FramMenti

In quarta scoprii il patriottismo: cantando in coro con le mie compagne Le ragazze di Trieste. A casa, papà era fiducioso nella vittoria; la mamma stava in pensiero per i suoi fratelli (anche zio dottore era al fronte), e per tutti i soldati. Si raccomandava a papà perché ottenesse «l’esonero» per quelli che erano padri di famiglia (loro dicevano «il zónero»). Il patriottismo era una cosa dei signori. In paese cantavano il famoso «se vuoi veder Trieste – la guardi in cartolina» e io ne soffrivo un po’. Ma Ciota andava piú in là. Cantava con aria cupa e vendicativa: e quei signori che han gridato viva la guerra or che hanno un figlio sotto terra viva la guerra non gridan piú. Capivo che non si poteva contrapporre a quel «sottoterra» le «ragazze di Trieste».   

Lalla Romano, La penombra che abbiamo attraversato, Einaudi, 1964¹; p. 155.


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