Strana... mente

Aveva la strana abitudine di non raccontare nulla. Aveva la tempesta dentro e nessuno lo notava. Voleva essere come quelle ragazze con un fisico e un carattere perfetto, ma quella non era lei. Lei era pesante. Non lasciava perdere. E’ che gli sembrava tutto, tutto, tutto importante. Magari si sbagliava, magari non era vero, magari niente era veramente degno di nota, degno di tempo, degno di attenzione. Solo che lei non ce la faceva, forse era venuta al mondo per perdersi dietro a quei particolari che nessuno notava più, per dare spiegazioni che non interessavano a nessuno. Era permalosa. Non ricordava date, non ricordava le capitali, non ricordava i nomi dei più grandi artisti di tutti i tempi. Non ricordava i nomi delle strade e non ricordava mai che lavoro faceva la gente. Ricordava bene se qualcuno la feriva, però. Riusciva a capire se qualcuno aveva gli occhi tristi, o se li aveva pieni di gioia infinita. Lei cercava di far piangere meno persone possibili, perché sapeva che sono i particolari ad uccidere.

Cesare Pavese

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