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Visualizzazione dei post da giugno, 2021

FramMenti

Io non credo in un’arte che non nasca da una forza, spinta dal desiderio di un essere di aprire il suo cuore. Ogni forma d’arte, di letteratura, di musica, deve nascere nel sangue del nostro cuore. L’arte è il sangue del nostro cuore. — E. Munch

Giorgiana Masi

12 maggio 1977 veniva uccisa Giorgiana Masi. Io non dimentico Giorgiana Masi doveva compiere ancora 19 anni, frequentava l'ultimo anno del liceo scientifico, uccisa da un proiettile vagante sparato da un poliziotto, a Ponte Garibaldi a Roma, mentre era in corso una manifestazione per ricordare la vittoria del referendum sul divorzio. Ministro dell'interno Francesco Cossiga Nessuno è stato mai indagato nè incriminato per quell'omicidio. Era una manifestazione di donne, una manifestazione non violenta indetta dal partito radicale e dal Movimento Liberazione Donna. Questa è la testimonianza del fotografo Tano D'Amico nel 2005 presente alla manifestazione del 12 maggio 1977: "Mi trovo in piazza della Cancelleria, all’angolo con corso Vittorio Emanuele. E’ un pomeriggio orrendo di cariche continue, ripetute, molto violente e rimango tagliato fuori posizione rispetto agli altri miei colleghi fotografi. Il ragazzo con i ricci e la tolfa in primo piano è un agente in borgh

Patricia Cornwell - Kay Scarpetta

Frammenti di tessuto cerebrale, simili a lanugine umida e grigia, punteggiavano le maniche del camice macchiato di sangue della dottoressa Kay Scarpetta. Si sentivano lo scroscio dell'acqua corrente nei lavabi d'acciaio e il ronzio della sega Stryker, e nell'aria aleggiava polvere d'osso fine come farina. Tre tavoli erano occupati, e si attendevano altri cadaveri. Era martedì 1° gennaio, il giorno di Capodanno. da Kay Scarpetta ‐ Incipit

FramMenti

"Forse noi due ci cercavamo molto più di quanto noi stessi pensassimo. E così abbiamo finito per prendere la strada più lunga e più contorta. Forse io non avrei dovuto fare quello che ho fatto. Ma non ho potuto farne a meno. E volevo dirti che la sensazione di intimità e tenerezza che ho provato per te, è stata un’emozione che non avevo mai sentito prima nella mia vita."   (Haruki Murakami, “Norwegian Wood”)

FramMenti

È anche un po’ colpa nostra, delle nostre aspettative, rimaniamo delusi perché semplicemente pensiamo di poter ricevere tutto ciò di cui abbiamo bisogno, pensiamo che dopo aver dato per tanto tempo, dovremmo avere in cambio altrettanto, ma non è così.

I Care

Non si poteva ignorarlo, era li' sul muro, davanti alla porta d'ingresso. Un semplice cartello con la scritta in rosso che ricordava a chiunque il primo Comandamento Umano: "Mi Importa". L'aveva messo su quel muro Don Milani alla Barbiana. Era l'impegno a guardare gli "altri" a prendersi cura di loro, a non voltare le spalle al prossimo. Mi preoccupo di te, ho a cuore il tuo destino, non sono indifferente. Questo il messaggio delle due semplici parole, nate in America e vissute nel mondo. Un impegno che ogni Persona deve assumersi, quello di prendersi cura dei più deboli, degli emarginati, degli sconfitti. "Mi importa, ho a cuore" é il messaggio di tutti coloro che non si tirano indietro, che impostano la loro vita con un occhio di riguardo verso coloro che hanno bisogno di aiuto, qualsiasi aiuto, per sopravvivere. Don Milani lo aveva capito e la Barbiana era la Chiesa dell'Uomo. Non é stato il solo. Milioni di Persone hanno adottato qu

Oppressioni

Il benessere animale, tanto amato, tanto difeso, tanto scolpito nel cervello dal martello dell'abitudine e dall'asservimento vi insegnerà ad odiare gli ultimi e ad amare le gabbie, con pace di coloro che con la menzogna si sono eretti montagne d'oro. L'autodeterminazione, l'emancipazione, la scelta e la conseguente lotta di liberazione animale non si conquistano chinandosi sottomessi ad altari gerarchici economici, partitici, mediatici, ad atteggiamenti autoritari, arroganti, ipocriti, a credere di risolvere il dramma dei segregati con briglie di seta colorate, a pensare di ammorbidire la prigione con collari di velluto "rispettosi", al delegare ad altri il proprio slancio ma s'incontrano nel sentiero che guarda a nuovi orizzonti. Una via pulita e sgombra da immondizia di qualsiasi colore o dimensione, una via tortuosa che insegna il cammino di liberazione dalle catene dell'oppressione. Tutte le oppressioni. L'unico benessere animale è lasciarl

FramMenti

"Non lasciarti tentare dai campioni dell’infelicità, della mutria cretina, della serietà ignorante. Sii allegro. […] T’insegneranno a non splendere. E tu splendi, invece."  (Pier Paolo Pasolini, “Lettere luterane”)

FramMenti

Quanto più cerchiamo sicurezza nelle cose, tanto più esse ci trasmettono angoscia e ci svelano la nostra tragica solitudine. — Arturo Paoli

Imila

NOME DI BATTAGLIA IMILA. LA RIVOLUZIONARIA CHE VENDICÒ CHE GUEVARA Ernesto Che Guevara era stato assassinato quattro anni prima, quando quel 1 aprile 1971 Monika Ertl riuscì a vendicarlo. Aveva finto di essere una reporter australiana e così era riuscita a entrare nel consolato della Bolivia ad Amburgo. Il suo obiettivo era Roberto Quintanilla Pereira, l'assassino del Che, quello che ne aveva offeso il cadavere tagliandogli le mani. Monika lo colpì con la sua Colt Cobra 38 Special. Tre colpi. Nessuno scampo. Quell'omicidio vendicava pure l'erede del Che, Inti Peredo, guerrigliero anche lui, torturato e ucciso anche lui. "Victoria o muerte" lasciò scritto Monika, in un biglietto posato sulla scrivania di Quintanilla, e poi ripartì per la Bolivia. Lì si concentrò su un altro uomo e su un'altra vendetta. Imila - come la chiamavano i rivoluzionari - voleva uccidere Klaus Altmann Barbie, l'ex capo della Gestapo di Lione, l'ex gerarca che si era nascosto nel

Rosa Parks

"La gente continuò a dire per molto tempo che non cedetti il mio posto semplicemente perché ero stanca, ma non è vero. Non ero stanca fisicamente, o almeno non più di come lo ero alla fine di ogni giornata. Non ero neppure vecchia, sebbene alcuni immaginano fossi abbastanza avanti con gli anni all'epoca. No, ero solo stanca di arrendermi." Il 1 dicembre 1955 Rosa Parks, una sarta di Montgomery (Alabama), sale su un autobus, paga il biglietto e si siede in un posto vuoto nella prima fila di sedili "comuni" dopo quelli riservati ai bianchi. Lentamente l'autobus si riempie e i posti per i bianchi vengono tutti occupati. Allora l'autista ordina a Rosa Parks e ad altre quattro persone di colore di spostarsi nella parte posteriore dell'autobus e lasciare il proprio posto ai bianchi che erano in piedi. Rosa, a differenza degli altri, si rifiuta e così il guidatore chiama la polizia per farla arrestare. Finisce in carcere con l'accusa di aver violato le

FramMenti

"Gli esseri umani non nascono sempre il giorno in cui le loro madri li danno alla luce, ma che la vita li costringe ancora molte altre volte a partorirsi da sé."   (Gabriel García Márquez, “ L’amore ai tempi del colera”)

FramMenti

La poesia qualcosa vale, credetemi. Impedisce di impazzire del tutto. — Charles Bukowski

Forgiando l’Armatura

"Mi rifiuto di sottomettermi alla paura che mi toglie la gioia della libertà, che non mi lascia rischiare niente, che mi fa diventare piccolo e meschino, che mi afferra, che non mi lascia essere diretto e franco, che mi perseguita e occupa negativamente la mia immaginazione, che sempre dipinge cupe visioni. Non voglio alzare barriere per paura della paura. Io voglio vivere e non voglio rinchiudermi. Non voglio essere amichevole per paura di essere sincero. Voglio che i miei passi siano fermi perché sono sicuro e non per coprire la paura. E quando sto zitto, voglio farlo per amore e non per timore delle conseguenze delle mie parole. Non voglio credere a qualcosa solo per paura di non credere. Non voglio filosofare per paura che qualcosa possa colpirmi da vicino. Non voglio piegarmi solo per paura di non essere amabile, non voglio imporre qualcosa agli altri per paura che gli altri possano imporre qualcosa a me; per paura di sbagliare non voglio diventare inattivo. Non voglio fuggir

FramMenti

"Non serbare nulla, spendi, sperpera allegrie, gioie, scambiale con aria azzurra perché vadano volando, per il cielo, fanne acqua, riempi i torrenti del mondo delle sue schiume sprizzanti, entra in anime assopite, e scuotile per le ali, agita, come di grano, grandi campi di speranze, straripa, straripati d'amare e d'essere amata».   (Pedro Salinas)

FramMenti

Chi non ha voglia di niente ha bisogno di tutto. — Oscar Wilde

Derek Walcott

Amore dopo amore Tempo verrà in cui, con esultanza, saluterai te stesso arrivato alla tua porta, nel tuo proprio specchio, e ognuno sorriderà al benvenuto dell’altro, e dirà: Siedi qui. Mangia. Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io. Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore a se stesso, allo straniero che ti ha amato per tutta la tua vita, che hai ignorato per un altro che ti sa a memoria. Dallo scaffale tira giù le lettere d’amore, le fotografie, le note disperate, sbuccia via dallo specchio la tua immagine. Siediti. È festa: la tua vita è in tavola.

FramMenti

Gentilezza insieme a coraggio significa prendersi la responsabilità delle proprie azioni e del proprio essere nel mondo, accettare la responsabilità di essere umani. Della gentilezza e del coraggio.   G. Carofiglio

FramMenti

Le nostre ferite sono spesso le aperture nella parte migliore e più bella di noi. — David Richo

Questa è la Repubblica nata dalla Resistenza

La sera del 5 maggio 1944, verso le 20:30, una squadra della Federazione dei Fasci vicentina, composta da Fausto Caneva, Adelmo Schiesari, Rodolfo Boschetti, Giovanni Brogliato, Angelo Girotto, Walter Rizzato e Aldo Alias, fece il suo ingresso a Campiglia dei Berici e, giunti davanti all’abitazione dei fratelli Aldo e Gerardo Tagliaferro, li trassero in arresto, conducendoli all’imbocco di un viottolo di campagna a un centinaio di metri di distanza, dove furono soppressi con alcune raffiche di fucile mitragliatore. Allontanatisi i fascisti, la moglie di Gerardo, aiutata dal fattore, recuperò le salme, che ricompose sul tavolo della sala da pranzo e vegliò durante la notte. Il brutale omicidio fu giustificato come la rappresaglia al ferimento, avvenuto alcuni giorni prima a opera di due sconosciuti, del commissario prefettizio, Luigi Gnesin, e del segretario del Fascio repubblicano, Giovanni Ferraretto. Fu in realtà una vendetta trasversale, che doveva colpire negli affetti più cari un

Sognavo una laurea

"Sognavo una laurea in una università così importante. Ero troppo povera per permettermela e oltretutto non ero nemmeno una brava studentessa. Mi sono educata attraverso i libri, libri che ho letto avidamente. Nel 1969 ero al Chelsea Hotel a New York, la mia vera università, dove ho incontrato artisti, attivisti, scrittori. Come Allen Ginsberg che fu il mio vero maestro, che mi insegnò a unire impegno civile e letteratura, parole e arte. Il mio secondo grande maestro al Chelsea fu William Burroughs. Mi insegnò che la cosa più importante per un essere umano è di mantenere il proprio nome pulito, lontano dalle macchie dell’ambizione, pulito di umanità. Oggi qui a Padova ho toccato il tavolo di Galileo. Un’emozione incredibile. E sapete cosa? Sembra il tavolo di un falegname. Grosso, grezzo, umile. Non certo un tavolo da principe o da ricco. Ecco, prometto di restare come quel tavolo per il futuro e vi ringrazio dal profondo del cuore”.   (Patti Smith - Laurea Honoris Causa in Letter

FramMenti

"Vieni, mio bel gatto, sul mio cuore innamorato; ritira le unghie nelle zampe, lasciami sprofondare nei tuoi occhi in cui l’agata si mescola al metallo. Quando le mie dita carezzano a piacere la tua testa e il tuo dorso elastico e la mia mano s’inebria del piacere di palpare il tuo corpo elettrizzato, vedo in ispirito la mia donna. Il suo sguardo, profondo e freddo come il tuo, amabile bestia, taglia e fende simile a un dardo, e dai piedi alla testa un’aria sottile, un temibile profumo ondeggiano intorno al suo corpo bruno."  (Gatto, Charles Baudelaire)

FramMenti

La letteratura, come tutta l’arte, è la confessione che la vita non basta. — Fernando Pessoa

Dittature

Dittature: 85 anni dalla presa di Addis Abeba Oggi, ad 85 anni dalla presa di Addis Abeba, parleremo della Campagna d’Etiopia. 5 maggio 1936: la presa di Addis Abeba “Oggi 5 maggio, alle ore 16, alla testa delle truppe vittoriose, sono entrato in Addis Abeba”. Questo il telegramma inviato a Mussolini dal Maresciallo di Pietro Badoglio, comandante del corpo di spedizione in Etiopia. In realtà la città era già stata raggiunta qualche giorno prima dagli ascari, ma comprenderete come non si potesse affidare l’entrata trionfale a dei negri. Badoglio era già stato Governatore della Tripolitania e della Cirenaica (Libia) dal 1928 al 1934, ove si era coperto di gloria assieme al suo degno sodale generale Rodolfo Graziani, Vice Governatore: i due mattacchioni organizzarono esecuzioni pubbliche dei capi dei ribelli e deportarono 100.000 individui appartenenti alle tribù seminomadi del Gebel (base attiva della resistenza antiitaliana), per i quali vennero allestiti degli insediamenti stabili atti

Foreste

"Tu puoi accendere le stufe con la torba, e le rimesse costruirle in pietra. Va bene, lo ammetto, abbatti foreste, se è necessario, ma perché sterminarle? Le foreste russe scricchiolano sotto l'ascia, periscono miliardi di alberi, sono devastati i rifugi delle bestie e degli uccelli, si insabbiano e seccano i fiumi, scompaiono senza rimedio meravigliosi paesaggi, e tutto questo perché all'uomo indolente manca il buon senso di ricavare dalla terra il combustibile. (A Elèna Andrèevna) Non è vero, signora? Bisogna essere barbari sconsiderati, per ardere nella stufa questa bellezza, per distruggere ciò che noi non possiamo foggiare. L'uomo è dotato d'intelligenza e di forza creativa per moltiplicare ciò che gli è dato, sinora però egli non ha creato, ma distrutto. Le foreste si fanno sempre più rade, i fiumi si seccano, la selvaggina si è estinta, il clima è guastato, e di giorno in giorno la terra diventa sempre più povera e più brutta."  (Anton Čechov)

FramMenti

"Mi piaceva pensare che i problemi dell’umanità potessero essere risolti un giorno da una Congiura di Poeti: un gruppo si prepara a prendere le sorti del mondo perché solo dei poeti ormai, solo della gente che lascia il cuore volare, che lascia libera la propria fantasia senza la pesantezza del quotidiano, è capace di pensare diversamente. Ed è questo di cui avremmo bisogno.”   (Tiziano Terzani)

FramMenti

Ciò che non mi uccide, mi rende più forte. — Friedrich Nietzsche

Gli effetti della competizione sui social

Dietro selfie ammiccanti e storie di successo ci sono sempre più persone mentalmente devastate dalla sovraesposizione. In quanto umani non siamo fatti per sostenere il giudizio della rete sulle nostre vite: nessuno - più o meno influencer - ha la struttura psichica adatta a gestire la gigantesca competizione dei social. Conta relativamente il numero dei seguaci: nessuna gratificazione può riempire il vuoto lasciato dall’ansia di essere perennemente in gara con i propri innumerevoli competitor. La corsa a diventare un brand di successo costringe alla finzione innanzitutto verso se stessi: i social non sono davvero un’agorà, ma una pista di corse perenni, e fermarsi a guardare fa perdere punti. A mancare in tanti è il giusto rapporto con il disagio, che viene trattato quasi sempre con una terapia d’urto: alla vergogna, emozione vitale e naturale, si è portati a rispondere con l’ostentazione e la vanità, che in un circolo vizioso finiscono col produrre ancora più vergogna. Si usano i prop

Aristofane - Lisistrata

Lisistrata: Di' che qualcuno le avesse invitate alla festa di Bacco, o di Colìade, o delle Genetìllidi, o di Pane, che pigia pigia ci sarebbe stato di timpaniste! Da sbarrar la via. Ora, invece, non c'è nessuna donna. da Lisistrata ‐ Incipit

FramMenti

Tu sei una giovane lumaca e tutto ciò che hai visto, tutto ciò che hai provato, amaro e dolce, pioggia e sole, freddo e notte, è dentro di te, e pesa, ed essendo così piccola quel peso ti rende lenta.   Luis Sepúlveda, Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza

FramMenti

Perché infliggere sofferenza agli altri, quando noi stessi cerchiamo di sfuggirla? — Budda

Gli ultimi

Il detto allude alla parabola evangelica in cui Yoshua afferma “Beati gli ultimi, poiché saranno i primi a entrare nel Regno dei Cieli”, intendendo dire che gli ultimi della gerarchia sociale, cioè coloro che non sono vissuti in funzione del successo sulla Terra e per questo sono magari disprezzati e maltrattati, saranno tra i favoriti, nonché primi, ad entrare in Paradiso. Quindi, la ricompensa per una vita di merda, sarà la noiosa Eternità di un Paradiso dove tutto funziona perfettamente, come in Svizzera. Quindi, per entrare nella Discoteca Celeste, devi aver passato le "pene dell'inferno" in Terra, subito ogni genere di soprusi, combattuto (e perso) contro la disperazione, essere trattato come un rifiuto umano e naturalmente morto di stenti. Allora, i Boys all'ingresso ti fanno passare per primo. Scusa la domanda Yoshua, ma perché ? Non potremmo evitare questo passaggio terreno, fatto di privazioni, sofferenze, umiliazioni ed accedere direttamente, senza tante bal

L'illusione di un sole sciolto all'orizzonte

Questa foto incredibile è, appunto, una foto! Ok, sembra una frase sciocca ma se vi dicessi che questo che stiamo vedendo è una cosa reale ma allo stesso tempo non è reale? La fisica ci dice infatti che è tutta una illusione, o per usare il termine corretto, un miraggio. Ciò che vediamo non è veramente come e dove lo vediamo: basterebbe cambiare alcuni parametri fisici e l'illusione sparirebbe. cosa succede, dunque? Perchè vediamo il Sole con questa curiosa forma che ricorda la lettera greca Omega? Fisica, dicevamo. Succede in particolare condizioni atmosferiche in prossimità della superficie del mare a cavallo dell'alba o del tramonto. Quando la superficie del mare è sufficientemente più calda dell'aria soprastante (condizione che si verifica maggiormente nelle stagioni più fresche) si può creare uno strato di aria "riscaldata" dal mare immediatamente al di sopra della superficie dell'acqua. Se potessimo tracciare il profilo verticale della temperatura, vedre

FramMenti

“E’ più facile ingannare la gente che convincerla che è stata ingannata.”   [Mark Twain]

FramMenti

In fondo, il segreto della vita è di fare come se ciò che ci manca più dolorosamente, noi l’avessimo. — Cesare Pavese

Siamo a livelli estremi!

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C’è gente che sta paragonando questa maschera di metallo, un modello che si usava ai tempi della schiavitù, alla mascherina che si usa oggi. Siete liberi di fare come volete, ma abbiate rispetto per persone schiavizzate oltre 400 anni, 400 milioni di persone deportate, più di 200 milioni di morti. Persone stuprate, impiccate, umiliate, mani tagliate, gambizzate ecc… Sapete perché questa maschera di metallo è stata utilizzata durante la schiavitù? Per 3 motivi principali: 1- Per evitare che gli schiavi mangiassero la frutta come mele, ananas, arance, anacardi, banane, durante il raccolto. Erano costretti a lavorare in maniera continua in tutte le piantagioni. 2- Impedire agli schiavi di cantare i loro canti spirituali africani. Non solo canti spirituali, ma anche canti di guerra, poiché avrebbero potuto motivarli a ribellarsi e combattere. 3- Affinché non insegnassero ai loro figli i dialetti (lingue) africani locali, costringendoli a imparare le lingue straniere. A volte i padroni degl

La bellezza di una donna

"Quando le chiesero di rivelare i suoi segreti di bellezza, Audrey Hepburn scrisse questo bellissimo testo che venne poi letto anche al suo funerale." "Per avere labbra attraenti, pronuncia parole gentili. Per avere uno sguardo amorevole, cerca il lato buono delle persone. Per avere un aspetto magro, condividi il tuo cibo con l'affamato. Per avere capelli bellissimi, lascia che un bimbo li attraversi con le proprie dita una volta al giorno. Per avere un bel portamento, cammina sapendo di non essere mai sola, perchè coloro che ti amano e ti hanno amato, ti accompagnano. Le persone, ancora più che gli oggetti, hanno bisogno di essere riparate, viziate, risvegliate, volute e salvate: non rinunciate mai a nessuno. Ricorda, se mai avrai bisogno di una mano, le troverai alla fine di entrambe le tue braccia. Quando diventerai anziana, scoprirai di avere due mani, una per aiutare te stessa, la seconda per aiutare gli altri. La bellezza di una donna non è nei vestiti che indo

FramMenti

“- La prima cosa che ho notato in te è come si muove il tuo didietro quando cammini, - disse nello stesso tono cordiale che usava per parlare di poeti e filosofi.”   — Grace Metalious, La camicia bianca

FramMenti

Ogni giorno, quello che scegli, quello che pensi e quello che fai, è ciò che diventi. — Eraclito

Quei minatori uccisi per un tozzo di pane

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Da tre giorni i minatori di Campo Filone, Monteponi e San Giovanni protestano. Sono andati anche davanti alla sottoprefettura di Iglesias per chiedere che sia aumentata la razione di pane. Quel poco che viene dato loro non basta a fermare i morsi della fame. Il padrone, per tutta risposta, ha tagliato ancora il salario. Così quella mattina dell'11 maggio 1920 si ritrovano in duemila e dalle cave del Sulcis camminano spediti verso il municipio. Sono arrabbiati ma pacifici. Le guardie regie invece no. Sparano. E uccidono. Moriranno in sette, altri ventisei resteranno feriti, minatori-schiavi che volevano solo un tozzo di pane in più. Pochi mesi dopo l'eccidio, l’associazione esercenti miniere sarà costretta a firmare un accordo che concederà ai lavoratori aumenti salariali, indennità di carovita e riconoscimento delle commissioni interne elette liberamente dagli operai. Pensavano di piegarli, loro invece, alla fine, hanno vinto comunque.

Giro di vite

Eravamo rimasti seduti accanto al camino col fiato sospeso a sentire il racconto ma, a parte il fatto che era semplicemente agghiacciante, così come dovrebbero esserlo ogni racconto fuori dall'ordinario che sia oggetto di una narrazione in un'antica e vetusta magione, non mi ricordo di alcun commento particolare finché qualcuno fece rilevare che si trattava dell'unico caso in cui un'esperienza di questo tipo era accaduta a un bambino. Per parte mia devo dire che quel caso riguardava un'apparizione che si era verificata in una casa simile a quella dove ci trovavamo.  Henry James

FramMenti

“Ho l'abitudine di essere discreto solo per ciò che mi viene confidato; per quello che vengo a sapere da solo la curiosità, confesso, è senza limiti.”   — André Gide, L'immoralista, parte 2.2

FramMenti

Si muore tutte le sere, si rinasce tutte le mattine: è così. E tra le due cose c’è il mondo dei sogni. — Henri Cartier-Bresson

Pasquale Fancello "Pascale Crodatzu"

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PASQUALE FANCELLO "PASCALE CRODATZU" Anarchico Pasquale Fancello, detto "Pascale Crodatzu" (Dorgali, 3 novembre 1891 – Roma, 13 febbraio 1953), è stato un anarchico italiano. Di professione faceva il muratore, emigrò all'estero in cerca di fortuna e lavoro. Nel 1921 è in Belgio, poi si trasferisce in Francia dove, il 26 aprile 1923, è oggetto di un decreto d'espulsione, in seguito al quale poi sarà condannato il 24 novembre 1929 a 15 giorni di carcere per non aver obbedito a tali disposizioni. Nel 1929 risiede a Bray (Charleroi), dove diffonde il giornale anarchico "Bandiera Nera" (Bruxelles, 17 numeri dall'aprile 1929 al maggio 1931). Espulso dal Belgio, vive clandestinamente in Francia, a Brest, dove continua la sua militanza anarchica. È sospettato di avere progettato, nel 1934, un attentato contro la barca italiana Artiglio; nella primavera del 1935, a Tolosa, è attivamente ricercato dai servizi segreti italiani. L'anno successivo, dopo

Nina Cassian

Sarà un tempo sereno, un tempo da inni. Con un sol gesto l’aria fenderò, pronuncerò solo parole immacolate. Dirò “cielo”, “fonte”, dirò “sole” e “lacrima” e “musica”, “immunità”. Sarà il tempo in cui il mio ricordo non sarà sfiorato da eco di massacri ma da aliti soavi di poesia ché a volte anche il sangue alita. Di tutto quel che un tempo era promiscuo conservo solo il sacro e mossa al perdono loderò i contrasti perdonanti. Dirò “cielo” e “sole” ma anche “musica” e sarà “sole”, “musica” e “cielo” intorno a me e intorno al mondo. Le vocali assumeranno, naturali, la loro gloriosa aureola. E verrà il tempo sonoro, scintillante, un tempo solenne e puro, un tempo da inni e verrà un giorno il tempo! Oh se verrà!  (Trad. it. di A. N. Bernacchia e O. Fatica)

FramMenti

"[Gli animali] Sono creature complete e finite, dotate di un'estensione dei sensi che noi abbiamo perso, o non abbiamo mai posseduto, e che agiscono in ottemperanza a voci che noi non udremo mai. Non sono per noi dei fratelli inferiori, non sono degli schiavi. Appartengono ad altri gruppi viventi, presi, insieme a noi, nella rete della vita e del tempo. Sono nostri compagni di prigionia nello splendore e nel travaglio di questa terra."   (Henry Beston)

FramMenti

Dio ci ha dato due orecchie, ma soltanto una bocca, proprio per ascoltare il doppio e parlare la metà. — Epitteto

Morire per un ideale

"È PIÙ BELLO MORIRE PER UN IDEALE CHE NON SUL CAMPO DI BATTAGLIA PER I PROPRI SFRUTTATORI" FRANZ REINGRUBER AVEVA 22 ANNI QUANDO FU UCCISO PERCHÉ INVITAVA I SOLDATI A DISERTARE LA CHIAMATA ALLE ARMI DELLA GERMANIA NAZISTA“ ...Non potevo stare a guardare come i popoli venivano mandati sui campi di battaglia, come erano aizzati gli uni contro gli altri finché, sotto la pressione dei generali, si sbranavano a vicenda. Il cuore mi scoppiava quando dovevo assistere alla distruzione di centinaia di migliaia di vite umane e di famiglie. In questa sofferenza la mia vita era diventata vuota, priva di senso, mi sosteneva un solo pensiero, la lotta contro la guerra e contro chi l'aveva generata. Non ho mai pianto né mi sono mai lamentato del mio destino, e se una volta mi hai visto piangere, era per te, mai per me stesso. Da te mi separo con difficoltà, cara mamma, mi puoi ben credere, ma è più bello morire per un ideale che non sul campo di battaglia per i propri sfruttatori e avve

Ho camminato

12.05.1890 Arcola - 29.11.1922 Genova Ho camminato con gioia infinita sulle vie del Dolore. Per compagno ebbi sempre il pericolo che amai come un caro fratello. Sulle labbra ebbi sempre l'ironico sorriso dei superiori e dei forti; negli occhi sereni la fascinatrice visione della tragedia eroica che solo comprendono i veri amanti della libera vita. Ero solo… ma nell'ombra sapevo che stava nascosta un'ardita falange di coerenti e di audaci che vivevano la mia stessa vita! Ah, quanto amore sentivo per quella anonima schiera… Che importa se una gran parte di essi languiva da lungo tempo nel fondo di umide celle? Essi non si piegarono! Essi vissero, noi vivemmo ai margini della società da veri ribelli, da Iconoclasti intransigenti, oppure non curanti di ciò che poteva essere la tragedia finale. Renzo Novatore

FramMenti

“Puoi spendere minuti, ore, giorni, settimane o persino mesi ad analizzare una situazione, cercando di mettere insieme i pezzi… giustificando cosa sarebbe potuto accadere o cosa sarebbe stato giusto che accadesse. Oppure puoi semplicemente lasciare i pezzi sul pavimento ed andare fottutamente avanti.”   — Tupac Amaru Shakur

FramMenti

Ogni tanto è bene scuotere l’albero dell’amicizia per far cadere i frutti marci. — Proverbio Africano

Albert Einstein

Moriva esattamente 66 anni fa, il 18 aprile 1955, quello che è considerato il più grande fisico del Novecento e uno dei più grandi scienziati della storia. Premio Nobel per la fisica nel 1921, padre della teoria della relatività, scopritore dell'equazione più famosa al mondo (E = mc²), personaggio così influente e iconico da essere nominato «persona del secolo» dalla rivista Time, zio Albert è senza dubbio la persona singola che nel Novecento più ha contribuito al progresso della scienza e che più ha ridisegnato la nostra visione della realtà. Aveva 76 anni, il fisico tedesco, quando si spense in seguito alla rottura di un aneurisma. Si trovava a Princeton, negli Stati Uniti, dove era emigrato negli anni '30 per sfuggire al nazismo, che lo vedeva come un bersaglio in quanto ebreo. Il suo lavoro era stato aspramente e ingiustamente screditato da due Premi Nobel connazionali, Philipp von Lenard e Johannes Stark, che bollarono il suo lavoro come “fisica ebraica”. Come se all'u

Parole

Le parole sono buone. Le parole sono cattive. Le parole offendono. Le parole chiedono scusa. Le parole bruciano. Le parole accarezzano. Le parole sono date, scambiate, offerte, vendute e inventate. Le parole sono assenti. Alcune parole ci succhiano, non ci mollano; sono come zecche: si annidano nei libri, nei giornali, nelle carte e nei cartelloni. Le parole consigliano, suggeriscono, insinuano, ordinano, impongono, segregano, eliminano. Sono melliflue o aspre. Il mondo gira sulle parole lubrificate con l’olio della pazienza. I cervelli sono pieni di parole che vivono in santa pace con le loro contrarie e nemiche. Per questo le persone fanno il contrario di quel che pensano, credendo di pensare quel che fanno. Ci sono molte parole. E ci sono i discorsi, che sono parole accostate le une alle altre, in equilibrio instabile grazie a una sintassi precaria, fino alla conclusione del “Dissi” o “Ho detto”. Con i discorsi si commemora, si inaugura, si aprono e chiudono riunioni, si lanciano co

FramMenti

Anche nel cuore più ferito c’è sempre la speranza che un’ora felice superi tutte le ore vissute, facendoci dimenticare ogni dolore. Nessuno può trovare quest’ora, e forse per questo gli uomini la collocano fuori della vita, in un paradiso o in un indicibile altrove.   Stefano Benni

FramMenti

L’amore è l’unico ideale della vita. — Virgilio

Un giorno la vita mi ha colpito

«Un giorno la vita mi ha colpito così forte, che mi ha insegnato a resistere». Così parlava Franco Leoni Lautizi, ultimo sopravvissuto alla strage di Marzabotto, che è morto ieri, all’età di 83 anni. Non aveva ancora compiuto 6 anni quando fu travolto dalla furia nazista: era il 29 settembre 1944, e quattro reparti delle truppe tedesche, guidati da repubblichini, accerchiarono tutta la zona circostante il Monte Sole, in provincia di Bologna. Poi aprirono il fuoco e si lanciarono all’assalto di case, scuole, chiese, assetati di sangue e distruzione. Ovunque arrivavano, uccidevano tutti a colpi di mitragliatrice. Qualcuno fu decapitato. Uccidevano i neonati in braccio alle loro madri. Lanciavano bombe a mano. Franco Leoni Lautizi stava scappando con sua mamma, incinta al nono mese, e sua nonna, ma furono intercettati dai soldati che iniziarono a sparare. Provarono a nascondersi dietro a un pagliaio, ma inutilmente: furono colpiti tutti e tre. La nonna morì sul colpo, e il piccolo Franco

Leonardo Sciascia - A ciascuno il suo

La lettera arrivò con la distribuzione del pomeriggio. Il postino posò prima sul banco, come al solito, il fascio versicolore delle stampe pubblicitarie; poi con precauzione, quasi ci fosse il pericolo di vederla esplodere, la lettera: busta gialla, indirizzo a stampa su un rettangolino bianco incollato alla busta. "Questa lettera non mi piace" disse il postino. Il farmacista levò gli occhi dal giornale, si tolse gli occhiali; domandò "Che c'è?" seccato e incuriosito. "Dico che questa lettera non mi piace." Sul marmo del banco la spinse con l'indice, lentamente, verso il farmacista. Senza toccarla il farmacista si chinò a guardarla; poi si sollevò, si rimise gli occhiali, tornò a guardarla. "Perché non ti piace?" da A ciascuno il suo ‐ Incipit

FramMenti

"Non so se sono felice ma tengo stretti i momenti di felicità, li vivo fino in fondo, fino alle lacrime, così come accettare i momenti di buio, sono una persona normale (…). La mia filosofia è legarmi di più ai momenti felici perché quelli, poi, ti serviranno da maniglia per tirarti su, quando sei nel letto e non riesci ad alzarti."  (Ezio Bosso)

FramMenti

Per non assuefarsi, non rassegnarsi, non arrendersi, ci vuole passione. Per vivere ci vuole passione. — Oriana Fallaci

Le marce della morte

“CHI INDUGIAVA VENIVA IMMEDIATAMENTE PASSATO PER LE ARMI” LE MARCE DELLA MORTE, LA DEPORTAZIONE E L’INTERNAMENTO DI 100 000 LIBICI - DI CUI 40.000 MORIRONO - DURANTE LA RICONQUISTA FASCISTA DELLA LIBIA “Non furono ammessi ritardi durante le tappe. Chi indugiava, veniva immediatamente passato per le armi. Un provvedimento così draconiano fu preso per necessità di cose, restie come erano le popolazioni ad abbandonare le loro terre ed i loro beni. Anche il bestiame che, per le condizioni fisiche, non era in grado di proseguire la marcia, veniva immediatamente abbattuto dai gregari a cavallo del nucleo irregolare di polizia che avevano il compito di proteggerlo e di custodirlo.” Questa descrizione, tratta direttamente da una relazione dell’esercito italiano, è riportata dallo storico Angelo del Boca per raccontare una delle marce della morte a cui furono sottoposti diversi gruppi etnici libici nel corso del 1930. Il regime fascista, ancora giovane, ridiede impulso alla campagna di riconqui

Aristofane e il mito dell'androgino

Durante il simposio, prende la parola anche il commediografo Aristofane e d la sua à opinione sull’amore narrando un mito. Un tempo – egli dice – gli uomini erano esseri perfetti, non mancavano di nulla e non v’era la distinzione tra uomini e donne. Ma Zeus, invidioso di tale perfezione, li spacc in due: da ò allora ognuno di noi in perenne ricerca della propria met , trovando la quale torna è à all’antica perfezione.: mi sembra che gli uomini non si rendano assolutamente conto della potenza dell’Eros. Se se ne rendessero conto, certamente avrebbero elevato templi e altari a questo dio, e dei più magnifici, e gli offrirebbero i pi splendidi sacrifici. Non sarebbe affatto come oggi, ù è quando nessuno di questi omaggi gli viene reso. E invece niente sarebbe pi importante, ù perch il dio pi amico degli uomini: viene in loro soccorso, porta rimedio ai mali la cui é è ù guarigione forse per gli uomini la pi grande felicit . Dunque cercher di mostrarvi la è ù à ò sua potenza, e voi fate alt

FramMenti

Il popolo che è un bambino Si arrabbia per le ingiustizie, si commuove davanti al dolore, si illude e si innamora. Poi spenge la televisione e va a dormire sereno. Il popolo lavora, guadagna e spende. L'hanno convinto che l'economia funziona così. Bisogna far girare la ruota. Ma poi tra i neon del centro commerciale e i telefoni del call center qualcuno smette di girare. Forse è solo il bruco che esce dal buco, il cadavere che prova a resuscitarsi da solo. Forse è il ladro e si rende conto che non basta rubare ai ladri per pareggiare i conti. Ascanio Celestini Emma di cielo bagnata

FramMenti

L'unica santa che fa veramente i miracoli è la pazienza.

La felicità è reale solo quando condivisa

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12 Febbraio 1968 - Nasceva nel sud della California Christopher Johnson McCandless. Questo è l'autoscatto più famoso di Christopher Johnson McCandless, viaggiatore statunitense che all'inizio degli anni novanta, dopo aver conseguito con ottimi voti una laurea alla Emory University, decise di intraprendere un viaggio solitario nell'Ovest Americano. Devolse così tutti i suoi risparmi alla Oxfam, lasciò senza alcun avviso la famiglia benestante e partì da solo sulla sua Datsun che abbandonò poco dopo (lasciandovi all'interno tutti i suoi beni e qualsiasi traccia della sua identità). Proseguì il viaggio in autostop e girovagò tra Stati Uniti e Messico settentrionale. Trascorse gli ultimi 112 giorni della sua vita in Alaska, dove abitò in un autobus abbandonato soprannominato da lui Magic Bus. Durante tutto il suo viaggio Chris, che si era cambiato nome in Alexander Supertramp, scrisse diverse pagine di appunti in cui spiegava i motivi per cui aveva preso la drastica decisio

L'uguale e il contrario

Il contrario di un uomo limpido è l’acqua sporca Il contrario del mare è una donna cieca. Chi distrugge un ponte, costruisce un precipizio. Le cicatrici sono colpi che non si dimenticano. Ci sono verità senza limite e ci sono cose che finiscono: i fiumi sono Machado. Io ti ho amato oltre me. Gli scorpioni luccicano alla luce della luna e poi sono nuovamente velenosi e oscuri. È così semplice. Lottare per le ceneri è rinunciare al fuoco. Una parola detta è un uccello che vola. La tua morte è sotto la mia pelle, uguale a un insetto in un bicchiere rovesciato. Che altro posso dirti? Che ti ho amato da Nord a Sud, senza fine, con unghie e con denti, senza segreti, senza trappole. Che non ho voluto sentire un’altra volta la tua voce, né guardare le nostre foto, né vederti accarezzare con le tue dita azzurre i cani che mangiano i resti della tua vita. Voglio solo oscurità e fumo. Sono venuto a dire che ti ho dimenticato; che ti dimenticherò ancora ogni giorno ognuno dei giorni della mia vita

FramMenti

Se mi arrivano brutte parole , le lascio entrare da un orecchio ed uscire dall'altro. Non le lascio mai uscire dalla mia bocca. Se una brutta parola ti arriva all'orecchio e poi esce dalla tua bocca, andrà da qualche parte a ferire qualcuno. Se lo facessi, quel dolore tornerebbe due volte più duro verso di me ". - Wallace Black Elk, LAKOTA Tribù della Luna - Nativi Americani 

FramMenti

Fino a quando non farai diventare conscio l'inconscio, esso dirigerà la tua vita e tu lo chiamerai fato. — Carl Gustav Jung

La lettera di Gagarin alla moglie, prima del suo volo nello spazio

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Traduzione di Marco Massacesi Questo è il testo della lettera che il cosmonauta russo Yuri Gagarin scrisse alla moglie Valentina ed alle sue due figlie, alla vigilia del primo viaggio dell'uomo nello spazio. Sapeva che stava per affrontare una prova molto rischiosa. «Salve, mie care ed amatissime Valečka, Lenočka e Galočka! (*) Ho deciso di scrivervi qualche riga, per condividere con voi la gioia e la felicità che ho provato oggi. Oggi la commissione governativa ha deciso che sarò io il primo uomo ad andare nello spazio. Sapessi, cara Valjuša (*), come ne sono felice, e vorrei che anche voi lo foste insieme con me. Hanno affidato ad una persona comune come me un compito di così grande importanza per il nostro Paese: tracciare la prima strada nello spazio! Si può sognare qualcosa di più grande? Questo rappresenta una nuova era! Devo partire tra un giorno. Durante questo periodo voi starete facendo le vostre cose di sempre. Ho un grosso fardello sulle spalle. Avrei voluto restare pri

FramMenti

Einstein diceva che è più facile spezzare un atomo che un luogo comune. Chi mai riuscirà a spezzare il luogo comune che nega agli animali non solo l’intelligenza, ma anche la capacità di soffrire o di amare? Nessuna persona seria dovrebbe dubitare di questo. Sono pienamente convinto, dico pienamente, che gli animali hanno una coscienza. L’essere umano non è il solo ad avere una vita interiore soggettiva. Forse l’essere umano ha paura di fare altri passi in questa logica: riconoscendo una vita interiore agli animali, sarebbe costretto a inorridire per il modo con cui li tratta. Konrad Lorenz Premio nobel per la medicina e padre dell'etologia moderna

FramMenti

Ho deciso di essere felice perché fa bene alla mia salute. — Voltaire

Marco Luberti

A mano amano A mano a mano t'accorgi che il vento Ti soffia sul viso e ti ruba un sorriso La bella stagione che sta per finire Ti soffia sul cuore e ti ruba l'amore A mano a mano si scioglie nel pianto Quel dolce ricordo sbiadito dal tempo Di quando vivevi con me in una stanza Non c'erano soldi ma tanta speranza E a mano a mano mi perdi e ti perdo E quello che è stato ci sembra più assurdo Di quando la notte eri sempre più vera E non come adesso nei sabato sera... Ma... dammi la mano e torna vicino Può nascere un fiore nel nostro giardino Che neanche l'inverno potrà mai gelare Può crescere un fiore da questo mio amore per te E a mano a mano vedrai che nel tempo Lì sopra il tuo viso lo stesso sorriso Che il vento crudele ci aveva rubato Che torna fedele L'amore è tornato da te...  Che il vento crudele ci aveva rubato L'amore è tornato da te...

FranMenti

È ritrovata. Che cosa? L’eternità. È il mare mischiato col sole. Anima sentinella, mormoriamo la confessione della notte così nulla e del giorno infuocato. Dagli umani suffragi, dagli slanci comuni là ti liberi e voli dove vuoi. Poiché soltanto da voi, o braci di raso, il dovere si esala senza che si dica: finalmente. Là, nessuna speranza, nessun orietur. Scienza con pazienza, il supplizio è sicuro. È ritrovata. Che cosa? L’eternità. È il mare mischiato col sole. (L’eternità, Arthur Rimbaud)

FramMenti

Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità. — Martha Medeiros

Enrico Cialdini

«ENRICO CIALDINI, NEL 1861 PLENIPOTENZIARIO A NAPOLI DEL RE VITTORIO II. IN QUEL SUO RAPPORTO UFFICIALE SULLA COSIDDETTA "GUERRA AL BRIGANTAGGIO", CIALDINI DAVA QUESTE CIFRE PER I PRIMI MESI E PER IL SOLO NAPOLETANO: 8 968 FUCILATI, TRA I QUALI 64 PRETI E 22 FRATI; 10 604 FERITI; 7 112 PRIGIONIERI; 918 CASE BRUCIATE; 6 PAESI INTERAMENTE ARSI; 2 905 FAMIGLIE PERQUISITE; 12 CHIESE SACCHEGGIATE; 13 629 DEPORTATI; 1 428 COMUNI POSTI IN STATO D'ASSEDIO.» CHI ERA ENRICO CIALDINI? Nacque da Giuseppe, ingegnere, e Luigia Santyan y Velasco, di origine spagnola; si trasferì durante l'infanzia nella vicina Reggio Emilia. Studiò medicina fino al 1831 quando, coinvolto nei moti di rivolta dei ducati e della Romagna, fu costretto a emigrare prima in Francia poi in Portogallo, dove incominciò la carriera militare. In seguito combatté in Spagna nella prima guerra carlista contro la fazione monarchico legittimista, come il conterraneo Manfredo Fanti, col grado di colonnello. Sempre

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