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Visualizzazione dei post da novembre, 2022

FramMenti

La fotografia è verità, e il cinema è verità ventiquattro volte al secondo.  Jean-Luc Godard

Ma lo sanno gli sciatori come si fa una pista da sci?

Ma lo sanno gli sciatori come si fa una pista da sci? Io credo di no, perché altrimenti molti di loro non sosterrebbero di amare la montagna mentre la violentano. Una pista si fa così: si prende un versante della montagna che viene disboscato se è un bosco, spietrato se è una pietraia, prosciugato se è un acquitrino; i torrenti vengono derivati o incanalati, le rocce fatte saltare, i buchi riempiti di terra; e si va avanti a scavare, estirpare e spianare finché quel versante della montagna assomiglia soltanto a uno scivolo dritto e senza ostacoli. Poi lo scivolo va innevato, perché è ormai impossibile affrontare l’inverno senza neve artificiale: a monte della pista viene scavato un enorme bacino, riempito con l’acqua dei torrenti d’alta quota e con quella dei fiumi pompata dal fondovalle, e lungo l’intero pendio vengono posate condutture elettriche e idrauliche, per alimentare i cannoni piantati a bordo pista ogni cento metri. Intanto decine di blocchi di cemento vengono interrati; nei

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Le volpi senza una tana Hanno cercato riparo Tra le tue gambe E anche tra le mie. Adesso siamo rimasti soli.  Dedica di A. Merini a L. Dalla

La tecnologia non basta

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Sostenibilità, cura per l’ambiente, sensibilità ecologica. Concetti nobili ai tempi dei cambiamenti climatici, eppure spesso abusati. Sfruttati per interessi differenti che, nella maggior parte dei casi, coincidono con quelli del portafoglio. Basta accendere il televisore o la radio per accorgersi che la parola “sostenibilità” fa capolino da ogni spot pubblicitario. Ormai è diventata un brand capace di ammorbidire i sensi di colpa dei consumatori. E così si continua a consumare avidamente, più del dovuto, ma in modo sostenibile. Questa foto è sentinella di ciò che potrebbe avvenire se l'indispensabile “transizione tecnologica” (e di conseguenza energetica) non verrà accompagnata da un'altrettanto indispensabile “transizione culturale”. Finché continueremo a muoverci nel presente con una struttura mentale calibrata sugli anni Settanta (quando si sono definitivamente assestate le fondamenta della civiltà dell'eccesso; quando sembrava tutto possibile) le nuove tecnologie avran

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Se l’inverno dicesse: «Ho nel cuore la primavera», chi gli crederebbe?  Kahlil Gibran, Sabbia e spuma, 1926

Ferdinando Palasciano

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C’erano feriti e moribondi ovunque. Uomini, donne, bambini a cui avevano sparato, altri con ferite da taglio e lacerazioni. Messina si era ribellata ai Borbone e aveva pagato a caro prezzo la rivolta. Nessuno li aiutò, non era prassi all'epoca aiutare i nemici feriti. Nessuno tranne un uomo, Ferdinando Palasciano, medico capuano dell’esercito borbonico. Uomo mite, piccino di statura, buono. Era uno di quei medici con la “M” maiuscola. Se ne fregò degli ordini e aiutò tutti coloro che poteva. Da solo, senza aiuto. Perché i feriti, per lui, erano tutti “neutrali”. Era la prima volta che avveniva una cosa del genere. Che un medico di un esercito avversario aiutasse dei nemici sul campo. Lo trascinarono davanti a un tribunale militare per questo. Lui guardò in faccia il generale borbonico Filangeri e gli disse: «Il mio dovere di medico è più importante del mio dovere di soldato». Lo condannarono a morte e solo per miracolo la pena fu commutata in carcere. Il Re borbone lo sfotté anche:

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Come diventano elastici i nostri più incrollabili pregiudizi non appena l'amore sopraggiunge a piegarli.  Moby Dick o la balena - Herman Melville

Il fiume sospeso sull'autostrada: l'ingegno

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Una lunghissima strada di acqua sospesa che con un prodigio dell’ingegneria collega per 21 chilometri i fiumi Mosa e Schelda, nella regione della Vallonia in Belgio.  È chiamato “ascensore per barche” ed è un dispositivo per il superamento di un dislivello che consente alle imbarcazioni di superare rapidamente grandi scarti  longitudinali e verticali tra due corpi d'acqua disallineati. Il Canal du centre attraversa le città di Nimy, Obourg, Ville-sur-Haine e Thieu e contiene diversi ascensori idraulici per barche costruiti dal 1888 al 1917 che sono ora nella lista del patrimonio mondiale dell'UNESCO. Questi maestosi ascensori sono stati progettati dall’ingegnere Edwin Clark un secolo e mezzo fa per permettere il traffico turistico e commerciale nella regione e risolvere la differenza di altezza di circa 96 metri tra i due fiumi. Il Canal du Centre è una meraviglia dell’ingegneria visitata ogni anno da decine di migliaia di persone che che salgono su battelli attrezzati per far

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La libertà è una sola: le catene imposte a uno di noi pesano sulle spalle di tutti.  (Nelson Mandela)

Pensa agli altri

Mentre prepari la tua colazione, pensa agli altri, non dimenticare il cibo delle colombe. Mentre fai le tue guerre, pensa agli altri, non dimenticare coloro che chiedono la pace. Mentre paghi la bolletta dell’acqua, pensa agli altri, coloro che mungono le nuvole. Mentre stai per tornare a casa, casa tua, pensa agli altri, non dimenticare i popoli delle tende. Mentre dormi contando i pianeti, pensa agli altri, coloro che non trovano un posto dove dormire. Mentre liberi te stesso con le metafore, pensa agli altri, coloro che hanno perso il diritto di esprimersi. Mentre pensi agli altri, quelli lontani, pensa a te stesso, e dì: magari fossi una candela in mezzo al buio. (Pensa agli altri, Mamhoud Darwish)

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E la maggior parte andarono alla guerra senza sapere perché o perché ci andavano gli altri, molti per semplice brutalità, altri per disperazione, la maggioranza per vivere senza lavorare.  Miguel de Unamuno, Pace nella guerra

Operai

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DAL MIGLIORAMENTO DELLA CONDIZIONE OPERAIA ALLA GUERRA CONTRO GLI "OPERAI FANNULLONI" NELL’UNIONE SOVIETICA DI STALIN Dopo un miglioramento importante della condizione operaia avvenuta in seguito alla Rivoluzione d’Ottobre, nel periodo staliniano iniziò una vera e propria guerra nei confronti dei lavoratori. Nell’opera di industrializzazione forzata del paese infatti tutti i fallimenti e i rallentamenti rispetto alle previsioni dei piani quinquennali iniziarono ad essere scaricati sulle spalle dei lavoratori. Dalla fine degli anni ’20 vennero varate norme autoritarie nella regolazione della disciplina di fabbriche ed iniziò una vasta campagna contro gli operai fannulloni. Mentre lo stalinismo giustificava il cottimo, le riduzioni salariali, l’aumento dei ritmi di lavoro, perfino gli incidenti e le morti come un piccolo prezzo da pagare nella costruzione del socialismo, la classe operaia sovietica diventava sempre più restia ad accettare le condizioni e i salari che gli veniva

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La verità è che puoi essere reso orfano ancora e ancora e ancora. E la verità è che lo sarai. E il segreto è che ogni volta farà sempre meno male, fino al punto in cui non sentirai più nulla.  (Chuck Palahniuk, Survivor, 1999)

Arriva il primo cestino che separa da solo i rifiuti

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Si chiama Bin-e ed è il primo raccoglitore di rifiuti al mondo a fare la differenziata autonomamente. Si tratta di un cestino intelligente che riconosce, smista e comprime automaticamente i rifiuti. Il suo sistema interno identifica la tipologia di scarto grazie ad un riconoscimento basato sull'intelligenza artificiale e sull'elaborazione delle immagini. Un sistema di compressione riduce il volume dei rifiuti introdotti fino all’80% del loro volume e un dispositivo effettua il controllo del livello di riempimento, provvedendo ad emettere notifiche automatiche all'azienda di gestione dei rifiuti che viene avvisata quando è pieno e deve essere svuotato. Inventato da due giovani ingegneri polacchi, il cestino intelligente racchiude in sé i quattro contenitori necessari per la raccolta differenziata: carta, plastica, vetro e indifferenziato, permettendo di unire in un solo spazio tutta la pattumiera. Basta gettare l’oggetto da smaltire nello sportello del Bin-e e al resto pensa

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La guerra finirà, i leader si stringeranno la mano, e quella vecchia madre aspetterà il suo figlio martirizzato, e quella donna aspetterà il suo amato marito, e quei bambini aspetteranno il loro padre eroe. Non so chi abbia venduto la patria.. ma ho visto chi ne ha pagato il prezzo. (Mahmoud Darwish)

Fratello satana

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Miroslav Filipović, frate francescano, durante la Seconda Guerra Mondiale in Jugoslavia partecipò all'assassinio dei serbi, degli ebrei e dei rom, nonché dei dissidenti croati perpetrato dal regime croato degli Ustascia, operando in particolare modo nel campo di concentramento di Jasenovac un luogo di prigionia definito, in una lettera del 24 febbraio 1943 dal Cardinale Alojzije Viktor Stepinac indirizzata al capo dello Stato Ante Pavelić una “vergognosa macchia per lo Stato Indipendente Croato. Per la sua crudeltà gli vennero attribuiti gli epiteti di “Il diavolo di Jasenovac” e di “Fratello Satana”. (…) Nel 1941, dopo la costituzione dello Stato Indipendente di Croazia, uno Stato fantoccio instaurato dalle Forze dell'Asse che abbracciava la Bosnia-Erzegovina e la maggior parte della Croazia, Filipović ricevette l'ordine di affiancare un cappellano militare in una città nel nord dell'Erzegovina, ma non assunse mai l'incarico. Solo nel gennaio 1942, dopo aver comple

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Presto arriverà la primavera. Qualcosa si agita nelle ossa.  Robert Seethaler, Una vita intera

Emil Zátopek

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Il 22 novembre del 2000 moriva a Praga, 78enne, uno dei più iconici atleti della storia sportiva moderna: Emil Zátopek. Nei lontani anni ‘50 venne chiamato ‘Locomotiva Umana’: soprannome legato al suo strano modo di sbuffare durante gli interminabili allunghi, fughe tremendamente efficaci e quasi sempre irraggiungibili. Zátopek fu mezzofondista e maratoneta, fu atleta poliedrico e podista perfetto. Nel secondo dopoguerra, accompagnato dalle famose e pittoresche smorfie di fatica, vinse 3 ori Europei e 4 ori Olimpici: 3 di questi vennero conquistati nell’incredibile edizione di Helsinki 1952, dove dominò 5000, 10000 metri e maratona. “È ai limiti del dolore e della sofferenza che gli uomini si separano dai ragazzi” Usava dire così ‘Emil il Terribile’, l’uomo che amava sempre constatare di non avere abbastanza talento per correre e sorridere contemporaneamente. da Athleta Magazine

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Siamo soliti squalificare come “utopica” ogni forma di progettualità non sufficientemente asservita alla forza di un principio di realtà tanto perentorio quanto sospetto e indagato. E se “utopia” fosse invece il nome di uno spazio di pensiero e di un margine di gioco che di volta in volta è stato necessario creare tra le maglie dei testi e dei sistemi di pensiero per consentirsi di progettare la realtà di nuovi principi?  Fredric Jameson - Il desiderio chiamato utopia

Iman

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"UCCISERO TUTTA LA MIA FAMIGLIA, MA NON MORIRONO SUBITO: SENTIVO ANCORA I LORO LAMENTI". PER VENDICARE UN COMPAGNO UCCISO, I MARINES AMERICANI COMPIRONO UNA VERA E PROPRIA STRAGE AD HADITHA, IN IRAQ, UCCIDENDO ANCHE I BAMBINI Per Iman quel 19 novembre del 2005 era una giornata come tante ad Haditha, cittadina dell'Iraq occidentale. La bambina aveva 10 anni e si stava preparando per andare a scuola quando sente un'esplosione. Nell'Iraq post-2003 era un evento quasi normale. Non poteva immaginare che quel boato avrebbe indirettamente portato alla morte di tutta la sua famiglia. Alle ore 7:15 di quella mattina, infatti, un convoglio statunitense stava attraversando la zona quando viene colpito in pieno dall'esplosione di un ordigno posto al ciglio della strada. Il caporale Miguel Terrazas muore sul colpo, un altro paio di militari rimangono feriti. Iman continuava a prepararsi quanto sente alcuni colpi di arma da fuoco. Neanche questo era un evento così raro: la

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Perché non è completamente vero, come scrisse Roland Barthes nel suo memorabile “La camera chiara”, che le fotografie solo dicono “ciò è stato”, piuttosto, a me pare, ripropongono in una sorta di lancinante presente ciò che non è più. Forse è per questo che mi sono andato convincendo che la massima ambizione per una fotografia sia di finire in un album di famiglia. E’ quello, forse, il luogo dove le fotografie sprigionano le più profonde emozioni. Ferdinando Scianna

Gli scarti si scambiano: nasce la simbiosi industriale

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Una start up bolognese composta da tre giovani architetti ha lanciato la piattaforma Sfridoo che permette alle imprese di vendere e comprare avanzi, invenduti, sottoprodotti e scarti di produzione che andrebbero perse o che avrebbero un elevato costo di gestione e smaltimento. La missione del progetto è, come descrivono gli stessi ideatori, quella di “generare la simbiosi industriale tra le imprese, intesa come scambio di sottoprodotti, avanzi di magazzino e cespiti aziendali. Creare un mercato dove il termine rifiuto viene inteso come risorsa, proponendo alle imprese progetti e strumenti”. Il processo inventato dalla startup permette all’azienda interessata di inviare una richiesta per i prodotti che intende smaltire, inserendo i propri dati e prodotti oggetto di vendita; Sfridoo mette in contatto l’offerta con la domanda e crea l’incontro con altre aziende con esigenze complementari, fino a giungere alla compravendita vera e propria. In questo modo si viene a formare una rete di impr

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"Ho imparato a dipingere come Raffaello; adesso devo imparare a disegnare come un bambino".  Pablo Picasso

Ecologia dei sentimenti

Non so dove mettere i tanti rifiuti i “NO” quelli secchi ne ho dati, ne ho avuti ma i “forse” a smaltirli si fa complicata la falsa speranza: nell’indifferenziata. le bottiglie di rabbia, i flaconi di bile, la faccia posticcia di chi è pavido e vile le rose di nylon che non fioriranno: la plastica è il posto dove se ne vanno. Li butto nel vetro i sogni che ho infranto? i mille frammenti a seguire lo schianto oppure nell’umido, il buonsenso risponde a infrangersi è il vetro, ma anche le onde. E vanno in frantumi ad ogni scogliera li incolla la schiuma, il mare li avvera così si riformano i sogni ogni giorno un eterno riciclo, l’eterno ritorno. Invece le lettere? Nella carta, mi pare io non ci credevo, ma l’amore va a male le ho scritte pensando non c’è una scadenza ho un plico di posta rimasto in giacenza. Il destinatario le rimanda al mittente se manca chi legge non servono a niente? E invece le tengo, mi ci incarto il futuro il passato è passato e io non l’abiuro. I giudizi pesanti ne

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Sono stata spesso accusata di avere più sollecitudine per gli animali che per le persone: perchè intenerirsi per i bruti quando gli esseri razionali sono così infelici? E' che tutto va insieme, dall'uccello la cui covata viene schiacciata ai nidi umani decimati dalla guerra... Al fondo della mia rivolta contro i potenti trovo, più antico, il ricordo delle torture inflitte alle bestie... e più l'uomo è feroce con la bestia, più striscia di fronte a coloro che lo dominano. Louise Michel

Cos'è l'antispecismo?

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Lo spiega perfettamente la mia amatissima Louise Michel ben prima che il termine venisse coniato. « – Ah, gli esseri inferiori, ecco il pretesto d'ogni dominazione!… Inferiori perché? Perché altri più violenti, o più astuti, riuscirono ad assoggettarli o ad ucciderli?… «O non sono invece inferiori di senso morale quelli che formano la felicità propria sulla infelicità altrui divorando, sfruttando, asservendo?… Voi mi risponderete con la dura legge di selezione, col trionfo del più adatto, con l'impero del più forte. Ma io conosco un'altra legge, che non è di oppressione né di morte – ma di libertà e di vita: quella della solidarietà… Voi vi deliziate degli uccellini allo spiedo, ed io preferisco il trillo del cardellino, che canta là, su quell'albero, a tutte le orazioni di voi avvocati… Diversi sì, inferiori no…» « – Ma tra l'umanità, e le altre specie zoologiche…» azzardai io. « – Ebbene – incalzò l'ardente vegliarda – è appunto perché l'umanità volle calp

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Sono qui, come un verme schiacciato, che mi dibatto, e non so chi mi ha schiacciato, e chi vuole schiacciarmi ancora. — Pier Paolo Pasolini, Il caos

Giovanni Passannante

GIOVANNI PASSANNANTE, L'UOMO CHE BARATTÓ LA SUA GIACCA CON UNA LAMA PER UCCIDERE IL RE  Il 17 novembre 1878 Umberto I, da poco salito al trono, si trovava a Napoli nell'ambito di un tour delle principali città italiane, durante il quale voleva presentarsi al popolo. Tra la folla, poco festosa e assai supplicante vista la condizione in cui versava, c'era Giovanni Passannante, trentenne anarchico che al momento opportuno tirò fuori un coltello che nascondeva dentro uno straccio e assalì il sovrano. Umberto fu colpito di striscio, la regina lanciò contro l'attentatore un mazzo di fiori e il presidente del consiglio Cairoli tentò di fermarlo prendendosi una pugnalata alla gamba. L'intervento dei corazzieri bloccò Passannante, che fu colpito alla testa da un fendente del capitano De Giovannini. L'anarchico al momento dell'assalto aveva gridato "Viva Orsini! Viva la Repubblica universale!". Si scoprì in seguito che aveva barattato la propria giacca per q

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E a me che importa se non mi ami! Non hai sentito quando sei mesi, due giorni, quattro ore, quindici minuti e tre secondi fa ti ho chiesto: “Mi fai un favore, puoi tenermi il cuore e la sciarpa, che fra un po’ vengo a riprenderli?” Ovvio, non nego che sei mesi, due giorni e quattro ore fa mi hai restituito la sciarpa.  Jairo Anibal Niño

Il razzismo nell'ottocento: tra scienza e sangue

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Nell’Ottocento il conte Arthur De Gobineau, sintetizzando i vari elementi del razzismo settecentesco, elaborava un sistema di pensiero che avrebbe avuto grande fortuna. Capisaldi di questa esposizione erano l'esistenza di tre razze fondamentali (gialla, nera, bianca) ognuna dotata di specifiche caratteristiche. De Gobineau postulava poi l'incrocio, la degenerazione e quindi la caduta della razza superiore, quella ariana. Un razzismo, quello del conte, privo di ogni riferimento scientifico e influenzato dalle esperienze dirette del suo propugnatore che guardava con disprezzo alle nuove classi sociali emerse a seguito della Rivoluzione Francese. Nel corso del secolo numerosi altri pensatori perfezionarono la sintesi di De Gobineau e introdussero nuovi aspetti nell’ambito delle teorie razziali. Dalla seconda metà dell’Ottocento, inoltre, il razzismo cercò di consolidarsi su basi scientifiche, prima sfruttando la fisiognomica e poi sfruttando le teorie darwiniane. Concetti come la

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Anarchia è la vita senza padroni, per l’individuo come per la società; è l’accordo sociale derivante non dall’autorità e dall’obbedienza, dalle leggi e dalle sanzioni penali, ma dalla libera associazione degli individui e dei gruppi, conforme ai bisogni di ciascuno e di tutti. (Elisee Reclus)

Il paese che sembra un presepe

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Un luogo leggendario che secondo un antico mito ospitava i beati, una sorta di paradiso terrestre nel quale gli eroi prescelti dagli dei potevano trascorrervi l'esistenza eterna in uno stato di assoluta felicità, godendo degli abbondanti frutti offerti dalla terra e del magnifico clima. Le Canarie sono state associate nella storia ad Atlantide, il fantastico continente sommerso del quale emergevano solo le cime delle montagne, in virtù anche del mistero che ha accompagnato per secoli queste isole, difficilmente raggiungibili date le forti correnti che percorrevano l'Atlantico, per gli antichi l'Oceano Tenebroso che coincideva con la fine del mondo indicata dalle Colonne d'Ercole. Abitate nei secoli da africani, americani ed europei olandesi, portoghesi, spagnoli, italiani e da tanti che le incontravano nella rotta per le americhe, queste isole sono diventate il simbolo dell’incontro tra culture, etnie e religioni rappresentati dai colori e da una urbanizzazione stratifi

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Senza una sola di queste cause non sarebbe potuto accadere nulla. Dunque tutte queste cause, miliardi di cause, hanno agito in concomitanza per dar luogo a ciò che accadde. Di conseguenza, nulla fu causa isolata ed esclusiva dell'evento, ma l'evento dovette verificarsi semplicemente perché doveva verificarsi. Milioni di uomini, rinunciando ai loro sentimenti umani e alla loro umana ragione, dovevano andare da occidente a oriente e uccidere i loro simili, così come secoli prima altre folle di uomini erano andati da oriente a occidente per agire all'identico modo.  Guerra e Pace, 1867 - Lev Tolstoj 

Marielle Franco

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LA STORIA DI MARIELLE FRANCO, UCCISA PERCHÈ DENUNCIAVA LA VIOLENZA DELLA POLIZIA SULLA GENTE DELLE FAVELAS Vivere in una favela brasiliana spesso vuol dire vivere una non-esistenza. Significa essere vittime a più livelli e di più sistemi. Vittime della povertà diffusa e del mancato accesso ai servizi, anche quelli più elementari. Vittime dei narcotrafficanti e dei criminali che la fanno da padroni. Vittime infine dello Stato e della polizia, che vuole semplicemente cancellare le loro esistenze, rimuoverle, come la polvere messa sotto il tappeto in attesa di ospiti importanti. Marielle Franco in una favela ci era cresciuta e ci aveva visto morire una sua amica, uccisa nel 2000 da un proiettile vagante. Fu quella pallottola che portò una ventunenne Marielle a interessarsi dei diritti umani nelle aree più difficili del Brasile. Ma facciamo un passo indietro: parlavamo di polvere sotto il tappeto. Le favelas, in occasione dei Mondiali di calcio del 2014 e delle Olimpiadi del 2016, erano pr

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Cerchiamo di vivere in pace, qualunque sia la nostra origine, la nostra fede, il colore della nostra pelle, la nostra lingua e le nostre tradizioni. Impariamo a tollerare e ad apprezzare le differenze. Rigettiamo con forza ogni forma di violenza, di sopraffazione, la peggiore delle quali è la guerra.  (Margherita Hack)

Il Divoratore di rifiuti oceanico funziona: un record

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Il più grande sistema di raccolta di rifiuti oceanico, l’Ocean Cleanup, funziona e fa segnare un record nell’operazione di pulizia delle acque inquinate dalle plastiche.  Nato otto anni fa e a tre anni dal lancio del suo sistema per raccogliere i detriti di plastica galleggianti, la più grande operazione di bonifica dell’oceano raggiunge un importante primato. Nel corso degli anni lo sviluppo di questa nuova tecnologia oceanica ha continuamente migliorato la sua capacità di raccolta e il suo impatto ambientale positivo, lavorando per creare una flotta di sistemi in grado di sradicare la grande isola di rifiuti galleggianti, la cosiddetta Great Pacific Garbage Patch. Il nuovo System 002, noto anche come “Jenny”, ha ottenuto un successo mai raggiunto prima, ripulendo un totale di 28.659 chilogrammi di plastica, da minuscoli frammenti a immense reti fantasma. Per autenticare le dichiarazioni di origine e quantità, tutta la plastica raccolta è tracciata e verificata attraverso un ente di c

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«Più invecchio anch’io più mi accorgo che l’infanzia e la vecchiaia non solo si ricongiungono, ma sono i due stati più profondi in cui ci è dato vivere. In essi si rivela la vera essenza di un individuo, prima o dopo gli sforzi, le aspirazioni, le ambizioni della vita. […] Gli occhi del fanciullo e quelli del vecchio guardano con il tranquillo candore di chi non è ancora entrato nel ballo mascherato oppure ne è già uscito. E tutto l’intervallo sembra un vano tumulto, un’agitazione a vuoto, un inutile caos per il quale ci si chiede perché si è dovuto passare».  Marguerite Yourcenar - Archivi del Nord

La memoria del corpo  

Acquietami, se puoi. Non è tanta l’ansia che nascondo e neppure la fretta ma non voglio più cercare. Non voglio avere quello che sai non mi darà piacere e può quindi farmi male. Dammi te: la memoria che ci sei, che ti voglio, che mi riempi e che mi porti avanti. Questo sguardo trasparente, la sera, è il tuo e mi dice che non c’è alcun posto dove sto andando. Io sono. Il corpo mi sale al sorriso e ricorda che va tutto bene. Si muove con l’aria. Mi trovi. Paola Loreto

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Interrogo i libri e mi rispondono. E parlano e cantano per me. Alcuni mi portano il riso sulle labbra o la consolazione nel cuore. Altri mi insegnano a conoscere me stesso.   Francesco Petrarca 

Crisi climatica

Non è un segreto che la conferenza di Glas­gow sul clima sia un fallimento. Dovrebbe essere ovvio che non possiamo risolvere la crisi climatica con gli stessi metodi che l’hanno provocata. E sempre di più la gente se ne sta rendendo conto. Molti si chiedono cosa serva ancora perché i potenti si sveglino. Ma sia chiaro: sono già svegli. Sanno cosa fanno e quali valori inestimabili stanno sacrificando per evitare che le cose cambino. Creano scappatoie e dispongono le cose in modo da poter continuare a trarre vantaggio da questo sistema distruttivo. Scelgono deliberatamente di continuare a permettere lo sfruttamento delle persone e della natura e la distruzione delle condizioni di vita presenti e future. La conferenza si è trasformata in un evento di pubbliche relazioni, dove i leader fanno discorsi bellissimi e annunciano splendidi obiettivi, mentre sotto la superficie i governi dei paesi del nord del mondo rifiutano ancora di agire in modo drastico. (…) Ma i fatti non mentono. Per rispe

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Fotografare è una maniera di vivere. Ma importante è la vita, non la fotografia. Importante è raccontare. Se si parte dalla fotografia non si arriva in nessun altro posto che alla fotografia.  Ferdinando Scianna

L' eco-legname: una nuova intuizione ecologica

 Un’impresa sociale filippina, “The Plastic Flamingo” conosciuta anche come “The Plaf”, opera a Manila dal 2019 raccogliendo e trasformando la plastica che si accumula sulle rive del Pasig, uno dei fiumi più inquinati del mondo, per realizzare materiali e componenti per l’edilizia, quello che è stato rinominato dalla stessa azienda, l’eco-legname. I prodotti finali di questo processo di recupero, infatti, sono assi, travi ed elementi da costruzione che richiamano il legno e che vengono utilizzati nell’edilizia. Numerosi test e studi condotti confermano che questi prodotti riciclati sono molto robusti e versatili per la realizzazione di abitazioni di emergenza, recinzioni, parapetti e molto altro. Grazie al processo di raccolta, lavorazione, modellazione e commercio dei prodotti finiti, in ottica di economia circolare, la Plaf ha raccolto nella sua attività oltre 100 tonnellate di rifiuti plastici, in un Paese che ogni anno ne riversa 500 000 tonnellate nell’Oceano. Oltre alla missione

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Il mondo è un posto pericoloso, non a causa di quelli che compiono azioni malvagie ma per quelli che osservano senza fare nulla. (Albert Einstein)

L’attuale riscaldamento della Terra non ha precedenti in 24mila anni e la colpa è solo nostra

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Lo scorso agosto l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) dell'ONU ha pubblicato la prima parte del Sixth Assessment Report, il più grande e approfondito studio sui cambiamenti climatici, nel quale è stato dimostrato incontrovertibilmente che sono state le attività umane a innescare il riscaldamento globale eccezionale che stiamo vivendo. In parole semplici, i cambiamenti climatici sono solo e soltanto colpa nostra, a causa delle emissioni di anidride carbonica (CO2) e altri gas a effetto serra che immettiamo costantemente in atmosfera, in particolar modo a partire dalla Rivoluzione Industriale. Ora un nuovo studio pubblicato su Nature ha messo in relazione l'aumento delle temperature medie osservato negli ultimi 150 anni con le variazioni verificatesi negli ultimi 24mila anni, rilevando quanto veloce ed estremo è stato l'incremento provocato dalle nostre azioni scellerate, che rischiano di farci sprofondare in una vera e propria apocalisse climatica nel giro di p

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Fai attenzione ai tuoi pensieri, perché diventano parole. Fai attenzione alle tue parole, perché diventano azioni. Fai attenzione alle tue azioni, perché diventano abitudini. Fai attenzione alle tue abitudini, perché diventano carattere. Fai attenzione al tuo carattere, perché determina il tuo destino. (Buddha)

L’Italia prima al mondo nella produzione di vino

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L’Italia supera la Francia ed è la prima al mondo per la produzione di vino. Nonostante la pandemia e il calo della produzione mondiale di vino, il nostro Paese riesce a mantenere il primato di primo produttore al mondo. Il mercato del vino è calato nel 2021 del 7% in meno rispetto alla media dell’ultimo ventennio per il crollo dei raccolti nei principali Paesi produttori a causa anche delle gelate primaverili tardive e delle condizioni meteo complessivamente sfavorevoli. L’Italia precede la Spagna che ha superato laa Francia ed ora è il secondo produttore globale. I dati sono stati resi noti dalla Coldiretti sulla base dei dati preliminari dell’Osservatorio Internazionale dei Vini che evidenziano gli effetti dei cambiamenti climatici sulle coltivazioni in occasione della Conferenza Cop 26 di Glasgow. “Il vino è il prodotto italiano più esportato all’estero e rappresenta un elemento di traino per l’intero sistema Paese” dichiara il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. Il vino i

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Ha sempre l'aria di trovarsi ovunque tranne che nel posto in cui si trova realmente. E' insieme affascinante e inquietante. C'è un turbamento nel suo sguardo, e poi non sorride mai". - "Il quaderno dell'amore perduto". Valerie Perrin 

L' antifascismo militante

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IL SIMBOLO DEGLI ARDITI DEL POPOLO, NATO IN CONTRAPPOSIZIONE CON IL SIMBOLO DEGLI ARDITI FILOFASCISTI: DAL NULLA SORGEMMO! Il primo antifascismo militante nacque già nei primissimi anni ‘20, in opposizione allo squadrismo delle camicie nere diretto contro lavoratori, sindacalisti e attivisti. Una menzione speciale in questo “antifascismo della prima ora” lo meritano ovviamente gli Arditi del Popolo, organizzazione fondata da Argo Secondari e nata da una scissione degli Arditi d’Italia, ormai vicinissimi al fascismo. Non solo reduci della Grande guerra che avevano ben compreso come Mussolini si fosse alleato a quei “pescecani” che durante il conflitto si erano arricchiti col sangue dei soldati morti nelle trincee, ma anche militanti anarchici, comunisti e socialisti che intendevano rispondere colpo su colpo alla violenza squadrista. Come avvenne a Sarzana, oppure a Parma, dove, guidati da Antonio Cieri e Guido Picelli, gli Arditi del Popolo impedirono l’ingresso in città delle camicie n

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Cos’è che uccide l’amore? Soltanto la disattenzione. Non vederti quando mi stai davanti. Non pensare a te nelle piccole cose. Non spianarti la strada, non prepararti la tavola. Sceglierti per abitudine e non per desiderio, passare davanti al fioraio senza accorgermene. Lasciare i piatti da lavare, il letto da rifare, ignorarti al mattino, usarti la notte. Desiderare un’altra persona mentre ti bacio sulla guancia. Dire il tuo nome senza ascoltarlo, dare per scontato che sia mio diritto pronunciarlo.  Jeanette Winterson

L’autismo fa crescere le aziende: rivoluzione asperger

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Una delle prime aziende al mondo che ha deciso di puntare tutto sulle capacità nascoste e sottovalutate delle persone con autismo e sindrome di Asperger. Fondata in Danimarca da Thorkil Sonne, padre di un ragazzo con autismo, Specialisterne (gli specialisti) è diventata leader mondiale nell’inserimento lavorativo e nella valorizzazione di persone con distrubi del neurosviluppo, solitamente escluse dal mondo del lavoro. Le capacità tipiche di queste persone, come la memoria, l’attenzione ai dettagli, concentrazione e attitudine a svolgere azioni ripetitive, sono educate e organizzate per poter diventare dei punti di forza del lavoratore e dell’azienda. Specilisterne assume e fa assumere in altre aziende persone autistiche e Asperger, facendo svolgere loro attività in cui riescono ad eccellere come nessun altro.  Analisti e testatori dei software, controllo di qualità, computazione dati e implementazione degli standard sono attività particolarmente adatte alle loro caratteristiche di att

FramMenti

Quando il mondo classico sarà esaurito, quando saranno morti tutti i contadini e tutti gli artigiani, quando l’industria avrà reso inarrestabile il ciclo della produzione, allora la nostra storia sarà finita”. Comincia a temere l’uomo nato dal processo inarrestabile che oggi chiameremo globalizzazione: "Quest’uomo non ha più radici, è una creatura mostruosa del sistema: la ritengo capace di tutto". (Pier Paolo Pasolini)

La vera prigione

Non è il tetto che perde Non sono nemmeno le zanzare che ronzano Nella umida, misera cella. Non è il rumore metallico della chiave Mentre il secondino ti chiude dentro. Non sono le meschine razioni Insufficienti per uomo o bestia Neanche il nulla del giorno Che sprofonda nel vuoto della notte Non è Non è Non è. Sono le bugie che ti hanno martellato Le orecchie per un'intera generazione È il poliziotto che corre all'impazzata in un raptus omicida Mentre esegue a sangue freddo ordini sanguinari In cambio di un misero pasto al giorno. Il magistrato che scrive sul suo libro La punizione, lei lo sa, è ingiusta La decrepitezza morale L'inettitudine mentale Che concede alla dittatura una falsa legittimazione. La vigliaccheria travestita da obbedienza In agguato nelle nostre anime denigrate È la paura di calzoni inumiditi Non osiamo eliminare la nostra urina È questo È questo È questo Amico mio, è questo che trasforma il nostro mondo libero In una cupa prigione. Ken Saro-Wiwa (Bori

FramMenti

Chiudi tutte le porte, prima e dopo. Tutti i modi di pensare della gente, lasciali perdere. Tutto quello che chiede la meravigliosa società? Come siamo messi socialmente? «Dovrei, dovrei, dovrei»? Al diavolo tutto questo. Quello che dovresti essere, quello che dovresti fare, tutto questo, beh, uccide ogni cosa.  (Philip Roth, “La macchia umana”)

Mattanze

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PRIMA DELL'ARRIVO DEGLI EUROPEI C'ERANO 50 MILIONI DI BISONTI IN AMERICA, ALLA FINE DELL'OTTOCENTO NE RESTAVANO POCHE CENTINAIA. QUESTA FOTO, CON MIGLIAIA E MIGLIAIA DI TESCHI, É DIVENTATO IL SIMBOLO DELLA MATTANZA DI UNO DEGLI ANIMALI PIÙ SACRI PER I NATIVI DELLE GRANDI PIANURE Si stima che prima dell'arrivo degli europei nel continente americano i bisonti fossero almeno cinquanta milioni. I nativi americani che abitavano le Grandi Pianure consideravano sacro questo animale. Ne cacciavano, per sopravvivere, circa 280.000 esemplari all'anno, quasi tutti maschi adulti, cercando di mantenerne sempre stabile il numero complessivo. Nella cultura di molte tribù il bisonte, oltre che essere identificato con il dio Wakan Tanka, era venerato perché sacrificava la sua vita per permetterne agli uomini di sopravvivere. Uccidere un bisonte e non consumare tutta la sua carne era considerato un sacrilegio. Nel 1884 poco più di trecento esemplari sopravvivevano alla mattanza opera

FramMenti

L'uguaglianza... Come se mi facessi torto a dare ad altri le stesse opportunità e diritti che ho io - come se non fosse al contrario indispensabile ai miei diritti che altri li abbiano uguali... Tre ghinee   Virginia Woolf

Arriva il primo trattore a emissioni zero

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Il primo trattore ibrido a biometano ed elettrico al mondo per uso agricolo professionale è stato presentato al mercato ed è pronto ad essere commercializzato. Si chiama Auga M1 ed è stato realizzato dal più grande produttore europeo di alimenti biologici, il gruppo Lituano Auga, che compie il primo passo nella transizione per un’agricoltura che elimini l'inquinamento climatico lungo tutta la filiera alimentare, dal campo alla tavola, consentendo di produrre cibo senza impatto per la natura. “Tre anni fa, quando abbiamo calcolato per la prima volta le nostre emissioni, abbiamo visto che ben il 30% di esse proviene dall'uso di combustibili fossili nelle fattorie. Ecco perché abbiamo deciso di sviluppare tecnologie che ci consentiranno di creare un nuovo standard per l'agricoltura sostenibile e ridurre drasticamente l'inquinamento lungo tutta la catena del valore alimentare”, ha commentato Kęstutis Juščius amministratore del gruppo Auga. “Siamo pronti a fornire ai consuma

FramMenti

Erano ancora nella fase più felice dell'amore. Erano pieni di illusioni coraggiose nei riguardi l'uno dell'altra, illusioni tremende, per le quali la comunione dell'io con l'io pareva su un piano in cui nessun'altra relazione importava. Pareva a entrambi di esservi arrivati con una innocenza straordinaria, come se una serie di puri casi li avesse spinti ad unirsi, tanti casi che alla fine erano stati costretti a concludere di esser fatti l'uno per l'altra.  Francis Scott Fitzgerald, Tenera è la notte

Donne e maratone

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Le donne non potevano correre la maratona perché “il loro corpo non è in grado di correrla”. Kathrine Switzer non era d'accordo e, nel 1967, si iscrisse alla maratona di Boston senza rivelare il proprio genere, si presentò alla partenza, si mise il rossetto e iniziò a correre. Provarono a fermarla: quel signore con la giacca in foto, uno degli organizzatori, le si gettò addosso violentemente per portarla via dalla gara, mentre il fidanzato insieme a un amico della maratoneta la aiutarono a liberarsi. Tagliò il traguardo, confermò che aveva ragione lei e le cose iniziarono a cambiare. Proseguiamo la sua corsa. Filippo Rossi

FramMenti

Le fotografie mostrano, non dimostrano.   Ferdinando Scianna

Pompei scopre la stanza di una famiglia di schiavi ben conservata

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Il team di archeologi che lavora dal 2017 ha scoperto una piccola stanza, in cui vivevano alcuni schiavi, forse una famiglia con un bambino, che si occupavano della manutenzione della villa dei suoi proprietari, ha riferito sabato il ministero della Cultura italiano. La stanza aveva una piccola finestra in alto e mancava di decorazioni alle pareti. Il ritrovamento è avvenuto nell'area del comune di Civita Giuliana, situato a nord di Pompei e che ha già portato alla luce nei mesi scorsi altri ritrovamenti, come un carro cerimoniale quasi intatto o una stalla con i resti di tre cavalli. Questa modesta stanza, in cui si possono vedere resti di vasi e altri oggetti, e ritrovati “in uno stato di conservazione eccezionale”, arricchirà “ancora di più la conoscenza della vita quotidiana degli antichi pompeiani” e specificamente di una parte del società, del cui stile di vita si sa poco, ha affermato in una nota il ministro della Cultura Dario Franceschini. Tre brandine di legno e una cassa

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