Albert Einstein

Moriva esattamente 66 anni fa, il 18 aprile 1955, quello che è considerato il più grande fisico del Novecento e uno dei più grandi scienziati della storia. Premio Nobel per la fisica nel 1921, padre della teoria della relatività, scopritore dell'equazione più famosa al mondo (E = mc²), personaggio così influente e iconico da essere nominato «persona del secolo» dalla rivista Time, zio Albert è senza dubbio la persona singola che nel Novecento più ha contribuito al progresso della scienza e che più ha ridisegnato la nostra visione della realtà.

Aveva 76 anni, il fisico tedesco, quando si spense in seguito alla rottura di un aneurisma. Si trovava a Princeton, negli Stati Uniti, dove era emigrato negli anni '30 per sfuggire al nazismo, che lo vedeva come un bersaglio in quanto ebreo. Il suo lavoro era stato aspramente e ingiustamente screditato da due Premi Nobel connazionali, Philipp von Lenard e Johannes Stark, che bollarono il suo lavoro come “fisica ebraica”. Come se all'universo importasse qualcosa di chi scopre le sue leggi.

Il lavoro di Einstein non solo ha contribuito ad avviare la meccanica quantistica, con la spiegazione dell'effetto fotoelettrico che valse ad Albert il Nobel; non solo ha ridefinito due categorie che per millenni erano state considerate assolute, lo spazio e il tempo, descrivendone l'interconnessione e la dinamica; non solo ci ha dato una spiegazione fisica della gravità con la relatività generale; ma ci ha anche dato per la prima volta la capacità di studiare matematicamente il comportamento dell'universo su larga scala. Senza le sue meravigliose equazioni non avremmo la cosmologia, non sapremmo nulla sul Big Bang né su come si sono formate le strutture cosmiche. Non avremmo idea di cos'è un buco nero, una lente gravitazionale o un'onda gravitazionale.

Il lavoro di Einstein ci ha dato il formalismo necessario per capire un po' meglio l'universo in cui viviamo, e nel farlo ci ha regalato una nuova lente con cui osservare noi stessi mettendoci nella prospettiva più vasta di tutte, quella cosmica. Le sue non sono soltanto formule: sono capolavori immortali al pari delle più grandi opere artistiche e filosofiche. E proprio come le più grandi opere artistiche e filosofiche, ci aiutano a capire chi siamo e qual è il nostro ruolo nel grande schema delle cose. Ci aiutano, a modo loro, a grattare la superficie delle Grandi Domande.

-Filippo

CHPDB

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