La tecnologia non basta

Sostenibilità, cura per l’ambiente, sensibilità ecologica. Concetti nobili ai tempi dei cambiamenti climatici, eppure spesso abusati. Sfruttati per interessi differenti che, nella maggior parte dei casi, coincidono con quelli del portafoglio.

Basta accendere il televisore o la radio per accorgersi che la parola “sostenibilità” fa capolino da ogni spot pubblicitario. Ormai è diventata un brand capace di ammorbidire i sensi di colpa dei consumatori. E così si continua a consumare avidamente, più del dovuto, ma in modo sostenibile.

Questa foto è sentinella di ciò che potrebbe avvenire se l'indispensabile “transizione tecnologica” (e di conseguenza energetica) non verrà accompagnata da un'altrettanto indispensabile “transizione culturale”.

Finché continueremo a muoverci nel presente con una struttura mentale calibrata sugli anni Settanta (quando si sono definitivamente assestate le fondamenta della civiltà dell'eccesso; quando sembrava tutto possibile) le nuove tecnologie avranno un'efficacia parziale.

Bisogna sapersi accontentare, nella convinzione che la rinuncia non è, come ci è stato inculcato per decenni, un atto di vigliaccheria, bensì una dimostrazione di saggezza.

Bisogna imparare a parcheggiare la macchina (anche se elettrica) per rimettere in moto le gambe.

di pietrolac

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