L' antifascismo militante

IL SIMBOLO DEGLI ARDITI DEL POPOLO, NATO IN CONTRAPPOSIZIONE CON IL SIMBOLO DEGLI ARDITI FILOFASCISTI: DAL NULLA SORGEMMO!

Il primo antifascismo militante nacque già nei primissimi anni ‘20, in opposizione allo squadrismo delle camicie nere diretto contro lavoratori, sindacalisti e attivisti.

Una menzione speciale in questo “antifascismo della prima ora” lo meritano ovviamente gli Arditi del Popolo, organizzazione fondata da Argo Secondari e nata da una scissione degli Arditi d’Italia, ormai vicinissimi al fascismo. Non solo reduci della Grande guerra che avevano ben compreso come Mussolini si fosse alleato a quei “pescecani” che durante il conflitto si erano arricchiti col sangue dei soldati morti nelle trincee, ma anche militanti anarchici, comunisti e socialisti che intendevano rispondere colpo su colpo alla violenza squadrista. Come avvenne a Sarzana, oppure a Parma, dove, guidati da Antonio Cieri e Guido Picelli, gli Arditi del Popolo impedirono l’ingresso in città delle camicie nere di Italo Balbo.

A livello simbolico gli Arditi del Popolo mantennero una forte continuità con l’esperienza bellica. Ma attraverso i dettagli personalizzarono in chiave antifascista le icone legate ai reparti d’assalto.

In primis il teschio su sfondo nero con in bocca il pugnale, rappresentato però con le orbite rosse e accompagnato da varie frasi, tra cui “Arditi, non gendarmi” e “Dal nulla sorgemmo”. Comune è anche un altro simbolo, spesso riferito alla sezione di Civitavecchia degli Arditi del Popolo, che rappresenta una scure che spezza a metà un fascio littorio su sfondo rosso.

Cannibali e Re

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