Fondamentalmente

Franchino era masochista. Per prima cosa aveva sposato l'Elsa. Impossibile definire l'Elsa. Secondo Albertone l'unico modo di rapportarsi con lei era correndole dietro, con l'uccello di fuori, intorno a una tavolo, minacciando di sodomizzarla. Oggi Albertone sarebbe tacciato di sciovinismo, sessismo o anche peggio. Allora era esattamente sciovinista, sessista e anche il miglior amico di Franchino. Di lì a poco Albertone sarebbe morto d'infarto ma non per colpa di inseguimenti a cazzo di fuori. Albertone aveva un barbiere che si chiamava Crudele, in via Foscherara. Un attimo però, così sto divagando. Torniamo a Franchino. Che era sposato con l'Elsa che pure lei lavorava alla Fabbrica ma era anche un trombeur de femmes. E dire che non era bello, però qualcosa doveva avere, visto che stava (di nascosto ma non del tutto) con una delle donne più belle della Fabbrica: la Mariagrazia. Penso che si fossero conosciuti e amati dopo essersi sposati, sia Franchino che la Mariagrazia. Altrimenti non si spiega. Franchino era un generoso. Mi prestò le sue reflex corredate di grandangoli e zoom quando nacque il mio primogenito. All'epoca avevo una poverissima Yashica con lenti al minimo sindacale comprata a trecentomilalire. L'attrezzatura di Franchino doveva essergli costata dieci volte tanto ma lui non ebbe problemi a fidarsi. E io non combinai danni eh, diciamolo. Tornando a bomba, periodicamente Franchino e l'Elsa litigavano. Il motivo era sempre lo stesso: la gelosia. L'Elsa, che sapeva da tempo di essere cornuta, si ricordava di esserlo e iniziava un tiro al bersaglio con piatti, bicchieri e oggetti contundenti vari. Naturalmente il bersaglio era Franchino. Franchino era un manutentore e periodicamente finiva in infortunio. Tagli, abrasioni, ingessature, una volta una frattura. Robe così e ho sempre sospettato che lo facesse apposta, in quanto se in malattia sarebbe stato passibile di visita medica di controllo, così non era con l'infortunio. Aveva campo libero con l'Elsa a lavoro alla Fabbrica e nessun pericolosissimo medico fiscale. E gli piaceva correre in macchina. Gli piacevano le coupé sportive. Ogni tanto ne distruggeva una, uscendo di strada a duecento all'ora. Ma per fortuna senza quasi riportare danni. Quasi. Franchino aveva anche un padre. La mamma gli era morta. Conobbi il padre, originario di Mesola, vicino Ferrara. Una persona squisita. Con una parlata meravigliosa, per me oriundo, nato a dieci km da Bologna, con genitori in parte romagnoli e in parte di Migliaro, dio MaJaLL. Poco tempo dopo che venni cacciato dalla Fabbrica, sia Franchino che l'Elsa andarono in pensione. Proprio appena in tempo, poco prima che la riforma cosiddetta Fornero costringesse i lavoratori a pensionarsi con anni e anni di ritardo. Li ho rivisti una sola volta. Fuori dall'ufficio postale di Castenaso, dove andavo a portare la posta per una ditta cliente della cooperativa per cui lavoro. Mi fecero le feste e mi invitarono a cena. Ma a quell'invito non risposi mai.

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