeta romeno Paul Celan. Non sempre è facile.” Andrea Semplici, In viaggio con Kapuscinski. D

FramMenti

I contemporanei, i quali hanno permesso che le cose qui descritte accadessero, pospongano il diritto di ridere al dovere di piangere. I fatti più inverosimili qui riportati sono accaduti veramente; ho dipinto ciò che altri si sono limitati a fare. I più inverosimili discorsi qui tenuti sono stati pronunciati parola per parola; le più crude invenzioni sono citazioni. —  Karl Kraus, premessa a Gli ultimi giorni dell’umanità, 1922

Libro

Provo a cominciare un libro: in realtà non posso più attendere; sono certo che neppure una pagina di questo verrà pubblicata: pazienza. Non direi che mi dispiaccia poco: ma è più importante scrivere un libro che stamparlo. Una pagina non scritta ci sta dentro come un umore maligno, amaro, si fa cattivo; quella parte che doveva scriverlo si fa attratta e cancerosa. L'incertezza di pubblicare mi ha fino a oggi impedito di scrivere tranquillamente quello che mi passava per il capo. Ora la sicurezza di non poter pubblicare mi toglie molta inquietudine. Se scrivere una qualunque sciocchezza mi dà una qualche felicità, non c'è ragione perché non lo faccia. Anche scrivere un libro é un atto pratico. Serve per rendere tollerabile l'esistenza, per rinviare il suicidio, per dare al lampione che incontriamo l'apparenza di una donna. Non ci può salvare, perché nulla ci può salvare. È un rito magico, uno scongiuro. Forse all'inferno non si può scrivere. - Giorgio Manganelli 

FramMenti

La vera differenza, nella vita, la fa il capire che per alcune persone il tempo scorre, per altre il tempo scade. vuotoinformaldeide

Il bosco

Prima furono gli orsi, perché la gente ormai aveva paura di passeggiare liberamente nei boschi. Poi furono i lupi, perché è notorio che i lupi mangiano i bambini, oltre al vostro amatissimo cane. A seguire sterminarono i cinghiali, che sono grossi e pericolosissimi, e se ne prendi uno con la macchina ciao, tu la macchina e il cinghiale (ma del cinghiale chissenefrega). Poi venne il turno delle vipere, perché è ingiusto che non si possa fare un picnic in santa pace senza essere morsi. Però, per essere sicuri sicuri, non uccisero solo quelle, ma proprio tutti i serpenti, perché comunque fanno schifo, e nessuno ne avrebbe sentito la mancanza. Quindi uccisero i cervi, che erano sì carini, ma con quei palchi si sa mai, è un attimo che ti sventrano se gli gira male. E uno che fa motocross tranquillo nel bosco non può pensare pure ai cervi, santo cielo. Poi toccò a volpi e faine, perché beh, c'è il discorso della rabbia... Ammazzarono quindi tutti i tassi, i ricci e gli scoiattoli, perché

FramMenti

Schiavi di un sistema che prima ti spremeva per mezza vita, poi ti mandava in pensione a prendere fiato prima di morire. Adesso tra la schiavitù e la morte il tempo di prendere fiato si è azzerato. Quando altri schiavi, più schiavi di noi, schiavi della morte, della fame, delle malattie e della miseria, bussano alle nostre porte, ce la prendiamo con loro. Non sia mai che ci portino via qualche briciola della nostra schiavitù privilegiata. E quelli che ci mantengono in questa condizione di schiavitù di prima scelta e i loro servi, continuano a prosperare, supportati dal nostro inutile odio, dalla nostra ignoranza e dalle nostre paure. Fino a quando non rivolgeremo contro costoro il nostro odio, non potremo fare altro che diventare più brutti, sporchi e cattivi. E poveri. Ecco, adesso posso andare al bar a prendere un caffè.  Gianni SoLa - SoLa.Zione Finale

Il fascismo eterno

 A dispetto di questa confusione, ritengo sia possibile indicare una lista di caratteristiche tipiche di quello che vorrei chiamare l’"Ur-Fascismo‬ o il fascismo eterno" -La prima caratteristica di un Ur-Fascismo è il culto della tradizione. Questa nuova cultura doveva essere sincretistica. (... )deve tollerare le contraddizioni. Tutti i messaggi originali contengono un germe di saggezza e quando sembrano dire cose diverse o incompatibili è solo perché tutti alludono, allegoricamente, a qualche verità primitiva. Come conseguenza, non ci può essere avanzamento del sapere. La verità è stata già annunciata una volta per tutte, e noi possiamo solo continuare a interpretare il suo oscuro messaggio.  -Il tradizionalismo implica il rifiuto del modernismo.(...) Il rifiuto del mondo moderno era camuffato come condanna del modo di vita capitalistico -L’irrazionalismo dipende anche dal culto dell’azione per l’azione. Perciò la cultura è sospetta nella misura in cui viene identificata co

FramMenti

Un allievo chiede al suo maestro: “Come posso superare il dolore?”. Il Maestro con un sorriso gli ordina di prendere un pugno di sale e di versarlo in una ciotola di acqua. Gli chiede di berla. “Come è?” chiede. “È aspra, è cattiva!”. Ordina al discepolo di prendere un nuovo pugno di sale e di seguirlo. Lo porta ad un lago, entra con lui dentro l’acqua per 4 passi, e gli chiede di versare il sale nell’acqua. Dalla tunica prende la ciotola, la riempie di acqua e chiede di berla. “Come è?”. “È fresca, è buona”. “Ecco la via per superare il dolore: trasformati da ciotola in lago”.

Diventa madre a 50 anni

Immagine
Una coppia di Avellino ha dato alla luce una bambina in una condizione che sembrava impossibile, in età avanzata e dopo 2 aborti e 8 tentativi di fecondazione assistita falliti. Barbara Caramico di 50 anni e il marito Fabio De Luca sono diventati genitori di Beatrice, una bimba di 3 chili nata nella Clinica Malzoni di Avellino grazie al gruppo di medici e infermieri guidato dal dottor Raffaele Petta. Dopo diversi anni di insuccessi e una lunga serie di terapie non andate a buon fine, la coppia ha tentato ancora una volta, riuscendo a realizzare un vero e proprio prodigio, proprio quando sembrava non esserci nulla da fare. La neo-mamma Barbara Caramico è tornata nella sua casa dopo pochi giorni e con un visibile entusiasmo ha voluto ringraziare pubblicamente “tutto il personale medico, ostetrico, infermieristico della Clinica Malzoni per la amorevole competenza e disponibilità e soprattutto il dottor Raffaele Petta che con la sua equipe ha realizzato una impresa che sembrava impossibile

FramMenti

Ero stato un bambino considerato idiota. Fui bocciato in seconda elementare perché giudicato incapace di apprendere. Quando parlo, cercando di insegnare qualcosa, è sempre a lui che mi rivolgo, al bambino idiota che sono stato. È per lui che riduco, sminuzzo, – mastico le cose sino all’osso. Nelle persone alle quali mi rivolgo mentre insegno, cerco sempre il volto annoiato e un po’ ebete del bambino che sono stato. Io parlo a lui che è il mio testimone. Distillo le parole, ripeto lo stesso concetto in forme leggermente differenziate, ci giro attorno, lo spremo come fosse un limone per provare a estrarne tutto il succo. Parlo a lui. Massimo Recalcati 

I forti

I forti non sono amati da tutti. Sono scomodi. Sono poco manipolabili. I forti sanno sentire se stessi, conoscono i loro diritti e non sono disposti a rinunciarci. Sanno essere felici malgrado tutto. Hanno delle radici potenti che non si possono estirpare. Non è facile distruggere i loro principi, la loro dignità, la loro fiducia in se stessi. Sono in grado di sostenere qualsiasi verità, i colpi del destino, la tortura del tradimento e le tempeste delle proprie emozioni. Non hanno paura del dolore: hanno già attraversato il loro inferno personale e sanno trasformare le ferite in saggezza, sanno godere la vita, conservando nel cuore la bellezza e la tenerezza. Non si aggirano sulla strade altrui, non commerciano in felicità, non elemosinano l’amore. Ma se dovessero conoscere questo sentimento, lo accetterebbero come un dono e non tradirebbero mai coloro che amano. Vivendo con onestà, i forti si evolvono, si approfondiscono. Ciascuno di loro porta una croce personale senza farla cadere s

Etichette

Mostra di più