Post

Visualizzazione dei post da ottobre, 2020

Attilio Bertolucci

Gli anni                     Le mattine dei nostri anni perduti i tavolini nell’ombra soleggiata dell’autunno, i compagni che andavano e tornavano, i compagni che non tornarono più, ho pensato ad essi lietamente. Perché questo giorno di settembre splende così incantevole nelle vetrine in ore simili a quelle d’allora, quelle d’allora scorrono ormai in un pacifico tempo, La folla è uguale sui marciapiedi dorati, solo il grigio e il lilla si mutano in verde e rosso per la moda, il passo è quello lento e gaio della provincia.

Balene, elefanti e uomini

Due notizie arrivano in sordina tra le pieghe dei giornali, eppure meriterebbero un minuto (ma facciamo anche due) di riflessione.  In Tasmania, 90 balene guida hanno perso l'orientamento avvicinandosi troppo alla costa alla ricerca di cibo. Altre 200 le hanno seguite, incastrandosi tra sabbia e rocce. Nonostante l'aiuto immediato, molte sono morte e molte altre moriranno. Com'é possibile che TUTTE 90 abbiano perso la bussola? Nessuno se lo spiega. Qualcosa nel loro sistema radar naturale si é inceppato portandole verso la morte. Le altre, fidandosi di loro, faranno la stessa fine.  Io penso, ma é solo un mio pensiero, che qualcosa nel mare le abbia "ferite" forse l'inquinamento che ormai da molti anni sta lentamente avvelenando gli oceani.  In Botswana, circa 300 elefanti si sono accasciati senza più rialzarsi. Sono morti lentamente, colpiti da un virus (o batterio) sconosciuto che in un attimo ha compiuto la strage.  Da dove é arrivato? Anche qui nessuna ris

Possessione

Esistono - di uno stesso testo - letture fatte per dovere, letture che registrano e sezionano, letture che sentono un fruscio di suoni mai uditi, che contano piccoli pronomi grigi per diletto o per istruzione e per un certo tempo non odono né oro né mele. Ci sono letture personali, che cercano di afferrare significati personali, io sono piena d'amore, o di disgusto, o di paura, e vado in cerca d'amore, o disgusto, o paura. Ci sono - credetemi - letture impersonali in cui l'occhio della mente vede le righe muoversi in avanti e l'orecchio della mente le sente cantare e cantare. Di tanto in tanto ci sono letture che fanno rizzare e tremare i peli sul collo, il nostro vello inesistente, quando ogni parola brucia e splende aspra e chiara e infinita ed esatta, come pietre di fuoco, come stelle puntiformi nel buio - letture in cui la consapevolezza che conosceremo ciò che è scritto in maniera diversa o migliore o soddisfacente, precorre qualsiasi capacità di dire ciò che sappi

Una democrazia basata sugli starnuti

Gli starnuti sono qualcosa che facciamo quando siamo malati: per noi umani sono una reazione automatica a una minaccia esterna, ma secondo una nuova ricerca sono il modo in cui i cani selvatici africani, detti anche licaoni, danno il proprio assenso a una proposta di altri membri del branco. (...)  L’obiettivo dello studio era capire come il branco decide se andare a caccia o meno. Solitamente i licaoni tenuti sotto osservazione iniziavano a radunarsi e praticare “cerimonie di saluti propedeutiche alla partenza, socialmente complicate e che richiedono molta energia”; questi riti prevedono anche un certo numero di starnuti – che lo studio definisce “rapide e forti esalazioni nasali” – e i ricercatori hanno notato che maggiore è il loro numero più è probabile che il raduno si concluda con l’andare a caccia, come confermato dalle osservazioni e dai dati raccolti su 68 diversi raduni.  La percentuale minima di starnuti richiesta non è costante, ma varia in base all’importanza dei membri ch

Montedidio

Seduti a terra sotto il davanzale dei lavatoi, Maria mi fa tenere le mani sul suo petto. Sto un poco storto, scomodo, però le lascio lì. La frangia nera sulla fronte sua piglia un poco di ventariello fresco di ponente, le asciuga la faccia, ci guardiamo zitti per dei minuti sani. Non sapevo che è così bello guardare, guardarsi vicino. Stringo l'occhio buono, con l'altro vedo meno preciso però si sveglia il naso che tira a bordo l'odore sudato di Maria e l'amaro del legno del bumeràn che sta in braccio a me. Lei pure chiude un poco un occhio, poi fa a cambio con l'altro e ci guardiamo fitto e poi scappa da ridere per certe smorfie di cambiare luce agli occhi. Stasera ha detto: "Mi importa di te". Pur'io ci tengo, ma non lo so dire così giusto e neanche posso rispondere "pur'io". Così mi sto zitto. Erri De Luca

Cronache di ordinario razzismo

V libro bianco sul razzismo in Italia 7.426 episodi di razzismo in dodici anni.  È con questo flash che il V Libro bianco sul razzismo in Italia fotografa il volto intollerante del Belpaese. Un flash che raccoglie le segnalazioni arrivate all’associazione Lunaria dal 1° di gennaio 2008 al 31 marzo 2020. Segnalazioni che, ovviamente, danno una fotografia sfumata della realtà, approssimata per difetto, perché «la gran parte delle ingiustizie e discriminazioni resta confinata nel silenzio di coloro che le subiscono e nell’omertà dei molti che ne sono testimoni passivi e, dunque, complici». Prima di entrare nella cronaca degli episodi di violenza verbale (5.340), di discriminazione (1.008), di aggressioni fisiche (901), di danneggiamenti alle proprietà(177) e di raccontare le storie esemplari di questo sentire razzista, il Libro parte da una premessa: non solo il razzismo è un fenomeno radicato nel territorio, ma è innanzitutto istituzionale.  Cala dall’alto, sdogana i comportamenti, non c

John Steinbeck - L'inverno del nostro scontento

Quando il mattino biondo oro di aprile destò Mary Hawley, ella si volse al marito e lo vide, coi mignoli in bocca le faceva le smorfie. «Scemo» disse. «Ethan, hai trovato l'estro comico.» «Senta, Topolina, mi vuol sposare?» «Ti sei svegliato scemo?» «Il buon dì si vede al mattino.» Cit. da L'inverno del nostro scontento ‐ Incipit

L'avvoltoio

Immagine
Questa foto fu scattata da Kevin Carter nel 1993 in Sudan. Successivamente si tolse la vita a causa della depressione. Tuttavia è stato in grado di scacciare l'avvoltoio dopo che la foto fu scattata. L'avvoltoio affamato che aspetta l'ultima agonia del bimbo rappresenta il male nel mondo: il suo destino è il destino di tutti noi, affamati di verità ma nutriti da falsità velenose. Qui non c'è supremazia nera o bianca, solo l'emblema della realtà: il miserabile fallimento del sistema capitalistico consumistico che abbiamo creato e che solo pochi "folli" mettono in discussione! Ogni giorno mediamente muoiono 30000 persone di fame, di cui solo 7000 sono bambini! Questa è la vera pandemia nel 2020. Se tutti i giorni i telegiornali aprissero con questa notizia (forse l'unica vera ed "importante"), nessun'altra tipologia di notizia in seguito desterebbe più interesse. Altro che corona virus! Silvana Boninchi

Futuro

Un individuo totalmente solo è inimmaginabile, così come è insopportabile un futuro senza avvenire. Inversamente, però, il fatto di subordinare un individuo alle norme collettive e la sua vita futura all’avvenire di un gruppo è tipico del totalitarismo. Il radioso avvenire che un tempo veniva promesso alle masse popolari era un’idea contraddittoria e irrealizzabile: implicava, infatti, che il tempo si fermasse e dunque che il futuro – e l’individuo – scomparissero. In fondo, ciò che vale per l’avvenire vale anche per la felicità. La democrazia non ha come fine la felicità di tutti ma ha quello di crearne per tutti le condizioni di possibilità, eliminando le più evidenti cause di infelicità. Un avvenire auspicabile per tutti è quello in cui ognuno possa gestire liberamente il suo tempo e dare senso al futuro individualizzando il proprio avvenire. Futuro -   Marc Augé - Bollati Boringhieri 2012

Le fotografie, l'arte e l'improbabile amore per Frida Kahlo

Immagine
La storia di Tina Modotti, fotografa rivoluzionaria Assunta Adelaide Luigia Modotti Mondini, abbreviata in Tina Modotti, nacque ad Udine il 16 agosto del 1896 da una famiglia operaia. Il padre, Giuseppe, era un carpentiere mentre la madre, Assunta Mondini Saltarini, era casalinga. Fu battezzata nel gennaio del 1897 e fu suo padrino Demetrio Canal, anarchico e calzolaio. La famiglia, per ragioni economiche, fu costretta ad emigrare in Austria quando la piccola Tina aveva solo due anni. Durante la permanenza austriaca, la vita di Tina fu allietata dalla nascita di cinque fratelli, di cui l’ultimo, Ernesto, morì a soli tre anni a causa di una meningite. Nel 1905 la famiglia Modotti rientrò ad Udine. Tina frequentò, con profitto, le prime classi della scuola elementare. A dodici anni iniziò a lavorare come operaia in una fabbrica tessile, la Raiser, per contribuire al mantenimento della famiglia essendo il padre emigrato in America in cerca di lavoro e fortuna. Nel frattempo Tina in

Don Chisciotte

A tutti gli illusi, a quelli che parlano al vento. Ai pazzi per amore, ai visionari, a coloro che darebbero la vita per realizzare un sogno. Ai reietti, ai respinti, agli esclusi. Ai folli veri o presunti. Agli uomini di cuore, a coloro che si ostinano a credere nel sentimento puro. A tutti quelli che ancora si commuovono. Un omaggio ai grandi slanci, alle idee e ai sogni. A chi non si arrende mai, a chi viene deriso e giudicato. Ai poeti del quotidiano. Ai “vincibili” dunque, e anche agli sconfitti che sono pronti a risorgere e a combattere di nuovo. Agli eroi dimenticati e ai vagabondi. A chi dopo aver combattuto e perso per i propri ideali, ancora si sente invincibile. A chi non ha paura di dire quello che pensa. A chi ha fatto il giro del mondo e a chi un giorno lo farà. A chi non vuol distinguere tra realtà e finzione. A tutti i cavalieri erranti. In qualche modo, forse è giusto e ci sta bene… a tutti i teatranti. (Miguel de Cervantes Saavedra, Don Chisciotte)

Buonanotte del 25 ottobre 2020

“Si può ritenere che la meraviglia della vita sia sempre a disposizione di ognuno in tutta la sua pienezza, anche se essa rimane nascosta, profonda, invisibile, decisamente lontana. Tuttavia c'è, e non è né ostile e né ribelle. Se la si chiama con la parola giusta, con il suo giusto nome, essa arriva.”  (Franz Kafka)

Io so cos'è questo

Immagine
Nell'estate del 1948 avvenne l'incontro che cambiò completamente la mia vita. Non avevo ancora compiuto diciotto anni e i nonni decisero di portarmi in vacanza a Pesaro, da due cugine che la nonna da tempo si riprometteva di andare a trovare. (...) Alloggiavamo al Vittoria, un albergo elegante affacciato sul mare. Faceva un caldo micidiale, la spiaggia era bruttissima, piatta, e non c'era niente che mi piacesse. Decisi di fare un bagno e sulla spiaggia incontrai una mia cugina in compagnia di alcuni amici tra cui c'era Alfredo, il mio futuro marito. Ci innamorammo all'istante, e tre giorni dopo eravamo fidanzati. (...) Alfredo viveva a Bologna. Era laureato in Legge e lavorava in uno studio legale. Gli bastò notare il mio numero sul braccio (ero in costume, e il tatuaggio era in vista) per capire che - nonostante la differenza d'età - non ero un ragazzina come le altre. "Io so cos'è questo" mi disse, notando le cifre sul mio polso.

Posidonia

Ti ho attesa da sempre, eri nel volto di ogni donna all'angolo di ogni via, eri la sabbia che brucia la pelle, il vento d'aprile, la pioggia dell'ultimo dell'anno, eri nei libri che ho comprato, nelle case che ho attraversato, nelle cose che ho scritto e che ho strappate, eri con me all'osteria e al supermarket nei giorni che la vita se ne andava e in quelli che, come il mare, tornava, eri la luna una sonata per piano di Schumann, un occhio di lince, la posidonia che tenera s’avvinghia, le albe che venivano dopo l'insonnia, eri sempre là dove ti aspettavo, eri la pelle di cui non si può fare a meno, eri nelle cose e dentro di me ti ho attesa da sempre. — Luther Blisset

Buonanotte del 24 ottobre 2020

Non possiamo salvare tutti. Ma questo non significa che non possiamo provarci. A volte un’illusione utile è meglio di una verità inutile. Non crescerà nulla di commestibile in questo freddo gelido, ma possiamo comunque coltivare dei fiori.  ‪Colson Whitehead

Chiedimi perché vado in montagna

Immagine
- Chiedimi perché vado in montagna. Chiedimi perché, quando il resto mi sta stretto, l'unica via è il sentiero. Chiedimelo. - Perché? - Perché in montagna non puoi sprecare fiato per parole inutili. Lo devi conservare per arrivare in cima, e il resto è silenzio o parole gentili. Perché l'unico peso è lo zaino. Non c'è peso per il cuore. Perché tutti, se lo desiderano, possono arrivare in cima. Solo un passo dietro l'altro. Perché incroci persone che trovano ancora un momento per salutarti. Perché non ci sono orpelli: ci sei tu e c'è il tuo corpo, che devi custodire e curare, se vuoi avere le forze. C'è il cielo con i suoi umori. Non si scherza con la pioggia, il vento, la neve o la notte. Devi fare molta attenzione, e tornare a quello stadio primitivo in cui la natura e i suoi movimenti erano parte della tua vita, parte integrante del tuo quotidiano. Non puoi snobbare la natura, in montagna: ti tira per la manica, ti chiede di guardarla, di studiarla, di esse

Giovanni Quessep

Tacere è bello   Tacere è bello, a volte,  nella disgrazia, quando il cuore  riconosce i suoi fiori  nella morte incantata;   e ascoltare appena quella musica  dei giardini insonni,  mentre cadono le foglie  che vigili in un tempo diverso ci conducono.   Tacere è bello, allora,  sentire la polvere amata  che passa in un cielo innumerevole  nella notte mortale o il disincanto.  Dire niente, guardare nei sogni la penombra del bosco, come un'ala che si apre  dall'azzurro profondo dei suoi fiori.   Oh tu che regni nella notte, rosa del paradiso che non torni,  lasciami ascoltare il tuo magico incanto attraverso le vie della neve.  Dimmi, nel tuo perduto corpo, che azzurro  mi avvolgerà, dimmi, c'è un'altra forma per non morire a parte il canto che in solitudine si svela?   Tacere è bello nella disgrazia sotto l'ombra confusa, e aspettare che chiuda i nostri occhi  il cielo sconfinato delle favole.

Buonanotte del 23 ottobre 2020

“Verrà un giorno che l'uomo si sveglierà dall'oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo… l'uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo.” (Giordano Bruno)

Umberto Tommasini

Anarchico Umberto Tommasini (Vivaro, 9 marzo 1896 – Vivaro, 22 agosto 1980) è stato un anarchico italiano. Nasce a Vivaro il 9 marzo 1896 e passa i primi anni della sua vita fra questo piccolo paese di origine dei suoi genitori - Angelo e Bernardina - e Trieste. Nel 1902 la madre muore, poi nel 1909 Umberto e i fratelli maggiori, Vittorio, Leonardo e la sorella Luigia, si trasferiscono definitivamente a Trieste dove il padre continuava a lavorare come facchino, pur ritornando periodicamente a Vivaro. Nel settembre 1909 Umberto inizia a lavorare come apprendista fabbro in un'officina, iscrivendosi anche alle scuole serali e domenicali con l'obiettivo di poter diventare macchinista navale. Il padre è socialista militante e orienta in questo senso anche la formazione dei figli che seguono appassionatamente dibattiti e comizi. A tredici anni Umberto scende in piazza per partecipare allo sciopero generale dell'ottobre 1909 contro la fucilazione dell'anarchico spagnolo F

Nostalghia

Il male vero del nostro tempo è che non ci sono più i grandi maestri. La strada del nostro cuore è coperta d'ombra; bisogna ascoltare le voci che sembrano inutili;   bisogna che dai cervelli occupati dalle lunghe tubature delle fogne e dai muri delle scuole, dagli asfalti e dalle pratiche assistenziali, entri il ronzio degli insetti. Bisogna riempire gli orecchi e gli occhi di tutti noi, di cose che siano all'inizio di un grande sogno. Qualcuno deve gridare che costruiremo le piramidi. Non importa se poi non le costruiremo. Bisogna alimentare il desiderio. Dobbiamo tirare l'anima da tutte le parti come se fosse un lenzuolo dilatabile all'infinito. Se volete che il mondo vada avanti dobbiamo tenerci per mano. Ci dobbiamo mescolare i cosiddetti sani e i cosiddetti ammalati. Ehi, voi sani, che cosa significa la vostra salute? Tutti gli occhi dell'umanità stanno guardando il burrone dove stiamo tutti precipitando. La libertà non ci serve se voi non avete il coraggio di

Buonanotte del 22 ottobre 2020

Ad alcune persone potrebbe essere donato un intero campo di rose e in esso vedrebbero solo spine. Ad altri potrebbe essere dato uno stelo di gramigna e loro vedrebbero un fiore selvatico. La percezione è una componente chiave della gratitudine. E la gratitudine una componente chiave per la gioia.  Amy Weatherley

The day after tomorrow

Nessuno sa come e quando finirà questa "tragedia". Possiamo solo sperare che si trovi un rimedio, un vaccino, un qualsiasi medicamento che ci aiuti a superare questo momento. Salveremo per lo meno il corpo. Ma quelle ferite sociali, le paure nell'avvicinarsi agli altri, la perdita di posti lavoro e la chiusura di molte attività, quello non riusciremo a salvarlo. Saremo nuovamente nel dopo-guerra con le nostre vite bombardate e molte macerie a ricordarci la nostra perenne fragilità. Dovremo ricostruire, ma niente tornerà come prima. Non i mesi del necessario "sequestro" non i limiti imposti, non i metri che ci hanno obbligato a distanziarci, soprattutto da coloro che invece avremmo voluto abbracciare. Chi restituirà il tempo ai bambini? Quel tempo perso nei cortili, quello delle corse in bici, quello dei calci ad un pallone sognando d'essere campioni? Chi ci ridarà la possibilità dell'ultima carezza a coloro che abbiamo perso? Chi toglierà quel vetro che

Coraline

Non era stato coraggioso, restando lì fermo a farsi pungere – disse Coraline al gatto. – Non era stato coraggioso perché non aveva avuto paura: quella era l’unica cosa che potesse fare. Ma quando era tornato a riprendersi gli occhiali, sapendo che lì c’erano le vespe, aveva avuto veramente paura. Quello era stato vero coraggio. – Mosse il primo passo lungo il corridoio. Sentiva odore di chiuso, di polvere e di umidità. Il gatto avanzata lentamente accanto a lei. – E perché mai? – le domandò il gatto, con un tono che rivelava scarso interesse. – Perché – disse Coraline – quando hai paura di qualcosa, ma la fai comunque, quello è coraggio. Neil Gaiman

Buonanotte del 21 ottobre 2020

Non sono mai “io” che decido il “mio” desiderio, ma è il desiderio che decide di me, che mi ustiona, mi sconvolge, mi rapisce, mi entusiasma, mi inquieta, mi anima, mi strazia, mi potenzia, mi porta via.  Massimo Recalcati

Scusate

Scusate se siamo fuggiti dalle guerre che voi nutrite con le vostre stesse armi Scusate se ci siamo avvelenati con i rifiuti tossici sotterrati dalle vostre potenti industrie Scusate se avete dissanguato la nostra terra, deprivandoci di ogni possibile risorsa Scusate la nostra povertà figlia della vostra ricchezza dei vostri neo-colonialismi Scusate se veniamo massacrati e disturbiamo le vostre vacanze col nostro sangue invisibile Scusate se occupiamo coi nostri sudici corpi i vostri centri di detenzione Scusate se ci spezziamo la schiena nei vostri campi di pomodoro schiavi senza alcun diritto Scusate se viviamo nelle vostre baracche di lamiera ammucchiati come bestie Scusate per la nostra presenza che causa ogni vostra crisi e non vi fa vivere bene Scusate se le vostre leggi non sono abbastanza severe e molti di voi vorrebbero la forca Scusate se esistiamo se respiriamo, se mangiamo persino se osiamo sognare Scusate se non siamo morti in ma

Pier Paolo Pasolini - Ragazzi di vita

Era una caldissima giornata di luglio. Il Riccetto che doveva farsi la prima comunione e la cresima, s'era alzato già alle cinque; ma mentre scendeva giù per via Donna Olimpia coi calzoni lunghi grigi e la camicetta bianca, piuttosto che un comunicando o un soldato di Gesù pareva un pischello quando se ne va acchittato pei lungoteveri a rimorchiare. Cit. da Ragazzi di vita ‐ Incipit

Buonanotte del 20 ottobre 2020

In Italia la principale e la più necessaria dote di chi vuole conversare, è il mostrare con le parole e coi modi ogni sorta di disprezzo verso gli altri, l’offendere quanto più si possa il loro amor proprio, il lasciarli più che sia possibile mal soddisfatti di se stessi e per conseguenza di voi stessi medesimi. Una società civile non può durare tra uomini continuamente occupati a deridersi in faccia gli uni e gli altri.  Giacomo Leopardi, Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl'Italiani

Facerías

"Il venerdì 30 agosto 1957 Facerías aveva un appuntamento con due amici all'incrocio delle strade dottor Urrutia e Pi y Molist con il corso Verdun, quasi di fronte alla porta d'ingresso del manicomio di S. Andrés. Si recò all'appuntamento non sapendo che i due compagni del gruppo erano stati arrestati. Come sua abitudine, prima dell'ora fissata aveva ispezionato la zona in un taxi per accertarsi che tutto fosse tranquillo. Ma la polizia aveva imparato molto negli ultimi tempi e aveva modificato i suoi metodi. Sapeva per esperienza quanto fosse difficile sorprendere nella strada uomini della tempra di Facerías o Sabaté, per cui questa volta non aveva montato nessun dispositivo visibile. Né un'auto, né un agente camuffato, né una camionetta di trasporto ferma ad aspettare: niente, niente in assoluto... Nonostante nulla si notasse, tutte le case dei dintorni erano state occupate e tutte le finestre che davano sul luogo dell'appuntamento erano piene di armi aut

D'ogni istante la mente s'innamora

D'ogni istante la mente s'innamora come fa la farfalla che guardiamo dimentichi, seduti sul mattone consunto, ancora in ombra, della soglia, svegliandoci dubitosi, le mani calde allacciate alle ginocchia. Quanto dura il silente abbandono, la pace, il muovere lento del sole nel volo sù sù per l'aria celeste di fumo che si sfa? Oh, infinitamente se perduto che ha l'occhio il palpitare irragionevole stanco ritorna a terra e d'improvviso ci sorprende alle spalle una presenza, la nostra fanciullezza troppo mite scolora in volto, l'ora brucia. Così eccoci, non lontani dal punto, la soglia porosa, ove sedevamo, l'inverno accettato da tutti qui. Il tempo è un battito di minuti che si sente a intervalli e si perde e ritrova senza spavento, mentre l'ultima luce del giorno s'apprende a un comignolo solitario, al curvo viandante che se ne va e non torna sino all'anno nuovo. Allora si sarà aperta l'aria un'altra volta, le strade tenere nel disgelo por

Buonanotte del 19 ottobre 2020

Il colore è un potere che influenza direttamente l’anima. Vassilij Kandinskij

Violenza sulle donne

Roberto Calderoli, "fatiscente" senatore della Lega, auspica che l'Italia segua l'esempio egiziano nel punire la violenza sulle Donne. Il "decomposto senatore" citando la sentenza di un presunto e non identificato "tribunale egiziano" che avrebbe comminato la pena di morte a tre ragazzi responsabili di stupro nei confronti di una ragazza, si chiede perché l'Italia non prende esempio da quella Giustizia. Esimia Inutilità, non prendiamo esempio perché Noi siamo un Paese Civile. La invito a consultare la Treccani sul termine "civile". Mi permetto di sottolineare che TUTTE le mie fonti non conoscono il caso da lei citato. Quindi é pura invenzione, tesa a strappare qualche consenso alle Donne Italiane, garantendo loro la più becera, crudele, inumana forma di violenza su chi di violenza si macchia. Quando avrà smesso di pensare col colon, la invito a rivedere il suo concetto di Giustizia quando parla dell'Egitto. Se c'é un Paese do

La grande fuga

L'Italia mi mancava. Nonostante le mie chiare origini asiatiche. La verità è che ero nata nel Belpaese, e avevo vissuto a un passo dal mare per tutta la vita. Fino a quando non era successo ciò che era successo. L'impossibile che diventa realtà, l'ombra di una condanna annunciata da tempo che si abbatte sulla presunzione del genere umano. E così, in quattro e quattr'otto, l'intero pianeta si era ritrovato a dover fare le valigie, pronto a traslocare verso lidi più tranquilli. Anzi, per nulla pronto a traslocare. Il piano di evacuazione era stato concepito decenni prima. Da menti visionarie e pazze allo stesso tempo. Gente che era stata sbattuta all'interno di una stanzetta senza finestre, a vita, con una bella etichetta appiccicata sulla fronte con su scritto "Attenzione: scienziato pazzo in regime di detenzione forzata, si prega di non rivolgere la parola. Grazie". Già, perché la storia è sempre la stessa. Profetizzare la fine di qualcosa - bella o b

Buonanotte del 18 ottobre 2020

Niente è più dolce, niente dona alla pelle una sensazione più delicata, più raffinata, più rara del pelo caldo e vibrante di un gatto.  Guy de Maupassant

Storia di un genocidio

STORIA DI UN GENOCIDIO DIMENTICATO: IN INDONESIA, NEL 1965, OLTRE MEZZO MILIONE DI OPPOSITORI VENNERO UCCISI CON LA COMPLICITÀ DI USA, REGNO UNITO E AUSTRALIA Si parla sempre poco dell'Indonesia, nonostante molte delle caratteristiche di questo grande arcipelago: è il quarto Paese più popoloso al mondo ed è inoltre il più grande Stato a maggioranza musulmana. La sua posizione strategica da "filtro" tra Oceano Indiano e Oceano Pacifico lo rende uno snodo fondamentale nello scacchiere mondiale. Queste caratteristiche non passarono inosservate agli occhi delle grandi potenze della Guerra fredda. Quando Sukarno, presidente dell'Indonesia sin dall'indipendenza, iniziò a strizzare l'occhio al partito comunista e ai paesi alleati di URSS o Cina, per gli Stati Uniti si rivelò necessario agire. Quando Suharto sostituì Sukarno in seguito a un colpo di stato, i comunisti furono immediatamente inseriti nella lista dei cattivi. L'omicidio di alcuni militari fu imme

Quello che inferno non è

Cinque sono le cose che un uomo rimpiange… E non sono mai quelle che consideriamo importanti durante la vita: 1) La prima sarà non aver vissuto secondo le nostre inclinazioni ma prigionieri delle aspettative degli altri. Cadrà la maschera di pelle con la quale ci siamo resi amabili, o abbiamo creduto di farlo. Ed era la maschera creata dalla moda, dalle false attese nostre, per curare magari il risentimento di ferite mai affrontate. La maschera di chi si accontenta di essere amabile. Non amato. 2) Il secondo rimpianto sarà aver lavorato troppo duramente, lasciandoci prendere dalla competizione, dai risultati, dalla rincorsa di qualcosa che non è mai arrivato perché non esisteva se non nella nostra testa, trascurando legami e relazioni. Vorremmo chiedere scusa a tutti, ma non c’è più tempo. 3) Per terzo rimpiangeremo di non aver trovato il coraggio di dire la verità. Rimpiangeremo di non aver detto abbastanza “ti amo” a chi avevamo accanto, “sono fiero di te” ai figli, “scusa” quando

Buonanotte del 17 ottobre 2020

“Lasciarsi guidare dalla musica è anche un gesto di umiltà, riconosci la grandezza dell'altro e diventi grande insieme a lui”.  Ezio Bosso

La fucilazione di Federico Garcia Lorca

UCCIDERE UN UOMO PER CANCELLARE CIÒ CHE RAPPRESENTA: LA FUCILAZIONE DI FEDERICO GARCĺA LORCA È l'alba del 19 agosto 1936. Spagna. Sono passate solo poche settimane dall'Alzamiento, il colpo di stato dei militari guidato da Francisco Franco. Due automobili lasciano la città di Granada e si dirigono verso una collina vicina, sulla strada tra Viznar e Alfacar. Nelle auto si trovano alcuni membri della Falange e i loro prigionieri. Ad un certo punto, lungo la strada, si fermano. I prigionieri scendono dalle auto e vengono fatti allineare. Il capo pattuglia dà l'ordine, è un attimo, ed i prigionieri vengono fucilati. Tra di loro, un insegnante locale, due anarchici e un poeta: Federico García Lorca. Federico García Lorca, che già da vivo era considerato uno dei più grandi poeti della sua generazione, è un artista cosmopolita e decisamente fuori dagli schemi, un personaggio di spicco dell'avanguardia culturale spagnola insieme ad artisti come Luis Buñuel e Salvador Dalí.

Eliseo Diego

Per la selva oscura   Una poesia altro non è  che una conversazione nella penombra  del vecchio forno, quando ormai  tutti se ne sono andati, e scricchiola fuori il bosco profondo; una poesia  altro non è che alcune parole che qualcuno ha amato, e cambiano  posto con il tempo, e adesso non sono che una macchia, una speranza indicibile;  una poesia altro non è  che la felicità, una conversazione  nella penombra, tutto  quello che è stato, e ora è silenzio.

I am a man: lo scipero vittorioso che fuse le rivendicazioni sindacali ai diritti civili

Immagine
Il 12 Febbraio 1968 i 1300 lavoratori della nettezza urbana e del servizio fognario di Memphis abbandonarono il loro posto di lavoro dichiarando lo sciopero. Alla base di tale scelta le durissime condizioni d'impiego, i salari da fame e l'assenza delle norme più elementari di sicurezza. Il primo del mese Echol Cole e Robert Walker, due operai, erano stati letteralmente triturati dalla macchina utilizzata per pressare e imballare la spazzatura. I due lavoratori erano neri, così come la stragrande maggioranza degli altri impiegati nel settore. Il sindaco democratico della città Henry Loeb venuto a conoscenza dello sciopero si era rifiutato di incontrare i rappresentanti sindacali e aveva mobilitato la polizia per reprimere una manifestazione bollata da subito come illegale. Dal 15 febbraio per togliere dalla strada i cumuli di immondizia vennero assunti dei crumiri bianchi che lavoravano scortati da pattuglie di agenti. I manifestanti reagirono organizzando, a partire dal 21,

A debita distanza

Da quando è cominciata la clausura forzata, mio figlio minore, 7 anni, un tipo per sua fortuna normalmente sereno e positivo, ogni tanto viene da me, chiede di essere preso in braccio, e si fa un pianto di qualche minuto. Non c’è bisogno di dirsi granché. Restiamo lì per un po’. Poi, dopo qualche parola di conforto (magari gli tocca sorbirsi la solita citazione dal Signore degli Anelli), torna tranquillamente a fare i suoi compiti o a giocare con i giocattoli che ormai invadono ogni angolo della casa, o a vedere video e cartoni animati sul tablet. A volte disegna. Il soggetto è sempre lo stesso: scene d’assedio. All’ennesima fotografia giunta sulla chat genitoriale, con il/la compagno/a di classe in posa con sorriso stirato e cartello arcobaleno «Andrà tutto bene», lui ha proposto di farne una mentre si punta una pistola giocattolo alla tempia, con il cartello «Che due palle». Proposta ovviamente cassata per quieto vivere, anche se mi ha fatto piangere il cuore reprimere una reazi

Insieme ce la possiamo fare

Cara cittadina, caro cittadino, siamo di nuovo alle prese con inni al fascismo e quant’altro. Questa volta denunciamo un gestore di una pizzeria che alza la mano per un saluto romano chiedendo scusa ad un quadro del Duce per aver servito alcuni clienti di colore. Scriveva Bob Marley “Fino a quando il colore della pelle sarà più importante del colore degli occhi ci sarà sempre la guerra”. Ed un po’ è così, perché ancora oggi nel 2000, nella società multietnica che non è uno spauracchio, ma una realtà, nel mondo in cui siamo tutti interconnessi, dei voli low cost e dei progetti Erasmus, qualcuno ancora agita fantasmi del passato, espone quadri di dittatori sanguinari e ci vorrebbe riportare alla piccola Italietta autarchica, autonoma, che difende la presunta razza italiana. Questi episodi sono il sintomo di un fallimento culturale degli anni scorsi quando abbiamo abbassato la guardia, abbiamo bocciato a prescindere idee e ideologie, bruciato valori, pensando che non servissero più, las

Popeye

Forse non tutti sanno che Popeye è esistito veramente. Frank 'Rocky' Fiegel, ispirò il personaggio di Popeye. Era un marinaio polacco, emigrato in Illinois negli Stati Uniti, che era sempre coinvolto in combattimenti e scorribande. Frank era anche noto per la sua forza fuori dal comune. Batteva avversari molto più grandi di lui al punto che a volte non si alzavano da terra quando li colpiva con un unppercut. Viene anche ricordato per il suo buon cuore e affetto verso i bambini. Il fumettista Elzie Crisler Segar era vicino a Frank e ha creato il personaggio Popeye nel 1919 per un fumetto comico del New York Journal ispirandosi al suo amico. Frank aveva un occhio più grande dell'altro, quindi il fumettista battezzò il personaggio “Pop-Eye” che in inglese è il nome di una malattia che colpisce alcuni pesci lasciandoli con un occhio più grande dell’altro. La lattina di spinaci che dà forza al marinaio esisteva anche nella vita reale ed era lo spuntino di Frank durante la pausa

Bambi

Immagine
L’11 ottobre 2020 su Facebook è stata pubblicata una foto in bianco e nero in cui si vede un soldato, in un campo, portare sulle spalle un asinello. L’immagine è accompagnata da questo testo: «Questo soldato porta sulle spalle un asino; non lo fa perché ama gli asini, ma perché la zona è minata. Se l’asino andasse in giro liberamente, salterebbero tutti per aria. Tenete buoni e sotto controllo gli asini in questo momento è vitale». Il riferimento nell’ultimo frase del messaggio è alla pandemia di nuovo coronavirus in atto. Questo è un contenuto fuorviante, circolato anche in inglese, che veicola una notizia falsa. Come hanno ricostruito i siti di fact checking Fake History Hunter e Snopes non è vero che il soldato in foto trasporta un asino sulle proprie spalle perché, insieme ad altri soldati, si trova in un campo minato. La foto è stata scattata nel luglio del 1958 in Algeria, durante la guerra d’indipendenza algerina. L’immagine mostra in realtà un soldato della 13a Semibrigata dell

Saul Bellow - Herzog

Se sono matto, per me va benissimo, pensò Moses Herzog. C'era della gente che pensava che fosse toccato, e per qualche tempo persino lui l'aveva dubitato. Ma adesso, benché continuasse a comportarsi in maniera un po' stramba, si sentiva pieno di fiducia, allegro, lucido e forte. Gli pareva d'essere stregato, e scriveva lettere alla gente più impensata. Era talmente infatuato da quella corrispondenza, che dalla fine di giugno, dovunque andasse, si trascinava dietro una valigia piena di carte. Se l'era portata, quella valigia, da New York a Martha's Vineyard. Ma da Martha's Vineyard era riscappato indietro subito; due giorni dopo aveva preso l'aereo per Chicago, e da Chicago era filato in un paesino del Massachusetts occidentale. Lì, nascosto in mezzo alla campagna, scriveva a più non posso, freneticamente, ai giornali, agli uomini pubblici, ad amici e parenti e finì per scrivere pure ai morti, prima ai suoi morti e poi anche ai morti famosi. Cit. da Herzo

Etichette

Mostra di più