Gli ultimi

Il detto allude alla parabola evangelica in cui Yoshua afferma “Beati gli ultimi, poiché saranno i primi a entrare nel Regno dei Cieli”, intendendo dire che gli ultimi della gerarchia sociale, cioè coloro che non sono vissuti in funzione del successo sulla Terra e per questo sono magari disprezzati e maltrattati, saranno tra i favoriti, nonché primi, ad entrare in Paradiso. Quindi, la ricompensa per una vita di merda, sarà la noiosa Eternità di un Paradiso dove tutto funziona perfettamente, come in Svizzera. Quindi, per entrare nella Discoteca Celeste, devi aver passato le "pene dell'inferno" in Terra, subito ogni genere di soprusi, combattuto (e perso) contro la disperazione, essere trattato come un rifiuto umano e naturalmente morto di stenti. Allora, i Boys all'ingresso ti fanno passare per primo. Scusa la domanda Yoshua, ma perché ? Non potremmo evitare questo passaggio terreno, fatto di privazioni, sofferenze, umiliazioni ed accedere direttamente, senza tante balle, alla Noia Eterna? Che senso ha vivere una vita allo stremo, fare i conti ogni mattina con la disperazione e, spesse volte invocare la Morte Liberatrice, solo per guadagnare un posto in platea domani nel tuo teatrino stellare? Posso rinunciare oggi al misero Destino e godermela un po' prima di schiattare ? Fa niente se non entro per primo, sto in fila ed aspetto il mio turno. D'altra parte, la fila non mi ha mai spaventato, ci sono abituato. Mi son messo in fila per reclamare i miei Diritti Umani, per chiedere Giustizia, per protestare contro le Disparità, per piangere un Ferroviere caduto "accidentalmente" dalla finestra della Questura, per stringermi accanto alle vittime delle stragi fasciste di Milano, di Brescia, di Bologna... Che vuoi che sia mettermi in fila da morto? Mi son messo in fila, dietro mia moglie, per difendere il suo Diritto alla vita, ho indossato scarpe rosse col tacco 11 e le ho lasciate in strada a mo' di lapide-ricordo, ho gridato il mio Diritto ad abortire pur non avendo l'utero, e pianto al funerale di un'amica massacrata solo perché rivendicava la sua Libertà solo perché, da Donna, voleva avere lo stesso Diritto degli Uomini. Che vuoi che sia, mettermi in fila? Sono stato, di notte sulla spiaggia a veder partire barconi di Carne Umana verso lidi migliori. Ho visto nei loro occhi sia la Speranza che la Disperazione, ho asciugato le lacrime delle Madri davanti ai loro corpi annegati. Che vuoi che sia, mettermi in fila? E ancora oggi, vecchio e stanco, guido sui sentieri del deserto gli esuli del Dolore Terreno, cercando con loro un riparo dalla Sofferenza. Sono stremati dalla fame, dalla sete, dalle ferite, Silenziosi nel loro dramma, con una piccola speranza a far luce nel buio della Vita. Che faccio, Yoshua, racconto loro che saranno i primi, ma che prima devono morire per essere felici? Te lo dico con molta umiltà, me ne sbatto le palle del tuo Regno se devo vivere nella Repubblica del Dolore. Noi, ultimi sempre e comunque, ci tiriamo fuori da questo futuro da Matrix e chiediamo di vivere degnamente, qui e oggi. Non vogliamo essere Primi. Non ce ne frega una "beata minchia". Ma non vogliamo più essere Ultimi. E se, questa rinuncia ci preclude il pass per la Discoteca, ci accontenteremo guardando il cielo di Kabul senza bombe, le case di Sanaa con i loro decori intatti, i sorrisi dei bambini africani che non devono più essere schiavi nelle miniere. Ci accontenteremo delle Donne in giro di notte, sedute tranquille sulla panchina di un giardino qualsiasi, mezze vestite o mezze nude come cazzo piace a loro stare, senza per questo finire violentate contro un muro. Mi accontenterò del Mare affollato di pescatori e non dai Migranti, dei confini terreni aboliti, dei fili spinati scomparsi, delle mense della Caritas vuote perché nessuno ha più fame e chiede in ginocchio un pezzo di pane. Mi accontenterò delle chiese vuote perché nessun Uomo vorrà più pregarti, osannarti, riverirti. Sarai diventato il Nulla e a nessuno verrà in mente di pregare il Niente. Rinuncio ad essere Ultimo. Ed esco dalla fila.

Claudio Khaled Ser

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