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Ma perché entro alla cieca in una casa, non leggo l'iscrizione sopra al portone, mi trovo subito nel corridoio, mi ci trattengo con tale balorda insistenza da non ricordare nemmeno di essere stato mai davanti alla casa, di aver salito le scale di corsa? Eppure non devo tornare indietro, questa perdita di tempo, questa confessione di aver preso la via sbagliata mi sarebbe intollerabile. Come? Scendere una scala in questa vita breve, frettolosa, accompagnata da un rombo impaziente? Impossibile. Il tempo che ti è assegnato è così breve che se perdi un secondo hai già perso perduto tutta la vita, perché non dura di più, dura solo quanto il tempo che perdi. Se dunque hai imboccato una via, prosegui per quella, in qualunque circostanza, non puoi che guadagnare, non corri alcun pericolo, alla fine forse precipiterai, ma se ti fossi voltato indietro fin dopo i primi passi e fossi sceso giù per la scala, saresti precipitato fin da principio, e non forse, certissimamente. Se dunque non trovi nulla qui nei corridoi, apri le porte, se non trovi nulla dietro a queste porte, ci sono altri piani, se non trovi nulla lassù, non importa, sali per nuove scale. Fintantoché non cessi di salire non cessano i gradini, ma crescono sotto i tuoi piedi che salgono.

Tutti i racconti, Franz Kafka

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