Post

Visualizzazione dei post da gennaio, 2020

Buonanotte del 31 gennaio 2020

Molte albe, molte gentilezze, festeggiare molto spesso la luce, poco avere, scarsi indugi, minare il rancore, farlo saltare, meglio il silenzio, la carezza, il fiore. Franco Arminio, Cedi la strada agli alberi, ultimi versi

In un ambiente siffatto

«In un ambiente siffatto, in cui il maestro teme ed adula gli scolari e gli scolari non tengono in alcun conto i maestri; in cui tutto si mescola e si confonde; in cui chi comanda finge, per comandare sempre di più, di mettersi al servizio di chi è comandato e ne lusinga, per sfruttarli, tutti i vizi; in cui i rapporti tra gli uni e gli altri sono regolati soltanto dalle reciproche convenienze nelle reciproche tolleranze; in cui la demagogia dell’uguaglianza rende impraticabile qualsiasi selezione, ed anzi costringe tutti a misurare il passo delle gambe su chi le ha più corte; in cui l’unico rimedio contro il favoritismo consiste nella molteplicità e moltiplicazione dei favori; in cui tutto è concesso a tutti in modo che tutti ne diventino complici; in un ambiente siffatto, quando raggiunge il culmine dell’anarchia e nessuno è più sicuro di nulla e nessuno è più padrone di qualcosa perché tutti lo sono, anche del suo letto e della sua madia a parità di diritti con lui e i rifiuti si a

Buonanotte del 30 gennaio 2020

In questo mondo, compagni, il peccato che si paga il passaggio può viaggiare liberamente e senza passaporto; mentre la virtù, se è povera, viene fermata a tutte le frontiere. — Moby Dick - Herman Melville

Verrà l’inverno

Verrà l’inverno, la più metafisica delle stagioni. La più propizia all’immaginazione e alle amicizie. La terra si farà bruna, i rami si faranno neri, le erbe e le stoppie, tutto il mondo piegherà le vertebre al sonno. Soltanto il vento taglierà le nuvole. Nevicherà, se farà abbastanza freddo: allora la terra e il cielo si confonderanno, la neve cancellerà siepi e muretti, i confini delle villette qua attorno. Dentro gli appartamenti c’è già chi si affiderà alle paraboliche per essere ancora più solo, io mi affiderò alle parole per raffigurare il suono della neve. Fra tutte sceglierò le lettere più morbide –la lettera a, la lettera e, la lettera o, la elle, la emme, la enne – e le parole che ne siano più ricche; cercherò di disporle con cura, in giaciture che ricordino le sinuosità distese di una donna in penombra, poi, scostando le tende della finestra, più ampia, confronterò il bianco del foglio col bianco dell’inverno e forse, nel farlo, mi commuoverò, perché commuoversi non signifi

Buonanotte del 29 gennaio 2020

Sì, siamo soli, profondamente soli, e in serbo per noi, sempre, c’è uno strato di solitudine ancora più profondo. Non c’è nulla che possiamo fare per liberarcene. No, la solitudine non dovrebbe stupirci, per sorprendente che possa essere farne l’esperienza. Puoi cercare di tirar fuori tutto quello che hai dentro, ma allora non sarai altro che questo: vuoto e solo anziché pieno e solo. — Philip Roth, Pastorale Americana

Marco Polo - Milione

La protagonista femminile dell'azione, nella prima parte, è una donna di quarantotto anni, germanica: alta m. 1,71, pesa Kg 68,8 (in abito da casa), perciò ha solo 300‐ 400 grammi meno del peso ideale. Ha occhi cangianti tra il blu cupo e il nero, capelli biondi molto folti e lievemente imbiancati, che le pendono giù sciolti, aderendole al capo, lisci, come un elmetto. Questa donna si chiama Leni Pfeiffer, nata Gruyten, e per trentadue anni, naturalmente con interruzioni varie, ha subito quello strano processo che si chiama processo lavorativo: per cinque anni come impiegata priva di ogni preparazione professionale nell'ufficio del padre; per ventisette come operaia, ugualmente non qualificata, nel ramo della floricultura. Poiché, in un momento inflazionistico, si è disfatta con molta leggerezza di una cospicua proprietà immobiliare, una non disprezzabile casa d'affitto nella città nuova, che oggi varrebbe non meno di centocinquantamila marchi, è piuttosto priva di mezzi, d

Buonanotte del 28 gennaio 2020

L'essere umano che è capace di sognare e di trasformare i sogni in realtà è un rivoluzionario. Chi è capace di amare e di fare dell'amore uno strumento per il cambiamento è anch'egli un rivoluzionario. Il rivoluzionario è quindi un sognatore, è un amante, è un poeta. Non si può essere rivoluzionari senza lacrime negli occhi e senza tenerezza nelle mani. — Tomas Borge

Verbale scritto

“Come il giorno e la notte La regola e il caso sono due contrari come la luce e il buio come il rosso e il verde come il caldo e il freddo come l’umido e il secco come il maschile e il femminile. La regola dà sicurezza, la geometria ci aiuta a conoscere le strutture o a costruire un mondo nel quale ci possiamo muovere senza paure. Il caso è l’imprevisto a volte terribile a volte piacevole l’incontro con una persona con la quale si stabilisce subito un contatto di simpatia o di amore, l’esplosione di una idea risolutrice la scoperta di un fenomeno. La regola nasce dalla mente si costruisce con la logica tutto è previsto con la regola si può pianificare un programma. Il caso nasce dal clima dalle condizioni ambientali, sociali, geografiche, dai recettori sensoriali. Un odore di eucalyptus la forma di un sasso il ritmo delle onde del mare… La regola, da sola è monotona il caso da solo rende inquieti. Gli orientali dicono: la perfezione è bella ma è stupida bisogna conoscerla ma romperla.

Buonanotte del 27 gennaio 2020

Io sono nata qui, ove sono vissuti mio padre, mia madre e mio nonno! Io voglio bene a questa casa, senza il giardino dei ciliegi non capisco più la mia vita; se è proprio necessaria questa vendita, vendete anche me insieme al giardino! — Anton P. Čechov, Il Giardino dei Ciliegi

Je ne regrette rien!

Il giorno in cui ti metti a fare il conto di quante estati buone ti restano. No gli anni, gli anni sono una roba vaga, retorica, le estati che sono la vera misura del tempo. Fai i conti, quante saranno, una ventina? Forse alla fine saranno anche di più o forse di meno, chi lo sa, però il fatto è che per te contano solo quelle buone, quelle in cui avranno ancora un senso il mare, la luce lunga, il vento tiepido, i giri in bicicletta, i vestiti leggeri, le cene all’aperto, e in quel momento ti sembra proprio di capire tutto, di capire il senso della vita, di capire davvero come bisognerebbe prenderla fin quando ne viene, fin quando ce n’è. Poi ti rendi conto che stai parlando come Ligabue e ti viene da ridere, allora: al diavolo, mille volte meglio Edith Piaf, non, rien de rien, nessun pentimento, nessun rimpianto e vada come deve andare, non, je ne regrette rien! Lella Costa

Buonanotte del 26 gennaio 2020

La povertà dei poveri non si misura a pane, a casa, a caldo. Si misura sul grado di cultura e sulla funzione sociale. — Don Lorenzo Milani

Giardini di resistenza

Il giardino di resistenza immaginato da Clément intende operare fuori dagli indirizzi e oltre i modelli imposti dalle logiche di mercato. È un giardino che si fa spazio politico dove, impegnarsi a preservare ogni diversità impiegando al meglio le risorse esistenti, ingegnarsi a cogliere le potenzialità di nuovi ecosistemi residuali e variamente meticci sperimentando nuovi modi di partecipazione e di condivisione collettiva del bene comune, prefigura un più ampio spirito e metodo di intervento. Giardini, dunque come luoghi di resistenza con l'auspicio di un incremento di consapevolezza, di un proliferare di iniziative che propositivamente costruisca micro soluzioni. Operando in parallelo, e quindi al di fuori, rispetto a una politica ufficiale che resta espressione degli interessi di un modello economico che non sa e non vuole smentirsi. Giardini di resistenza che prospetticamente “permettono a una società o a degli individui di uscire dal sistema attuale e dei suoi valori dominant

Buonanotte del 25 gennaio 2020

Vi par poco al giorno d'oggi insegnare ad essere semplici senza essere rozzi? Nel Rosseau di Munari tutti nascono integri, limpidi, intelligenti, non si sa come mai e con quanto penoso esercizio, a tanti succeda poi di crescere aggrovigliati, torvi, imbecilli. Con un po’ d'ironia, a nostra volta, potremmo dire che il suo mondo ideale è un asilo-nido per adulti. — Giulio Carlo Argan, 1979

Jorge Debravo

Un inno per l'occhio Io dico che se l’anima ha un posto, quel posto è l’occhio. L’occhio che alimenta il nostro amore e la nostra gioia. L’uomo stesso, l’uomo tutto fuoco e sorpresa, non potrebbe essere uomo senza l’occhio. La vita, il mare, il cielo, tutto era una vaga maceria, fino a che un giorno l’occhio riunì tutto ciò ch’era vivo e lo avvicinò ai volti. Tutta l’eternità venne giustificata il giorno che tutte le cose più vive della vita si fecero pozzo di sorpresa nell’occhio.

Buonanotte del 24 gennaio 2020

Nessun grande amore dura a lungo. Nessun grande dolore nemmeno. E nemmeno la vita dura a lungo. Ed è necessario sempre provarsi ad immaginare di essere felici. — Luther Blissett

La partita

Giocarsi con qualcun altro la partita della fedeltà, sapendo a memoria tutte le mosse: poi stupirsi della loro perdita di significato, direttamente proporzionale alla leggerezza che hanno assunto e alla calma che danno. Lo pagheremo il disinteresse, la non-voglia di farsi la guerra. Questa maturità così simile all’insufficienza. L’auto-convinzione, la bottiglia d’acqua vicino al letto: tutto concorre alla ricerca di un sonno tranquillo e senza colpe. Tu resti indietro, fingo di non guardarti, mi addormento, mi sposto. In sogno ogni tanto mi raggiungi, mi prendi per la manica, mi chiedi se è vero che non parliamo più. Vorrei chiederti scusa, ma ho giurato di stare zitta e di non voltarmi. Restiamo così, come si fosse già morti e narrati: preservo dal rischio di dispersione rovinosa un vecchio mito, osservo il meno possibile. Immagino guarigioni miracolose, una salute impeccabile – poi mi sveglio, scrivo un sms, ricevo la consolazione del display luminoso, mi addormento ancora, prec

Buonanotte del 23 gennaio 2020

Come fai a spaventare un uomo quando quella che lo tormenta non è fame nella sua pancia ma fame nella pancia dei suoi figli? Non puoi spaventarlo: conosce una paura peggiore di tutte le altre. — Furore - J.Steinbeck

La camera chiara

Tutti questi giovani fotografi che si agitano nel mondo, consacrandosi alla cattura dell'attualità, non sanno di essere degli agenti della morte. Tale è il modo in cui la nostra epoca assume la Morte: con l’alibi che nega lo smar-rimento del vivente, di cui il Fotografo è in un certo senso il professionista. Storicamente parlando, la Fotografia deve infatti avere qualche rapporto con la «crisi della morte» che ha inizio nella seconda metà del XIX secolo; e per quanto mi riguarda, preferirei che invece di situare continuamente l’avvento della Fotografia nel suo contesto sociale ed economico, ci s’interrogasse anche sul rapporto antropologico tra la Morte e la nuova immagine. Infatti, bisogna pure che in una società la Morte abbia una sua collocazione; se essa non è più (o è meno) nella sfera della religione, allora dev’essere altrove: forse nell’immagine che produce la morte volendo con-servare la vita. Contemporanea della regressione dei riti, la Fotografia potrebbe cor-rispondere

Buonanotte del 22 gennaio 2020

La solitudine non è vivere da soli, la solitudine è il non essere capaci di fare compagnia a qualcuno o a qualcosa che sta dentro di noi, la solitudine non è un albero in mezzo a una pianura dove ci sia solo lui, è la distanza tra la linfa profonda e la corteccia, tra la foglia e la radice — José Saramago, L’anno della morte di Ricardo Reis

Khaled Hosseini - Il cacciatore di aquiloni

Signori imperadori, re e duci e tutte altre genti che volete sapere le diverse generazioni delle genti e le diversità delle regioni del mondo, leggete questo libro dove le troverrete tutte le grandissime maraviglie e gran diversitadi delle genti d'Erminia, di Persia e di Tarteria, d'India e di molte altre province. E questo vi conterà il libro ordinatamente siccome messere Marco Polo, savio e nobile cittadino di Vinegia, le conta in questo libro e egli medesimo le vide. Ma ancora v'à di quelle cose le quali elli non vide, ma udille da persone degne di fede, e però le cose vedute dirà di veduta e l'altre per udita, acciò che 'l nostro libro sia veritieri e sanza niuna menzogna. Cit. da Il cacciatore di aquiloni ‐ Incipit

Buonanotte del 21 gennaio 2020

Se un uomo non ha sentito fin nel midollo tutta la terrificante bassezza della propria natura, non potrà dire di essere un saggio e di conoscere il mondo. E se non conosce il mondo, non potrà uscire dall’ignoranza e raggiungere l’illuminazione. — Natsume Sōseki, Io sono un gatto

Poveri ragni

Noi siamo come i poveri ragni, che per vivere hanno bisogno d’intessersi in un cantuccio la loro tela sottile, noi siamo come le povere lumache che per vivere han bisogno di portare a dosso il loro guscio fragile, e come i poveri molluschi che vogliono tutti la loro conchiglia in fondo al mare. Siamo ragni, lumache e molluschi di una razza più nobile – passi pure – non vorremmo una ragnatela, un guscio, una conchiglia – passi pure – ma un piccolo mondo sì, e per vivere in esso e per vivere di esso. Un ideale, un sentimento, una abitudine, una occupazione – ecco il mondo, ecco il guscio di questo lumacone, o uomo – come lo chiamano. Senza questo è impossibile la vita. Quando tu riesci a non aver più un ideale, perché osservando la vita sembra un’enorme pupazzata, senza nesso, senza spiegazione mai (…) allora tu non saprai che fare; sarai un viandante senza casa, un uccello senza nido. Io sono così. (…) — Luigi Pirandello, da una lettera alla sorella Lina, ottobre 1886.

Buonanotte del 20 gennaio 2020

Di tutto il nostro mondo assolato desidero soltanto una panchina in un giardino dove un gatto prende il sole Là vorrei sedermi con una lettera nascosta in seno una sola piccola lettera. — Edith Södergran

Are, ere, ire, ari

Trovare è la conseguenza di cercare. Si dice: chi cerca trova ma è vero solo per poco. È vero per coloro che quando cercano qualcosa di fuori ne hanno già una parte dentro di loro. Questo trovare è un ricreare o, almeno, uno scoprire e un confessarsi. Munari cerca e trova; i suoi strani mestieri si possono spiegare e identificare solo col suo nome. Che cos'è Munari? Noi abbiamo verbi in are; in ere; in ire; non abbiamo verbi in ari. Munari è un'eccezione ed è un verbo attivo che ha solo l'infinito. Munari significa, per esempio, costruire macchine inutili che, in altri termini, sono oggetti assai più utili (ma soltanto allo spirito). I bambini capiscono cosa voglia dire Munari e perciò Bruno si rivolge sovente a loro. Pertanto, ognuno può restare poeta con l'aiuto di quest'uomo intelligente e buono. Egli non vi insinua evasioni, ma anzi vi pone di fronte a concrete realtà che, senza la sua cortese insistenza per farvele notare, vi sfuggirebbero. — Erne

Buonanotte del 19 gennaio 2020

Ogni colpo che viene esploso, ogni nave da guerra che viene inviata, ogni razzo che viene sparato, significa, in ultima analisi, un furto a coloro che soffrono la fame e non sono nutriti, coloro che hanno freddo e non sono vestiti. Il mondo in armi non sta spendendo soltanto dei soldi. Sta spendendo il sudore dei suoi lavoratori, il genio dei suoi scienziati, le speranze dei suoi bambini. — Dwight David Eisenhower

Buonanotte del 18 gennaio 2020

L’uomo costruisce case perché è vivo ma scrive libri perché si sa mortale. Vive in gruppo perché è gregario, ma legge perché si sa solo. La lettura è per lui una compagnia che non prende il posto di nessun’altra, ma che nessun’altra potrebbe sostituire. Non gli offre nessuna spiegazione definitiva sul suo destino ma intreccia una fitta rete di connivenze tra la vita e lui. Piccolissime, segrete connivenze che dicono la paradossale felicità di vivere, nel momento stesso in cui illuminano la tragica assurdità della vita. — Daniel Pennac, Come un romanzo

Rafael Adolfo Téllez

Questi esseri diversi Una donna e un uomo che si guardano sul finire del 1957, e sulla soglia di una casa con la luna si chiedono come sarà il mio volto. Qualcuno che sorprende nel fiore freddo dell’arancio il suo destino. Che non è nato. Che ignora ogni cosa. Che attraversa la piazza di notte e nella pioggia incontra il volto dei suoi genitori. Che ha conosciuto una vigna, un cortile, un pozzo che sono ancora nel grembo. Che ha amato una via. Che ha amato una donna come se stesso. Che è solo. Che sta scrivendo questi versi. Sono questi esseri diversi e se ne sono andati.

Buonanotte del 17 gennaio 2020

L’anarchia non è una favola romantica, ma una testarda constatazione, basata su cinquemila anni di esperienza, che non possiamo affidare la gestione delle nostre vite a re, preti, politici, generali, e commissari provinciali. (Edward Abbey)

Lezioni di fotografia

Certo, le fotografie si fanno una alla volta e vanno viste una alla volta, però io penso sempre a una specie di narrazione che continua oltre l'immagine singola. Per questo lascio sempre, nelle mie immagini, dei punti o delle vie di fuga, comunque cerco di non chiudermi mai in un'immagine. C'è sempre un modo per far percepire l'apertura, attraverso la luce o la messa a fuoco, in modo tale che al centro dell'attenzione stia l'immagine ma anche quello che succede attorno, che si tenda a pensare, a immaginare l'intorno. — Luigi Ghirri, Lezioni di fotografia (1989-1990)

Buonanotte del 16 gennaio 2020

“Il Fascismo conviene agli italiani perché è nella loro natura e racchiude le loro aspirazioni, esalta i loro odi, rassicura la loro inferiorità. Il Fascismo è demagogico ma padronale, retorico, xenofobo, odiatore di culture, spregiatore della libertà e della giustizia, oppressore dei deboli, servo dei forti, sempre pronto a indicare negli “altri” le cause della sua impotenza o sconfitta. Il fascismo è lirico, gerontofobo, teppista se occorre, stupido sempre, ma alacre, plagiatore, manierista.” — Ennio Flaiano

Il corpo sa tutto

La persona che nasconde e quella a cui viene nascosto, in una parte profonda di loro stesse, sanno tutte e due di sapere. Anche se la differenza sta solo tra il dire e il non dire, a causa del fatto di aver tracciato una linea, man mano che aumenta il peso del tempo, può anche crearsi una grande lacerazione. Ma può anche accadere che, per il fatto di non aver detto, si possano evitare delle irreparabili ferite. A seconda del carattere dei personaggi coinvolti, quale sia la soluzione migliore può variare, ma ad ogni modo, l'unica cosa che mi sembra sicura è che il corpo e la mente delle persone ricevono e trasmettono molte più informazioni di quanto le persone stesse non pensino. Questa colorazione misteriosa a volte mi spaventa, perché mi dà la sensazione di essere completamente esposta, a volte mi conforta e mi stringe il cuore. — Banana Yoshimoto

Buonanotte del 15 gennaio 2020

Se riveli tutto, se metti a nudo ogni sentimento, se chiedi comprensione, perdi qualcosa di cruciale per il senso che hai di te stesso. Abbiamo bisogno di sapere cose che gli altri non sanno. E’ quello che nessuno sa di te che ti permette di conoscerti. — Da Punto Omega - Don De Lillo

Omero - Iliade

Sono diventato la persona che sono oggi all'età di dodici anni, in una gelida giornata invernale del 1975. Ricordo il momento preciso: ero accovacciato dietro un muro di argilla mezzo diroccato e sbirciavo di nascosto nel vicolo lungo il torrente ghiacciato. È stato tanto tempo fa. Ma non è vero, come dicono molti, che si può seppellire il passato. Il passato si aggrappa con i suoi artigli al presente. Sono ventisei anni che sbircio di nascosto in quel vicolo deserto. Oggi me ne rendo conto. Nell'estate del 2001 mi telefonò dal Pakistan il mio amico Rahim Khan. Mi chiese di andarlo a trovare. In piedi in cucina, il ricevitore attaccato all'orecchio, sapevo che in linea non c'era solo Rahim Khan. C'era anche il mio passato di peccati non espiati. Dopo la telefonata andai a fare una passeggiata intorno al lago Spreckels. Il sole scintillava sull'acqua, dove dozzine di barche in miniatura navigavano sospinte da una brezza frizzante. In cielo due aquiloni rossi con

Buonanotte del 14 gennaio 2020

Eppure, in quella svergognata e puntigliosa ragazzina una bellezza risplendeva ch'egli non riusciva a definire per cui era diversa da tutte le altre ragazze come lei, pronte a rispondere al telefono. Le altre, al paragone, erano morte. In lei, Laide, viveva meravigliosamente la città, dura, decisa, presuntuosa, sfacciata, orgogliosa, insolente. Nella degradazione degli animi e delle cose, fra suoni e luci equivoci, all'ombra tetra dei condomini, fra le muraglie di cemento e di gesso, nella frenetica desolazione, una specie di fiore. — Dino Buzzati, Un amore

Una volta

Eh sì, una volta era più bello. Preferivo, sì, davvero, e di gran lunga. MI piacevano tanto le lettere che consegnavo, mentre adesso non ce ne sono quasi più, spediscono perlopiù solo comunicazioni e multe e bollette, e nessuno che si aspetta più niente. Avevo anche una bella responsabilità una volta, non crediate, mica si poteva scherzare. Non potevi mai sapere cosa c’era nelle lettere che consegnavi, magari per qualcuno c’era una risposta importantissima, magari qualcosa che poteva cambiargli la vita o colorargli il futuro. C’erano anche notizie brutte, lo immagino, ma le lettere degli innamorati eh.. quelle erano qualcosa che non si può mica descrivere. Quelle le indovinavo sempre, non so dire perché, ma c’era qualcosa che veniva fuori da lì.. non so, erano come dire… più leggere… e mi piaceva molto metterle nelle cassette e immaginare chi le avrebbe aperte, e lette e di sicuro rilette chissà quante volte. E poi il Natale. Quante lettere in quei giorni, quanti biglietti. E quante l

Buonanotte del 13 gennaio 2020

«Per essere felici bisogna eliminare due cose: il timore di un male futuro e il ricordo di un male passato; questo non ci riguarda più, quello non ci riguarda ancora.» — Seneca

Buonanotte del 12 gennaio 2020

Non è l'attrazione dell'altro sesso che mi attira in lei, no, soltanto lei, tutta la sua persona con tutte le sue qualità hanno incatenato il mio rispetto, i miei sentimenti tutti, la mia sensibilità intera. Quando mi accostai a lei, mi ero formato la ferma decisione di non lasciar germogliare neanche una scintilla d'amore. Ma lei mi ha sopraffatto, mi lasci sperare che il suo cuore batterà a lungo per me. Di battere per lei, amata J., questo mio cuore non cesserà se non quando non batterà più del tutto. — Lettera di Beethoven a Josephine von Brunswick 

Patrocinatori

Ma perché entro alla cieca in una casa, non leggo l'iscrizione sopra al portone, mi trovo subito nel corridoio, mi ci trattengo con tale balorda insistenza da non ricordare nemmeno di essere stato mai davanti alla casa, di aver salito le scale di corsa? Eppure non devo tornare indietro, questa perdita di tempo, questa confessione di aver preso la via sbagliata mi sarebbe intollerabile. Come? Scendere una scala in questa vita breve, frettolosa, accompagnata da un rombo impaziente? Impossibile. Il tempo che ti è assegnato è così breve che se perdi un secondo hai già perso perduto tutta la vita, perché non dura di più, dura solo quanto il tempo che perdi. Se dunque hai imboccato una via, prosegui per quella, in qualunque circostanza, non puoi che guadagnare, non corri alcun pericolo, alla fine forse precipiterai, ma se ti fossi voltato indietro fin dopo i primi passi e fossi sceso giù per la scala, saresti precipitato fin da principio, e non forse, certissimamente. Se dunque non trov

Buonanotte del 11 gennaio 2020

Ma tutto gli era svanito di mente, fuorché questo solo: che lei gli stava davanti e lui la guardava, e di qualunque cosa ella gli avesse parlato, per lui sarebbe stato, in quel momento, quasi lo stesso. — Fëdor Dostoevskij, “L’idiota”

Luz Méndez de la Vega

Enigmi E tutta l’aria che non sa che è azzurro e nube e cielo. E tutto il mare che non sa che è sale e onda e spuma. E tutta la terra che non sa che è spiaggia e montagna e alberi. E tutto il fuoco che non sa che è ardore e fiamma e cenere. E tutta io che non so quel che sono se sono mare, cielo, spiaggia o fuoco o tutte le cose che sono o non sono - quelle che penso e quelle che sogno - o che forse non sono che un altro sogno che non saprò mai. Che non saprò mai! chi ha sognato.

Buonanotte del 10 gennaio 2020

Ho parlato della mappa non perché abbia l'ossessione, la mania delle carte geografiche, ma perché il lavoro del fotografo, quel lavoro che vorrei fare un po’ anche con voi, credo consista nella stesura di una carta geografica più che nel seguire una linea retta, una strada precisa. — Luigi Ghirri, Lezioni di fotografia

La strumentalizzazione dei corpi e del dolore in politica

Quando c’è di mezzo la morte, o le esperienze traumatiche in generale, la prima lingua che si impone su di noi è il silenzio. Perché ogni parola ci sembra inefficace, ogni suono che abbiamo pronunciato fino a quel momento perde di significato rispetto alla vastità che dobbiamo elaborare. Il dolore può essere un deserto, e attraversarlo significa imparare a camminare diversamente. A pensare e parlare diversamente, mentre si sperimenta la solitudine di chi non potrà mai essere capito fino in fondo, in ciò che prova. Per alcuni questo deserto è così vasto che non sarà mai attraversato per intero, e ciò nonostante si è costretti a vivere lo stesso. Perciò ogni parola o atto politico, in casi del genere, dovrebbero procedere dalla consapevolezza di un'innaturalità di fondo: tacere e restare immobili è impossibile, parlare e agire non restituirà qualcosa che è andato perso per sempre. Invece ci tocca assistere, tirati da più parti, a grida, tifo, slogan lanciati pensando alle metriche c

Buonanotte del 9 gennaio 2020

“Non ci conosciamo. È impossibile conoscere l’altra persona, anche se in qualche momento siamo in grado di intuire quello che sta per dire o che sta pensando. C’è sempre un angolo oscuro, quella parte che perfino dopo molti anni continuerebbe a sorprenderci, forse a terrorizzarci se la scoprissimo. In qualche posto di noi stessi siamo soli, nessuno può venire con noi, ma non abbiamo motivo di rifiutare o di sottovalutare quel territorio in cui è possibile addentrarsi per mano a qualcuno, magari allargandolo, strappando alle erbacce zone in cui poter seminare.” — José Ovejero, L’invenzione dell’amore

Furore

Le strade pullulavano di gente assetata di lavoro, pronta a tutto per il lavoro. E le imprese e le banche stavano scavandosi la fossa con le loro stesse mani, ma non se ne rendevano conto. I campi erano fecondi, e i contadini vagavano affamati sulle strade. I granai erano pieni, e i figli dei poveri crescevano rachitici, con il corpo cosparso di pustole di pellagra. Le grosse imprese non capivano che il confine tra fame e rabbia è un confine sottile. E i soldi che potevano servire per le paghe servivano per fucili e gas, per spie e liste nere, per addestrare e reprimere. Sulle grandi arterie gli uomini sciamavano come formiche, in cerca di lavoro, in cerca di cibo. E la rabbia cominciò a fermentare. — John Steinbeck

Buonanotte del 8 gennaio 2020

In poesia i silenzi hanno lo stesso ruolo che in musica. Sono una respirazione, ma sono anche l'ombra delle parole, o il loro riflesso, dipende. Per non parlare dei silenzi annunciatori. Ci sono infiniti tipi di silenzi, Clara. Per esempio, prima che tu ti mettessi a recitare, stavi fotografando il gatto bianco sulla tomba di Victor Noir. Supponi che dopo che avrai recitato noi tacciamo. Sarà forse lo stesso silenzio? — Daniel Pennac, Il paradiso degli orchi

Aldo Palazzeschi - Sorelle Materassi

Cantami, o Diva, del pelide Achille l'ira funesta che infiniti addusse lutti agli Achei, molte anzi tempo all'Orco generose travolse alme d'eroi, e di cani e d'augelli orrido pasto lor salme abbandonò (così di Giove l'alto consiglio s'adempìa), da quando primamente disgiunse aspra contesa il re de' prodi Atride e il divo Achille Cit. da Sorelle Materassi ‐ Incipit

Buonanotte del 7 gennaio 2020

Non sono uno psicopatico (anche se non credo che gli psicopatici si definiscano tali), è solo che non mi diverto a stare con gli altri. Le persone, almeno per quel che ho visto fino adesso, non si dicono granché di interessante. Parlano delle loro vite, e le loro vite non sono interessanti. Quindi mi secco. Secondo me bisognerebbe parlare solo se si ha da dire qualcosa di interessante o di necessario. — Un giorno questo dolore ti sarà utile - Peter Cameron

Il compagno

Un giorno misi le mani su quel pacco di libri. Non li avevo buttati nel Tevere. Erano vecchi e bisunti. Me li guardai per passatempo e dissi a Gina: — Se qualcuno ti chiede, quest'è roba del Biondo —. Ce n'era di scritti in francese e altre lingue. Li feci fuori l'indomani giú dal ponte. Ma quelli scritti in italiano me li tenni. Raccontavano come era andata la guerra del ‘15 e la storia del Fascio e la marcia su Roma. C'erano dentro i socialisti e tutti quanti, contadini, operai, metallurgici, squadre d'azione. I fascisti li avevano carcerati e picchiati, ammazzato i piú in gamba, e incendiate le case del popolo. «Guarda guarda, — dicevo, — leggi il giornale e non si parla che del popolo italiano». Chi pagava i fascisti erano sempre i signori, e gli squadristi i loro figli. Faceva rabbia legger come tanta gente che lavora s'era fatta fregare da quattro padroni. «E Carletto che vuole ancora fidarsene, — dicevo. — E Luciano ch'è dentro per loro». Tutte le se

Buonanotte del 6 gennaio 2020

La conoscenza del prossimo ha questo di speciale: passa necessariamente attraverso la conoscenza di se stesso. — Italo Calvino

Il vecchio

Il cielo, che gravava minaccioso a pochi palmi dalle teste, sembrava una pancia d'asino rigonfia. Il vento, tiepido e appiccicoso, spazzava via alcune foglie morte e scuoteva con violenza i banani rachitici che decoravano la facciata del municipio. I pochi abitanti di El Idilio, e un gruppo di avventurieri arrivati dai dintorni, si erano riuniti sul molo e aspettavano il loro turno per sedersi sulla poltrona portatile del dottor Rubicundo Loachamìn, il dentista, che leniva i dolori dei suoi pazienti con una curiosa sorta di anestesia orale. — Luis Sepúlveda, Il vecchio che leggeva romanzi d'amore

Buonanotte del 5 gennaio 2020

In tutta questa storia delle leggi razziali e dei diritti che giorno dopo giorno ci toglievano come fossimo persone pericolose e da tenere lontane dagli altri cittadini, cominciai a realizzare una cosa, e fu quello a sembrarmi veramente assurdo. Quello che accadeva a noi ebrei, avveniva nell’indifferenza generale. Per tutti era come se niente fosse. L’indifferenza fa male. È l’arma peggiore. La più potente. Perché se qualcuno ti affronta e ti vuole fare del male, puoi difenderti. Ma se intorno a te c’è il silenzio, come fai a difenderti? — Liliana Segre, Fino a quando la mia stella brillerà

Quel giorno

quando fecero l’amore la cosa sembrava già un tantino meno insensata, e dopo lei gli portò un po’ di vino e si misero seduti a guardare il tramonto da dietro le tende verdi, nudi, con dei bicchieri panciuti di vino in mano. Il verde si scurì fino a diventare nero. Lui le passò una mano su tutte le vertebre, una per una, e lei non disse: Basta, mi fai il solletico, anche se lui temeva che lo facesse da un secondo all’altro. Invece rimase semplicemente a guardare fuori dalle tende scolorite, coi capelli che le frusciavano da un lato. Lui le accarezzò la spina dorsale da cima a fondo, un pezzetto alla volta, e per tutto il tempo che gli ci volle per farlo, il suo cervello rimase assolutamente in silenzio.E’ a questi spazi vuoti che bisogna stare attenti, perchè si riempiono di sentimento prima ancora che uno si renda conto di cos’è successo; e che si ritrovi, arrivato in fondo alla spina dorsale di lei, diverso. — Aimee Bender

Buonanotte del 4 gennaio 2020

Tu non devi sapere niente, solo che io ti amo. Io invece debbo sapere, solo se io ho la tua anima. Ti sto pensando, anche ora, anche in queste condizioni sto pensando a te. Lo sai che se cesso di pensarti, tu muori, istantaneamente? Ma non temere, io non cesserò mai di pensarti. — Beppe Fenoglio, Una questione privata

Rubén Darío

Notturno Voi che avete auscultato il cuore della notte, voi che nell'ostinata insonnia avete udito un chiudersi di porte, rumore di vetture lontane, un'eco vaga, un leggero fruscio... In quegli istanti di silenzio misterioso quando sorgon dal loro carcere gli obliati, nell'ora dei defunti, nell'ora del riposo, leggerete i miei versi d'amarezza impregnati. Come in un vetro io verso in essi i miei dolori, i remoti ricordi, le disgrazie funeste, le meste nostalgie dell'anima inebriata, la pena del mio cuore, triste in mezzo alle feste. Dolore di non essere quello che avrei potuto, perdita del reame per il quale ero nato, pensiero che un istante decise la mia vita, sogno ch'è l'esistenza da quando sono stato ! Tutto mi giunge in mezzo al silenzio profondo in cui la notte avvolge la terrena illusione e sento come un'eco del gran cuore del mondo che penetra e commuove il mio cuore in ascolto.

Buonanotte del 3 gennaio 2020

I padri e le madri sono tipi strani: anche se il figlio è il più orribile moccioso che si possa immaginare, sono convinti che si tratti di un bambino stupendo. Niente di male: il mondo è fatto così. Ma quando dei genitori cominciano a spiegarci che il loro orrendo pargolo è un autentico genio, viene proprio da urlare. Pensate alle sofferenze degli insegnanti, costretti a sorbirsi le stupide vanterie di genitori orgogliosi; per fortuna possono vendicarsi al momento delle pagelle. — Roald Dahl, Matilde

Un uomo che dorme

L’infelicità non ti è piombata addosso di colpo, non si è abbattuta su di te all’improvviso; si è piuttosto infiltrata, insinuata lentamente, quasi soavemente. Ha impregnato minuziosamente la tua vita, i tuoi gesti, le tue ore e la tua stanza, come una verità a lungo camuffata, come un’evidenza negata; tenace e paziente, tenue, accanita, si è impadronita delle crepe sul soffitto, delle rughe sul tuo viso nello specchio incrinato, delle carte da gioco distese sulla panca; si è infilata nella goccia d’acqua dell’acquaio sul pianerottolo, pianerottolo, è risuonata ogni quarto d’ora al campanile di Saint-Roch. - Georges Perec

Buonanotte del 2 gennaio 2020

Non spezzerai il cerchio magico della tua solitudine. Sei solo e non conosci nessuno; non conosci nessuno e sei solo. Vedi gli altri accalcarsi, stringersi, proteggersi, abbracciarsi. Tu invece, lo sguardo vitreo, non sei che un fantasma trasparente, un cinereo lebbroso, una sagoma già restituita alla polvere, un posto occupato cui nessuno si avvicina. — Un uomo che dorme - Georges Perec

L'accesso a internet va riconosciuto come diritto umano

A sottolinearlo è uno studio dell'università di Birmingham, che evidenzia come l'accesso alla rete debba essere incluso tra i diritti fondamentali Uno studio condotto nell’università di Birmingham è giunto alla conclusione che l’accesso a internet gratuito deve essere considerato un diritto umano. Merten Reglitz, docente di etica globale all’università di Birmingham, ha pubblicato sul Journal of Applied Philosophy la sua ricerca, nella quale sostiene che internet potrebbe consentire a miliardi di persone di condurre delle “vite minimamente decenti”, in particolare nei paesi in via di sviluppo. “L’accesso a internet non è un lusso, ma un diritto umano morale e tutti dovrebbero avere un accesso non monitorato e senza censure a questo mezzo globale, fornito gratuitamente a coloro che non possono permetterselo”, ha specificato Reglitz. “Senza tale accesso”, continua Reglitz, “molte persone mancano di un modo significativo per influenzare responsabilmente le istituzioni

Buonanotte del 1 gennaio 2020

Sai che cosa aiuta maggiormente nella disgrazia, Irina? Parlare. Nessuno può stare al mondo da solo. Per quale motivo credi che abbia messo in piedi l'ambulatorio del dolore? Perché il dolore condiviso è più sopportabile. L'ambulatorio serve ai pazienti, ma più ancora serve a me. Tutti abbiamo dei demoni nascosti negli angoli più remoti dell'anima, ma se li portiamo alla luce, rimpiccioliscono, si indeboliscono, tacciono e alla fine ci lasciano in pace. — L’amante giapponese, Isabel Allende

Jack London - Il richiamo della foresta

Per coloro che non conoscono Firenze o la conoscono poco, alla sfuggita e di passaggio, dirò com'ella sia una città molto graziosa e bella circondata strettamente da colline armoniosissime. Questo strettamente non lasci supporre che il povero cittadino debba rizzare il naso per vedere il cielo come di fondo a un pozzo, bene il contrario, e vi aggiungerò un dolcemente che mi pare tanto appropriato, giacché le colline vi scendono digradando, dalle più alte che si chiamano monti addirittura e si avvicinano ai mille metri d'altezza, fino a quelle lievi e bizzarre di cento metri o cinquanta. Dirò anzi che da un lato soltanto e per un tratto breve, la collina rasentando la città la sovrasta a picco, formandoci un verone al quale con impareggiabile gusto ci possiamo affacciare. Cit. da Il richiamo della foresta ‐ Incipit

Etichette

Mostra di più