Nessun pericolo

Ai primi di luglio ai fascisti detenuti nelle Carceri mandamentali di Schio iniziarono a giungere biglietti, scritti dai familiari o anonimi, che li mettevano in guardia circa una possibile irruzione dei partigiani, desiderosi di vendicare la morte degli antifascisti nei lager. Tra le molte testimonianze raccolte dalla Magistratura italiana, propongo qui quella di Arturo Perin, già membro del Direttorio del Fascio di Combattimento, ufficiale delle Camicie Nere e quindi della GNR stradale, nei cui ranghi partecipò a rastrellamenti conclusisi con la morte e la deportazione di partigiani: “Già qualche giorno prima dell'eccidio erano pervenuti in carcere dei biglietti anonimi diretti all'avvocato Rizzoli ed al prof. Arlotta con i quali venivano messi in guardia circa possibili prelevamenti di detenuti, uno di questi biglietti che ebbi modo di vedere, ci ammoniva di rifiutarci di uscire dal carcere qualora fossero venuti alcuni elementi a prelevarci di notte. Altre informazioni che avevamo apprese da altri detenuti confermarono tali voci che si fecero più insistenti quando pervenne a Schio da Bolzano la notizia che circa 17 (sic) persone di Schio erano morte in quel campo di concentramento. Tale notizia fu portata da quel campo dall'unico sopravvissuto certo Pierdicchi. Di queste voci erano a conoscenza anche il Comando dei Carabinieri di Schio, il Comando politico Alleato, il capitano Chambers governatore di Schio. Ciò appresi dai miei compagni di cella Ziliotto e Calvi periti nell'eccidio, che fungevano da scrivani all'ufficio matricola delle carceri. Mi ricordo che una settimana circa prima dell'eccidio [alla fine di giugno; ndA] verso le due e mezza di notte, udimmo alla porta del carcere una forte scampanellata, noi dall'avvertimento riuscimmo a persuadere il custode di non aprire la porta. Apprendemmo più tardi, sempre da voci pervenuteci in carcere, che in quella sera fu effettuato un tentativo da parte di elementi locali di penetrare nelle carceri. Questa circostanza mi fu poi confermata dal Tenente Scobars [recte: Scanlan; ndA] del Comando Alleato quando condussero l‟inchiesta”. Gli avvertimenti giunsero numerosi e i familiari dei detenuti scongiurarono le autorità inglesi e italiane di proteggere i loro cari. Ma gli fu risposto che non vi era alcun pericolo ... 

 Ugo De Grandis

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