Il razzismo nell'ottocento: tra scienza e sangue

Nell’Ottocento il conte Arthur De Gobineau, sintetizzando i vari elementi del razzismo settecentesco, elaborava un sistema di pensiero che avrebbe avuto grande fortuna. Capisaldi di questa esposizione erano l'esistenza di tre razze fondamentali (gialla, nera, bianca) ognuna dotata di specifiche caratteristiche. De Gobineau postulava poi l'incrocio, la degenerazione e quindi la caduta della razza superiore, quella ariana. Un razzismo, quello del conte, privo di ogni riferimento scientifico e influenzato dalle esperienze dirette del suo propugnatore che guardava con disprezzo alle nuove classi sociali emerse a seguito della Rivoluzione Francese.

Nel corso del secolo numerosi altri pensatori perfezionarono la sintesi di De Gobineau e introdussero nuovi aspetti nell’ambito delle teorie razziali. Dalla seconda metà dell’Ottocento, inoltre, il razzismo cercò di consolidarsi su basi scientifiche, prima sfruttando la fisiognomica e poi sfruttando le teorie darwiniane. Concetti come la selezione naturale e la sopravvivenza del più adatto vennero estrapolati e piegati ad uso e consumo dei razzisti. Attraverso la deformazione del darwinismo sociale e sfruttando le nascenti conoscenze sull’ereditarietà dei caratteri venne codificata una forma di razzismo che postulava la sopravvivenza e il dominio dei più forti e sani, la cui proliferazione andava incentivata e selezionata.

L’avvento dell’eugenetica fu l’ultimo passo di questo percorso nato dalla contaminazione di scienza e razzismo. Nata in Inghilterra, questa disciplina si diffuse ben presto in altre nazioni europee postulando la necessità di rendere i popoli adatti alla sopravvivenza attraverso programmi di igiene razziale che avrebbero contribuito alla diffusione delle qualità considerate positive e alla soppressione di quelle negative.

Insieme alla biologia razziale nasce nell’Ottocento anche una forma di razzismo mistico, che mescolava retaggi mitologici e uno spiritualismo legato all’idea del sangue. Questo razzismo, che somigliava a una sorta di religione millenaristica, ebbe una certa diffusione in Germania e si contraddistinse per l’esaltazione della tradizione rurale e la condanna della modernità. Le caratteristiche peculiari del razzismo mistico lo portarono a rifiutare l’idea del miglioramento della razza mediante l’eugenetica come propugnava quello biologico e, viceversa, a postulare una guerra tra razze come lotta tra il bene e il male, come momento purificatore.

Queste sono le basi sulle quali nel Novecento le teorie razziali saranno messe definitivamente in pratica.

Cannibali e Re

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