Nativi

Mentre in Europa ci si curava del dolore provato dai pazienti, anzi, i medici sembravano voler fare di tutto per procurarne ancora, i guaritori degli indiani d’America cominciarono a mettere a punto una serie di preparati per dare sollievo dal dolore.

In quella che ora è la Virginia, i nativi usavano l’erba di Jimson come analgesico topico, tritando la radice per farne un cerotto che applicavano a lesioni esterne come tagli e contusioni.

I guaritori, intanto che nel Vecchio Continente l’anestesia era ancora lontana dall’essere inventata e si eseguivano amputazioni con una sega e mettendo in bocca al malcapitato un pezzo di legno, somministravano anche ai loro pazienti delle erbe per “intontirli” o “addormentarli” mentre mettevano a posto ossa rotte.

Un altro rimedio che veniva usati dai nativi americani contro il dolore e le infiammazioni era il tè preparato con la corteccia del salice nero americano, che contiene la salicina chimica.

Una volta entrata nel corpo, la salicina produceva l’acido salicilico, il principio attivo che si trova ancora oggi nelle moderne compresse di aspirina.

Gli indiani usavano anche la capsaicina, una sostanza chimica presente nei peperoncini, per alleviare il dolore topico.

Tribù della Luna - Nativi Americani

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